Una Cassetta Importante

[Quest di Villaggio - Grado D]

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  1. Nevi
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    HrEKxIv
    Ascoltò attentamente quanto ebbe da dire Febh, e sebbene per un attimo sembrò quasi rattristata dal fatto che non potevano portarlo li quando disse che nulla vietava di fare in modo che rimanesse zitto dopo la loro visita, beh, i suoi occhi ripresero vita.
    In ogni caso annuì con decisione, salvo poi rimanere in silenzio così da lasciare all'Amministratore la possibilità di finire il discorso.
    Lui si voltò giusto per un attimo verso la scrivania, aprendo un cassetto e tirando fuori quella che era una mappa del Bosco dei Sussurri.
    Anche solo vedere una mappa inerente a quel luogo la fece sorridere, riportandole alla mente gli eventi di poco fa e il piccolo giro turistico che vi avevano fatto all'interno lei e Deveraux.
    Di certo il fatto che ci era già stata una volta l'avrebbe aiutata, non sarebbe stata così incauta come la scorsa volta.
    Con una certa tranquillità prese in mano la foto del loro futuro caposquadra, Yayoi, accigliandosi leggermente come se si stesse imprimendo nella mente quel viso per poi passarla agli altri due shinobi li presenti.
    Subito dopo prese la mappa e la guardò appena un attimo, prima di ficcarsela in tasca.
    Dunque tutto sommato la parte pratica sarebbe rimasta a loro eh?
    Poco male, Febh aveva chiarito la massima riservatezza per quanto riguardava la questione della cassetta ma non sulla questione della banda, ergo significava che avrebbero potuto giocarsela un po' più liberamente quella parte.
    Sorrise al solo pensiero.
    Come disse loro di andare, si voltò salutandolo appena con un cenno della mano mezza sollevata per poi uscire fuori attendendo giusto un attimo che anche gli altri due la seguissero.
    Una volta tutti insieme riprese a camminare, questo mentre si sistemava il coprifronte e prendeva parola.

    Io mi chiamo Nakora, piacere. Per ora limitiamoci ai nomi, ci diremo quali sono le nostre capicità una volta arrivati a destinazione da Yayoi. Ah un consiglio per quando siamo nel Bosco.

    A quelle parole riprese in mano la mappa, guardandola e notando come effettivamente la strada segnata da seguire avrebbe evitato loro di doversi inoltrare nel folto della foresta.
    Seguendo quel percorso sarebbe rimasti la maggior parte del tempo al limitare, sembrava, di conseguenza non avrebbero dovuto avere problemi però preferiva comunque avvertire, sia mai.

    Quando saremo all'interno non parlate e prestate massima attenzione a quello che vi circonda. Ve lo dico per esperienza personale, quei piccoli bastardi che vi abitano sono costantemente affamati.

    Dette quelle ultime parole si zittì completamente, senza dire nulla per tutto il resto del viaggio.
    Procedettero abbastanza spediti, fermandosi giusto un paio di volte per ristorarsi con cibo e acqua salvo poi riprendere il cammino e dopo un giorno intero infine giunsero a destinazione.
    Un capanno al limitare del bosco si ergeva innanzi a loro, con quella che riconobbe essere Yayoi fuori dalla porta mentre mangiava delle patatine.
    La prima cosa che riuscì a notare fu il suoi modo di fare tutt'altro che femminile, e davanti a questo fatto sorrise pensando che già le piaceva.
    Non fece commenti riguardo il tempo che ci avevano messo, entrando con gli altri e andandosi a sedere su uno dei cuscini a terra.
    Doveva ammettere che era estremamente curato quel posto, anzi a dirla tutta non se lo sarebbe aspettato però era una piacevole sorpresa.
    Una volta a terra rimase con una gamba stretta verso l'inguine, mentre l'altra stava col piede poggiato e il ginocchio leggermente piegato.
    Ascoltò quanto ebbe da dire la Kunoichi, evitando di rispondere alle sue domande immediatamente così da permetterle di continuare il discorso fino alla fine e buttando un occhio prima su una foto, poi su un'altra.
    Infine riportò lo sguardo sulla ragazza che dovette ammettere essere decisamente ben messa a livello fisico, oltre che mentale a giudicare dal suo discorso.
    Come ebbe terminato prese parola, il tono tranquillo e rilassato.

    Io sono Nakora e sono passata a Genin da non molto. Ero già a conoscenza delle cassette e di tutto il resto, in quanto ero presente ed ho aiutato il giorno in cui è esploso il Neko. Ho una predisposizione particolare per il corpo a corpo puro e semplice, oltre che avere un udito abbastanza fine e saper variare il timbro della mia voce. Per concludere, no, non abbiamo mai lavorato insieme.

    Inutile dire di conseguenza quali fossero le sue mancanze, non avendo nominato ninjiutsu e genjiutsu risultava abbastanza ovvio che quelle due arti non fossero di certo il suo punto di forza.
    Riguardo il lavoro di squadra preferì non dire altro, dopotutto la sua esperienza in quel campo era stata abbastanza brutta e non di certo per colpa sua.
    Difatti sebbene non l'avesse detto, non riusciva a immaginarsi che dava piena fiducia ai suoi compagni. L'ultima volta che l'aveva fatto se non fosse stato per Deveraux, sarebbe finita mezza morta dritta in ospedale.
    Comunque sia dopo aver finito di parlare rimase in silenzio, guardando gli altri così che anche loro potessero parlare e presentarsi.
    Dopo che tutti ebbero finito di parlare, andò a focalizzarsi con la mente sul piano per entrare nel covo di quei tizi e recuperare il dovuto.
    Yayoi aveva detto che un approccio violento non era un problema per lei eh?
    Sorrise entusiasta a quell'idea, pensando che in questo senso avrebbero avuto del tutto via libera se ce ne fosse stato bisogno.
    L'idea di assaltare quel posto senza tanti problemi la faceva impazzire, però doveva ammettere che forse non era il modo migliore per iniziare.
    Certo poteva essere il seguito ma non il punto di partenza, soprattutto tenendo conto del fatto che anche loro avevano un ninja.
    Per tanto prese parola, esponendo quella che era la sua idea.

    Sono d'accordo sull'approccio violento, mi piace particolarmente. Tuttavia direi di provare prima a entrare nel locale e confonderci tra i presenti, per poi passare a quella parte e sistemare il tutto il più rapidamente possibile. Il fatto che non ci siano porte sul retro di certo ci faciliterà il compito di far sì che nessuno fugga.


     
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