Le Quattro Fonti del Bosco

[Addestramento TS I - Akira/Meika]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Hidan
        Like  
     
    .
    Avatar

    It's just YOU against YOU

    Group
    Y Danone
    Posts
    3,786
    Reputation
    +278
    Location
    Roma

    Status
    Anonymous

    Le Quattro Fonti del Bosco

    Nuovi Orizzonti


    Meika si intromise tra me e la creatura ferina del bosco.
    Tra lei e la mia morte. Estrasse un pugnale. Ben poca cosa, se messa a confronto con lo strapotere fisico di quel mostro anfibio.
    « Non fare la sciocca... Scappa, ora... » Continuai a ripetere, con un rantolo di voce e gli occhi mezzi chiusi dallo sforzo e dal dolore accumulato. Lei, però, insistette. Cercai di muovere il mio corpo.
    Nulla. Neanche un dito rispondeva ai miei comandi. Non poteva fare niente per salvarla dalla furia sanguinaria che presto si sarebbe abbattuta su di lei.
    Accadde, allora, ciò che non mi sarei mai aspettato che potesse accadere.
    Dinanzi a Meika, l'oscurità prese vita. La vidi per un'istante agglomerarsi, ruotare e sfiorarsi più volte, finché non si trasformò in qualcos'altro: fiamme.
    Una figura infuocata, alta più di due metri, apparve, quasi come un lampo di luce in un cielo buio. Ma non era un uomo che andava in fiamme, era lui stesso fuoco. Ed era vero ai miei occhi come vero era il terreno su cui poggiavo. L'essere parlò e in men che non si dica, la feroce creatura perse tutta la sua vena combattiva e scomparve nel bosco nello stesso modo in cui era apparso.

    Il fuoco tornò ad essere oscurità, ad essere nulla.
    Vidi Meika abbassare lo sguardo e mettersi le mani sugli occhi, come quando una luce troppo intensa sopravviene ad un'oscurità profonda. Poteva significare una cosa soltanto: era stata lei a dare vita a quel mostro di fiamme. Passo qualche secondo, o forse qualche minuto, ancora non saprei dire, ma alla fine di quel tempo Meika accorse al mio fianco.
    Incominciai a sorridere vistosamente, quindi a ridere di gusto. « Deja-vu. » La risata aumentò ancora di volume, finché un dolore proveniente dal torace non me la smorzò. Emisi un sibilo con il volto a metà tra la sofferenza e la gioia. « E' strano che dopo ogni combattimento mi ritrovo sempre nella stessa situazione: io a terra paralizzato ed in fin di vita, e te al mio fianco a prenderti cura di me... » Sospirai, ancora divertito, ripensando a quanto successo a Suna contro i Kijin. « Forza è giunto il momento di lasciar fare qualcosa di più a te... E allo stesso tempo dovrei smettere di strafare... Anche perché trovo solo gente più forte di me. » Non che fosse difficile, a quel punto della mia vita.
    Attesi che Meika terminò le sue cure. In poco tempo, infatti, riuscì a richiudere tutte le molteplici ferite che il mostro aveva aperto sul mio corpo.« Grazie... » Dissi ancora, quando Meika si alzò dal mio fianco, sfiancata dallo sforzo, per andare a cercare della legna per la notte. Concentrandomi, ma non senza una notevole fatica, riuscii a rimettermi seduto e quasi strisciare verso l'albero più vicino, appoggiandoci la schiena per rimanere seduto. Questa volta non avevo abbastanza forze per controbattere.

    Quando Meika tornò con la legna necessaria per accendere il fuoco, io ero riuscito a rimettermi in piedi da appena un minuto. Entrambi esausti, procedemmo in silenzio a preparare una sorta di campo per la notte, accendendo il fuoco e disponendo i sacchi a pelo attorno a questo, quindi mangiammo le nostre provviste. Dopo cena ripensammo a quel che era successo. « Sì... Quella che hai visto è la Tecnica dell'Idratazione del mio clan... E' la prima volta che ci riesco ad utilizzarla in questo modo. Non ero riuscito a idratare neanche un dito fino ad oggi, ma forse il mio corpo messo alle strette ha reagito in quel modo. » Guardai intensamente il fuoco, senza distogliere mai lo sguardo. « Forse prima della fine di questo viaggio sarò in grado di non dovermi più preoccupare di alcun colpo... Ma parliamo di te piuttosto... » Sorrisi. « Se qualche dubbio poteva ancora esserci, forse oggi lo abbiamo eliminato, o meglio, bruciato, per sempre, giusto? Rispondi adesso alla tua domanda, sei una Terumi o una Akuma? »

    La prima parte della notte si rivelò essere tranquilla come da previsione: animali e kappa feroci, come avevamo accurato, temevano il fuoco, e ciò ci permise di dormire sonni tranquilli. Almeno finché non giunse un altro simpatico rettile a tenerci compagnia. « Meika! » Esclamai, balzando in piedi e mettendo mano all'impugnatura del fuuma kunai, quando vidi uscire dal bosco l'altro kappa con indosso un gonnellino di paglia. Questo kappa, però, si mostrò molto più bizzarro e aperto al dialogo rispetto al nostro precedente amico. Il suo nome era Suigo, ed era il guardiano del confine della Fonte Pura. « Beh, possiamo dire di essere colleghi per un certo verso allora. Mi chiamo Akira Hozuki, guardiano di Kiri. » Risposi alla sua domanda. Con un rapido scambio di battute Meika riuscì ad ottenere più informazioni su sua madre rispetto ad una settimana di ricerche precedenti. Finalmente si incominciava a vedere la luce di quel tunnel.
    La galleria però era ancora lunga.
    Improvvisamente il kappa disse di dover scappare a causa di un altro clan di kappa e del loro confine, quindi ci consigliò di procedere verso la Fonte Pura. Prima che riuscissimo a chiedere ulteriori indicazioni, era scomparso nella foresta. « Ancora una volta non riusciamo a trovare gente sana di mente... La maledizione di Akira e Meika continua anche a Taki! » Sbuffai, prendendomela con il mondo. « Fidiamoci, non mi sembrava un pazzo assetato d sangue come quell'altro... Sempre meglio seguire una direzione piuttosto che dirigerci a caso in questa foresta. » Mi rivolsi a Meika, mentre già incominciavo a raccogliere le mie cose per rimetterci in viaggio.

    Procedendo verso nord incominciammo al tempo stesso a calare di quota, arrivando, probabilmente, sotto la quota del mare, a giudicare dall'umidità nell'aria. Quella parte del bosco era estremamente silenziosa e quieta, per un certo verso differente dalla prima parte del bosco in cui ci eravamo addentrati. In pochi minuti Meika era un bagno di sudore, e i suoi capelli erano letteralmente bagnati per l'umidità. « Devo dire che è fantastico! Quasi quasi mi ci trasferisco! » Esclamai, respirando a pieni polmoni l'aria densa. Ed anche il mio corpo parve pensarla allo stesso modo.
    Le ferite del combattimento erano state richiuse, ma quelle interne erano ancora ben doloranti. L'arte medica di Meika non faceva miracoli, ma in quel posto sembravo rigenerarmi ad ogni passo. L'aria umida entrava nel mio corpo da ogni poro, idratando la pelle in fondo, toccando ogni mia cellula. Era una sensazione strana, così difficile da spiegare che evitai di condividerla con Meika mentre camminavamo.
    Il mio corpo stava assorbendo l'acqua, e l'acqua mi stava lentamente curando. Meglio di un sonno ristoratore, meglio del cibo dopo il digiuno.
    L'acqua è vita, tornai a pensare sorridendo.

    Con poco più di un'ora di viaggio arrivammo di fronte ad uno spettacolo del tutto inusuale. Gli alberi avevano abbandonato il posto ad un muro imponente, alto dieci metri, e talmente lungo da non vederne la fine da nessuna delle due estremità. Dalla parete del muro, completamente ricoperta da muschio, inoltre l'acqua sgorgava e confluiva in continuazione... Solo che scorreva al contrario. Vere e proprie piccole cascate facevano cadere, anzi salire, l'acqua verso l'altro, creando un paesaggio del tutto unico e incredibile. « Non so se è la Fonte Pura, però è bellissimo... » Dissi estasiato, mentre ci avvicinavamo alla parete verde.
    Meika provò ad usare il chakra adesivo, ma il muschio parve cibarsi del chakra, con il risultato finale di rendere del tutto innocuo il tentativo di scalata dell'AKuma. Stavo quasi per poggiare la mano al muro, quando accadde l'inaspettato. Tutta l'acqua intorno a noi, come se dotata di vita propria, incomincio a confluire nella nostra direzione, circondandoci completamente. « Ma che diavolo! » In men che non si dicesse, eravamo all'interno di una grande e spessa prigione d'acqua. « Penso che è ormai troppo tardi per tornare a casa... Dovevamo pensarci prima... »
    Vidi quindi Meika immergere la mano nell'acqua; inizialmente parve non succedere niente, ma appena tentò di andare più in profondità la sfera la rigettò via. « Fantastico... » Esclamai, entusiasta. « Forse riesco a farci qualcosa... Ma devo provarci, sinceramente sarà la prima volta. » E, mentre parlavo, in lontananza, diverse figure incominciavano ad uscire dall'acqua stessa. « Ok, diciamo che devo improvvisare. Ed anche velocemente. Fammi un pò di spazio. » Mi misi davanti a Meika, tenendo il braccio destro a paletta così da assicurarmi un migliore contatto con l'acqua che avrei dovuto superare.
    Iniziai lentamente a immergere la punta delle dita. Sembrava stessi toccando un qualsiasi specchio d'acqua, calmo e placido. Ma quando l'acqua raggiunse metà avambraccio, sentii la forza di cui aveva parlato Meika. Una forza incredibile incominciò a respingermi verso il centro della prigione. « E'... Dura... » Esclamai a denti stretti, mentre tutti i muscoli del mio corpo si irrigidivano per lo sforzo, tanto da far apparire diverse vene sul collo, sulle tempie e sullo stesso braccio destro. Mi posizionai meglio con il corpo, dando il fianco destro alla parete d'acqua, in modo tale da poter mettere più pressione sul braccio destro, ma la forza repulsiva era ancora troppa affinché potessi sperare di superarla. Continuai a irrigidire tutti i muscoli del mio corpo per diversi secondi, finché non decisi di fare un piccolo passo in avanti. Per resistere a tale movimenti rischiai di essere sbalzato all'indietro con tutto il corpo.
    Bicipite femorale, quadricipite e gluteo dovevano assicurarmi che la forza provenisse non solo dall'alto, ma anche dal basso, anzi, era proprio dal basso da cui doveva nascere la potenza necessaria a spezzare quella forza contrastante. Il perno era fondamentale.
    Gran dorsale e addome dovevano rendere il mio corpo stabile ed integro; se questi avessero ceduto la sola forza delle gambe o degli arti non sarebbe bastata e si sarebbe rivelato tutto uno sforzo inutile. Avevo bisogno non solo di essere forte, ma di essere talmente preciso da focalizzare e supportare questa forza nel migliore dei modi.
    Trapezio, grande pettorale e deltoide erano il fulcro della spinta per il mio braccio. Dovevano ricevere la forza cinetica trasmessa da tutto il mio corpo e incanalarla verso il braccio, apice e punto focale delle mie energie.
    Tricipite, bicipite ed avambraccio destro dovevano sfruttare tale potenza per penetrare con forza in quel rigurgito d'acqua.
    Tutto il corpo si stava muovendo all'unisono. Tutte le fibre muscolari erano in tensione e all'opera per raggiungere l'obiettivo prefissato.
    Il mio braccio penetrò nell'acqua, forse 2 centimetri. « Eh andiamo... » Gli occhi erano ormai due fessure. Portai il braccio sinistro all'altezza del gomito, ed iniziai a spingere anche con esso. Avanzai ancora, ero arrivato in prossimità del gomito.
    La sola forza fisica non sarebbe servita, dovevo attingere ad un aiuto. Mantenendo la concentrazione alta richiamai il chakra, focalizzandolo nel braccio destro. Guadagnai altri centimetri, riuscendo ad immergere tutto il gomito nell'acqua.
    Ma non era ancora abbastanza. Dovevo portare le mie fibre allo stremo come avevo già fatto a Suna. Forse ancor di più.
    Aumentai la quantità di chakra nel braccio, sentendo i muscoli del bicipite e del tricipite bruciare intensamente.
    Altri centimetri. Ero a metà bicipite.
    Ma non bastava ancora.
    Avevo bisogno di più forza.
    Fu allora che guardai il mio braccio immerso nell'acqua in un lampo di improvvisa lucidità. L'acqua mi aveva salvato la vita. L'acqua mi aveva curato le ferite.
    L'acqua mi avrebbe dato la forza.
    Concentrai tutto me stesso nel braccio, nella parte del corpo che avevo a contatto con l'acqua, e fu allora che sentii la stessa sensazione che avevo provato solo qualche ora prima. Solo che adesso non ero l'acqua di una cresta del mare, piatta e immutabile, questa volta ero una corrente marina in continuo spostamento. Mutevole e trascinante.
    Il mio braccio parve reagire a contatto con il liquido, come se lo stesse assorbendo, come se il corpo intero capisse quale fosse la mia necessità.
    Avanzai allora, quasi come se non ci fosse forza a contrastarmi. Tutto il mio braccio era nell'acqua e non trovavo più alcuna forza estranea ad impedirmelo. Ma la corrente non mi era più necessaria.
    Dovevo tornare ad essere mare. Chiusi gli occhi, lasciandomi andare, senza più alcun sforzo o impedimento naturale. Il chakra scorreva nel mio corpo e lo mutava. Il mio corpo, a sua volta, scorreva nell'acqua, libero e incontrastato.
    Senza più confini.

    Quando riaprii gli occhi, ero appena fuori dalla prigione d'acqua in ginocchio, e guardavo Meika ancora al suo interno. Ripresi fiato, completamente bagnato, mentre sorridevo alla ragazza ancora imprigionata. « Ci sono riuscito... » Ma non era ancora tempo di festeggiare.
    Una buona dozzina di figure erano adesso distanti poco più di dieci metri da noi. Erano tutti kappa, ma più simili a Suigo che all'altro. Forse eravamo arrivati veramente alla Fonte Pura.


    Mi alzai, aiutandomi con il solo braccio sinistro. Il destro sarebbe stato inutilizzabile per un pò a causa dello sforzo precedente. « Ehi, voi... Avvicinatevi pure, non siamo nemici. Mi chiamo Akira Hozuki, e lei è Meika Akuma, ci ha detto Suigo di venire qui. Questa è la Fonte Pura, giusto? » Chiesi, speranzoso. Uno dei kappa, dall'aspetto molto simile a Suigo, ma che a differenza sua sembrava essere più anziano e uno sguardo più severo, si avvicinò più degli altri, prendendo la parola per primo. « Quindi sareste gli umani di cui ha parlato Suigo, giusto? Il mio nome è Nampo, e sono il responsabile della difesa di questo settore. Sì, piccolo umano, queste sono le mura della Fonte Pura, e voi, anche senza volerlo, avete attirato un grosso pericolo verso questo posto. » Disse, avvicinandosi verso la prigione d'acqua. « Ma se non abbiamo fatto niente! Ci siamo solo difesi dopo che ci hanno attaccati! » Nampo scosse la testa. « Non sono esseri con cui si può ragionare... Dei kappa della Fonte Insanguinata stanno per avvicinarsi ai nostri confini, e quando si avvicinano in gran numero portano solo distruzione. Probabilmente pensano che stiamo di nuovo nascondendo degli umani, nello specifico voi, e visto l'odio che provano nei vostri confronti, non esiteranno ad attaccarci. » Abbassò lo sguardo, quasi rassegnato, mentre poggiava la sua mano squamosa sulla circonferenza d'acqua, che prese lentamente a disfarsi, finché non lasciò completamente libera Meika. « Noi della Fonte Pura non siamo guerrieri, ma difenderemo i nostri confini con tutto quello che abbiamo. Siamo pochi in grado combattere, e le nostre mura sono molto lunghe. Quando la Fonte Insanguinata ci sarà addosso, ho paura che non riusciremo a difenderci così divisi come siamo... Abbiamo ancora un pò di tempo, di solito inviano qualcuno in avanscoperta per decidere dove scatenare la loro rabbia. Per adesso ancora non li abbiamo avvistati, ma è questione di poco tempo, forse un paio d'ore. Volete parlare con il Capo, non è vero? Il Capo adesso è molto occupato, sta presidiando con Suigo questo lato della recinzione, non dovrebbe essere molto lontano da qui. Se volete potete cercarlo, ma attenti, potreste trovarvi di fronte a qualche kappa della Fonte Insanguinata senza neanche la possibilità di accorgervene. »
    Cosa fare, allora? Addentrarsi nella foresta buia e sconosciuta con il pericolo in agguato sarebbe stata veramente una mossa saggia?


    Scusa il ritardo, ma eccoci qui.
    Spero di aver beccato la chicca di cui parlavi xD
    I nostri pacifici amici kappa sono in difficoltà. Una prova per i tuoi occhi, vediamo se scorgono amici e/o nemici :zxc:
     
    .
21 replies since 3/7/2015, 18:22   658 views
  Share  
.