Strane ricerche nella Nebbia

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    Attesero qualche minuto li fuori, tant'è che Nakora si spazientì arrivando a bussare una seconda volta con più forza, visibilmente arrabbiata.
    Nel mentre Ryuu disse che l'avrebbe aspettata li, probabilmente onde evitare di sembrare irrispettoso e non invadere la sua privacy, per così dire.
    Di sicuro fu un gesto che lei apprezzò, e per tanto si voltò verso di lui sorridendoli con aria mesta.
    Doveva ammettere che quel ragazzo non era poi così male, si stava dimostrando un'ottima persona e lei raramente ne aveva viste.
    Chissà forse perchè si era abituata ad Oto o forse più in generale, perchè raramente nella sua vita aveva incontrato uomini e donne del genere che fossero al di fuori della sua famiglia.
    Che poi per famiglia si intende madre e sorella, dato che non avevano nemmeno nonni e zii a quanto pareva. Un'altra cosa strana da aggiungere alla lista.
    Stava per dire grazie a Ryuu quando la porta si aprì, e si fermò con la bocca ancora aperta voltando di scatto il viso verso l'uscio.
    Una donna apparentemente sulla trentina si presentò a riceverli, tuttavia vista la lentezza dei suoi movimenti pareva averne molti di più.
    I capelli erano neri come la pece, completamente, e un'intera ciocca di dimensioni assai ridotte e ora coperta interamente di perline, fiocchi e via discorrendo dei colori più disparati, facendo così diventare impossibile vedere quello che vi era sotto.
    Era alta all'incirca quanto Nakora, dalle forme esili e senza muscoli ben definiti.
    Indossava un semplice Kimono color arancio, con varie carpe ad ornarla disegnate sopra di un rosso più acceso, assieme a minuscole chiazze di blu marino.
    Guardò con aria confusa prima Ryuu, poi Nakora, evidentemente senza capire il motivo di quella visita.
    Senza attendere oltre, onde evitare di vedersi la porta chiusa in faccia nuovamente prese parola.
    Il tono era incredibilmente più duro e severo rispetto a quello utilizzato prima con il ragazzo, e lui stesso se ne sarebbe accorto.

    Salve signora, io mi chiamo Nakora e vengo da Oto, sono qui in cerca di Ankato Nebusuki.

    Come disse quel nome la donna puntò lo sguardo su di lei, focalizzandolo a più non posso. Immediatamente notò quei pochissimi capelli cinerei, così diversi da tutti gli altri.
    Si fece improvvisamente accigliata e senza dire una parola, si fece da parte voltandosi e invitandoli ad entrare con un cenno della mano.
    Già non ci stava capendo più niente, però non attese un attimo prima di entrare, voltandosi un attimo verso Ryuu ed esitando.
    Non sapeva se lasciarlo li fuori o farlo entrare, da una parte era il suo passato, la sua vita.
    Dall'altra non le sembrava nemmeno tanto giusto lasciarlo così a fare il palo, soprattutto quando l'aveva aiutata.
    Le venne un'idea, forse c'era una via di mezzo.
    Decise di farli cenno di entrare e una volta che l'avesse fatto, avrebbe chiuso la porta alle sue spalle iniziando a camminare, seguendo la donna ad una certa distanza. A questo punto gli rivolse la parola, lo sguardo fisso davanti a lei.

    Ryuu non mi sembrava giusto mollarti così li fuori, soprattutto dopo che mi hai aiutato. Però ti prego di capire che questo è il mio passato, riguarda solo me. Quindi ti prego, ti chiedo di giurarmi sul tuo onore da Ninja e su quello che hai di più importante, che non rivelerai mai nulla di quello che sentirai qui, a nessuno. Mai e poi mai.

    Al termine di quelle parole spostò lo sguardo su di lui e sul coprifronte, giusto per rendere più eloquente la sua richiesta.
    La casa era più grande del previsto ed erano arrivati di fronte ad un ampio stanzone con uno stile abbastanza classico, un tavolino al centro con dei cuscini a terra e qualche ornamento floreale vicino le finestre.
    La donna aveva aperto le porte a scorrimento così da permettere loro di entrare, ed ora attendeva seduta dietro il tavolino.
    Come avesse ricevuto una risposta dal ragazzo, si sarebbe voltata e avrebbe raggiunto la donna al tavolino, sedendosi a sua volta e guardandola fissa negli occhi.
    Erano di un grigio scuro, come la neve quando veniva sporcata estremamente.
    Dopo un attimo di silenzio e un breve sospiro, ella prese parola rivelando una voce vellutata, estremamente calma e rilassata. Quasi sapesse che cosa stava per accadere, e in effetti fu proprio così.
    Le mani in grembo.

    Sapevo saresti arrivata, un giorno. Era inevitabile. Come sta tua madre? E la tua gemella, Yushino?

    Non poteva credere alle sue orecchie Nakora, visibilmente scossa e altrettanto arrabbiata si costrinse a rimanere calma per evitare gesti portati avanti dall'ira.
    Deglutì e cercò di rispondere senza alterare la voce, e senza riuscirci neanche troppo bene.
    Di tanto in tanto lo sguardo della donna sarebbe passato da lei a Ryuu, se l'avesse seguita, come per vedere le sue reazioni.

    Stanno bene. Ora fammi il piacere di smetterla di perdere tempo, voglio vedere Ankato. Voglio sapere di chi cazzo si tratta e perchè quel giorno era li ad Oto, perchè non è segnata alcuna data di nascita.

    Per quanto si sforzasse comunque anche il suo linguaggio cominciò a risentire del suo stato d'animo, tuttavia non parve darvi peso e anche la sua interlocutrice non sembrò chissà quanto impressionata da quel suo modo di fare così aggressivo.
    Sorrise flebilmente, posando una mano sul tavolino in legno. Non troppo scuro, abbastanza chiaro.

    Ce l'hai davanti, ragazza mia. Sono io Ankato.

    Improvvisamente si sentì come se qualcuno l'avesse schiacciata sotto un macigno enorme.
    Cosa cosa cosa? Quel tizio in realtà era una tizia, tanto per cominciare? Cioè non solo sapeva già che un giorno o l'altro sarebbe venuta a trovarla, bensì aveva anche voluto mettersi un nome fittizio?
    Per poco non le cadde la mascella dal viso.
    Non sapeva che dire.
    Non sapeva se insultarla, prenderla a calci, piangere, urlare.
    Troppi pensieri e troppe emozioni tutte insieme.
    Visibilmente sconcertata e incapace di rispondere al momento, la donna che pareva chiamarsi Ankato riprese il discorso, proprio come se non fosse accaduto nulla.

    Capisco che devi avere molte domande, e che sicuramente sarai arrabbiata. Cercherò di risponderti a quante più posso, tuttavia alcune dovranno essere trovate. Non ho tutte le risposte purtroppo.

    Inspirò profondamente, cercando di calmarsi per tornare lucida e dopo qualche istante di silenzio con lo sguardo basso, lo rialzò puntandolo nuovamente sul viso della donna.
    Non poteva tirarsi indietro una volta che era arrivata proprio a quel punto, doveva andare fino in fondo costi quel che costi.
    Avrebbe avuto modo di sfogarsi più tardi, una volta tornata ad Oto.
    Non si sarebbe fatta troppo problemi a sputare fuori tutta la verità una volta a casa, però doveva pensarci bene e per tanto avrebbe sfruttato il viaggio di ritorno per quello, di sicuro in quel modo avrebbe avuto tempo per pensare.

    Dimmi tutto quello che sai e che puoi allora, voglio vederci chiaro.

    L'altra annuì appena, togliendosi d'un tratto tutti insieme gli accessori dalla ciocca, rivelando che anche lei proprio come Nakora l'aveva di quel colore così strano.
    Arrivati a quel punto non si meravigliò più di tanto, stava già iniziando a intuire molto di suo ma comunque rimase in attesa, in modo che l'altra potesse parlare liberamente.
    Posati a terra i vari accessori, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio smuovendosi appena i capelli prima di guardare nuovamente Nakora e iniziare a parlare.

    Tu non vieni da Oto, nè tanto meno da nessuno dei Villaggi accademici attualmente noti. Nemmeno Kumo e quelli più esterni ti riguardano, bensì provieni da un luogo ignoto a tutte le persone di oggi. Ignoto a tutti eccetto a me in parte, e ora anche a te. Chiunque vi abitasse portava il tratto che sia io che te possediamo, e in quel luogo le persone erano dedite alla ricerca, Tuttavia come puoi ben immaginare, a volte può capitare che si arrivi a toccare campi al di la delle nostre possibilità, eppure loro non si fermarono. Decisero di osare e andare oltre. I risultati non tardarono ad arrivare, in parte riuscirono nel loro intento ma dall'altra scontarono e scontato tutt'oggi un prezzo altissimo. La tua famiglia rimase li, tuttavia riuscimmo a portare via sia te che tua sorella, io naturalmente sono stata colei che ha abbandonato quel luogo con voi. Questo perchè non volevamo che la nostra stirpe terminasse in quel modo, dimenticata.
    Il resto puoi ben immaginarlo, Nakora. Incontrai la tua famiglia attuale, imparai a conoscerla e infine quando si stabilirono a Oto, decisi che la scelta più giusta era lasciarti li con loro. Per quanto giovane come Villaggio, Oto già ai tempi presentava un certo potenziale. Vedendo come sei cresciuta, posso dire che fu la decisione giusta da prendere in quel momento.


    Terminato il discorso abbassò per un attimo lo sguardo, aprendo un cassettino minuscolo che vi era dalla sua parte del tavolino e tirando fuori un vecchio libro malmesso.
    La copertina era di pelle di un rosso fuoco acceso, ed era adornato da vari ghirigori che correvano lungo i bordi e il centro.
    Il tempo sembrava averlo consumato, tuttavia resisteva ancora.
    Lo posò sul tavolo con delicatezza e lo passò a Nakora, invitandola a prenderlo in mano e leggerlo.

    All'interno di quel libro vi è il mio diario. C'è tutto quello che riguarda il nostro luogo natio: il nome, l'ubicazione e alcuni dettagli sull'incidente. Purtroppo non vi è molto altro, però spero che te capisca. Sta a te cercarlo e andare oltre, chissà forse riuscirai anche a sistemare le cose. Io non posso dirti altro, anche perchè effettivamente ero giovane quando accadde il tutto e per tanto le mie conoscenze del tempo non erano molto ampie. Dopo oggi però posso dirti che abbandonerò Kiri e mi metterò in viaggio, magari un giorno ci reincontreremo. L'unico motivo per cui sono rimasta qui così a lungo, è perchè dovevo fare in modo che te mi trovassi e così è stato.

    Nakora abbassò lo sguardo sul diario, prendendolo in mano con attenzione e aprendolo, iniziandolo a sfogliare.
    Il Villaggio del Crepuscolo.
    Dunque si chiamava così il posto da cui proveniva eh? Finalmente un nome.
    In un attimo iniziò a saltare da una pagina all'altra, divorando informazioni su informazioni e imprimendole nella sua mente, nello specifico dove si trovava e come raggiungerlo.
    Come vide l'ubicazione capì perchè nessuno l'aveva trovato ancora, chi sarebbe mai andato a cercare in un posto del genere? In effetti doveva ammettere che erano stati furbi.
    Nel mentre la donna si alzò, dirigendosi verso un lato della stanza e accendendo quello che sembrava un caminetto.
    Guardando il fuoco che iniziava a scoppiettare, si rivolse un'ultima volta a Nakora prima di congedarsi e andarsene dalla stanza.

    Impara tutto quello che puoi, subito dopo brucialo. In questo modo non rischi di perderlo, e potrai dire quello che vorrai a chi vorrai quando vorrai. Saprai riconoscere il momento giusto, ne sono sicura. Ora devo congedarmi, è stato bello rivederti, se vuoi salutami tutti quando torni a casa, la scelta sta a te.

    Un attimo dopo silente com'era venuta a riceverli, se ne andò scomparendo nel corridoio di legno della casa.
    Non disse una singola parola Nakora riguardo quanto le era stato appena detto, di certo però non l'avrebbe contraddetta.
    Si isolò completamente a livello mentale, quasi incidendo nella sua testa le cose essenziali che avrebbe dovuto ricordare ed eliminando quelle più superflue o inutili.
    Quando ebbe terminato, si alzò e andò dritta verso il camino.
    Con un gesto secco della mano lo buttò tra le fiamme, togliendo la copertina e gettandola dentro a parte così da facilitare alle fiamme la carbonizzazione delle semplici pagine.
    Tempo cinque minuti e quello che rimase non fu altro che cenere.
    I suoi occhi non si staccarono nemmeno per un istante dalle fiamme, riflettendole e facendole danzare nelle sue iridi.
    Sapeva cosa andava fatto, avrebbe solo dovuto guadagnare tempo e migliorarsi.
    Non si sarebbe fermata a quel punto, no, lei aveva intenzione di andare molto più a fondo nella questione.
    Una volta finito si voltò e uscì fuori dalla casa, senza dire nemmeno una parola.
    Solo una volta giunti all'esterno, si lasciò andare ad un sospiro liberatorio rilassando le membra.
    Era rimasta visibilmente in tensione fino a quel momento, d'altronde però come darle torto?
    Finalmente si rivolse a Ryuu sorridendo, senza far intendere se fosse forzato o meno.

    Molto bene! Grazie Ryuu, e scusa se ti ho interrotto la giornata. Te dove stavi andando?

    Non fece commenti su quanto appena accaduto, indipendentemente dal fatto se l'avesse seguita all'interno o meno, tuttavia non era chiaro se domande a riguardo l'avrebbero fatta innervosire o meno. Stava a lui scegliere.
     
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