[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. -Hidan
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    Le Nuove Sette Spade

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    Era giunto il giorno, il momento. L'ora della rivincita per Kiri, l'ora delle nuove Spade.
    Peccato fosse anche l'ora di rottamare la bagnarola con cui avremmo tentato la traversata.
    Io e Meika, l'uno accanto l'altro, giungemmo insieme al porto di Kiri, dopo che io l'attesi sopra al gate delle mura del villaggio. La nostra prima, sbagliata impressione fu quella di meraviglia per la grandezza e la magnificenza del galeone che si stagliava di fronte a noi. « Vedi, Meika, questa si che è una nave con cui tentare una traversata tra i gelidi mari del nord... » Esclamai, orgoglioso della maestosità della flotta di Kiri. « Mica come quella zattera male arrangiata alla sua sinistra! Guarda qui, è perfino interamente coperta dall'ombra della nostra nave! Con quella non arriveresti neanche a metà di un viaggio da qui a Konoha! » Scherzai, ridendoci su, prima di accorgermi, quando ormai eravamo arrivati al molo dove c'era l'imbarco, che quello non era il settimo, ma il sesto. Eravamo un molo dietro, e questo poteva significare una cosa soltanto...
    « Oh, che cazzo... » A bassa voce, totalmente impreparato dinanzi a quello che stavo vedendo. « Ma... Ma... Ci deve essere un errore... » Bisbigliai, incerto. « Itai aveva parlato di nave adeguata alla traversata... Con questa non ci farei neanche una scampagnata in mare da due ore... » Purtroppo non c'erano errori. Il molo era quello giusto, la nave pure. Il capitano... Non ne parlo affatto.
    Un vecchio lupo di mare, diceva di essere. Vecchio sicuro, di mare era tutto da verificare. La puzza di alcool era così forte preannunciava il suo arrivo di diversi secondi e ricordava la sua presenza per forse qualche minuto. Per di più, come se non fosse abbastanza, aveva un sol occhio ed un unico braccio, e alla mano buona mancava un dito. Dubitavo essere in grado di andarsi a compare il rum da solo, figuriamoci se era in grado di portare una barca, per quanto mal ridotta e di minime dimensioni fosse.
    « Ok, non è uno scherzo. » Ripetei, questa volta convinto, a Meika, appena il capitano della Spirito Indomito si fosse allontanato per salire a bordo, attraverso una piccola e usurata passerella di legno. « Sei religiosa? Prega anche per me, te ne prego... » Non ero mai stato a Genosha, e incominciai a pensare che non sarei mai riuscito a vederla.

    Saliti a bordo la situazione si rivelò essere perfino peggiore - se mai fosse stato possibile - rispetto a quanto si poteva pensare da fuori. Un'unica cabina in cui si poteva rimanere in piedi - o meglio, in ginocchio - in massimo due o tre persone contemporaneamente, con due amache ai lati della minuscola stanza. La forma eccessivamente allungata e le varie riparazioni di fortuna, probabilmente, la rendevano estremamente instabile, e sul ponte, a meno che non avessimo voluto sdraiarci sulla pancia dell'ubriacone di mare, avremmo avuto molta difficoltà nel rimanere in piedi insieme.
    La domanda era legittima, ed uscì spontanea dalla mia bocca. « Ma... Perché? » Semplice, ovvio. La nostra imbarcazione doveva essere il grande galeone che avevamo potuto osservare poco prima, ma per qualche strana coincidenza del destino, fu una fortunata destinata agli due genin diretti nella terra del Fuoco. Ovvio, ripetevo tra me e me. Buttai fuori l'aria, totalmente sconsolato, allontanandomi dal ponte per andare a disperarmi in una qualche parte della nave - anche se le dimensioni rendevano praticamente impossibile trovare un posto per avere un pò di intimità - mentre maledicevo Kami o il destino, oppure entrambi.
    Neanche le rassicurazioni del comandante riguardo il bel tempo mi tranquillizzarono o mi risollevarono il morale. « Vado a piangere in cabina. Svegliami quando arriviamo, o quando stiamo per affondare. » Chiesi gentilmente, e senza neanche troppa ironia, a Meika, mentre scendevo i due scalini di numero che portavano in stiva.

    [...]

    Il viaggio procedeva - stranamente, viste le premesse - tranquillo. Avevamo appena finito di cenare con un pò di carne salata e polpette di riso che avevamo portato da casa io e Meika. Nella mia solita sacca da viaggio avevo riposto un buon numero di generi alimentari a luna conservazione, anche perché il clima gelido di Genosha non pensavo potesse offrire molto, tranne, ovviamente, del buon pesce fresco.

    z6ooNnk

    « Non ho mai sperato così tanto di rimettere piede sulla terra ferma come questa volta... » E non avevo neanche visto i nuvoloni neri pece che si addensavano di fronte a noi sulla linea dell'orizzonte. Il capitano non indugiò a rassicurarci, o almeno tentò. « Andare a dormire? Vorrei assistere alla mia dipartita in verità, penso proprio di rimanere sveglio questa notte. » Ed invece rimpiansi di non essere andato a letto.
    « Sarebbe stata una morte migliore: nel sonno, senza preoccupazioni, magari indolore, ed invece... » Ed invece ero lì, sul ponte, a veder tramutare il cielo stellato notturno in un unico, immenso ammasso di nuvole tuonanti. Anche il mare, prima piatto, incominciò a gonfiarsi tutto ad un tratto, ed un feroce vento si alzò in direzione opposta alla nostra. La barcaccia incominciò a rimbalzare e a scontrarsi sulle indomite onde, mentre il capitano continuava a ridere, vantandosi di presunte tempeste simili già superate indenne nel tempo addietro.

    z6ooNnk

    « Dannato pazzo... » Esclamai a bassa voce, con un piccolo ghigno in volto, mentre vedevo i cavalloni crescere sempre più in altezza e forza. « Meika! Prendi tutte le funi che riesci a trovare, tagliale via dalla barca se serve! Devono essere resistenti e abbastanza lunghe! In fretta! » Urlai alla compagna di mille avventure, che adesso rischiava di essere realmente l'ultima, mentre anche io incominciavo a cercare e tagliare quante più funi e corde di canapa possibili.
    Avevo un piano. Piano... Non esageriamo. Parlerei piuttosto di spirito di sopravvivenza. Una volta trovate tutte le corde che io o Meika avremmo valutato abbastanza resistenti ed adatte, non restava altro che procedere quanto più velocemente possibile. « Meika, velocemente, legati stretta a me con questa... » Gli avrei passato la prima corda adeguata. « Fai quanti più nodi puoi, e stai attenta a lasciarci le braccia ben libere... Ne avremmo bisogno. » Quindi l'avrei aiutata a legarsi a me, mostrandogli la schiena, e stando ben attento a far passare, prima che il nodo fosse completo e troppo stretto, un'ulteriore corda di canapa tra il mio corpo e la prima corda. L'utilizzo di cui ne avrei fatto era molto semplice. Un secondo grande passaggio, con relativo nodo, sarebbe stato fatto per collegare i nostri corpi, ormai uniti, all'albero maestro della barca, lasciando all'incirca quattro metri di corda. « Questo dovrebbe essere il pezzo più resistente della barca e, nel caso le cose andassero male... » E con male intendevo affondare, letteralmente. « La corda ci darà la possibilità di ritrovarlo, quantomeno per evitare di affogare... Il legno dovrebbe rimanere quantomeno a galla, così avremo la possibilità di non affogare e di non finire inghiottiti o separati dalla corrente. » A quel punto non rimaneva altro che fare un ultimo nodo, anche questo all'albero maestro, ma con l'altra estremità ancora libera. « Samoru! Legati con questa fune! Forza! » Avrei esortato il vecchio, pazzo lupo di mare, ma senza insistere troppo nel caso l'alcool gli avesse dato troppo alla testa. Non volevo che morisse, ma noi eravamo ben più importanti.
    Se avessi avuto altre corde ed altro tempo a disposizione, avrei cercato di fare quanti più nodi con estremità libere possibili, così da poterle sfruttare, eventualmente, per aggrapparci con le braccia una volta raggiunto il pennone di legno. « Ehi... » Mi rivolsi a Meika, con il capo leggermente girato verso di lei, visto che non potevo guardarla negli occhi. « Tieniti stretta a me, ci penserò io... » Cercai di rassicurarla con le mie parole, facendo attenzione ad usare un tono quanto più confortante possibile.

    Ma era proprio il tempo che mancava. Riuscii a vedere pochi istanti prima l'enorme onda che si abbatté sulla nave, distruggendola, ma non prima di aver preparato il mio corpo
    Passo Incalzante dell'Assassino
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare Forza o Resistenza di 3 tacche se presente nebbia o uno specchio d'acqua nelle vicinanze. L'utilizzatore guadagna 1 slot azione extra per effettuare AdO o SeM; utilizzare lo slot azione richiede l'utilizzo della tecnica. Mantenere la tecnica richiede uno slot tecnica.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 5 / Consumo: ½ Basso a colpo )
    [Da genin in su]
    . Il legno usurato cedette di fronte alla potenza delle onde, e mi sentii catapultato via, sospeso quasi nel vuoto più assoluto per qualche istante, prima di sentire il gelido tocco dell'acqua sulla mia pelle. La marea ci inghiottì, portandoci a fondo con lei per il peso della nave, ma avrei impiegato solo un minimo istante prima di incominciare a spingerci verso la superficie con tutta la mia forza, eventualmente, se si fosse presentata l'occasione, facendo anche uso del chakra. Il mare, per quanto terribile, era la fonte di vita per noi Hozuki, ma non potevo dire lo stesso per Meika. Era per questo, oltre che per evitare che la corrente ci dividesse, che l'avevo fatta legare a me, per potermi prendere cura di lei. Avrei cercato a tentoni la fune che, tesa e tirata com'era - probabilmente - ci collegava all'albero maestro, che sarebbe probabilmente riemerso dal fondo del mare prima di noi. Utilizzando la forza delle braccia, laddove il nuoto non mi avrebbe permesso di arrivarci, avrei incominciato a tirare la fune, fino ad arrivare nuovamente in superficie. Riemersi dal mare in tempesta, la prima cosa a cui avrei badato sarebbero state le condizioni di Meika, quindi avrei tentato di trovare una delle altre funi che avevo annodato al pennone per cercare di rimanere quanto più possibile ancorato al pennone. Non mi sarebbe importato di alcun dolore derivante dallo strusciare delle funi sulla mia nuda pelle, anche perché ormai padroneggiavo perfettamente la tecnica Abilità Comuni dei Portatori Anatomia Liquida: L'utilizzatore può manipolare l'acqua del proprio organismo. I danni verranno percepiti come un qualsiasi altra persona: l'utilizzatore può convertire uno status Leggero un danno ½ Leggero alla vitalità, uno status Medio in danno Leggero, uno status Grave in Medioleggera; sono esclusi avvelenamento e Condizioni fisiche Gravi. Non può subire Rotture o amputazioni. I danni subiti dall'organismo si suddividono equamente in ogni zona dell'organismo, testa esclusa. Se Liquefatto, Reidratato, colpito oppure se utilizzato Passo Liquido, l'utilizzatore ottiene un bonus in Percezione. L'utilizzatore deve bere dell'acqua una volta ogni ora, altrimenti è Intorpidito. Ogni round di permanenza in acqua, rigenera gratuitamente i danni subiti di 1 ferita; non rigenera la Vitalità ma solo il danno subito.
    Liquefare: L'utilizzatore può Liquefare il proprio corpo per uno slot azione/tecnica, riducendo i danni subiti, non cura danni accumulati precedentemente. Può ridurre i danni subiti da un'offensiva di ½ Leggera ogni consumo ¼ Basso impiegato. L'utilizzatore può Liquefarsi ulteriormente, aumentando il limite massimo di riduzione dei danni di 1,5 volte; la zona colpita sarà deformata ed avrà un malus di 1 tacca in Forza ogni ½ Leggera sopra il limite, l'utilizzatore dovrà Reidratare la zona colpita per eliminare il malus. L'utilizzatore può anche liquefarsi del tutto, divenendo del tutto liquido: non subirà danni e non potrà attaccare, è considerata difesa totale: il round terminerà una volta Reidratato, richiede un consumo MedioBasso ed uno slot difesa/tecnica.
    Reidratare: L’utilizzatore può Reidratare. Se reidrata una zona normale, per ogni consumo ¼ Basso essa ottiene un bonus di 2 tacche in Forza se usata in attacco, in Resistenza se usata in difesa. Se Reidratate le zone deformate esse torneranno normali, richiede slot azione/tecnica ed un consumo ¼ Basso ogni tacca di malus. Se Reidratato l’intero corpo dopo una liquefazione totale, l’utilizzatore tornerà solido, richiede uno slot azione/tecnica senza consumo di chakra. Le zone deformate o il corpo liquefatto saranno reidratati gratuitamente al termine del round successivo la liquefazione.
    del mio clan. Il dolore sarebbe stato sopportato, così come tutti gli urti del caso con i vari pezzi della barcaccia sparsi nel mare attorno a noi. Per mia fortuna - e, contemporaneamente, per nostra sfortuna viste le condizioni disperate - l'acqua intorno a noi mi avrebbe rigenerato- Liquefare riduce fino a Leggera.
    - Vitalità Liquida rigenera ½ Leggera.
    con il passare del tempo, nel caso in cui il mio corpo liquido non fosse riuscito ad assorbire qualche danno eccessivamente grave.
    « MEIKA! RESISTI! » Avrei cercato di spronare la ragazza, ma più per darmi forza e per ricordarmi che la sua vita dipendeva molto - probabilmente - da me.
    Adesso non rimaneva altro da fare che stringere i denti e sperare la tempesta passasse il più velocemente possibile.

    OT/ Non inserisco ora i consumi di chakra visto l'enorme numero di possibilità ed ipotetiche. Gli eventuali consumi li aggiorno, laddove fosse necessario, nel prossimo post su tue indicazioni.
     
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24 replies since 21/9/2015, 18:52   836 views
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