Nella morsa del Serpente

Corso Base per "Nevi"&"Caled Murkar"

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  1. Nevi
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    9hCk363
    In un modo o nell'altro erano riusciti a passare il tempo che mancava prima di giungere in quel luogo, eppure presto capì che quello era solamente l'inizio di altro.
    Come giunti in amministrazione ad entrambi fu comunicato che il loro sensei non si trovava li, bensì avrebbero dovuto raggiungere l'East Gate di Oto.
    In quel luogo avrebbero avuto modo di incontrarlo.
    Una vena di curiosità si accese in lei sentendola nominare, non si era avvicinata spesso a quella zona anche perchè non era di competenza della madre, di conseguenza non ne aveva avuto motivo.
    Non fino a quel giorno.
    Capisco, grazie.
    Proferì appena quelle poche parole con fare cordiale, prima di voltarsi e attendere il compagno così da mettersi in cammino per raggiungere il luogo prestabilito.
    Se si fossero dati una mossa, l'avrebbero dovuto raggiungere abbastanza in fretta, bastava non fermarsi per strada.
    Per tanto lei per prima durante il tragitto cercò di distrarsi il meno possibile, sebbene come sempre non riusciva a fare a meno di scorrere con gli occhi lungo le persone e l'ambiente che li circondavano.
    Era sempre bello vedere tutto sommato la tranquillità che vi regnava, in qualche modo le dava la conferma che si trovava a casa.
    Nella sua casa, Oto.
    Eppure non era che avesse deciso di diventare Ninja per un qualche sentimento patriottico, doveva ammetterlo: era curiosa.
    Sì era curiosa e le piaceva tutto quello, le piaceva l'idea di doversi sforzare per sopravvivere, di dover mettere la propria vita sulla linea e rimanervi in bilico.
    Certo c'era anche altro che la interessava, tuttavia non al pari di quella via.
    In questo senso era un po' diversa dalla madre, lei aveva deciso di prendere quella strada perchè amava il suo villaggio, era il suo rifugio sicuro e allo stesso tempo la sua rocca.
    Non che disprezzasse questi sentimenti, anzi, tuttavia non li sentiva propri tanto quanto Yunata, semplice.
    Comunque giunti alle mura e più precisamente, verso la parte interna iniziò ad intravedere un ragazzo appoggiato al muro, poco distanti da lui vi era una scalinata.
    Sbattè un paio di volte le palpebre, piegando appena appena il volto come per osservarlo meglio.
    Sembrava avere la loro stessa età per quanto la sua fisionomia era decisamente più sviluppata, il corpo robusto, muscoloso con la pelle marrone scura mentre la voce sembrava come cozzare con tutto quello.
    Comunque sia alla sua domanda annuì con decisione, riportando il volto nella sua posizione originaria.
    Sì siamo noi.
    Il silenzio parve come essere frammentato in più parti dalle loro brevi battute, tant'è che nessun altro rumore o suono aleggiava nell'aria.
    Le bastò alzare leggermente lo sguardo presa dalla curiosità per vedere che, al contrario di quanto si poteva pensare, sulla cima vi erano diverse guardie posizionate e vigili, le quali non si curarono minimamente della loro presenza.
    Sorrise divertita: quella era Oto, ecco perchè le piaceva.
    Poco caos, poche regole ma precise. Tutto molto semplice eppure allo stesso tempo funzionale.
    Abbassò nuovamente lo sguardo come l'altro disse che sarebbero stati accompagnati da Deveraux.
    Inarcò leggermente un sopracciglio mentre iniziava a muoversi per seguirlo... Quel nome le era già sembrato di sentirlo e presto ne ebbe la conferma.
    Passati oltre il primo piano delle mura dove ebbe modo di apprezzare un po' di più il villaggio e il panorama, ecco che il ragazzo nominò il Guardiano.
    Senza neanche farlo apposta, incerta, passò prima lo sguardo dalla torretta e dalla finestra indicata dal loro accompagnatore su quest'ultimo.
    Il Guardiano sarebbe stato il loro sensei in quel giorno? Non se l'aspettava e vista la sua espressione era facilmente intuibile.
    In ogni caso fu appena un attimo dopo il quale si passò una mano sul viso, sospirando leggermente e riguadagnando la compostezza richiesta in quella situazione.
    Furono lasciati davanti alla porta.
    Stava a loro bussare per entrare. Lei dal suo canto guardò appena un attimo l'altro giusto per vedere se aveva qualcosa da dire, per poi senza esitare portare una mano avanti e bussare con forza.
    Presto una voce chiara rispose, invitandoli ad entrare.
    Aprì la porta varcando così la soglia mentre i suoi occhi saettavano prima da una parte poi dall'altra, guardando l'ufficio e passando dal loro prossimo interlocutore agli oggetti sparsi per la stanza.
    Quest'ultima non era molto grande tuttavia si poteva vedere com'era stato fatto buon uso degli spazi, riuscendo così a farla apparire molto più confortevole e carina di quanto non fosse. Decisamente, sapeva come organizzarsi.
    Comunque sia lo sguardo alla fine ricadde proprio su di lui, Deveraux, in piedi di fronte a loro e le braccia conserte mentre rimaneva lievemente appoggiato contro la scrivania alle sue spalle.
    Guardandolo bene, si sorprese di scoprire quant'era giovane. Insomma di sicuro era più grande di lei tuttavia non sembrava poi di così tanto.
    Cercò in qualche modo di tenere da parte questo suo stupore, accigliandosi appena e stringendo leggermente le palpebre mentre constatava quant'era magro, tuttavia la sua voce spezzò quel momento riportandola così alla realtà.
    Immediatamente rialzò gli occhi portandoli sul suo viso e osservando così il colore insolito dei suoi capelli, era simile a quello dell'unica ciocca che aveva diversa dalle altre, tuttavia erano solo simili nulla di più, i suoi erano molto più bianchi quasi fossero stati fatti con la neve o con qualche pezzo di una nuvola lassù nel cielo.
    Il suo al contrario era più sporco, quasi impuro avrebbe osato dire.
    Fu appena un istante ma mentre lo fissava in viso ebbe come l'impressione per un attimo di essere completamente priva di vestiti, scoperta come non mai senza che ci fosse nulla a coprirla. Quasi tutto quello che era fosse stato buttato fuori ed esposto su un tavolo.
    Rabbrividì mordendosi appena il labbro inferiore, non le piaceva e per fortuna parve terminare nell'istante successivo.
    Cercò comunque di non darvi troppo peso, magari era semplicemente la persona del Guardiano stesso a suscitare quell'effetto con il suo carisma.
    Anche perchè lui non si fermò dopo le prime parole, anzi prese in mano il discorso commentando alcune parti riguardanti il loro status attuale e soprattutto quello che sarebbe stato nel loro futuro.
    Sebbene parve come calare un certo disappunto sul suo volto, cancellato così in parte il suo sorriso quando arrivò alla parte dei clan non esitò dal continuare a guardarlo fisso.
    Per lei non era mai stato un problema, non le interessava. Voleva essere lei a scegliere che strada seguire da un certo momento in poi e non ci teneva che fossero gli altri a prestabilirla per lei.
    La fortuna in questo senso le aveva sorriso, fornendole due genitori che non appartenevano a nessun clan in particolare.
    Di conseguenza non era mai stato un problema personalmente e non aveva intenzione di farlo diventare adesso, questi però almeno per il momento rimasero semplici pensieri.
    Anche perchè non aveva terminato di parlare Deveraux, decisamente no. Stava approfondendo quello che sarebbe stato il loro futuro e poteva comprendere il motivo di tanta serietà, anche sua madre quando le spiegava il suo lavoro tendeva a diventare parecchio seria sebbene il Guardiano parve come scambiarsi con un'altra persona.
    Evidentemente era proprio un discorso in generale cui teneva particolarmente a cuore e presto ne ebbe la conferma. Questa arrivò nel momento in cui parlò del coprifronte di Oto, momento nel quale le venne istintivamente da sorridere.
    Come si poteva chiaramente vedere però non era un sorriso divertito o simili, no, bensì esprimeva quello che sarebbe potuto essere un motivo di fierezza, contentezza.
    Era conscia del fatto che era solo l'inizio ma da qualche parte avrebbe pur dovuto iniziare no?
    Un sassolino alla volta e col tempo, avrebbe costruito quello che voleva.
    Si rivelò comunque un sorriso lieve, una cornice appena abbozzata che non osò interrompere il discorso del loro sensei.
    Anche perchè d'altronde ora sembrava arrivare la parte più delicata.
    Rapidamente così com'era apparso il sorriso di poco fa scomparve, facendo posto ad un espressione incuriosita ma allo stesso tempo incerta mentre continuava ad ascoltare quanto il loro interlocutore aveva da dire, seguendo nel mentre il suo movimento con gli occhi.
    Oh sì lo sapeva bene che Oto offriva molte possibilità a chi aveva intenzione di migliorarsi e arrivare più in alto, le lame nel corpo di alcuni di loro ne erano solo un esempio.
    Infine si fermò quasi pentito di aver parlato solo lui per tutto quel tempo, e presto decise di rimediare dando a loro la parola con fare cordiale e lasciando così un po' da parte tutta quella serietà.
    Decise di prendere parola mentre portava una mano all'altro braccio, afferrandolo leggermente per il gomito e tenendolo.
    Le sue iridi dritte a rispecchiare il volto del Guardiano.
    Il tono pacato, abbastanza tranquillo. Era arrivato il momento di trasformare i pensieri in parole.
    Io sono Nakora e sì, non appartengo a nessun clan in particolare. Tuttavia non mi disturba la cosa, anzi in un certo senso preferisco sia così. Voglio poter decidere da sola almeno in parte come proseguire lungo questo sentiero, e penso che se fossi stata parte di un clan qualsiasi questo non sarebbe stato possibile. Dopotutto è anche vero che ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo per curiosità... Quando hai una madre che tiene più armi che vestiti in camera sua, come dire, inizi a farti qualche domanda.
    In particolare verso l'ultima parte le scappò un sorriso divertito.
    Si voltò leggermente, avvicinandosi ad uno dei quadri che raffigurava Oto, guardandolo appena con affetto e rimanendo comunque lievemente girata verso il suo interlocutore così da non dargli completamente le spalle.
    Quindi è per questo, curiosità che poi è diventata altro. Ho iniziato ad apprezzare tutto questo e ho visto che mi piaceva, così ho preso la mia decisione. Non che non vi siano sentimenti patriottici o simili, Guardiano, dopotutto credo che come tutti sia inutile dire quanto ci tenga a far sì che quella che è casa mia rimanga dov'è. Però oserei dire che non sono questi a spronarmi, tutto qui.
    Fece perno su una gamba, così da ruotare e girarsi nuovamente verso di lui visibilmente serena e tranquilla. Si poteva chiaramente vedere quanto fosse sincera già solo dall'espressione sul suo viso. Il sorriso era ancora li, sebbene leggermente più ampio, quasi non lo stesse più nascondendo.
    Alzò appena la mano che aveva tenuto il braccio fino a quel momento, portandola fino al capo e scostandosi leggermente la ciocca cinerea dal viso, nasconendola dietro l'orecchio.
    Questo è quanto, non credo vi sia molto altro da dire.
     
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