Occhio per Occhio

Drago per Drago

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    Il Bivio







    Aveva quasi dimenticato com’era viaggiare su un drago del nord, o probabilmente non l’aveva mai fatto per un periodo così esteso, ma era certo che l’esperienza fosse indimenticabile, non sembrava che l’aria si spostasse per farli passare, sembrava proprio che corpo e vento si fondessero trapassandosi senza disturbarsi a vicenda, sembrava che non occorresse neanche respirare, l’aria lasciava e prendeva ciò che i polmoni dovevano solitamente trarre o abbandonare ad essa come per magia.
    Sospirò pensieroso.

    Dopo tutto quel marasma ci voleva.

    Borbottò a mezza voce prima che Kaminari parlasse.

    Immagino sia quasi nostalgico.

    Disse mentre batteva con una mano sul dorso del drago.
    Sospirò più di una volta mentre attraversavano le terre di Kumo, per quanto il suo cuore potesse apparire freddo e metallico da qualche parte era sepolto un essere umano dotato delle stesse emozioni di qualsiasi suo simile, e le guerre civili erano orribili.
    Nessuno guadagnava niente, perfino la terra ne soffriva, nulla veniva risparmiato.
    Si accamparono più di una notte vista la durata del viaggio, ma tutto sommato non ci furono problemi, anzi, fu quasi rilassante nonostante l’aria della guerra soffocasse quel paese.

    Vorrei fare qualcosa per questa storia dell’equilibrio.

    Annunciò, riallacciandosi al discorso dell’equilibrio fatto il giorno passato dal drago, come se non fossero passate tutte quelle ore.

    E in realtà mi chiedo anche per quale ragione mi abbiate tenuta nascosta la presenza degli altri clan.
    I draghi del sud avevano una teoria tutta loro a riguardo.


    Disse mentre guardava lievemente torvo il candido drago, quel tempo trascorso in piena serenità gli aveva riportato alla mente il motivo primario di quel viaggio.

    Dal poco che so quello che sta accadendo intorno a noi rispetto alla storia dei draghi non è che una mera accapigliata tra due bambini che cercando di decidere di chi sia l’ultimo angolo di barretta di cioccolato.
    A proposito di questo, come ve la cavate in terreno di guerra?
    Nessuno qui vi ha coinvolto?


    Esaurito il discorso giunsero in vista della valle del vento, o per meglio dire della catena montuosa che la delimitava, circondata da nubi così fitte da essere impenetrabili allo sguardo, quantomeno al suo.

    Ei guercio.

    Appellò Etsuko, cercando di ironizzare sulla situazione che in un modo o nell’altro affliggeva entrambi.

    Dai un occhio li in mezzo, son curioso di sapere cosa regge tutte quelle nuvole, riesci a vedere fino a li?
    Sarei curioso anche di sapere se ci sono altri draghi fuori dalla valle.


    Non si girò a guardarlo nel viso, a suo parere quello era quasi uno scherzo tra amici più che una vera e propria presa in giro. La curiosità era dovuta alla stranezza di quella clausura, gli pareva strano che i draghi del nord per ciò che aveva appreso da Masamune, per quanto codardi, si fossero rinchiusi dentro quel sistema di protezione così elaborato.

    Toppu e Dageki?

    Domando incuriosito il Colosso. Non aveva mai sentito dei due draghi, probabilmente non potevano abbandonare l’ingresso del tempio e per questo non era mai capitato, ma tra un mistero e l’altro erano più le cose che non conosceva che quelle di cui era al corrente.
    Kaminari spiegò che i due draghi erano fratelli, e che come Raizen aveva immaginato erano a guardia del tempio d’accesso da parecchio tempo, ed a causa di ciò le visite alla valle erano estremamente rare, probabilmente anche a causa del loro carattere che gli permetteva di trovare sufficiente compagnia nella sola presenza del fratello e dell’età che nonostante non fosse eccessiva per i draghi li rendeva lievemente distaccati dall’attuale generazione.
    L’ingresso nelle loro mani era al sicuro, se singolarmente erano temibili in coppia diventavano mortali avendo una naturale propensione alle tecniche combinate che il loro sangue così simile gli permetteva di creare con la naturalezza propria di chi adoperava le tecniche in completa autonomia, serve l’intervento di entrambi per accedere al tempio.

    Comprendo, due ossi duri insomma.

    Fece a malapena in tempo ad esprimersi sui due guardiani che dalla foresta sottostante emersero quattro grandi sfere di chakra elettrico, rapidità e bersaglio fugavano qualsiasi dubbio sulla bontà di quegli attacchi.
    Il Colosso fu rapido a reagire e senza nemmeno perdere tempo ad impugnare le armi fece fluire il suo chakra alle mani, creando quattro katane lucenti dello stesso chakra ventoso con cui erano state generate [Creazione della forma x 4]
    Vennero scagliate in momenti differenti, la prima sfera necessitava di un lancio preciso e venne quindi bloccata a mezz’aria dalla spada, esplodendo a contatto con essa e ferendoli leggermente a causa di ciò [leggera diffusa] ma erano già preparati alle altre sfere e contrastarle con le altre lame non fu complesso vista la posizione, fortunatamente grazie alla forza di gravità la gittata concessa a quelle armi non era vincolante.
    Anche la seconda giovò di un lancio personalizzato, ma la terza e la quarta, grazie all’abilità del Colosso [Combattente esotico] vennero colpite da un unico attacco doppio che le fece esplodere ben prima del contatto.
    Fu per lui impossibile invece intercettare la freccia, compito che lasciò ad Etsuko con uno sguardo eloquente.
    Ma il Kiriano non riuscì ad evitare del tutto il danno, consentendo alla freccia di colpire il drago che ferito iniziò a perdere quota, qualcosa di grave se lo inabilitava a quel punto.
    Fu in quel momento che l’ingombrante fagotto portato da Raizen per tutto il tempo si dimostrò “utile”

    Stringilo tra i denti e portalo con te.

    Era l’arma sottratta alla Cavalla rossa qualche giorno prima, non sapeva chi li aveva bersagliati, ed anche se credeva di essere al sicuro da un pezzo e che la focosa equina non si sarebbe risparmiata sfoderando contro di lui le sue tecniche peggiori, non voleva rischiare.

    Fatti curare e non preoccuparti, eventualmente avverti qualcuno alla valle se non richiamo kubomi entro qualche ora. Se lo farò sarà lui a portarvi notizie.
    Etsuko!
    Due cloni illusori, uno tuo e uno mio, il mio dovrà letteralmente rivestirmi, spariremo al momento opportuno, meglio se hanno tratti somatici pesantemente differenti, eccezion fatta per le dimensioni del corpo.
    E poi avvicinati, dovremmo usare la tecnica della trasformazione in combo. Per assumere le sembianze del clone che rivestirà me.


    Quando il drago scomparve facendoli atterrare tra le fronde degli alberi imprecò contro dei conosciuti esclusivamente a lui, dei dai costumi facili e generosi, dei che facevano forti sconti alle comitive e che non avevano il timore di accogliere gli immigranti generosi dalla porta posteriore anche se lievemente cigolante e scardinata.
    L’atterraggio non fu morbido, ma tra le fronde e l’altezza relativamente ridotta riuscirono a non ferirsi ulteriormente, riuscendo a mantenere la Henge.
    Passarono pochi secondi, necessari a farli rialzare, prima di essere circondati da cinque shinobi che a quanto pareva erano intenzionati a non farli scappare.
    Si guardò attorno silenzioso mentre il mingherlino di nome Teppei parlava, una di quelle persone fastidiose ligie al dovere difficili da persuadere.
    Non sembravano dei semplici uomini di ventura, ma era anche vero che per quanto ne sapeva lui l’accademia non aveva ancora mandato nessuno a combattere in quelle terre, non comprendeva per cui come mai quel piccolo gruppo si arroccasse tutti quei diritti in zona di guerra.
    Attaccare in quel momento tuttavia era impensabile, senza contare che la piccola strategia messa in piedi grazie all’occhio di Etsuko avrebbe perso di efficacia in svantaggio numerico.

    Ci arrendiamo, siamo sicuri che prima di venir interrogati avremmo il tempo per farvi comprendere che siamo realmente acc…

    Non concluse la frase per la seconda volta che venne interrotto dal grido di uno degli otesi, che dopo la mal riuscita performance canora cadeva al suolo come un sacco di patate, probabilmente morto, o comunque reso inabile da un aikuchi tra chissà quali vertebre.
    Uno in meno, ed un moto di felicità che lo rese soddisfatto dei suoi turpiloqui, rassicurandolo sulla loro utilità: alcuni dei necessitavano di una spintarella.
    Era stata una donna, scura di carnagione come lo erano tutti a Kumo.

    E non è mica male sto cioccolatino!

    Ammise rudemente tra se e se, subito portato ad allearsi con la donna piuttosto che del carrello della spesa munito di lancia.
    Per lui quella situazione era intraducibile, aveva dedotto che il piccolo gruppo accademico in cui era incappato faceva parte di una fazione che ne comprendeva almeno due impegnati in quelle guerre civili, tuttavia era strano, generalmente si veniva a sapere di simili movimenti, soprattutto se uno dei villaggi interveniva su uno dei grandi paesi esterni all’accademia. Detti popolari riguardanti la peluria femminile a parte, tra le due fazioni in gioco pareva che quella più onesta fosse proprio quella cioccolatosa.
    Pareva anche che fosse il “nemico” ad avere un legame con i draghi bianchi, e non gli veniva semplice immaginare i candidi rettili alleate di persone malvagie, o forse così cercava di convincersi.
    Tuttavia gli otesi stessi parevano conoscerli ed avere per Toppu stesso una sorta di permesso speciale che gli consentiva di transitare senza problemi.
    Che lo facessero per evitare ulteriori problemi con i Guardiani dell’accesso che al dire di Kaminari erano individui da non sottovalutare?

    Anche se la donna parlava di stupidità

    Poteva anche essere che decidendo di non immischiarsi i draghi avessero stabilito una tregua che gli impediva di sorvolare zone di guerra attiva, in modo da risparmiare vite ambo parti, avrebbe anche spiegato parzialmente l’attenzione di Kaminari nello schivare i centri abitati zone probabilmente più calde e la conoscenza che gli otesi avevano di Toppu, un affare decisamente in linea con i pacifici draghi, in grado di creare un oasi di pace nonostante la guerra si spandesse a macchia d’olio attorno alla valle del vento.
    Ma se doveva arrivare al tempio conveniva scegliere chi aveva un contratto diretto con i draghi.

    Un drago è stato attaccato ma è praticamente incolume, e in realtà credo che questi accademici non avessero intenzioni belliche, probabilmente temevano un attacco.
    Ma, compreso che non siamo una minaccia credo che a breve deporranno le armi e si allontaneranno senza provocare altre inutili morti trasformando una svista in un affare per becchini.
    Giusto?
    Senza pretendere il controllo su terre che non gli appartengono e mai gli apparterranno e in cui non dovrebbero discutere nemmeno la posizione dell’ultimo insetto posatosi su chissà quale foglia.


    Guardò nel viso quello che pareva essere il capo di quella piccola squadra, dando le spalle ad H e N, in un palese gesto che avrebbe chiarito da quale parte si erano schierati.
    Non fu troppo prosaico e pur mantenendosi serio non divenne aggressivo, era pronto ad ogni evenienza, ma non stava considerando la violenza, dopotutto loro erano in due, ed i probabili nemici li sovrastavano quanto a numeri. Alla fine dei conti la donna non aveva tutti i torti, quella era una guerra civile e se quelli erano realmente accademici, per quanto particolari fossero le tecniche che utilizzavano, non avevano nulla a che spartire con i mutamenti in corso a Kumo, non in quella maniera quantomeno, non facendo tabula rasa di chiunque gli si mostrasse avverso in una nazione che lo era per natura agli accademici.
     
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