Questioni di Famiglia

corso alle basi per Alice Sumeragi

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    Post Primo - Un favore ad un vecchio amico




    Quel giorno mi trovavo fuori dall'area del clan Kurogane e mi ero diretto verso la zona nord del villaggio di Suna, dove risiedeva il clan dei marionettisti e anche molti miei parenti. Ero stato convocato infatti dal capo di una delle famiglie più prestigiose del clan dei Marionettisti e mio vecchio sensei, Shu Akasuna.

    Lunga sarebbe la storia di Shu Akasuna e di Shinichi Kurogane, un tempo sensei ed allievo ed ora semplici amici (oltre che cugini). Shinichi era anche riuscito a divenire chunin prima del suo vecchio sensei, che aveva lasciato Suna per numerosi anni e ora sembrava essersi ritirato dalla vita da shinobi per curare i suoi affari all'interno della famiglia, spinto dal consiglio del clan e da numerosi attentati alla sua vita.


    jpg


    Allora, di cosa volevate parlarmi Shu-dono?

    Siamo soli, Shinichi, puoi lasciar perdere gli onorifici.



    Scossi la testa, dicendogli che gli avrei sempre portato rispetto e che, almeno nel suo caso, l'uso di quell'onorifico era largamente meritato.

    La questione è semplice... non so se ti ricordi di nostra cugina Alice?



    Avendola portata sul piano familiare, inconsciamente divenni molto più colloquiale. Non era più un incontro tra un ninja del villaggio e il capo di una famiglia di marionettisti, ma semplicemente una discussione tra cugini.

    Cugino Shu, ho talmente tanti cugini che è impossibile per me ricordarli tutti... dovrai rinfrescarmi la memoria.

    Alice Sumeragi, la figlia di Klaus. Quello che ha sposato quell'Asura, che è stato cacciato dal clan... Klaus, il figlio della prozia Akiko...

    La prozia Akiko... ah, si, ricordo! Che aveva il figlio disgraziato che si era invaghito di una sciaquetta da 4 soldi ed era finito a riparare orologi nel quartiere dei soshi!

    Beh, non è andata proprio così... comunque si, si era sposato con una Asura ed Agashi, mio padre e tuo zio acquisito se ricordi, aveva deciso di cacciarlo dal clan e dalla famiglia.

    Già, già... e quindi? Qual'è il problema?

    Sua figlia Alice ora ha deciso di diventare una kunoichi... inutile che stia a dirti che il clan si aspetta una dimostrazione di forza, anche se io avrei in mente qualcosa di diverso... Non sono Agashi, e non ho intenzione di diventare come mio padre. Voglio garantire guida e sicurezza a nostra cugina Alice ed ho pensato a te.

    Vuoi una persona terza, in modo da non far arrabbiare né gli altri marionettisti né gli Asura... e sopratutto non quei monaci parenti di sua madre.

    Esatto. Temo che il culto di Yamantaka possa prelevarla e costringerla a sottoporsi alle pesanti modifiche corporali richieste dal loro "dio".

    Si, tranquillo. Ci penso io. Nessuno toccherà nostra cugina o la costringerà a fare quello che non vuole finché sarà sotto la protezione di Shinichi Kurogane.




    [... quel pomeriggio, a casa di Alice ...]



    Mi presentai a casa dei Sumeragi quel pomeriggio e bussai alla porta. Venni accolto dai suoi genitori che di sicuro non si aspettavano una visita del genere. Dopotutto ero un nobile del clan Kurogane, per me presentarmi nella casa di un "umile" artigiano era considerato come minimo... disdicevole. Di fronte ad un the caldo parlai loro di come l'attuale capo della famiglia Akasuna avesse deciso di riammettere loro e la figlia all'interno della famiglia Akasuna e del clan dei marionettisti se così avessero desiderato. Non avrebbero comunque potuto esercitare le arti ninja ma questa restrizione era stata cancellata per Alice. Se in futuro lo avesse desiderato avrebbe potuto apprendere le arti del marionettismo direttamente da Shu Akasuna, se quello fosse stato il suo desiderio.

    Se invece avesse voluto dedicarsi alle arti degli Asura e dei monaci di Yamantaka, comunque l'avrebbero accolta nella famiglia. Il desiderio di Shu era quello di aprire le porte alla riconciliazione tra i due clan. Gli Akasuna erano sempre stati tra quelli più aperti in questo senso, dato che erano tra quelli che maggiormente potenziavano il loro corpo, rendendolo simile alle creazioni che manipolavano.


    In questo, non sono molto dissimili da quello che fanno i suoi parenti, Chiyoko-san. Tuttavia è presto per dirlo. Seppur alla lontana, sono anch'io vostro parente e ho intenzione di introdurre vostra figlia alle arti ninja.

    Dalla richiesta giunta all'Accademia mi pare che questo sia anche il suo e il vostro desiderio. Non ho intenzione di influenzarla ma temo per la sua sicurezza. Da entrambe le parti della sua famiglia, dei due clan, ci sono elementi instabili... e non vorrei che questi elementi la mettessero in pericolo.


    E lei come pensa di poter proteggere mia figlia?

    Sorrisi, in quanto mi aspettavo una replica in questo senso.

    Sono un Kurogane, ed un Chunin di Suna. Sia i marionettisti che gli Asura, e persino i monaci di Yamantaka sfruttano delle potenti armi e meccanismi è vero. Ma io dalla mia parte ho l'arma più forte della storia del nostro villaggio... la sabbia nera: Satetsu.



    Diedi loro una dimostrazione, dissolvendo il cucchiaino da caffé nella mia mano trasformandolo in una piccola, ma letale, quantità di sabbia di ferro.



    Vostra figlia sarà al sicuro... lo giuro.



    Mi sarei quindi diretto verso Alice, potevo percepire la presenza di un altro chakra nei dintorni e dedussi che si trattava di lei. [Percezione del chakra e Sesto senso.]

    Una volta trovata Alice mi sarei presentato...

    Ciao Alice. Il mio nome è Shinichi Kurogane e, per quanto ti possa sembrare strano, sono tuo cugino. Molto alla lontana, qualcosa come settimo od ottavo grado, ma sono anche il tuo sensei. Ti insegnerò le basi delle arti ninja e ti introdurrò al mondo delle tue eredità. Non so quanto i tuoi genitori ti abbiano detto, ma è giusto che tu sappia tutta la verità sulle famiglie dei tuoi genitori e sui pericoli che corri nel diventare una kunoichi. Andiamo per gradi però: il tuo nome lo conosco, però dimmi perché hai deciso di diventare un ninja.



    CITAZIONE
    OT

    Post di presentazione, più per vedere come posti. Ci sono molti punti che ho lasciato in sospeso nel mio post se vuoi colmare qualcosa tu fa pure. Non serve che tu faccia un post lungo come il mio, non è necessario né richiesto. Dal prossimo post iniziamo la spiegazione del regolamento, e non solo!
     
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    La figlia degli esiliati

    1/?

    Avevo tra le mani la chitarra usurata che avevo comprato da un rigattiere, le cui corde avevano ancora il profumo delle dita della sua precedente proprietaria. Ricordo ancora il giorno in cui decisi di uscire di casa dopo colazione per dirigermi proprio nella bottega di quell’uomo, avevo con me un portamonete di pezza che avevo ricucito da sola e l’avevo conservato al meglio nella tasca destra del vestito. E’ difficile ricordare esattamente la mia espressione durante tutto il tragitto da casa alla bottega, ma non è per nulla complicato immaginarlo. Non vi ero mai entrata prima di quel giorno, ma stranamente ero sicura di ciò che stavo facendo. Ricordo che la trattativa fu lunga in quanto quel bottegaio da strapazzo sapeva il fatto suo, non fu facile per niente riuscire a strappargli quella chitarra ad un prezzo ragionevole ma alla fine ce la feci. E quando finalmente mi ritrovai quell’oggetto tra le mani, sia per la sua bellezza e sia per la soddisfazione di aver vinto sull’ostinato venditore, non feci altro che sorridere come un’ebete per tutta la restante parte della mattinata. Solo al ricordo mi sfugge una risata. Da quel giorno iniziai a studiare le basi, ad imparare le posizioni delle mani, le varie note e il modo giusto di accordare lo strumento.

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    Quasi riuscivo a percepire lo spirito della sua precedente proprietaria muoversi assieme alle mie mani, l’odore delle sue dita e la passione nei graffi sul “corpo”, il quale aveva perso la lucentezza naturale del legno. Tutto sommato ci misi un po’ ad imparare, ma non si rilevò nemmeno tanto complicato e nel giro di poche settimane ero diventata abbastanza esperta. Anche se, proprio come la verità e tante altre cose, la concezione della bravura è soggettiva. Shiver era la prima canzone a cui stavo lavorando da tempo. Era una canzone dal titolo particolare, avevo letto da qualche parte che il suo significato fosse “brivido” e trovai fosse perfetta. Ebbi un brivido la prima volta che vidi la chitarra esposta in vetrina, e ne avevo uno ogni volta che mi approcciavo a suonarla. Ecco perché quel nome, non c’erano altri significati diversi. La mia stanza aveva un’unica, grande finestra che si affacciava su una delle strade principali del villaggio. Il letto, appostato nelle vicinanze, era un ottima postazione per guardare all’esterno ma preferivo sempre il cornicione o il tetto come punto d’appoggio, proprio perché da lì potevo guardare tutto l’esterno senza limiti.
    Come di consueto anche quella sera stavo provando. Avevo appena finito di cenare, e la brezza fredda notturna mi faceva compagnia assieme alle voci del popolo. I lumi accesi ai lati della strada davano vita a giochi di ombre frastagliate, assieme si mescolavano e quasi parevano volersi staccare dai corpi dei rispettivi proprietari per destreggiarsi in giochi ed effusioni. L’oscurità dei vicoli le avrebbe ospitate se solo lo avessero volute, ma per loro sfortuna non sarebbe mai accaduto. Le ombre non potevano vivere senza il loro proprietario, perché nel tentativo di staccarsi sarebbero morte. Comunque avevo sentito parlare di gente capace di manovrare le ombre, ma erano soltanto dicerie, balle di quartiere. O forse ero io ad essere mal informata. Legai i capelli in un'unica coda, e suonai ininterrottamente fino a mezzanotte, segnando appunti sul mio quaderno delle prove con una matita stemperata di scarsa fattura.

    Non va bene, forse dovrei provare con una nota diversa. Il suono è troppo duro, non è adatto.

    Rimuginavo continuamente su come rendere perfetta la mia prima canzone, e di certo non avevo altro nella testa se non quello.. e l’iscrizione all’accademia, ma nessun sensei si era dimostrato umano. Tutti si erano presentati a casa, con la puzza sotto il naso e quello sguardo pieno di pregiudizi nei confronti della mia famiglia. Tutti conoscevano la follia d’amore dei mie genitori, il fatto che fossero due elementi appartenenti a due mondi diversi costituiva un utile oggetto di chiacchiere. Molti dicevano che, con quel gesto, la dignità delle loro rispettive casate era stata definitivamente macchiata ma trovavo tutte quelle chiacchiere inutili. Se a capirlo ero io, una semplice tredicenne di periferia, perché non potevano capirlo anche gli altri? Bella domanda. Stesa sul letto cominciai a fissare il cielo, scivolando in un sonno profondo con la chitarra accanto allo schienale e il quaderno sotto il cuscino.

    Mi svegliai alle sette. Non mi piaceva poltrire per lunghi tempi, lo reputavo poco proficuo. La colazione era pronta sul tavolo: thè verde, pane tostato con marmellata o burro, latte scremato e cereali. A differenza del pranzo, erano rare le volte in cui trovavo entrambi i miei genitori al tavolo e seppur la cosa non mi facesse molto piacere, ero anche consapevole della situazione. Mio padre era un tipo molto strambo, i suoi orari in bottega erano praticamente impossibili da prevedere. Mia madre invece pareva ancora “umana”, con orari decenti. Preparavo raramente la colazione, ma non si poteva dire lo stesso per altre faccende domestiche: lavavo le stoviglie, pulivo il pavimento, riordinavo gli aggeggi del boss e innaffiavo le piante, in un loop continuo ma mai noioso. Sapevo che, una volta eseguiti quei compiti, avevo piena libertà di fare qualsiasi cosa volessi: potevo leggere, suonare, assistere i miei nel loro stravagante lavoro o inventarmi qualsiasi cosa. Eseguii quei compiti anche quella mattina, poi uscii a bighellonare un po’ per visionare qualche negozio particolare assieme a Nill, forse la mia migliore amica.

    Al mio ritorno mi accorsi della presenza di un ospite, notando all’entrata un paio di scarpe mai viste prima. Non detti molta importanza in quel momento, perché inizialmente valutai l’avvenimento come una comune visita d’affari da parte di qualcuno. Però la cosa si protrasse a lungo, così a lungo che dopo un’ora mi ritrovai un perfetto sconosciuto dinanzi agli occhi di cui non avevo mai sentito parlare. Il tipo partì a razzo, spiazzandomi.

    Ciao Alice. Il mio nome è Shinichi Kurogane e, per quanto ti possa sembrare strano, sono tuo cugino. Molto alla lontana, qualcosa come settimo od ottavo grado, ma sono anche il tuo sensei. Ti insegnerò le basi delle arti ninja e ti introdurrò al mondo delle tue eredità. Non so quanto i tuoi genitori ti abbiano detto, ma è giusto che tu sappia tutta la verità sulle famiglie dei tuoi genitori e sui pericoli che corri nel diventare una kunoichi. Andiamo per gradi però: il tuo nome lo conosco, però dimmi perché hai deciso di diventare un ninja.



    Cugino alla lontana? Sensei? Freni un attimo, non sono abituata a tutti questi scoop in un'unica frase.


    Ero sbalordita all’idea di avere in casa un simile individuo, ma pareva uguale a tutti gli altri venuti fino a quel momento. Visto che aveva fatto così tanta strada, perché non dargli una possibilità?

    Ok. Quindi, se non ho capito male, mi state dicendo che siete un mio parente e siete venuto qui con lo scopo di farmi da sensei. Ho rifiutato tanti insegnanti, ma se siete mio cugino allora la cosa è un po’ più complicata.

    E infatti era proprio così. D’altra parte però, avrei potuto rifiutare anche lui valutandolo sulla base di una singola domanda. Però, come detto, lo avrei accontentato rispondendo alle sue domande.
    Vuole sapere perché vorrei diventare un ninja? Mi pare ovvio. Ho valutato varie opzioni in questi anni, ma ho sempre pensato che intraprendere la carriera di shinobi potesse.. come dire… farmi evolvere. È nel gene dell’uomo evolversi e crescere, ottenere una forte indipendenza economica e uno status sociale dignitoso. Di certo quest’ultimo punto mi interessa meno del primo. Diciamo che l’ho fatto per non dover sputare sul mio stesso riflesso. E, seppur possa rispettare gli ideali altrui, trovavo stupida l’idea di diventare un ninja per diventare un salvatore: insomma, quale bambino della mia età può pensare di salvare qualcuno senza le necessarie capacità?

    Sorrisi. Ero conscia delle mie parole pungenti, ma ero fatta così: amavo la verità e non mi feci scrupoli nel dire la mia opinione. Poi, come ogni persona, ritenevo la menzogna di grande utilità ma quella era meglio utilizzarla in casi di pericolo.

    Comunque, date le circostanze, mi piacerebbe sapere la sua opinione su una cosa. O meglio, la mia è più una curiosità che nasce in virtù del legame che può esserci tra sensei-allievo, legati al tempo stesso dalla parentela. Vorrei sapere.. cosa pensa dei miei genitori. Insomma, dite di essere mio cugino, quindi avrete sicuramente un’opinione apprezzabile su mia madre e mio padre no? Insomma, dite di sapere cose che io potrei non sapere, quindi sono interessata a questo dettaglio.


    Se fosse stato come tutti gli altri, avrei rifiutato la sua proposta senza ripensamenti. Volevo capire quanto fosse leale un Kurogane, non ero un manichino da manovrare a piacimento. Avevo tredici anni, ma non di certo ero scema.




    Edited by ‡Genkishi™ - 25/8/2015, 08:51
     
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    Post Secondo - La filosofia dei Kurogane




    Parlando con Alice, anche se per pochi istanti, mi ero subito reso conto della sua maturità. Ero abituato nel mio lavoro quotidiano a dover indagare sulle persone, a capire subito le loro caratteristiche e i loro piccoli segretucci e ancora una volta le mie capacità di osservazione mi ero tornate utili. Come sensei conoscere al meglio i miei allievi mi consente di poter impostare un addestramento personalizzato a loro, indirizzandoli e motivandoli in base alle loro capacità e alle loro aspettative. Con Alice non sarebbe stato diverso, se mi avesse accettato come suo insegnante. E se io l'avessi accettata come allieva.

    Vuole sapere perché vorrei diventare un ninja? Mi pare ovvio. Ho valutato varie opzioni in questi anni, ma ho sempre pensato che intraprendere la carriera di shinobi potesse.. come dire… farmi evolvere. È nel gene dell’uomo evolversi e crescere, ottenere una forte indipendenza economica e uno status sociale dignitoso. Di certo quest’ultimo punto mi interessa meno del primo. Diciamo che l’ho fatto per non dover sputare sul mio stesso riflesso. E, seppur possa rispettare gli ideali altrui, trovavo stupida l’idea di diventare un ninja per diventare un salvatore: insomma, quale bambino della mia età può pensare di salvare qualcuno senza le necessarie capacità?

    Beh, dimostri maggiore maturità rispetto a molti tuoi coetanei Alice-chan. Non sai quanti "voglio diventare Kazekage!" oppure "perché voglio proteggere le persone a me care" o, la più diffusa in assoluto, "perché voglio vendicarmi" ho sentito in questi anni. Mi fa piacere vedere una persona interessata al suo sviluppo e alla sua evoluzione personale, che comprende che per poter prima proteggere o salvare qualcun'altro dobbiamo prima occuparci anche di noi stessi. Non dimenticare tuttavia che noi ninja di Suna abbiamo due scopi principi sopra a tutti: dobbiamo proteggere il villaggio e tutte le persone al suo interno, e dobbiamo essere pronti a dichiarare guerra e a morire per distruggere i suoi nemici. Voglio che tu lo tenga bene a mente. Se non sei disposta a questo, se il tuo benessere e la tua evoluzione personale per te sono più importanti di tutto e tutti... è meglio che non sia io il tuo maestro, anzi è meglio che tu abbandoni il tuo progetto di diventare una kunoichi.



    Durante questo mio discorsetto, nonostante le mie parole dure, non mi sarei risparmiato una piccola pantomima, imitando i giovani idealisti ansiosi di entrare nell'accademia per i più egoisti e futili motivi. Le mie erano parole dure, ma rispecchiavano perfettamente il mio pensiero (e quello del clan Kurogane). Come mi era stato insegnato da quando avevo ritrovato il personale "nindo" dei Kurogane. Lo scopo principe di uno shinobi era la protezione e lo sviluppo del villaggio di Suna e tutti, o quasi, all'interno del clan aderivano a questi principi. Persino chi non era in grado di accedere alle arti ninja, o non era così fortunato a possedere le facoltà innate del clan si sentiva in dovere, ed in diritto, di partecipare in ogni modo possibile al benessere di Suna.


    Per una persona che accoglie appieno tale filosofia non c'era soddisfazione più grande di aver contribuito alla grandezza del villaggio della sabbia, al sentirsi parte armoniosa di un "qualcosa" di più grande. Alice mi fece un'altra domanda, evidentemente il mio "esame" come sensei non era ancora terminato.

    Comunque, date le circostanze, mi piacerebbe sapere la sua opinione su una cosa. O meglio, la mia è più una curiosità che nasce in virtù del legame che può esserci tra sensei-allievo, legati al tempo stesso dalla parentela. Vorrei sapere.. cosa pensa dei miei genitori. Insomma, dite di essere mio cugino, quindi avrete sicuramente un’opinione apprezzabile su mia madre e mio padre no? Insomma, dite di sapere cose che io potrei non sapere, quindi sono interessata a questo dettaglio.

    pngVuoi sapere se penso che il destino imposto loro sia ingiusto?
    Lo penso, perchè lo è.
    Le rivalità fra clan, specie fra gli Asura e i marionettisti sono sempre stati presenti.
    Ritengo che siano un frammento del passato, ma di un passato che dobbiamo rifuggire ed abbandonare.
    Un passato che non possiamo modificare, ma che possiamo cambiare per il futuro. E tu potresti esserne la chiave, in un certo senso. Sappi che da entrambe le parti c'è desiderio che tu diventi una kunoichi al servizio di uno dei due clan, per rendere evidente la superiorità di uno sull'altro. Io onestamente penso che debba essere tu a decidere del tuo destino, che tu debba scegliere se seguire una di queste due strade, o se intraprenderne una terza tutta tua.

    Ahahah, sto decisamente diventando troppo filosofico oggi.

    Mi spiace molto per i tuoi genitori, ma perlomeno qualcosa di positivo da quella diatriba è uscito. Almeno loro sono ancora vivi. Se fossero rimasti degli shinobi probabilmente saresti cresciuta senza uno di loro, oppure senza nessun genitore. Magari affidata ad una famiglia che non ti avrebbe mai amato, o peggio ancora... al monastero.



    Sussurrai il riferimento al monastero, quasi come se stessi parlando tra me e me più che con lei. Ripensai alla mia infanzia, solo e lontano dal villaggio senza alcuna coscienza di chi fossi veramente e soffiai di tristezza.

    Io, ad esempio, non ho mai conosciuto i miei genitori. Da quel che so erano entrambi ninja e sono morti poco dopo la mia nascita. E' buffo come decisioni dettate dall'odio e dal timore possano generare l'amore e come decisioni dettate dall'amore possano invece portare all'odio e al timore.


    Sbuffai nuovamente. Certi discorsi mi abbattevano, per cui decisi di risollevarci un attimo il morale.

    Beh, basta con questi discorsi tristi... direi che è il caso di andare a procurarti un po' di armi base da ninja, così potrò istruirti sul loro utilizzo.


    Una scusa come un'altra per portarla a fare un po' di shopping. Dai consigli di mio cugino Asuma le ragazze erano molto più affabili dopo aver fatto comprar loro qualcosa (ero assolutamente inesperto del "gentil sesso" e quindi mi ero fatto consigliare dal mio cugino più... avventuroso). Ci saremmo diretti rapidamente, fermandoci rapidamente solo per salutare di sfuggita qualche mia conoscenza (membri del clan, clienti soddisfatti ed amici) e a rispondere ad un paio di domande innocenti sull'identità di Alice che presentai come una mia lontana parente che voleva intraprendere la carriera di Kunoichi e che avevo deciso di prendere sotto la mia "ala protettiva". Evitai ogni riferimento ai due clan di cui faceva parte (aiutato anche dall'anonimato del suo cognome) e al fatto che probabilmente eravamo seguiti da qualcuno che voleva rapirla, ferirla od attentare alla sua vita (anche questo uno dei motivi che mi avevano spinto ad intraprendere quella passeggiata, una più facile individuazione di eventuali inseguitori e l'evitare l'attacco grazie alla folla).


    Saremmo quindi entrati nel negozio di uno degli armaioli più rinomati della sabbia, "Acciaio Nero", il cui proprietario era un mio zio di nome Suuichi. Arrivato all'età di 50 anni aveva deciso di ritirarsi dal mondo ninja e di diventare invece un fabbricante di armi. Inutile dire che l'esportazione e la vendita di tali armi era totalmente controllata dal clan Kurogane. Se pur vero che uno degli elementi cardine del nostro nindo è l'appoggio al villaggio della sabbia, un'altro è "Perché rinunciare a guadagnarci qualcosa?". Informai dell'identità di Suuichi anche Alice mentre entravamo, raccomandandole di mostrarsi sempre rispettosa dato il caratteraccio di Suuichi. Dopotutto il legame di parentela coi Kurogane della ragazza era limitato al sottoscritto (e anche su questo alcuni avrebbero avuto da ridire, dato che non avevamo alcun legame di sangue in realtà).


    FullChojiroTokumatsu
    Quando ci vide, l'uomo dai capelli rasati che indossava un vecchio kimono sbrindellato ed adornato da due grosse occhiaie e da una barba malcurata ci venne incontro, con un grigno che avrebbe intimorito persino un gruppo di scorpioni infuriati ma il cui tono di voce sarebbe stato estremamente cordiale mentre mi abbracciava, dimostrando una gran forza.

    Shinichi, vecchio bastardo! Sono secoli che non vieni a trovarmi!



    E' sempre un piacere, Suuichi-dono. Purtroppo sono stato molto impegnato di questi tempi... posso presentarle Alice Sumeragi? E' una mia lontana cugina, da parte di madre.


    Specificai "da parte di madre" perché capisse che non era una Kurogane, meglio essere onesti con lui, pensai.
    L'omone, alto quasi due metri, si sarebbe chinato su di lei afferrandola bruscamente, anche se senza violenza, e sollevandola letteralmente dal suolo incatenandola in un poderoso abbraccio che forse avrebbe anche potuto farle un po' male. [Forza 150]

    Ah ah ah, piacere Alice! E' sempre piacere conoscere un'amichetta di Shinichi. L'ho sempre detto che devi divertirti di più ragazzo, prendi esempio da Asuma! Quello si che è un ragazzo che mi sarebbe piaciuto crescere.


    E' andata bene, anche se ha frainteso totalmente la situazione... inutile cercare di fargli cambiare idea, è più testardo di un dromedario quando ci si mette.


    Avrei aspettato qualche intervento di Alice, essendo lei la diretta interessata pensai che dovesse essere lei a chiedere consiglio o a farsi indirizzare nella scelta delle proprie armi da Kunoichi.





    CITAZIONE
    OT

    Dunque, oltre ad interagire con Shinichi e con il png in questo topic introduciamo un paio di elementi ovvero le ferite ed il calcolo dei danni. Come puoi vedere ho specificato che la presa/abbraccio di Suuichi ha forza 150. Andiamo quindi a vedere questo cosa significa.

    Per prima cosa indaghiamo la vitalità ed i danni. Ti quoto qui sotto un pezzo del regolamento, che trovi a pagina nove del pdf.

    CITAZIONE
    La Vitalità rappresenta la massima quantità di danni che si può subire prima di svenire. L'unità di misura della vitalità è la Leggera.

    Da energia bianca hai una vitalità pari a 8 Leggere. Questa quantità aumenta in base alla tua energia. Shinichi, energia rossa, ha una vitalità pari a 14 Leggere.

    La potenza di un attacco ha un valore numerico, come riferimento ricorda questo piccolo schemino

    Potenza 10 = Ferita Leggera

    Ti riporto anche questo dal regolamento:

    CITAZIONE
    Ogni 10 Potenza può causare al massimo una ferita Leggera. Il difensore ha sempre pieno controllo della sua difesa e dell’entità del danno subito.

    Ricorda questa regola fondamentale del combattimento, che è anche una delle regole base di tutto il gdr:

    CITAZIONE
    In fase offensiva, ogni tecnica e azione sono ipotetiche, quindi la fase offensiva non può ottenere alcun risultato certo: “Il ninja tentò di colpire il volto dell’avversario con un potente gancio”. In fase difensiva, ogni difesa è autoconclusiva, quindi si decide l'esito della fase difensiva, subendo o evitando l'attacco: “Il ninja si abbassò velocemente mentre il pugno volò sopra la sua testa”.

    Può sembrare semplice parare ogni tipo di colpo, ma si ricorda che azioni sleali, non realistiche o poco sportive sono segnalate negativamente nella valutazione del combattimento.

    Io ho leggermente "barato" sfruttando il png, ma è necessario in questo tipo di giocate per introdurti ai concetti di base. Scusa :P

    Dunque, per questo "round" sappiamo che Alice ha una vitalità pari ad 8 Leggere e che un attacco che ha potenza 10 infligge un danno pari a leggera.

    Sappi che gli attacchi corpo a corpo hanno potenza base pari a 10 ma che, come per tutti gli attacchi, tale potenza viene modificata dalle statistiche. In che modo? Lo vediamo subito!

    Come per la vitalità, misurata in leggere, anche le statistiche hanno una loro unità di misura: la tacca (che vale 25 punti). Tra una energia e la successiva ci sono 4 tacche di differenza.

    Alice è energia bianca, quindi le sue statistiche hanno valore base pari a 100.

    Un'energia gialla ha statistiche di valore base pari a 200.

    Come puoi vedere la differenza è di 100 punti, ovvero di 4 tacche.

    Le tacche sono molto utili in quanto consentono, facilmente e senza specificare i numeri ogni volta, di valutare bonus/malus e la differenza tra due statistiche.

    Nel calcolo dei danni le due statistiche importanti sono "forza" e "resistenza".

    Sappiamo che la forza della presa è 150 e la resistenza di Alice è 100. Come si calcola questa differenza? Semplice, usando le tacche!

    CITAZIONE
    Ogni tacca di vantaggio della Forza (attaccante) rispetto la Resistenza (difensore), aumenta di 5 la Potenza dell’attacco, viceversa, ogni tacca di vantaggio della Resistenza (difensore) rispetto la Forza (attaccante), diminuisce di 5 la potenza dell’attacco. La potenza minima è 3.

    Il tuo compito è quindi quello di calcolare il danno che subisce Alice, e di descrivere la ferita che subisce. Il tipo di ferita cambia, una presa farà un tipo di danno diverso rispetto ad un kunai nello stomaco anche se l'entità del danno è lo stesso.

    Nota: nei veri combattimenti puoi "piegare" la matematica in quanto è molto più importante la situazione in cui vieni ferito rispetto al freddo valore numerico. Per questo post tuttavia attieniti alla semplice conversione numerica, mi serve per capire se hai capito quello che ho spiegato ;)


    Passiamo quindi alla seconda parte, decisamente più "leggera" e divertente: l'uso dei Png. Giocando ti capiterà spesso, sia giocando con Alice che facendo, in futuro, il master di usare i png. E' quindi importante capire quali azioni sono "legali" e quali no.

    Come principio generico con i png puoi far tutto basta che l'uso del png non porti un vantaggio al tuo PG.

    Esempi:

    - un png da me inventato mi dona la sua incredibile spada spara-fulmini in fibra di carbonio con l'effige di han solo... :nono: :cxz: :noh:

    - una png da me inventata si invaghisce del mio pg e lo limona in mezzo alla strada. :diego: Possibile, ma molto triste. :pwn:

    Per ulteriori informazioni sull'uso dei png ti rimando a qui: topic interpretativo del regolamento

    Il tuo secondo "compito" per questo post è appunto quello di usare il png da me creato per l'occasione (trademark :fgh:) in un modo regolare. In sostanza, continua la storia dei nostri due pg all'interno del negozio. Ti è consentito di aggiungere dettagli di colore, basta che non fai riferimento ad eventi riguardanti il passato del mio pg, o che tu decida cose riguardanti il mio pg (non dovrei fare questa specifica, ma visto che mi è successo, lo faccio :P).

    La palla passa a te, adesso! :rew:
     
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    Questioni di famiglia

    Visita guidata allo "zoo"

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    Mi ponevo spesso sulla difensiva, era il mio modo di colloquiare con la gente e di capirne gli scopi. Non riuscivo a capire dove volesse andare a parare con i suoi modi a di fare, ma la certezza che volesse ottenere comunque il mio consenso era palese. Mi sedetti sul divano per ascoltarlo più comodamente, per capire se effettivamente stesse dicendo la verità o meno. Non avevo delle doti nascoste per poterlo capire, semplicemente mi basavo spesso sull’intuito. La cosa si sarebbe potuta rivelare utile o sarei andata fuori strada. Con la mano agguatai la tazza di thè che mia madre aveva gentilmente preparato per l’occasione. Lei non era nella stanza, ma sicuramente non era molto lontana. Le piaceva spiare qualsiasi conversazione, era molto impicciona.


    Beh, dimostri maggiore maturità rispetto a molti tuoi coetanei Alice-chan. Non sai quanti "voglio diventare Kazekage!" oppure "perché voglio proteggere le persone a me care" o, la più diffusa in assoluto, "perché voglio vendicarmi" ho sentito in questi anni. Mi fa piacere vedere una persona interessata al suo sviluppo e alla sua evoluzione personale, che comprende che per poter prima proteggere o salvare qualcun'altro dobbiamo prima occuparci anche di noi stessi. Non dimenticare tuttavia che noi ninja di Suna abbiamo due scopi principi sopra a tutti: dobbiamo proteggere il villaggio e tutte le persone al suo interno, e dobbiamo essere pronti a dichiarare guerra e a morire per distruggere i suoi nemici. Voglio che tu lo tenga bene a mente. Se non sei disposta a questo, se il tuo benessere e la tua evoluzione personale per te sono più importanti di tutto e tutti... è meglio che non sia io il tuo maestro, anzi è meglio che tu abbandoni il tuo progetto di diventare una kunoichi.


    Pensai di non essermi espressa bene, ma non fu così. In verità mi aspettavo il sermone sui doveri di un ninja, ma semplicemente lo trovavo non adatto alla mia situazione. Dover tornare al punto di partenza, per rispiegare nuovamente il mio punto di vista non sarebbe servito. Era fuori luogo, in quanto sapevo di essermi spiegata nel migliore dei modi. Quali fossero i doveri di un ninja, in quel momento non ne avevo il minimo interesse. Non avrei potuto far nulla in quella situazione, soltanto evolvermi e nel caso fossi riuscita nell’intento, pensare al passo successivo.

    Mi state dicendo che dovrei abbandonare il mio modo di pensare per mettere il bene del villaggio al primo posto? Non voglio mentire. Ciò che per me conta di più, a 13 anni, è capire prima me stessa e solo successivamente gli altri. L’unico modo che ho per mettere il mio lavoro al servizio del villaggio, è ottenere dal villaggio abbastanza competenze per farlo. E per me, tutto ciò rientra nel mero concetto di evoluzione.

    Sollevai lo sguardo in direzione del ventilatore, il movimento di quel coso era identico da mesi ma spesso si rivelava molto più utile di quanto potessi pensare. Fui così assorta dal movimento rotatorio delle pale di legno che a stento mi accorsi che l’ospite aveva ricominciato a parlare. Aveva una parlantina comune, non spiccava particolarmente, il suo tono era stabile. Però a quanto pare sapeva il fatto suo, un qualcosa che probabilmente giocava a suo vantaggio in questa discussione.

    Vuoi sapere se penso che il destino imposto loro sia ingiusto?
    Lo penso, perchè lo è.
    Le rivalità fra clan, specie fra gli Asura e i marionettisti sono sempre stati presenti.
    Ritengo che siano un frammento del passato, ma di un passato che dobbiamo rifuggire ed abbandonare.
    Un passato che non possiamo modificare, ma che possiamo cambiare per il futuro. E tu potresti esserne la chiave, in un certo senso. Sappi che da entrambe le parti c'è desiderio che tu diventi una kunoichi al servizio di uno dei due clan, per rendere evidente la superiorità di uno sull'altro. Io onestamente penso che debba essere tu a decidere del tuo destino, che tu debba scegliere se seguire una di queste due strade, o se intraprenderne una terza tutta tua.

    Ahahah, sto decisamente diventando troppo filosofico oggi.

    Mi spiace molto per i tuoi genitori, ma perlomeno qualcosa di positivo da quella diatriba è uscito. Almeno loro sono ancora vivi. Se fossero rimasti degli shinobi probabilmente saresti cresciuta senza uno di loro, oppure senza nessun genitore. Magari affidata ad una famiglia che non ti avrebbe mai amato, o peggio ancora... al monastero.


    Mah, non mi resta che crederle.

    E invece non credevo alle sue parole. Tutti avevano una scarsa considerazione dei miei, e lui pareva non essere da meno. Nessuno dei precedenti insegnanti aveva elaborato un simil discorso di contorno, con cui pensavo volesse coprire la verità come gli chef fanno con i loro piatti. Condì il discorso con delle parole il cui uso era identico alle spezie, e tentò di aromatizzarne il sapore per renderlo appetitoso. Sventolai la mano sinistra a mo’ di ombrello, sbuffando di prepotenza. Poi, lasciata la tazza sul tavolino dopo averne dato un ultimo assaggio, portai le dita tra i capelli. Arruffai di prepotenza la chioma bionda: dovevo accettare. Dovevo accettare sia perché non c’era più tempo, sia perché ormai avevo compreso che tutta la gente da lì in poi si sarebbe dimostrata uguale. Forse avevo bisogno di una ragazza, magari con una sensei avrei potuto cedere più in fretta. Che fossi una sessista?

    AHHHHH e va bene, le darò fiducia. Spero solo di non dovermene pentire in futuro.


    Mi sollevai dal divano spingendo sul morbido bracciolo, facendo attenzione a non danneggiare il peluche deposto all’angolo. Adoravo quel pupazzo di pezza regalatomi da mio padre in una delle tante fiere, vi ero affezionata e lo trattavo con immensa cura. Un giorno lo avrei imbottito sicuramente di qualche sostanza tossica e lo avrei usato come arma finale contro il mio più potente nemico. Oppure lo avrei usato come tramite per lo spaccio di caramelle, sarei diventata un pusher di mentine perfetto.
    Non avevo voglia di cambiarmi, quindi presi solo l’attrezzatura che valutavo necessaria sperando di non dimenticare nulla. Misi una sciarpa attorno al collo, abbastanza leggera ma utile a coprire il viso dalla sabbia che abitualmente era pronta a insinuarsi in ogni fessura.
    Uscii seguendo il mio nuovo cugino, utilizzando la porta principale. Parve molto cordiale nei confronti dei miei genitori, seppur entrambi fossero così tanto impegnati da non accorgersi del suo saluto. Era un bene che fossero così sbadati e lunatici, perché ciò mio aveva fatta crescere. Per molti bambini, il fatto di crescere con due genitori molto spesso assenti mentalmente, era seriamente un problema. In qualche modo però, il loro lato “impegnato” mi aveva resa più responsabile. Era un sistema perfetto che mai avrei voluto cadesse per mano di qualche complicanza.
    Ritornando alla situazione principale, non ero certa di ciò che volesse farmi fare né di dove volesse condurmi. Una palestra, il deserto, un campo minato? Non volevo certamente esplodere allenandomi, però avevo sentito di gente a cui era capitato e una certa paura l’avevo. Ogni tanto lo notavo girarsi, cosa che mi rese un po’ incerta sulla situazione. Conseguentemente iniziai a fantasticare, cercando di non far trasparire nulla dalla mia faccia da ebete. Forse non dovevo preoccuparmi, ma per me era impossibile evitarlo: era il brutto vizio di famiglia.
    Il tempo passò, impiegato nell’arte della cortesia. Essì, perché capii che con una persona simile era impossibile non incontrare qualcuno che non lo conoscesse. Parenti, cugini, amici, anche i gatti parevano fermarsi a fargli cenno. Tutti gatti persiani, tutti gatti striminziti più numerosi della popolazione del villaggio. Solo in quel giorno feci più palestra di quanta ne facessi in una settimana, a furia di inchini le mie gambe iniziarono a scioperare. La tappa successiva, che poteva essere la prima di quelle importanti, era una sorta di bottega d’armi appartenente alla famiglia Kurogane. Mi raccontò qualche particolare del proprietario, cose generali che avrei dovuto sapere per evitare spiacevoli inconvenienti. Dall’esterno era una normalissima bottega di armi, seppur saltasse all’occhio la cura dei particolari e la vetrina piena zeppa di articoli di ogni genere, in cui mi persi per parecchi secondi. Ero stata risucchiata dalla bellezza degli aggeggi e dalla complessità di alcuni meccanismi che non avevo mai visto e tutto gli avvisi del ninja sulle buone maniere da adottare in questo caso sparirono in una nuvola.

    Shinichi, vecchio bastardo! Sono secoli che non vieni a trovarmi!

    E' sempre un piacere, Suuichi-dono. Purtroppo sono stato molto impegnato di questi tempi... posso presentarle Alice Sumeragi? E' una mia lontana cugina, da parte di madre.

    Il fatto di non eccellere in altezza era un mio chiodo fisso. Incontrare un vecchio alto quanto una porta fu il colmo. Suuichi, Shinici, si chiamavano tutto così in quella famiglia? Era un uomo comune, con qualche pelo in faccia e delle occhiaie molto marcate. A discapito dalla sua aria comune e dei segni stanchezza derivanti dalla scarsità di sonno, pareva essere molto arzillo. Fu abbastanza veloce da sgattaiolarmi difronte, oscurando il mio campo visivo prima di stringermi in una morsa che non avevo previsto.

    Oh no oh no! Ero troppo presa dalla vetrata che mi son dimenticata del resto, e ora quest’uomo pensa che io sia una maleducata! Devo fare qualcosa!

    Mi sollevò in aria, ma essendo troppo minuta dovetti sollevare la faccia per mostrare tutto il mio rammarico. Dovevo scusarmi in fretta per liberarmi di quella costrizione. Dimostrò di avere una forza discreta, in quanto provai un po’ di dolore all’altezza delle braccia anche se era un qualcosa di passabile. Come al solito avevo ingigantito le cose, in quanto il suo sembrava più un abbraccio affettuoso da parte di un parente troppo invadente. Se fosse stata una donna, quasi sicuramente avrei ricevuto dei pizzicotti e qualche commento sadico sulle mie “pianure”.

    Il-Il piacere è tutto mio, non volevo mancarle di rispetto ma e-ero troppo presa dalle sue armi in vetri-ahi!


    Ah ah ah, piacere Alice! E' sempre piacere conoscere un'amichetta di Shinichi. L'ho sempre detto che devi divertirti di più ragazzo, prendi esempio da Asuma! Quello si che è un ragazzo che mi sarebbe piaciuto crescere.

    Per grazia divina mi posò al suolo come un sacco di patate, assicurandosi di non lasciarmi cadere per terra. Un po’ indolenzita, tentai di riprendermi massaggiando un po’ con le mani le parti “lese” ma senza dilungarmi dato che, infondo, non era un qualcosa per cui avrei avuto fastidio per molto tempo.
    Pensai che fossi per dei consigli, ma non ero molto brava. Il mio stile di combattimento era rozzo, non avevo idea di cosa avrei fatto in futuro e non avevo la minima idea di cosa acquistare. Essendo una novizia del mondo ninja, la cosa più semplice da fare era ottenere l’appoggio degli esperti del settore.

    Mi è stato detto dal sensei che voi siete uno dei migliori nel campo delle armi, e da ciò che ho visto in vetrina penso abbia ragione. Non sono molto esperta di questo mondo, ma ho sempre apprezzato i meccanismi segreti e le sostanze chimiche, quindi mi chiedevo se potesse consigliarmi qualcosa che rientri in quella tipologia.

    Proprio come dicono in giro, “il veleno è l’arma delle donne” ma chissà se avrebbe capito. Il vecchio mi guardò pienamente conscio della mia richiesta, e si silenziò a braccia conserte sull’uscio della porta. Sinceramente non temevo scoprisse le mie origini, era risaputo che i marionettisti vivessero di armi e perdere un futuro cliente al primo colpo non era una buona cosa, per qualsiasi venditore.

    Penso di avere qualcosa che faccia al caso tuo.

    E sorrise. Non avevo idea di cosa intendesse, in verità conoscevo la maggior parte degli utensili comuni e i nomi di molte sostante chimiche, ma forse avrei trovato qualcosa che nemmeno i miei genitori eran stati in grado di costruire.




    Suuichi= Forza 150 (6 tacche)
    Danni 20 (10 ferita leggera base di Suiichi + 1 tacca leggera extra (ferita medio-leggera)
    Vitalità: 6 leggere (8 base - 2 tacche leggera)


    Edited by ‡Genkishi™ - 28/11/2015, 14:27
     
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    Questioni di Famiglia

    Post Terzo - Veleni? Quando sarai più grande




    Mi state dicendo che dovrei abbandonare il mio modo di pensare per mettere il bene del villaggio al primo posto? Non voglio mentire. Ciò che per me conta di più, a 13 anni, è capire prima me stessa e solo successivamente gli altri. L’unico modo che ho per mettere il mio lavoro al servizio del villaggio, è ottenere dal villaggio abbastanza competenze per farlo. E per me, tutto ciò rientra nel mero concetto di evoluzione.

    Beh, in un certo senso è quello che succede con tutti i ninja. Una sorta di patto non scritto: il villaggio ti dona le conoscenze e la possibilità di evolverti e di diventare più forte, di guadagnare qualche bel soldino, far carriera, raggiungere i tuoi scopi, in un certo senso. Ed in cambio quello che "il villaggio" o "la comunità" ti chiede in cambio è di sfruttare le tue capacità per proteggere il villaggio e i suoi abitanti; e dimmi... tu non saresti disposta a difendere il villaggio sapendo che al suo interno vivono i tuoi genitori? O dei tuoi amici? Comunque non è importante ora. Sono convinto che una volta che avrai cominciato ad evolverti sarai tu stessa a capire quello che intendo, a trovare le tue motivazioni per vivere qui a Suna e per proteggere gli abitanti del nostro villaggio.



    Ci scambiammo un altro paio di battute, prima di concludere con una dichiarazione di fiducia da parte sua, anche se quasi "strappata".

    AHHHHH e va bene, le darò fiducia. Spero solo di non dovermene pentire in futuro.

    Beh... ti dirò una cosa che mi disse il mio sensei, tanti anni fa... "Lo scopo di un sensei è quello di formare uno shinobi in grado di ucciderlo, solo in quel caso la sua missione di maestro può dirsi compiuta". Si, era un tipo un po' brutale e per tua fortuna non ho intenzione di applicare i suoi metodi di insegnamento però... se dovessi pentirti dei miei insegnamenti o della fiducia che mi hai dato sentiti libera di venire da me e di pretendere quello che desideri come risarcimento. Sappi però che ci tengo molto alla mia pellaccia.


    [... all'interno del negozio ...]




    Mi è stato detto dal sensei che voi siete uno dei migliori nel campo delle armi, e da ciò che ho visto in vetrina penso abbia ragione. Non sono molto esperta di questo mondo, ma ho sempre apprezzato i meccanismi segreti e le sostanze chimiche, quindi mi chiedevo se potesse consigliarmi qualcosa che rientri in quella tipologia.



    Il fabbro si precipitò nel retrobottega fuoriuscendone con una piccola boccettina di un liquido viola.

    Veleno di scorpione rosso, il preferito da certi miei clienti. Questo veleno indebolisce progressivamente gli avversari ed inoltre ne acuisce le sensazioni. Ideale per combattimenti e torture, gioia e delizia dei migliori carcerieri di Suna!



    Se la ragazza avesse anche solo provato ad avvicinare la mano alla boccetta una piccola barriera di colore nero si sarebbe interposta tra lei e l'oggetto del desiderio che poi sarebbe calata sulla boccetta formando una sfera di metallo nero che avrebbe schiacciato il contenitore di vetro, ricoprendo le parti interne della sfera metallica di frammenti di vetro e veleno.

    Shinichi! Ma che cazzo fai!


    jpg



    Se si fosse voltata verso il suo sensei Alice avrebbe potuto vedere come il suo sguardo, da bonario e scherzoso, fosse diventato pieno di rabbia e ricoperto dalle "occhiaie" tipiche dei Kurogane quando usavano i loro poteri magnetici.


    Ah, scusa Shinichi scusa, non pensavo che si saresti arrabbiato così, dopotutto è solo una boccetta di veleno.



    Mentre la sfera magnetica, ad una velocità rapidissima ed irragiungibile per la studentessa si sarebbe diretta a volteggiare sopra il palmo sinistro del Kurogane la sua voce calma ma carica di furia avrebbe riempito il negozio. [Vel. sfera 400]

    Sai benissimo che la formazione di un ninja all'uso dei veleni avviene dopo il conseguimento del grado genin, e che si tratta di una formazione specialistica che non tutti scelgono di intraprendere. Cosa volevi fare? Rischiare di avvelenare la mia allieva? E tu, Alice. Sono perfettamente a conoscenza della tua formazione attuale, ho parlato con tutti i tuoi precedenti "maestri" e coi tuoi genitori. Non sei ancora pronta all'uso dei veleni.



    Quasi calmandosi, avrebbe continuato:

    Ma lo sarai presto. Suiichi.

    S-Si?



    Avrebbe risposto l'uomo, visibilmente spaventato visto che Shinichi era una rinomata testacalda ed un Kurogane incazzato poteva fare enormi danni all'interno di un negozio di armi.

    Procurale dell'equipaggiamento di base, ma non quella robaccia che spacci agli studentelli. Armi di prima qualità.

    Ok, ma... per quanto riguarda i soldi? replicò il fabbro fregandosi le mani.

    Ti sembra che i soldi siano un problema per me? Non insultare ulteriormente la mia intelligenza. Sarai pagato adeguatamente.

    C-certo... vado subito




    Sarebbe riemerso poco dopo con svariate armi di ottima fattura e con delle semplici ma delicate decorazioni

    Le preferite di tutte le Kunoichi del villaggio, sissignore.



    [Trovi un assortimento di tutte le armi del grado studente, generiche e di Suna, in molteplici copie. Prendi quello che preferisci, hai libertà nella descrizione esclusivamente estetica delle armi.]



    Quando Alice avesse ultimato la propria scelta Shinichi l'avrebbe invitata sul retro, per provare le armi.

    Prima di imparare ad usare i veleni senza ammazzarti da sola direi che è il caso di imparare come si lancia un kunai come si deve, no?



    Giunti sul retro Shinichi avrebbe preparato un bersaglio, forgiandolo istantaneamente da del metallo di scarto.

    Qualche preferenza sulla forma?



    Avrebbe chiesto all'allieva, quasi annoiato. Avrebbe esaudito la sua richiesta, era da tempo che non si esercitava con forme complesse nella manipolazione della Satetsu e anche nei tempi passati l'unica cosa che gli riuscivano decentemente erano le forme geometriche. Ultimata la sua "scultura" avrebbe dato istruzioni all'allieva.

    Ora va pure laggiù, a circa dieci metri di distanza e cerca di colpire il bersaglio con delle armi a distanza. Ricorda che i Kunai e gli spiedi possono assumere solo traiettorie rettilinee mentre gli shuriken possono assumere anche traiettorie curve. Questa differenza ti sarà molto utile, specialmente se vorrai iniziare ad usare vari meccanismi. E se pensi che imparare ad usare le armi normalmente sia inutile sappi che i migliori marionettisti sono in grado di sfruttare e comprendere ogni arma anche senza le loro marionette. Dopotutto come puoi sfruttare un'arma che non conosci e di cui non sai i limiti? Che sia una marionetta o un kunai, devi sempre essere a conoscenze di tutte le sfaccettature delle armi che utilizzi.



    Avrebbe quindi atteso i primi lanci dell'allieva, in modo da saggiarne le capacità.



    CITAZIONE
    OT

    Bene, iniziamo con uno degli argomenti basi del combattimento: gli slot. Ogni turno di combattimento il tuo personaggio ha, a sua disposizione, 3 slot azione (con cui attaccare), 3 slot difesa (con cui difendersi), 2 slot tecnica (con cui usare tecniche o abilità particolari, ad esempio le tecniche speciali) ed "infinite" azioni gratuite (che sono limitate solo dalla logica e dal buonsenso).

    Dato che in questo turno devi attaccare parliamo degli slot azione:


    CITAZIONE
    Slot Azione

    Lo slot azione è il numero di azioni offensive effettuabili in un round.

    Attacco in Mischia: Richiede 1 slot Azione un'azione offensiva diretta composta da un singolo movimento (pugno, calcio, affondo) oppure da un movimento elaborato (spazzate, calci ruotati).

    Attacco Doppio: Richiede 1 slot Azione un doppio Attacco in Mischia portato con due o più arti o armi, con movimento simile e contemporaneo richiede un singolo slot Azione; un Attacco Doppio può essere schivato con un unico movimento difensivo.

    Attacco a Distanza: Richiede 1 slot Azione un lancio con traiettoria simile, speculare e contemporaneo di 8 armi minuscole, 4 armi piccole, 2 armi mediopiccole o 1 sola arma di dimensione maggiore. La gittata massima d’efficacia è 15 metri salvo indicato diversamente. Lanciare una singola arma senza volontà offensiva è un’azione Gratuita.

    Equipaggiamento: Richiede 1 slot Azione per utilizzare Meccanismi, Tonici o Bombe.

    Difensivo: Richiede 1 slot Azione per ogni 1 slot Difesa extra si vuole ottenere.

    Movimento: Richiede 1 slot Azione un movimento. Il movimento può essere intervallato da azioni o tecniche. Il salto è considerato parte del movimento.

    Da energia bianca puoi muoverti di 6 metri e saltare di 2, questi limiti aumentano in base alla tua energia. Ci sono poi delle azioni speciali, che non tratterò in questo corso base.

    Già che ci siamo parliamo anche delle azioni gratuite.

    CITAZIONE
    Azioni Gratuite
    Le Azioni Gratuite sono azioni non offensive e non difensive effettuabili in un round. Non sono limitate numericamente, ma solo dal buonsenso del giocatore. Sono suddivise in 3 categorie:
    1) Istantanee: estrarre armi, estrarre oggetti conficcati, movimento (6m, 1 volta a round).
    2) Veloci: effettuare finte, passare un oggetto, lanciare 1 oggetto senza volontà offensiva.
    3) Lente: attivare/caricare [Meccanismi] non offensivi, applicare [Veleni], creare oggetti.

    Le categorie delle azioni gratuite sono importanti, lo vedremo quando parleremo delle meccaniche più complesse del combattimento.


    Per questo post l'unica cosa che devi fare è interagire con Shinichi ed attaccare il bersaglio sfruttando le armi a distanza. Considera di averne "infinite" ai fini di questo addestramento.


    Per qualunque domanda contattami pure in privato.
     
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    Acciuffa il "pollo"

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    Non avrei mai pensato che il modo criptico di parlare sarebbe stato interpretato facilmente. Mi aspettavo una certa titubanza, ma quando la figura del bottegaio riapparve ai miei occhi traboccante di sicurezza, non feci altro se non sorridere un po’. Mi premurai di non far apparire la mia contentezza e non farla trasparire nitidamente, sistemando i capelli in modo tale da coprire il mio viso senza però apparire come un cespuglio.
    Istintivamente compii un passo breve verso quell’oggettino che Shuiici aveva preso appositamente per me: la sua composizione vitrea e trasparente risplendeva nella sua interezza, oltre al fatto che il colorito della sostanza al suo interno mi aveva conquistata. “Diamonds are the girl’s best friends”, anche se nel mio caso non erano proprio i diamanti seppur fossero anch’essi un ottimo modo per guadagnare soldi.


    Veleno di scorpione rosso, il preferito da certi miei clienti. Questo veleno indebolisce progressivamente gli avversari ed inoltre ne acuisce le sensazioni. Ideale per combattimenti e torture, gioia e delizia dei migliori carcerieri di Suna!

    Fui talmente vicina da riuscire a sfiorare quel gioiellino, ma non abbastanza veloce da ricordarmi di non essere sola in quel negozio: una sorta di patina nera avvolse la boccetta e di scatto ritirai indietro la mano, e fui sorpresa nel vedere il mutamento di umore del “sensei”. Non capii se fosse davvero furioso con me o con il suo “vecchio amico”, ma era palese che non fosse affatto entusiasta della situazione. Quella società era davvero bizzarra: fin dalla tenera età i bambini venivano addestrati all’uso delle armi ma per loro i veleni erano proibiti. “Puoi uccidere chi ti pare ma se lo fai con una determinata cosa è meglio” era il messaggio che pareva riassumere uno dei tanti insegnamenti ninja.


    Sai benissimo che la formazione di un ninja all'uso dei veleni avviene dopo il conseguimento del grado genin, e che si tratta di una formazione specialistica che non tutti scelgono di intraprendere. Cosa volevi fare? Rischiare di avvelenare la mia allieva? E tu, Alice. Sono perfettamente a conoscenza della tua formazione attuale, ho parlato con tutti i tuoi precedenti "maestri" e coi tuoi genitori. Non sei ancora pronta all'uso dei veleni.

    Voi insegnanti siete sempre così rispettosi delle regole.

    Non potei far altro che borbottare in quanto un po’ delusa della situazione. La boccetta e il desiderio annesso di toccarla erano svaniti in quella sfera nera, che continuava a muoversi sulla mano del Kurogane. Dimostrò di avere più dominio di quanto non ne avesse il vecchio, che da venditore s’era tramutato in un povero cagnolino spaventato dal rimprovero del padrone. Si agitò un poco nel vedere la sua merce distruggersi nel suo stesso negozio (cosa imperdonabile per qualsiasi uomo sulla terra), cercò di allentare la tensione con un bicchierino ma a poco valse il suo sforzo. Sembrava assalito dal terrore di errare ancora e si dimostrò più che obbediente ad ogni ordine impartitogli.

    Procurale dell'equipaggiamento di base, ma non quella robaccia che spacci agli studentelli. Armi di prima qualità.

    Speravo vivamente non parlasse di droga. Discussero ancora sul fattore monetario e su altre cosette, ma non detti ascolto a quei discorsi in quanto fui subito rapita da uno scaffale pieno zeppo di bozze , ritratti raffiguranti varie parti del corpo con dettagli quali descrizioni, misure e prospettive. Schizzi raffiguranti elementi troppo meccanizzati e troppo dettagliati per essere destinati ad uno scopo medico. Che spettacolo meraviglioso!
    Dopo una manciata di minuti Shuiici fu di ritorno con una vasta scelta di utensili, dai kunai ad un respiratore. C’era di tutto e tutto ciò poteva essere usato in quella sorta di allenamento bizzarro, avrei dovuto prendere qualsiasi oggetto potesse tornarmi utile ma scelsi solo alcuni pezzi del repertorio: due dei marchingegni presenti, del filo di nylon, un accendino, kunai, shuriken e una Kusari fundo. Non presi nient’altro dato che mi sarebbe stato impossibile trasportare altra roba fuori e utilizzarla senza troppi intoppi. Avevo bisogno di essere altamente versatile e capace di provvedere a qualsiasi mancanza, in quanto non sapevo cosa aspettarmi dal test: volevo solo ottenere un buon risultato da sommare agli altri e migliorare nelle arti in cui già ero “esperta”.

    Prima di imparare ad usare i veleni senza ammazzarti da sola direi che è il caso di imparare come si lancia un kunai come si deve, no?

    Scontato ma non di certo illogico. Mi chiese contro cosa volessi allenarmi, raccomandandomi di descrivergli con esattezza le grandezze della forma da creare. Non ci misi molto nel chiedergli di dar vita ad una creatura vivente, abbastanza veloce e leggera da potersi librare e respingere i miei attacchi. Sarebbe stato più difficile con un oggetto in movimento, oltre al fatto che nessun nemico si sarebbe presentato con l’intenzione di star fermo. Un nemico in grado di muoversi su terra era ugualmente poco impegnativo: avrei scelto quindi un falco, l’animale meno raro a Suna.

    Ora va pure laggiù, a circa dieci metri di distanza e cerca di colpire il bersaglio con delle armi a distanza. Ricorda che i Kunai e gli spiedi possono assumere solo traiettorie rettilinee mentre gli shuriken possono assumere anche traiettorie curve. Questa differenza ti sarà molto utile, specialmente se vorrai iniziare ad usare vari meccanismi. E se pensi che imparare ad usare le armi normalmente sia inutile sappi che i migliori marionettisti sono in grado di sfruttare e comprendere ogni arma anche senza le loro marionette. Dopotutto come puoi sfruttare un'arma che non conosci e di cui non sai i limiti? Che sia una marionetta o un kunai, devi sempre essere a conoscenze di tutte le sfaccettature delle armi che utilizzi.

    .:Start:.



    Anche questo insegnamento si dimostrò abbastanza intelligente, anche se le cose da lui dette non erano poi tanto lontane dal mio punto di vista. Mi toccava provare i pugnali ed essenzialmente avevo due modi: cercare di lanciarne alcuni con tempi diversi o lanciarne molti coprendo al tempo stesso un’area maggiore: scelsi di mescolare gli stili in un'unica coreografia.
    Tentai di far si che il vestito non intralciasse i miei movimenti e prima di partire cercai di tirar fuori uno dei miei “elaborati rudimentali”, usando al meglio ciò che avevo scelto. Legai il crine con un “filo” arrotolando l’eccesso dello stesso al kunai che volli usare a mo’ forcina per capelli, in modo tale che nessun ciuffo si contrapponesse sul mio campo visivo. Impugnare uno di quei pugnali non era molto diverso dall’impugnare un cacciavite, seppur in quel caso avessi bisogno di più sforzo e maestria nel controllare in toto le mie mani. Iniziai con un rapido scatto impattando continuamente contro il vento, riuscivo a tagliarlo col mio corpo come fosse un’onda d’acqua infranta da una nave. In un primo momento cercai bruscamente di elevarmi dall’aria di pochi centimetri, lasciando la presa sugli oggetti riposti nella mano destra ovvero due dei tre kunai tenuti ben saldi. La loro traiettoria non avrebbe compiuto parabole, quindi molto probabilmente non sarei riuscita nel tentativo di prenderlo… almeno con quelli. Avevo comunque già pensato a questo inconveniente prima del salto, proprio nel tempo in cui avrei dovuto escogitare una strategia. Il mio salto sarebbe stato un po’ particolare, eseguito in modo tale potermi trovare dal lato opposto del senso di marcia. Dopo appena un secondo dal primo lancio decisi di liberare gli shuriken con la mano sinistra, premurandomi di farlo prima di impattare al suolo. Solo allora provai con un’ultima offensiva, spingendo sulle gambe il più possibile; fu proprio in quel preciso istante che volli usare il famoso “elaborato rudimentale” per provare a prendere la creatura di sorpresa.

    *Spero solo di non cadere nel farlo*

    Sciolsi i capelli e lanciai quella “forcina” assieme al suo simile che tenevo ancora tra le mani, ma il mio controllo sulla traiettoria del primo fu continuo: un filo sempre più lungo si srotolò dal manico, legato all’anello alla sua estremità e viaggiando con esso senza mai staccarsi. Il mio obiettivo finale non era tanto quello di prenderlo, quanto più distogliere l’attenzione di tutti da quell’estensione di nylon che avevo cercato di nascondere al meglio tra i capelli. Con quella avrei potuto controllare la traiettoria del kunai, nel tentativo di riuscire a creare un cappio da cowboy e catturare il tacchino. Speravo solo che la lunghezza, il mio corpo, il vento e la tensione non mi tradissero.






    Sono tornato. Purtroppo penso di aver commesso qualche errorino nell'esecuzione, quindi in caso dimmi su skype cosa c'è che non va (se c'è qualcosa xD)
     
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    Questioni di famiglia



    Gli assalti della giovane non avrebbero avuto il successo sperato, la creatura di sabbia nera si sarebbe mossa agilmente, evitandoli senza grossi problemi sopratutto grazie alla superiore abilità di Shinichi come ninja.

    Degli attacchi molto complessi, forse troppo. Ti conviene partire con qualcosa di più semplice. Per prima cosa resta ferma prima di lanciare. Ti faccio vedere.

    Sfruttando il muro come bersaglio il chunin avrebbe manipolato il corvo di sabbia nera (alla fine aveva optato per quella forma, dato che si adattava meglio al colore del materiale) scindendolo in 2 kunai e 2 shuriken.

    Afferrò il primo kunai con la destra e lo scagliò, andando a colpire l'impalcatura di legno della finestra. [Slot Azione I]

    Avrebbe poi preso i due shuriken con la sinistra, soppesandoli con la mano e, una volta infilatili in mezzo alle dita sollevò il braccio, facendo conficcare le due stelline di fianco al kunai, una a destra ed una a sinistra. [Slot azione II]

    Visto? Ora vediamo come riesci a difenderti.

    Avrebbe quindi scagliato l'ultimo kunai verso la sua allieva, mirando al centro del petto. Un lancio semplice e poco veloce, più per saggiare le sue capacità difensive che altro. [Slot Azione III. Forza 100. Potenza 8]

    Terminato quel semplice attacco avrebbe invitato l'allieva ad attaccare lui con delle armi a distanza.

    CITAZIONE
    OT

    Onestamente ho trovato i tuoi attacchi poco comprensibili. Hai scritto molto bene, questo te lo concedo, ma nei momenti di combattimento è preferibile scrivere in modo molto più comprensibile: lo scopo è far comprendere al tuo avversario come attacchi senza che ci siano fraintendimenti. E' importante, specie con le armi da lancio, dichiarare esattamente dove tu miri e, come le armi da mischia, la direzione degli attacchi ed i movimenti delle armi.

    Inoltre hai "barato" per quanto riguarda l'uso degli slot azione: ricorda che a parte per il movimento gratuito i tuoi movimenti consumano slot azione, e quindi "perdi" attacchi. Mi è piaciuta l'idea di combinare il filo con il kunai ed i capelli, ma è una cosa molto intricata e complessa non penso sia molto attuabile onestamente.

    Per questo post dovrai prima difenderti (e a breve spiegherò come si fa) e poi dovrai attaccare!

    CITAZIONE
    Slot Difesa

    Lo slot Difesa è il numero di azioni difensive effettuabili in un round.

    Parata: Richiede 1 slot Difesa fermare un attacco avversario senza danneggiarlo come lanciare proiettili contro proiettili o interporre una spada contro una spada. Il danno subito può essere ridotto o azzerato.

    Schivata: Richiede 1 slot Difesa evitare un attacco avversario spostandosi entro un metro. Il danno è azzerato.

    Spostamenti: Richiede 1 slot Difesa spostarsi dalla propria posizione per evitare un attacco. Il movimento massimo è pari a 1/3 del movimento di uno slot Azione. Il danno è azzerato.

    Ricorda che le azioni difensive sono autoconclusive: sei tu a doverne decidere l'esito!

    Un consiglio, sia per quanto riguarda le difese che gli attacchi: descrivi bene ogni singola azione, dichiarando il numero dello slot, il valore della statistica ecc. Questo sempre per rendere le tue azioni più comprensibili ai tuoi avversari e a chi legge!

    Per qualunque domanda, contattami pure in privato. Sono poco presente in questo periodo ma dovresti trovarmi ogni tanto ;)
     
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6 replies since 23/8/2015, 19:17   164 views
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