Il Veleno dello Scorpione

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  1. -Meika
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    Il Veleno dello Scorpione

    Gli Akasuna




    L'accordo era fatto: se quel tale diceva il vero, presto avrei potuto trovare qualcuno in grado di insegnarmi l'arte di creare veleni. Sentivo di averne bisogno per realizzarmi totalmente come Kunoichi nello stile che avevo scelto di adottare. Miyako andò via, correndo a fare la spesa per la cena di quella sera, lasciandomi sola con Shinichi.
    Era ora di mettersi all'opera. Cercai di nascondere la mia evidente eccitazione, ma la rappresentazione più corretta di me in quel momento era quella di una ragazza che camminava con le dita intrecciate dietro la schiena, passeggiando ad ampi passi ad un metro dal cielo. Ma mantenni un apparente contegno. Per fortuna. Perché il posto in cui finimmo sembrava essere la dimora dei peggiori musoni di tutta suna. Non tanto quanto Kaede, quando il suo adorabile fratellinoi che aveva avuto l'ardore di chiamarmi ragazzina.
    Punto primo. Era evidentemente più piccolo di me.
    Punto secondo. Era alto praticamente quanto me. In condizioni normali avrei di certo risposto a tono ma mi limitai ad una presentazione molto formale. E fredda.
    Meika Akuma, di Kiri, Shu-san. Dissi, senza sforzarmi nemmeno di sorridere... ed ecco che puntualmente lui, alla richiesta di Shinichi, respinse la mia richiesta a priori. Incrociai le braccia al petto, iniziando a tamburellare con le dita sul braccio per il nervosismo mentre quel tale, Shu, parlava svilendomi. Per essere precisi, io li so usare già i veleni... borbottai a bassa voce. Ma sembrava esserci una soluzione. Un tale di nome Arumo forse poteva insegnarmi! Certo, Shinichi sembrava deluso e Shu chiarì che non intendeva cedere i segreti del clan. No, Shu-san, non mi interessano le vostre formule. Mi interessa solo riuscire a crearli da sola. Anche io custodivo i segreti degl clan Akuma, di certo non volevo che fossero divulgati ai quattro venti, per cui quel punto di vista ero completamente d'accordo con Shu.

    Shinichi dunque mi portò da questo tale Arumo. Che, a dirla tutta, non mi fece una bella impressione. Uno spacciatore. Che decise, quando si sentì minacciato di aggrapparsi alle mie gambe. Eh.. cos... lasciami! dissi, scrollandomelo di dosso con un energico movimento della gamba. Shinichi ad un tratto decise di diventare terrificante.
    Qualche frase ed Arumo fu placato. Anche io rimasi alquanto impressionata dal Kurogane. Mentre Arumo ci conduceva a casa sua affiancai Shinichi, dicendogli una cosa a bassa voce. Begli occhi prima, me ne intendo di sguardi spaventosi io. Purtroppo. Non volevo risultare paurosa quando utilizzavo i poteri del mio clan, ma quasi sempre quando lo facevo qualcuno poi finiva per avere gli incubi. Sembrava che l'accoppiata ragazza dalla pelle chiara più sclere nere più iridi rosse fosse particolarmente inquietante.

    Finimmo nella bettola casa di Arumo. Cercai di toccare meno cose possibili e non ero per niente certa di voler bere qualcosa che avesse toccato le stoviglie di quell'uomo, ma dato che non volevo risultare scortese decisi di accettare il caffé. Quando giunse ne bevvi davvero un minuscolo sorso. Dopodiché Arumo mi chiese cosa volessi fare riguardo i veleni.
    Mh allora... io so usarli, nel senso, li conosco, so applicarli senza avvelenarmi, so che effetti hanno e come fermarli. Ma non mi basta. Strinsi appena le dita sui miei pantaloni. Io voglio poterne creare di miei, qualcosa che faccia esattamente ciò che dico io. Vorrei riuscire a conoscere quali sono gli ingredienti e le metodiche per preparare dei veleni. Lo stile che ho scelto per pormi nel mondo ninja richiede una certa versatilità ed i veleni sono bé... un'arma alquanto essenziale. Conclusi. La mia esperienza era così scarna che avevo parlato solo delle speranze.
    Ma erano aspettative, che volevo vedere realizzate.

     
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