Sentaku - La scelta

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Sentaku - La scelta

    La scelta che non è mai esistita.



    Era facile prendere Shi per un deficente. Faceva battutine di continuo, prendeva in giro chiunque e chiedeva di uscire alle ragazze più volte di quanto ci sarebbe logicamente aspettato dopo un rifiuto. Era un tipo allegro, era innegabile ed in un certo senso era anche giusto che fosse così. Ma era anche uno Shinobi ed era facile dimenticarlo dietro quel suo velo di spensieratezza. Così, forse, Kamine sarebbe stata assai sorpresa quando Shi parlò con una serietà nella voce che fino a quel momento non aveva mai avuto modo d'udire. Shi alzò una mano, quasi per imporre il silenzio a Kamine dopo le sue parole e spiegò con un'analisi razionale e precisa quelle che erano state scelte che apparentemente erano state prese per buon cuore e galanteria.
    Kamine, prima ti ho iniettato adrenalina, per questo ti sei agitata e sei diventata più forte. Dopo, però, ti ho calmata iniettandoti dopamina. Io posso produrre liberamente questi ormoni, usarli per me e per iniettarli negli altri. So che sembra pazzesco, ma è così. Ad Oto sono pochissimi in grado di farlo. Io posso calmarmi da solo, Kamine. Io ho una possibilità di riuscire ad evitare danni, mentre se dovesse succedere a te moriresti. Inoltre, credo proprio che il Mizukage sopprimerebbe me o te senza problemi.. no? Kin annuì con vigore. Splendido, ci voleva decisamente in questa situazione del cazzo. Kamine-san, tranquilla, questo ragazzo pare avere più cervello di quanto non ne dimostri.



    Shi fece un sorriso. Un sorriso raggiante, quasi allegro, caldo, rassicurante, di chi è certo che potrebbe andare tutto bene. Alzò la mano destra, il pugno chiuso ed il pollice verso l'alto. Ghignò allegro, come chi è pronto a ricevere un regalo piuttosto che un Bijuu. Poi, un'esplosione squarciò lo spazio ed il tempo. Lo spostamento d'aria fu così potente che Kamine sarebbe volata dritta contro un muro poco distante, sbattendo con violenza la schiena [Potenza impatto, 60]0. Shi rimase, ancorato col chakra così come Kin. Poi il mondo tornò normale per un istante.
    Shi si voltò verso di lei e fece in tempo solo a chiamare il suo nome. Kamine...
    Ci fu un sibilo nell'aria, creato certamente da qualche oggetto solido che viaggiava ad alta velocità, probabilmente scagliato da uno dei due Demoni. Kin e Kamine avrebbero solo potuto vedere comparire nel petto di Shi una trave di legno larga dieci centimetri, spaccata e sagomata a mo di lancia dalla violenza dell'urto che l'aveva divelta.

    SHI! Kin urlò, correndo da lui, abbassandosi mentre altre schegge viaggiavano per aria come proiettili. Shi cadde in ginocchio, sorpreso. Si guardò in il petto con l'aria di chi osserva un animale molto curioso, dunque si portò una mano lì, toccando la trave, trovandolo sporca del suo sangue. La pioggia lavò via il sangue che scorreva, che formò rapidamente un rigagnolo che si perse tra i flussi liquidi generati dall'acquazzone. Ops... Shi cadde di lato, mentre la vita, inesorabilmente, lo abbandonava.
    SHI TI LEVO QUESTO PALO E TI SISTEMO. Non... puoi... farlo.... Sì cazzo. Sostieni il cuore con l'adrenalina, non farlo smettere di battere!
    Una mano di Shi afferrò il braccio di Kin. Riporta ad Oto l'Hachibi... e Kamine... sai cosa... Fece un colpo di tosse, e sputò sangue, troppo sangue. Kin smise di lottare. K... Kamine, io ero il più... adatto. Mi hanno... scelto... per questa... evenienza... scusa... non potevo dirtelo... per questo sono.... tornato... indietro... fece un lamento quasi straziante.
    Dovrai essere... tu... Shi, con un ultimo sforzo, fece un sorriso. Per l'appuntamento... facciamo un'altra volta... Chiuse gli occhi. E non li riaprì più.

    Così alla fine, a Kamine fu negata la possibilità di scegliere il suo destino che fino a poco prima sembrava voler difendere a tutti i costi. Adesso, doveva diventare lei il nuovo Jinchuuriki dell'Hachibi.
    Sta vicina a me. Disse Kin, dopo pochi secondi di contemplazione. Fece un sigillo con una mano, dunque gonfiò i polmoni. MIZUKAGE-SAMA LO TENGA VICINO, LO STO PER SIGILLARE!
    Il demone alato risposte. Non ancora! Non è debole abbastanza! Ma Shi non ascoltò. Ciò che stava consumando per sigillare l'Hachibi non era semplicemente il suo chakra, ma la sua stessa vita.
    Mi spiace, Kamine-san. Non è un bel fardello. Disse il Sunese. Non so se prima fosse coraggio oppure incoscienza. Ma in ogni caso, accettarlo renderà più facile le cose per te. Sii forte, Kamine-san. Mi spiace di non poter vedere i risultati del mio lavoro. Kamine, qualsiasi cosa succeda, non muoverti di qui, farò in modo che questo sigillo abbia successo.

    Shi posò la la mano che gli rimaneva per terra e lì comparve un sigillo che si andò a disporre attorno a Kamine. Sembrava una specie di spirale d'inchiostro con diversi raggio che partivano dall'esterno. Il demone alato colpì l'Hachibi in viso col suo corno e lo mandò a cadere. Shi, ne approfittò. ORA! E diede fondo al suo chakra ed alla sua vita, esaurendole di colpo. Dal sigillo nacquero molte catene di inchiostro nero che furono sparate rapidamente verso l'Hachibi e che lo strinsero attorno al collo, alle braccia alle sue code, per poi tirarlo con una forza inarrestabile verso Kamine. Man mano che il Bijuu si avvicinava a lei rimpiccioliva perdendo la forma, trasformandosi in un ammasso di chakra luminescente che poi con violenza e dolore la colpì all'addome. La parte inferiore della maglia e di qualsiasi protezione che Kamine avesse potuto indossare fu incenerita dall'impatto scoprendo la nuda pelle del ventre che riceveva quella immane quantità di chakra.
    L'operazione durò solo pochi secondi. Il sigillo scomparve da terra e fu tracciato sul ventre di Kamine. Kin fece un ultimo respiro, dunque cadde in avanti, abbandonando il mondo con la certezza di aver fatto la cosa giusta.

    Ma questo Kamine non lo vide. Nel momento stesso in cui il sigillo ebbe inizio la sua mente vagò nell'oblio fatto di violenza e dolore, di un'odio così grande in cui era facile perdersi. Ma non era il demone! Era lei! I suoi ricordi, le sue paure, i suoi peccati: qualsiasi cosa in grado di generare odio e dolore sarebbero tornati a tormentarla e con essi la certezza che a quell'inferno non doveva esserci scampo.
    Se non si fosse ritrovata in quell'oblio non avrebbe vissuto a lungo ancora. Doveva uscirne, trovare la sanità mentale che le stava sfuggendo dalle dita, e presentarsi così davanti al Cancello.
     
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