Occhio per Occhio

Drago per Drago

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    Una Chiave








    Guardò Yasu, intuendo chi potesse essere il suo cugino, c’erano ben pochi ninja che versavano in quella situazione ed erano sufficientemente popolari da essere ricordati da altri ninja.

    Potrebbe anche essere, Yasu.

    Disse tagliente.

    Ma i casi sono differenti, non ho stretto solo un patto con queste… creature.
    Quantomeno, non lo credevo.


    Scosse la testa come se mandasse tutto in malora mentre l’esterno si animava di suoni ben poco tranquilli.

    Direi che ci occuperemo più tardi del tutto.

    L’azione fu rapida e Hayate fu tremendamente veloce e preparato nella difesa, un avversario fin troppo ostico e distante da quello che aveva conosciuto qualche settimana addietro.
    Entrambi i cloni vennero distrutti e seppur in maniera scomoda portarono le informazioni a Raizen, chiarendoli lievemente il problema, e permettendogli di uscire dall'accampamento senza l'obbligo di sostenere scomode promesse.
    Anche se ora doveva trovare il modo di nascondere la sua identità per essere certo che Hayate non rovinasse in qualche modo la copertura, la capacità che aveva mostrato di riconoscerlo poteva essere scomoda, ma probabilmente i ninja di Kumo sarebbero bastati a renderlo inoffensivi se avvertiti in tempo, doveva solo avvisarli.
    Si levò rapido dalla sua branda, per recarsi rapidamente da Etsuko e riferirgli quanto appena scoperto.

    Etsuko, sono stato dagli otesi.

    Annunciò a mezza voce.

    Mi hanno dato qualche utile informazione ma al contempo ho avuto qualche contrattempo, ma niente che dentro ad un accampamento ninja non potremmo risolvere, uno dei tizzi che credevo di aver seccato, e credimi, ne avevo ottime ragioni visto che l’ho tagliato in due, mi è corso dietro, anche se non so come.

    Continuò a parlare rapidamente.

    Ma veniamo alle cose importanti, tra le varie informazioni mi hanno rivelato di una piccola mappa che non ci hanno mostrato, quella dietro il telo, ma soprattutto forse noi abbiamo la chiave per oltrepassare la barriera: nei nostri occhi ad essere precisi.
    Mi hanno detto che persone vincolate da un legame anche chakrico possano passare.
    Informo i ninja di Kumo con un clone dell’intruso che potrebbe venire a breve e poi faremmo una prova.


    Non era sicuro di quante domande potessero porgli i ninja della nuvola riguardo Hayate, ed il tempo ormai iniziava a stringere, chiese di Q in modo da venir portato subito dal più alto in comando mentre l’originale ed Etsuko si recavano al tempio.

    Q, non ho buone notizie purtroppo.

    Disse rapido e concitato nel parlare.

    Non ricordo se avevo detto a te o ai tuoi che ero giunto in queste terre a seguito di una missione.
    Credevo onestamente di aver del tutto messo fine a quella storia, e anche con un discreto successo, tuttavia sono stato affrettato nel giudizio.
    Uno di loro, che credevo di aver diviso in due metà esatte, è tornato in vita, potrebbe arrivare all’accampamento.
    Eliminatelo.
    Ovviamente farò la mia parte.


    Fortuna volle che il tempio era sguarnito e Raizen insieme ad Etsuko poterono recarsi al suo interno fino alla barriera senza incontrare particolari ostacoli.

    Etsuko, non conosco al meglio la strada, ma immagino che i tuoi occhi possano dare una mano.
    Se vuoi avere il piacere di dare una sbirciatina.


    Indicò davanti a se in un punto imprecisato, lasciando che fosse lui a guidarlo tenendo tuttavia i sensi allertati contro eventuali trappole, avrebbe potuto evocare qualcuno dei draghi per avere una pista ancora più sicura sulla quale muoversi, ma in quel momento una bestia dai contorni indefiniti gli si muoveva nello stomaco impedendogli di ricorrere a quelli che un tempo reputava amici, compagni.
    Era strano per il Colosso sentirsi “triste” o “escluso”, ma quell’evento, del tutto indipendente dalle sue azioni, lo segnava più di quanto avrebbe voluto ammettere.
    L’aiuto di Kubomi stesso gli sarebbe stato utile, ma persino il piccolo drago non differiva questa volta dal resto del clan.
    I suoi compagni gli stavano infliggendo una prova ben più dura di quella che Masamune gli aveva inferto con la maledizione.
     
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