Effrazione con scasso

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  1. Bartok
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    In quel luogo arido e inospitale Haruki si sentiva perfettamente a suo agio. Nell'interminabile distesa di sabbia che circondava il villaggio il monaco rosso riusciva a trovare la propria pace. A fargli compagnia c'erano solo la brezza del deserto e i raggi del sole. Niente che turbasse la sua concentrazione, niente che lo distraesse dalla meditazione. A Suna era un estraneo, mentre il deserto lo accoglieva come un vecchio amico. La solitudine non lo disturbava affatto, aveva imparato ad amarla durante i suoi primi anni d'istruzione. Inoltre, si trovava più a suo agio circondato dalle dune, che dai suoi conterranei. Quegli uomini gli apparivano ancora indecifrabili. Non ne capiva i costumi, non ne approvava la mancanza di fede e ne disprezzava lo scarso senso del dovere. Anche il caldo asfissiante gli sembrava del tutto innocuo. D'altronde era stato addestrato a resistere in condizioni ben peggiori. Quando ancora viveva al Tempio, parte del suo allenamento consisteva nel passare lunghe giornate a digiuno, meditando sotto il sole bruciante del deserto.


    Quel giorno aveva lasciato la sua nuova casa molto presto, quando il sole non era ancora sorto. Ormai aveva imparato a memoria la strada che conduceva dalla sua abitazione ai cancelli del Villaggio, quindi riusciva a spostarsi senza l'ausilio del suo attendente.
    Spese le prime ore della giornata a meditare, allenandosi nel controllo del Chakra. Sapeva che i ninja erano in grado di rendere quella preziosa energia adesiva come colla, tanto da riuscire a camminare sulle superfici verticali o addirittura sull'acqua. Considerato l'evidente vantaggio di un simile potere, il monaco rosso decise di impegnarsi per apprenderlo. Iniziò rivestendo la punta delle dita con una spessa patina di chakra per poi immergerle nella sabbia. Proseguì aumentando sempre di più l'estensione del velo di chakra, così da poter ricoprire una superficie sempre più grande. Dopo essere riuscito ad avvolgere l'intera mano, si adoperò per rendere più efficiente la distribuzione dell'energia. Stava sprecando ancora troppo chakra per un'azione così semplice. Gli ci vollero molte ore per raggiungere un risultato appena decente, ma Haruki si sentì comunque soddisfatto di quel piccolo passo. Sarebbe stato il primo di una lunga serie. Doveva diventare più forte se voleva essere degno del suo sacro compito. Per ora era solamente un moscerino se confrontato ad alcuni degli shinobi che aveva incontrato.
    Il potere senza fede è cieco, la fede senza potere è sterile.
    Ci sarebbero voluti anni per raggiungere il livello di Atasuke Uchiha, ma Haruki confidava che continuando ad esercitarsi avrebbe ottenuto grandi risultati.


    [...]

    Qualche ora più tardi.



    Stava camminando lentamente per le vie di Suna, diretto verso casa, quando qualcuno si scontrò con lui. A giudicare dalla voce, doveva esse un uomo abbastanza giovane. Probabilmente aveva solo pochi anni più di Haruki. Dopo quel piccolo incidente lo sconosciuto sbottò infastidito per poi scusarsi con il monaco rosso. Probabilmente, all'inizio non aveva notato che Haruki era cieco. Il Miyazawa si limitò a rispondere con il suo solito tono calmo ed educato che tradiva un'educazione molto severa.
    Non si preoccupi. Non mi è successo nulla. Piacere di conoscerla. Il mio nome è Haruki Miyazawa.
    Dopo essersi presentato, com'era d'obbligo fare tra sconosciuti, Haruki si esibì in un inchino piuttosto formale.
    L'uomo gli mise una mano sulla spalla, complimentandosi con lui come se fosse un grande ninja. Benché fosse privo di qualsiasi cattiva intenzione, ad Haruki quel gesto diede fastidio. Non erano amici e si erano appena conosciuti, quindi sarebbe stata buona norma non invadere il suo spazio personale. Tuttavia, ormai si era abituato alle maniere non convenzionali di alcuni suoi compatrioti, quindi niente nei suoi modi o nelle sue parole avrebbe manifestato quel sentimento. Il suo volto rimase una maschera di cortesia mentre ascoltava il ragazzo.
    Beh, sempre meglio di quella zotica di Konoha.
    Mi dispiace deluderla, ma sfortunatamente sono solo un umile studente da poco arrivato al Villaggio. Se ha bisogno dei servigi di uno shinobi esperto le consiglio di rivolgersi agli uffici dell'amministrazione. Lì le sapranno fornire tutte le informazioni e il sostegno di cui lei ha bisogno. Io temo di poter fare ben poco per lei.
    Improvvisamente qualcosa di strano attirò la sua attenzione. Aveva sentito un lieve rumore, una sorta di piccolo scoppio, e un altro individuo era entrato nel suo campo di percezione. La cosa gli sembrò sospetta, ma preferì non indagare.
    Meglio non immischiarsi. Non ho altro tempo da perdere.
    L'esperienza fatta all'accademia gli aveva insegnato che il mondo ninja era colmo di pazzi e Haruki non voleva rimanere invischiato in un'altra situazione al limite dell'assurdo.
    Ora, se permette, dovrei andare.
    Si allontanò di qualche passo, per poi piegarsi in un lieve inchino. Dopodiché gli sorrise e lo salutò per l'ultima volta.
    È stato un piace conoscerla.
    Detto ciò iniziò ad allontanarsi, proseguendo nel cammino che Hamano Iga aveva interrotto.


    Scusami, ma Haruki è fatto così ;)
     
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20 replies since 6/9/2015, 21:41   359 views
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