Ritorno dall'oltretomba

[Villa Mikawa]

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  1. Gama
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    La mia prima riunione

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    Che fosse la pioggia o il malessere che provoca la fine di un libro, non ne ho idea. Quel giorno mi sentivo alienato dalla realtà che mi circondava, sentivo un profondo senso di malessere - non fisico - ma dentro qualcosa che mi rodeva l'anima. La camera che mi era stata fornita da Alosyus si trovava all'interno della sua magione, una villa grandissima ed elegantissima che strideva con i suoi modi di fare alquanto spartani, è vero anche che era da molto che non lo vedevo. Più volte lo avevo cercato, i miei progressi continuavano - sebbene nell'ultimo periodo fossero piuttosto stabili - e volevo mostrargli le mie nuove capacità; per questo avevo chiesto dove si trovasse e ricevetti sempre risposte alquanto confuse e contraddittorie.
    Quasi in simbiosi con i miei sentimenti anche all'interno della villa l'aria fermentava, stranamente per i corridoi c'era piuttosto rumore e, dopo due rapidi colpi, dalla porta sbucò la testa Matsumoto che trepidante mi avvisò che a breve si sarebbe tenuta una riunione nel salotto. Dalla poltrona in cui ero seduto e da cui guardavo la foresta martoriata dall'acquazzone, girai leggermente il capo verso la sua direzione a cui davo le spalle, ero stato invitato ad una riunione. Stava accadendo veramente qualcosa di importante, con voce roca risposi rapido e asciutto Va bene, vi raggiungo subito Matsumoto
    La porta si richiuse ed io mi alzai immediatamente spegnendo la lampada sul tavolino alla mia destra su cui, oltre alla lampada e al libro che avevo da poco finito di leggere, c'era la maschera che ormai aveva sostituito il mio volto. La indossai ormai senza tante cerimonie ma con l'assoluta quotidianità e ripetitività che quel gesto ormai mi comportava. Sarei quindi sceso nei piani inferiori.
    Trovai Gojo all'uscio della porta poggiare degli stivali sporchi di fango, fango che possedeva una tonalità che era presente solo in una parte della villa, zona che a me, indirettamente, è stato vietato visitare, o meglio, curiosare; mi diressi verso il salotto da cui mi venne incontro Yachiru. Quella bambina mi metteva simpatia e non poté vedere il sorriso che mi provocò nel vederla, mi inginocchiai affinché fossimo alla stessa altezza e quindi mi chiese se anch'io sentissi qualcosa di strano. Rimasi interdetto e non riuscii a risponderle, mi rimisi in piedi e scompigliandole i capelli le dissi Sì, sta accadendo qualcosa di molto strano. Avanti, sono curioso, raggiungiamo gli altri, non attendiamo oltre
     
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10 replies since 10/6/2015, 16:28   174 views
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