Sentaku - La scelta

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  1. Kamine Ashimi
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    [Sentaku - La Scelta]


    La spiegazione, ed il tono, molto più maturo di quanto non fosse mai stato, di Shi erano inattaccabili. La cosa più sensata da fare in quel momento. Il buon senso della kunoichi tornò a ruggire prepotentemente, facendole accettare la situazione: sarebbe toccato al suo conterraneo riportare l'Hachibi ad Oto. Kamine allargò leggermente le braccia di fronte a Shi e Kin, come a voler ammettere la sconfitta, ma in fondo al cuore sollevata da un peso che le sembrava comunque troppo grande. Va bene, sembra essere la cosa migliore... disse ad un sorridente Shi, ricambiando con un mezzo sorriso, mentre la pioggia cadeva sempre copiosa sulla scena.

    Ma il primo sorriso sincero di Kamine in quella giornata le morì sulle labbra, mentre un violentissimo spostamento d'aria la fece letteralmente volare contro un muro non molto distante. All'impatto , l'aria uscì di botto dai polmoni della ragazza, mentre cadeva a terra carponi sul terreno fangoso. Ebbe appena il tempo di riprendere fiato prima di rialzare dolorante la testa, per tentare di capire cosa fosse stato. E in quell'istante, guardando verso Shi e Kin, non capì. Non realizzò cosa fosse quella macchia marrone chiaro che vide allargarsi, come al rallentatore, nel petto del suo conterraneo. Finchè questi cadde in ginocchio e il sangue cominciò a colare lungo il legno e allora la verità la colpì in pieno, come se avesse ricevuto un altro impatto contro un muro. Quasi cadde sul terreno scivoloso, nel tentativo di rialzarsi e cominciare contemporaneamente a correre verso Shi, gli occhi sgranati, i capelli che le si stavano incollando al viso, la schiena che urlava vendetta per il colpo appena subito.

    Arrivò, praticamente in scivolata, mentre Kin soccorreva il giovane.
    CITAZIONE
    SHI TI LEVO QUESTO PALO E TI SISTEMO. Non... puoi... farlo.... Sì cazzo. Sostieni il cuore con l'adrenalina, non farlo smettere di battere!

    Ma era inutile. Da vicino, Kamine se ne rese conto fin troppo bene. La trave aveva distrutto troppe parti vitali. Già il fatto che Shi riuscisse a parlare era notevole, nella sua tragicità. Kamine mise una mano sotto alla testa del compagno, per non lasciarlo nel fango e Shi tossì, tossì troppo sangue, che anche Kin dovette ammettere l'evidenza, era finito.
    CITAZIONE
    K... Kamine, io ero il più... adatto. Mi hanno... scelto... per questa... evenienza... scusa... non potevo dirtelo... per questo sono.... tornato... indietro...

    Kamine lo guardò cercando di nascondersi dietro una specie di battuta. Cominciavo a sospettarlo sai? Disse, posandogli una mano sul braccio. Diventava sempre più freddo.

    CITAZIONE
    Dovrai essere... tu...
    Per l'appuntamento... facciamo un'altra volta...

    E con un sorriso, Shi chiuse gli occhi.

    Kamine aveva già visto morire delle persone. Kamine era cosciente dei rischi del mestiere del ninja. Kamine era perfettamente preparata a situazioni del genere. Kamine era contenta che stesse piovendo.


    La kunoichi posò delicatamente a terra la testa di Shi e si alzò, senza espressione.
    CITAZIONE
    Sta vicina a me.

    Annuì. Il tempo per i ripensamenti era ormai finito.

    CITAZIONE
    Mi spiace, Kamine-san. Non è un bel fardello. Disse il Sunese. Non so se prima fosse coraggio oppure incoscienza. Ma in ogni caso, accettarlo renderà più facile le cose per te. Sii forte, Kamine-san. Mi spiace di non poter vedere i risultati del mio lavoro. Kamine, qualsiasi cosa succeda, non muoverti di qui, farò in modo che questo sigillo abbia successo.

    Entrambe probabilmente, Kin-San... ma la seconda parte del discorso fece salire un dubbio nella mente della ragazza. Un attimo, cosa vuole dire non poter ved-

    Venne interrotta dalla tecnica di Kin e non vide altro che qualcosa comparire sotto i suoi piedi, prima di precipitare nell'oscurità.


    [...]

    Cos'era? Nel crepuscolo più totale, una coscienza stava tentando di riassegnarsi una consistenza e una forma. Cos'era, qualche secondo prima? Forse un essere umano? Si, doveva esserlo quasi sicuramente. Una donna? Si, una...no. Non ancora. Sapeva di essere ancora una ragazza. Una sottile sagoma si delineò nel buio, una sagoma alta e slanciata, decisamente femminile. Chi era quella ragazza? Era...era...la sagoma alzò quelle che una volta erano mani verso quello che una volta era un viso. Solo il contorno della figura era visibile, un tenue alone biancastro contro il vuoto. Finchè non sentì qualcosa. Stava accedendo alla sua memoria.

    Kamine!

    ...

    Kamine!

    ...

    Kamine!




    Kamine? È...un nome. Di chi? Kamine...Ma certo. Kamine. Era il suo nome. Era lei, Kamine Ashimi. La sagoma prese consistenza. Una ragazza dalla pelle bianca e i capelli scuri prese il posto della sagoma indistinta. Era lei? Kamine si guardò, il suo corpo era esattamente come lo ricordava. Ma non sentiva nulla. Era ancora come se non ne avesse completamente coscienza. Muoveva le braccia, le gambe, poggiava i piedi su un piano nero, ma non sentiva nulla. Non era ancora lei. Era nuda, letteralmente. Perchè non era vestita? Perchè dovrei? Non so nemmeno dove sono...dove sono? Tutto intorno, il nero più profondo. Da dove erano arrivate quelle voci? Anzi, di chi erano quelle voci? E lei, ce l'aveva ancora una voce? Provò a parlare, ma non udì nulla. Si concentrò.

    Kamine! La voce arrivò da lontano. Guardandosi intorno, La ragazza non vide nessuno. ma la voce era...familiare. Kamine! ...mamma? Che stupida, come aveva fatto a non riconoscere la voce di sua madre? D'improvviso la sua memoria fu di nuovo sua, non un'entità separata da consultare.

    Manca qualcosa. Ancora non riusciva a sentirsi, si tastava le braccia ma non riceveva alcuna sensazione in risposta. La sua attenzione venne catturata dalla piccola, quasi invisibile cicatrice sul suo avambraccio sinistro. Umeko...Il ricordo del tradimento della sua migliore amica la fece avvampare. Ricominciò a provare emozioni. Rabbia, frustrazione, delusione. E dolore fisico. D'improvviso sentì di nuovo. Il vecchio dolore all'avambraccio. E un nuovo dolore alla schiena. Ricordò del brutto impatto avvenuto poco prima e della ferita del dadao. Dov'era quando succedeva? Pioveva, ma ora era asciutta, nonostante il freddo. Era...in missione? Ma certo, sono una ninja di Oto. Stavamo recuperando l'Hachibi. Io, il Mizukage, Kin-sama e...Shi.

    Tutta la memoria relativa all'ultima giornata la investì come un fiume in piena, facendola cadere in ginocchio, come se le avessero dato un pugno estremamente potente nello stomaco. Annaspò in cerca d'aria, ma venne sopraffatta da tutto quello che provava. Urlò, un urlo straziante ed acuto. Si sentì, poteva finalmente emettere dei suoni, ma non se ne accorse, impegnata a lottare contro sè stessa, per la seconda volta in quella giornata. Stesa a terra su un fianco, la rabbia per la sua inadeguatezza le fece ribollire il sangue (lo stava solo provando nella sua mente o succedeva davvero?), la paura alla vista dei due demoni la fece tremare incontrollabilmente, il senso di colpa per la morte di Shi le portò le lacrime agli occhi.

    Sentiva come se ogni fibra del suo essere venisse infilzata da aghi incandescenti, un dolore atroce che la stava facendo impazzire.

    Lo scontro con Umeko le ripassò davanti agli occhi decine di volte in pochi secondi. Kamine che le chiedeva spiegazioni, Umeko che con una risata mandava in frantumi tutto quello che aveva creduto essere una vera amicizia. La colluttazione, la ferita, la fuga. Credeva di averlo superato.

    Perchè? I contorni della sua immagine sembrarono sfocarsi.

    Aveva passato tutta l'infanzia praticamente sola, con sua madre l'unica ad essere davvero parte della sua vita. Già. Dov'era suo padre? No, anzi, CHI era suo padre? Non lo aveva mai conosciuto, mai visto in foto, non le era stato rivelato mai nemmeno il suo nome. Credeva di non averne bisogno.

    Perchè? Kamine cominciò anche a perdere colore, sembrava una vecchia foto.

    Nell'adolescenza si trovò a capo di diversi gruppi, era sempre la più bella e la più intelligente, la più carismatica. Le difficoltà erano per lei poco più che quisquilie. Barare a carte era una sciocchezza, sedurre uomini per trarne vantaggio un giochetto. Ma ora, con quel coprifronte, era stata messa di fronte alla verità: non valeva poi molto. Aveva causato la morte di Shi, una persona decisamente migliore di lei. Se fosse stata in grado di non farsi spazzare via da un semplice spostamento d'aria, non si sarebbe mai girato verso di lei. Avrebbe visto arrivare una dannatissima trave. E sarebbe ancora vivo, in procinto di portare a termine la missione. Invece, l'approfittatrice era viva e il bravo ragazzo morto. Credeva che certe cose fossero normali e non la toccassero.

    Perchè?

    Perchè era lì, a fare i conti con sè stessa? Non avrebbe fatto meglio a starsene a casa?

    No...In posizione fetale, non riusciva a parlare, ma poteva ancora pensare, lottando contro il dolore.

    No?

    Era...la sua stessa voce a parlarle? Era davvero molto simile.

    No? Guardati, sei ridotta ad uno schifo, qui da sola, in mezzo al nulla, a piangere come una bambina.



    Non avevi promesso "mai più"? Invece è bastata la morte di un idiota a farti precipitare. Saresti dovuta rimanere a casa.



    No...non era un idiota...in fondo. Il pensiero la fece quasi sorridere.

    Ah, se lo dici t...un momento, piccola idiota, non dirmi che stavi cominciando a provare qualcosa...per quello. Cavolo, una volta almeno te li sceglievi meglio...certo, dubito che Umeko te lo avrebbe fregato, questo. Non era alla sua altezza. Lei voleva il meglio. Ma tu volevi tutto.



    ...iti. I suoi pensieri erano sempre più deboli, rispetto alla voce che aumentava sempre più d'intensità. Sentiva il freddo terreno nero contro il fianco nudo.

    Come? Dai, ormai manca poco, arrenditi e facciamola finita, stai soffrendo inutilmente. Volevi girare il mondo e fare un sacco di soldi, quando avresti fatto meglio a trovare un modo per fare soldi da casa e girare il mondo come una turista. Andiamo, sei stata stupida, un'avida stupida ragazza. Tua madre ti aveva avvisata che fare la ninja non era un gioco. Dai, sei solo una ragazza, senza nemmeno il padre...hai gravi carenze affettive nella tua vita, volevi colmarle con i soldi?



    ...ttiti...Cominciava ad essere stanca di tutto questo. Il dolore non accennava a diminuire, ma qualcosa dentro di lei cominciava a muoversi. Posò il palmo di una mano a terra, iniziando a fare perno per girarsi.

    Lottare ormai è inutile, non hai abbastanza motivazioni per andare avanti. Si, avevi un po' di talento, ma niente di che. Sei capitata in qualcosa di troppo grande per te. Che se la sbrighi il Mizukage, hai visto che mostri riesce ad evocare. Tu a malapena sei riuscita ad uccidere un semplice uomo. E sei stata aiutata. Senza di loro, avresti fatto la fine di tutte le altre donne del villaggio...



    Fottiti...Kamine era ormai carponi, ancora tremante, il pensiero ridotto ad un sibilo.

    Che hai detto? Perchè non la smetti di lottare? È la via più semplice. E tu hai sempre preso la via più facile...a parte stamattina.



    Ho detto...La sua voce tornò sua. FOTTITTI!. Battè i pugni a terra e tutto venne scosso come da un silenzioso terremoto.

    Umeko era una stronza! L'ho sempre saputo! Continuava ad urlare. Sono stata una stupida, lo so! Lui era un cretino! Urlava, al di sopra del dolore. Non l'ho mai realizzato, ma l'ho sempre saputo! Cazzo, ma questo non toglie che le ho voluto bene! È stata una delle poche persone per cui ho provato qualcosa! Battè ancora i pugni a terra. Il colore era tornato sulla sua figura. Non ero arrabbiata perchè mi aveva rubato lui. Era perchè mi ha tradito! Non sono mai stata libera da allora!

    Ho sfruttato gli altri perchè era questa la mia arma! Cercavo di sopravvivere! Ero una ragazzina! E non mi scuserò per questo! Ho fatto quel che ho dovuto...Sferrò un pugno contro il pavimento nero. Un'altra scossa. E lo rifarei ancora! Ma sto cercando di diventare forte! Ho visto cosa succede alle donne deboli...

    E mio padre...non è importante. Fissava verso il basso, respirando ritmicamente. Mia madre mi ha cresciuto. Da sola. Non ha avuto bisogno di aiuto. Mio padre non è mai esistito. E ho solo curiosità su di lui. Non ne ho bisogno! La figura riacquistò definizione, mentre cambiava posizione e si inginocchiava.

    E Shi...Kamine si alzò su un ginocchio. Si, al diavolo. Non era per niente il mio tipo, ma cominciava ad interessarmi il suo modo di fare. E si, si è girato per colpa mia. È morto per colpa mia. Ma piangere non lo riporterà indietro. La nuda figura di Kamine era ora in posizione completamente eretta, che fissava davanti a sè, nel buio. L'unica cosa che posso fare adesso è portare a termine questa maledetta missione. Riacquistò risolutezza nello sguardo. Non lo sto facendo per i soldi. È la bugia che mi racconto per non far cadere la mia maschera di cinica calcolatrice. Avrei avuto ben altri modi per arricchirmi. Lo sto facendo perchè... Perchè? Perchè sono stata sempre vittima delle circostanze. Mi cacciavo nei guai perchè non c'era altro da fare. Sono stata portata via dal mio villaggio natale perchè mia madre non aveva più un lavoro. Sono arrivata ad Oto sempre perchè ci sono stata portata. Anche quando combinavo guai in giro con Umeko, in fondo ho sempre seguito lei. Sono sempre state le circostanze a portarmi qui, come sono. Ma ho scelto io di diventare una ninja. Perchè voglio diventare abbastanza forte da poter modellare il MIO futuro. Perchè voglio essere finalmente...Cercò dentro di sè il concetto giusto. Libera. Libera dal dipendere dagli altri. Dal farmi trascinare dagli eventi senza possibilità di intervenire.

    Non rinnegherò il mio passato. Ma ho preso in mano la mia vita. E non permetterò a nessuna crisi di ridurmi ad una bambola di pezza. Non lascerò più che niente e nessuno possa ostacolarmi.



    Chakra Rimanente: 39,5 bassi
    10 kunai rimanenti

    Vitalità: 6/13.5


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