Strane ricerche nella Nebbia

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  1. Yusnaan
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    Strane ricerche nella nebbia

    Dove siete?


    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu

    Un leggero velo di nebbia si era alzato quel pomeriggio, non abbastanza fitto da riuscire ad oscurare la vista del paesaggio agli abitanti del villaggio, ma quel tanto che bastava per creare una certa atmosfera malinconica. Il giorno del suo compleanno era vicino e come ogni anno, in quello stesso periodo, Ryuu cominciava a sentire un vuoto nel cuore, un vuoto incolmabile lasciato dai suoi genitori, che ancora una volta non potevano essergli vicino nel giorno del suo compleanno e ricordandogli, inoltre, che quello stesso giorno era anche l’anniversario della loro scomparsa. Non era insolito vedere il suo animo quasi del tutto spento nel periodo antecedente a quel mesto giorno, tant’è che i nonni non diedero peso al suo sfuggevole “Esco” che disse prima di chiudere dietro di sé la porta di casa, restando in silenzio e facendo finta di niente. Camminò a lungo per le strade di Kiri, senza meta e immerso nei suoi pensieri, osservando le altre famiglie felici che incrociava. Lungo la strada rifletté sul fatto che i suoi nonni avessero fatto di tutto per non fargli sentire il peso della sua situazione, ma nonostante l’affetto che gli dimostrassero riuscisse a colmare la loro mancanza, certe volte sentiva che gli mancasse qualcosa.
    I suoi cupi pensieri si fermarono improvvisamente, quando il suo sguardo perso nel vuoto venne attratto dall’ingresso del cimitero del villaggio. Non ci era stato molte volte, se non per far visita alla tomba di suo nonno, ma quel giorno vi entrò senza nemmeno pensarci, per una ragione ben diversa. Cominciò a camminare lentamente, buttando l’occhio ossessivamente sui vari nomi incisi sulle lapidi, nella vana speranza di trovare quello che davvero gli interessava. Aveva sempre creduto ciecamente alla storia raccontatagli dai suoi nonni sui suoi genitori, ma certe volte, quando pensava all’assenza delle loro tombe nel cimitero, cominciavano a passargli per la testa degli strani dubbi. Oscuri pensieri che cercava in ogni modo di scacciare, ma che si insinuavano sempre più nella sua mente: e se gli avevano sempre detto mille bugie, nascondendogli la verità? E se, in realtà, sua madre e suo padre avessero davvero tradito il villaggio, abbandonandolo in mezzo ad una strada? Non aveva nessuna prova che quella che gli avevano raccontato fosse la verità, e allora perché doveva crederci? Uffa…basta, basta, non ci voglio pensare. Però allora perché non ci sono le tombe? No, basta, non ce la faccio più! Non era la prima volta che finiva per dare di matto, assillato dai mille pensieri e dubbi sul suo passato incerto. Alla fine si sedette a terra, stanco di rimuginare su tutto quella faccenda che non faceva altro che farlo arrabbiare. Non se la sentiva di dubitare della storia dei suoi genitori, per quanto assurda potesse essere, perché se era vero che non ci fossero prove a confermare quei racconti, se non le testimonianze dei suoi nonni, non poteva credere che potessero essere davvero dei criminali, riponendo in loro tutta la sua fiducia e le speranze che avrebbe usato come basi per costruire il suo futuro da ninja.

    Nel cimitero aleggiava ancora quel velo di nebbia contribuiva a rendere l’atmosfera del luogo ancora più tetra, e aggiungendoci anche il fatto di essere solo, cominciò a sentire un certo senso di inquietudine. Avrebbe potuto cercare per ore, ma senza un punto di riferimento sarebbe stato impossibile trovare le loro lapidi, qualora ce ne fossero state, quindi l’unica soluzione che gli rimaneva era trovare la cascata su cui (secondo quello che gli era stato raccontato) combatterono per l’ultima volta, per verificare personalmente qualche indizio che potesse ricondurlo alla verità. Ma questo significava uscire dal villaggio, quindi, senza pensarci 2 volte, piantò i piedi per terra e si spinse su, per poi dirigersi a passo deciso verso l’uscita del cimitero e se non avesse trovato nessuno sul suo cammino, si sarebbe poi diretto verso quella del villaggio. Mentre era intento a camminare velocemente tra le stradine invase dalla foschia, pensò a cosa avrebbero potuto pensare i guardiani, a proposito di quell’uscita senza un motivo apparente, quindi cominciò a riflettere se dovesse inventarsi o no una buona scusa per guadagnarsi il permesso di uscire, osservando l’enorme cinta di mura che circondava la città avvicinarsi sempre di più.
     
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