Kiri no Musuko

Corso alle Basi

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  1. Yusnaan
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    Kiri no Musuko

    L'inizio...


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu
    Parlato Nonna Ayaka
    Parlato Nonna Kazuko
    Parlato Nonno Daisuke
    Parlato Mizukage


    Ormai il sole era in procinto di tramontare e la nebbia cominciava sempre più velocemente ad oscurare la vista di quello che, in fondo, è uno splendido paesaggio, che proprio per via di quella caratteristica e onnipresente nebbia nessuno potrà mai godersi a pieno. Fortuna che i kiriani sembra si siano ormai abituati a quel clima umido (se non fosse per i reumatismi), considerando la nebbia come una sorta di riparo, dove sentirsi veramente a casa. Almeno era questo il pensiero di Ryuu, mentre guardava quella nebbia che andava ad infittirsi attorno a lui, mentre tornava a casa dalla nuotata che era appena andato a fare al mare. Per via del maltempo degli ultimi giorni non gli era stato possibile fare la sua “scappatella” alla spiaggia, in cui poteva sentirsi finalmente libero dai pensieri della sua vita monotona, ma adesso si sentiva decisamente più rilassato e, con l’asciugamano in testa e lo zaino sulle spalle, si dirigeva a grandi passi verso casa, sperando che non fosse già passata l’ora di cena, altrimenti sarebbero stati dolori. Quella sua spensieratezza, però, fu bruscamente interrotta da un’ombra indefinita, che balzò dalla cima di un palazzo vicino e atterrò proprio davanti al ragazzo, spaventandolo non poco. Ryuu fece un piccolo sobbalzo all’indietro per la sorpresa, ma soprattutto per la paura di chi potesse essere quel losco figuro che gli era appena apparso davanti, senza nessun preavviso. Fortunatamente, si rese presto conto che non si trattava di una minaccia quando quella persona si alzò,dimostrando di essere un ninja del villaggio, avendo fatto sfoggio del suo copri fronte della nebbia. Ryuu rimase alquanto sconcertato da quella breve chiacchierata, dato che quell’uomo era talmente sicuro del suo operato che non si accertò neanche se stesse parlando con la persona giusta. Poche parole ben chiare e concise, dopodiché estrasse una lettera senza busta, semplicemente piegata su se stessa, dalla tasca e sparì così come era arrivato. Dopo aver superato quello stato di incertezza, la curiosità si impadronì di lui: aprì immediatamente la lettera e la lesse a gran velocità, ma al contrario di quello che si aspettava, non c’erano molti giri di parole, né tantomeno un mittente, ma un preciso ordine di trovarsi sulla cima del palazzo dell’amministrazione alle 8 in punto. Per lui era una situazione del tutto nuova e la sua mente era ormai affollata da mille pensieri, quando finalmente si diede una scossa e si soffermò sull’unica, fondamentale domanda che chiunque, in una situazione del genere, si sarebbe posto:
    Ma come stradiavolo ha fatto a saltare così silenziosamente?
    .....Ehm…No. Non quella domanda.
    …Ora che è saltato via, dove sarà atterrato?
    Nemmeno quella.
    …Ma la lettera non poteva metterla in una busta?
    Ma è mai possibile che non ti importi un fico secco di chi ti ha mandato quella lettera???
    Ah, giusto… Chi mi avrà mai mandato questa lettera?
    E dopo aver buttato dalla finestra la suspense che ero riuscito a creare, il ragazzo si diresse finalmente a casa, ancora turbato per quanto era appena successo. Subito dopo essere entrato e aver lasciato le scarpe nell’atrio, entrò rapidamente in cucina, dove la nonna Ayaka stava finendo di preparare la cena.
    [Condizione familiare]
    Ryuu, dopo la morte dei suoi genitori, è stato preso in adozione dai suoi nonni materni, entrambi ex ninja e quindi più qualificati a proteggerlo in caso di pericolo (Nonno Keiji e Nonna Ayaka). Dopo la morte del nonno keiji, pochi anni dopo, per non lasciare sola la donna a crescere un bambino, i 2 nonni paterni li invitarono a trasferirsi da loro (Nonno Daisuke e Nonna Kazuko). Oggi Ryuu vive con i suoi restanti 3 nonni:
    Nonna Ayaka – Anni 71 – Ex jonin, specializzata in genjutsu ed assassinii silenziosi: Ama i fiori ed è quasi sempre allegra e serena. Il suo umore cambia drasticamente quando qualcuno la fa arrabbiare, diventando violenta e vendicativa, ma sempre con la sua rinomata calma.
    Nonna Kazuko – Anni 69 – Ex chunin, specializzata in ninjutsu: Ama e allo stesso tempo odia suo marito, con il quale discute molto frequentemente su ogni minima cosa. A differenza del significato del suo nome (bambina pacifica) è facilmente irritabile, ma molto protettiva nei confronti di suo nipote. E’ anche una gran fumatrice.
    Nonno Daisuke – Anni 77 – Ex fioraio: Unico dei 4 nonni a non essere mai stato un ninja. E’ “costretto” a vivere con 2 donne maniacalmente diverse tra loro ed a subire (pazientemente) le loro continue minacce in caso di screzi o insoddisfazioni (specialmente dalla moglie) essendo state entrambe ninja.

    Richiamò all’istante la sua attenzione, sventolando la lettera che aveva sempre stretto in mano e chiamandola a gran voce. Nonna! Guarda qua. Un ninja, per strada, mi ha dato questa lettera. Al primo impatto, la donna diede un’occhiata al foglietto, ma non ne capì il contenuto. Così, mandò a chiamare gli altri 2 nonni, che forse avrebbero potuto trovare una spiegazione all’accaduto, e che dopo aver ascoltato la storia di loro nipote, si espressero con chiarezza.
    Io non mi fiderei.
    -Certo, perché un idiota come te non può sapere che questo funziona come un richiamo alle armi.
    Perdonami cara, ma non ti sembra di essere un po’ drastica? Non mettiamo in ansia il ragazzo, per cose da niente.
    E’ un chiaro messaggio dal Mizukage in persona e questo può soltanto dire che la tua richiesta è stata accettata e sei stato scelto per diventare un ninja.
    Oh, non ricordavo si usassero questi mezzi anonimi. Bé, congratulazioni tesoro.
    Bene, ci mancava un altro ninja in giro per casa.-
    Scelto per diventare ninja? Proprio lui? A quelle parole Ryuu non seppe più resistere ed esplose dalla gioia di aver finalmente raggiunto il suo primo traguardo per arrivare al suo obbiettivo finale. Non era mai stato tanto contento e non rimanevano che poche ore al fatidico incontro che l’avrebbe introdotto nel mondo dei ninja. Dopo aver abbracciato i nonni ed essersi fatto spiegare tutto quello che doveva sapere per l’indomani, salì immediatamente in camera sua e si mise a letto, non vendendo l’ora di addormentarsi per far giungere al più presto il nuovo giorno…
    Ma dove vai?? Dobbiamo ancora cenare.
    Bé, in effetti era rimasto talmente preso dalla situazione che si dimenticò persino di non avendo cenato e alzandosi quasi contro voglia, sapendo di dover rimandare ancora di un po’ il momento tanto atteso.
    L'indomani il sole era sorto da un pezzo, ma Ryuu era già in piedi, dato che non aveva quasi dormito per tutti i pensieri che gli frullavano in testa. Cosa lo aspettava?Chi sarebbe stato il suo maestro e cosa gli avrebbe insegnato? Questo l’avrebbe potuto scoprire solo andando all’incontro nell’ora stabilita ed ormai non mancava molto, quindi prese lo stretto necessario e dopo aver salutato i nonni, si diresse con passo sicuro verso la sua prossima meta. In quei pochi minuti che lo separavano dal suo obbiettivo, l’eccitazione cominciò a confondersi anche con un po’ di timore, non sapendo cosa lo avrebbe aspettato, né se sarebbe stato all’altezza, ma stringendo il suo ciondolo nella mano destra, non poté che rassicurarsi e procedere senza esitazione. Non sapendo dove fosse l’edificio indicato nella lettera, se lo fece spiegare per bene dalle nonne, ma l’unica cosa a cui le 2 signore non accennarono fu sulle dimensioni del palazzo. Quando vi si trovò davanti non poté fare altro che rimanere con la bocca spalancata, un po’ per essersi reso conto di non aver mai notato un simile edificio nel villaggio e un po’ per aver realizzato che avrebbe dovuto salire fin sopra il tetto a piedi.
    ...A piedi?
    Si. A piedi.
    Ma è un grattacelo. Non c’è un ascenso…
    No.
    Una gru?
    No.
    Ma chi me lo fa fare, io non salgo a piedi fino a lassù.
    Guarda che qui decido io, e se dico che tu sali a piedi, tu lo fai e zitto. …Torniamo a noi...
    Dato che non aveva altra scelta e che era quasi arrivata l’ora stabilita, Ryuu decise di darsi una mossa e di salire tutti e 10 i piani del palazzo correndo come non aveva mai corso in vita sua, e arrivando finalmente sul tetto dello stesso, accasciandosi a terra per la fatica e per poter riprendere fiato.
    ..Anf…anf…
    Dopo essersi rapidamente rialzato, per paura che il suo maestro o i suoi compagni di corso lo avessero visto, si accorse che non c’era assolutamente nessuno. La cosa lo lasciò abbastanza perplesso. Ma che significa? L’orario è giusto. Mica avrò fatto tardi? No, no, non può essere, c’era scritto alle 8 e sono appena suonate le 8, non possono essere venuti ed essersene andati così in fretta senza aspettare. Mentre la paura di non essere arrivato in tempo cominciava ad assalirlo, cominciò a guardarsi intorno. Era un terrazzo abbastanza ampio e da lì si aveva la vista su tutto il villaggio, ma Ryuu era troppo assorto dai suoi pensieri per accorgersi di non essere mai salito tanto in alto in vita sua e godersi il panorama. Fortunatamente all’improvviso arrivò dalle scale un altro ragazzo e,non appena lo vide, per Ryuu fu come una liberazione che annullò all’istante tutto il suo pessimismo. Un ragazzo un po’ curioso, con i capelli bianchi e un’aria un po’ tetra, ma se c’era un altro ragazzo (che ovviamente non poteva essere lui l’istruttore) voleva dire solo 2 cose: o il maestro era in ritardo o avevano fatto tardi entrambi, ma in questo caso, almeno, non sarebbe stato solo, in quella disgrazia. Trovò un tale sollievo che non si trattenne dall’andargli a parlare, per accertarsi della sua ipotesi. Ciao. Sei qui per il corso, giusto? Non si parlarono molto, forse perché non c’era ancora confidenza, o forse perché erano solo desiderosi che il loro maestro arrivasse presto, ma i minuti scorrevano lenti ed ancora non succedeva niente.
    Fu proprio quando stavano per stancarsi di aspettare che videro un uomo planare dolcemente verso di loro come se fosse stato portato dal vento e che improvvisamente gli rivolse la parola, dopo aver fatto sparire sotto i loro occhi il paio di ali che gli spuntavano da dietro la schiena. Oh, dunque siete arrivati. Ryuu era attonito, ma bastarono pochi istanti per identificare un volto familiare nella figura di quell’uomo volante, trasformando il semplice sbalordimento in un misto di stupore e timore. -Oh me**a, quello è il mizukage! Il ragazzo non sapeva più che pensare, era il mizukage in persona, quello che aveva davanti ed era la prima volta che lo incontrava faccia a faccia, conscio della sua incredibile potenza e del fatto che fosse al contempo un Jinchuuriki. Era spaventato ma allo stesso tempo ammaliato dalla persona che gli era appena atterrata davanti volando. Non passò molto tempo che la sua bocca spalancata non passò inosservata agli occhi del loro capo villaggio. Cosa sono quelle facce? Sarete stupiti nello scoprire quanto ho a cuore la crescita di voi studenti ancora troppo deboli per poter anche solo pensare di sopravvivere fuori Kiri. In qualche modo, sembrava addirittura divertito dalla situazione, ma le parole che pronunciò si stamparono nella mente di Ryuu, che finalmente elaborò che sarebbe stato proprio l’uomo che avevano davanti a fargli da maestro. E’ ovvio che, se come disse, i luoghi al di fuori di kiri erano tanto pericolosi, non potevano trovare nessuno che fosse più qualificato del mizukage per addestrarli. Non è possibile.
    Non poteva chiedere di meglio e cercò a malapena di contenere l’euforia che gli aveva dato quell’ultima notizia, mentre il mizukage continuava il suo discorso e del quale non se ne perse una parola, quando all’improvviso gli fu chiesto di presentarsi, ma soprattutto di spiegare il motivo che li aveva spinti a diventare ninja.
    Perché voleva diventare un ninja? Quella era una domanda a cui Ryuu aveva una risposta più che certa, quindi per un attimo, guardò il suo compagno di corso e dopo avergli chiesto se andasse bene che cominciasse lui per primo, si fece avanti. Anche se con un po’ di timore per chi aveva difronte e preso dall’emozione di stare finalmente per fare il primo passo che lo porterà sulla strado del ninja, strinse i pungni e si fece coraggio, cominciando a rispondere con fierezza alle domande. Io mi chiamo Ryuu Mizukiyo. Sono cresciuto con i miei nonni perché mia madre e mio padre sono morti quando io ero piccolo. A quel punto, il tono del ragazzo si fece molto serio. Non sapeva se chi lo stesse ascoltando conoscesse già quella storia, ma la raccontò comunque a testa alta, essendo fiero di quanto diceva. Furono assoldati da ninja sconosciuti per uccidere un precedente mizukage, ma non lo fecero e vennero comunque inseguiti e uccisi. Da allora la mia famiglia non è stata vista di buon occhio e siamo stati additati come traditori da molte persone. Il mio scopo della vita è far riacquistare l’onore alla mia famiglia e lo farò diventando mizukage, un giorno, e diventando un maestro dei ninjutsu come i miei genitori.
    Per qualche secondo calò il silenzio, ma Ryuu era orgoglioso della risposta che aveva dato, fermo più che mai sulla decisione che aveva preso e che aveva appena esposto ai presenti. Forse era stato un po’ troppo pretenzioso, dicendo di voler diventare mizukage proprio davanti al mizukage in persona, ma in fondo non aveva fatto altro che rispondere alla sua domanda, attendendo che anche il suo compagno cominciasse a dire la sua.
     
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