[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. -Meika
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    Le Nuove Sette

    Sopravvivi.






    Sarei morta quel giorno. Ne ero certa. Non si poteva sopravvivere ad una tempesta del genere: Akira avrebbe ceduto, le corde di avrebbero segato in due, ed alla fine una nuova possente ondata ci avrebbe travolti e gettati negli abissi neri. E lì si sarebbe conclusa l'eroica storia di Meika Akuma, con buona pace dei suoi sogni e delle sue speranze.
    Ma il fato non sembrava vederla allo stesso modo. Sopratutto se il fato prendeva la forma di un vecchio storpio capitano creduto decisamente morto che, eroicamente, cavalcava un'enorme balena. Esatto. una balena.
    Quando riemergemmo dall'acqua sotto l'ascella del capitano ci rendemmo conto che lui, forse, era meno sprovveduto di quanto sembrasse. Il mizukage doveva averci mandato con qualcuno in grado di portarci a destinazione, per quanto dall'aspetto improbabile e dalla nave poco funzionante. Ma quell'enorme balena sembrava essere decisamente più adatta allo scopo. Solo che lui, insistentemente, non intendeva lasciarci ed io mi sentivo soffocare per la stretta. Sappiamo... mantenerci... da soli... Dissi, ma non c'era nulla da fare. Dunque sospirai, lasciandomi trasportare, voltandomi verso Akira. Stai bene? Hai delle ferite? Chiesi, preoccupata. Dove la corda aveva frizionato con la pelle sentivo bruciare, ma non era niente di grave. [1 Ferita Leggera ad ogni arto]. La tempesta dopo un po' si calmò, ma io iniziai a battere i denti per il freddo. L'aria era gelida e man mano che ci avvicinavamo a Genosha diveniva sempre peggio. Se non avessimo trovato un modo di riscaldarci saremmo morti assiderati prima di ogni altra cosa.


    Quanto approdammo a Genosha l'ambiente era ostile. Faceva un freddo bestiale, c'era una foresta ed oltre questa probabilmente solo montagne. Iniziai a battere i denti, mentre il nostro cicerone sembrava essere tranquillo, anzi! Accese un fuoco sul quale mi fiondai, allungando le mani sulla fiamma per recuperare calore. Le dita erano oltremodo pallide e temevo che il freddo avesse fatto strage di quelle dei piedi (che non sentivo). Così mi tolsi rapidamente i calzari e le calze, che tenni vicino al fuoco per far asciugare, ma i miei piedi erano perfettamente normali se non dello stesso bianco cadaverico delle mie mani. Ok Akira... Dissi, battendo i denti. Que... questa è una que... que.. stione d.. di vita o di ..morte Tirai su col naso, per poi starnutire sonoramente. Ci sta... staranno... z..zero gradi.. s..sai c...che l'acq..acqua è b..buon cond... Starnutii ancora. Stavo facendo un preambolo scientifico assurdo, ma se non l'avessi fatto forse non avrebbe capito, perché le mie prossime parole - ed azioni - sarebbero state probabilmente male interpretate come probabile segno di follia dovuta al troppo freddo. Conduttore di cal... calore, p..per cui se r... rimaniamo co..con i vestiti bagn... bagnati m...moriamo ma..male mi mi s...sa Non potevo arrossire data la situazione: i miei organi interni richiedevano sangue! N...non... fiatare.. Conoscevo Akira così bene che con ogni probabilità ne avrebbe fatte di battute da lì all'eternità. Ma comunque, la mia mia vita era decisamente più importante, e se dovevo sopportare qualche stupida battutina l'avrei fatto. Avevamo il fuoco, dovevamo approfittarne per asciugarci i vestiti ma allo stesso tempo non potevamo lasciare che il calore delle fiamme che nutriva i nostri corpi fosse disperso dall'acqua dei nostri vestiti in un centesimo del tempo! Pareva folle ma di fatti era una regola abbastanza basilare della sopravvivenza: i vestiti bagnati, al freddo, andavano tolti ed asciugati in quanto disperdevano più calore di quanto ne trattenessero, venendo meno la loro funzione isolante. Oss...ossan... A..Akira gir... giratevi... Però il tempo di pensare al mio pudore ce l'avevo eccome.
    Avevo portato vestiti pesanti per l'occasione. Al di la dei materiali isolanti che avevo messo nello zaino e che insieme alle provviste erano ormai a rimpinguare il bottino dei Kami del Mare,avevo comunque indossato pantaloni abbastanza pesanti da essere usati con la neve, calze pesanti, una maglietta più leggera sotto il maglione di pail e scarpe da neve. Tolsi tutto, rimanendo così in biancheria, sedendomi vicino al fuoco fino quasi a sentire il dolore pudicamente rannicchiata su me stessa mentre i vestiti, ben piegati, assorbivano il calore del fuoco asciugandosi.
    ... Io uccido il Mizukage quando torniamo a Kiri... avevo le gambe rannicchiate contro il petto e la faccia affondata tra le braccia.


    Quando i vestiti si furono asciugati ed io più riscaldata dal fuoco me li rimisi. Avevo riacquistato un contegno, ma non sarebbe stato di certo facile. Così mi avvicinai ad Akira, sedendomi al suo fianco. Siamo messi male. Lo zaino con le provviste è perso... almeno c'è il f... Zitta Meika, che porti iella.
    Mentre dicevo appunto "almeno c'è il fuoco" quando un lupo bianco con una maschera comparve, azzannando il capitano e portandolo via in un lampo. In un lampo avevo afferrato le armi e per qualche metro cercai di rincorrere la bestia, ma mi arresi presto: troppo veloce e troppo pericoloso. Imprecai ad alta voce ed in maniera molto poco elegante. Ma per tutti i Kami sputtanati! Diedi un calcio ad una pietra, tornando verso il fuoco con passo pesante ed una evidente nuvola nera di furia sulla testa. Se Akira fosse stato in silenzio avrebbe potuto udire persino i tuoni! Ora siamo nella merda più totale. Ecco, Meika era arrabbiata, e si era dimenticata di essere una ragazza. Ok Akira, niente panico. Ero io quella che stava andando in panico! Ma la verità era che era in quella situazione difficile che riuscivo a dare il meglio di me in termini di inventiva. Prima di tutto, le tre priorità per non morire qui sono: uno il calore, due l'acqua, tre il cibo. Moriremo di freddo prima di morire di sete e moriremo di sete prima di morire di fame. Tu, poi, se non butti giù qualche liquido mi diventi utile come un sasso. Inizia a camminare attorno al fuoco, nervosamente. Questo fuoco è l'inizio. Sei esausto, per cui rimani qui a riposare. Per prima cosa, io andrò a raccogliere della legna per tenerlo vivo. Preparerò un focolare in un posto più riparato. Rimpinguiamo queste fiamme, poi portiamo una bastoncino acceso lì e spostiamo tutto. Non voglio rimanere vicino al mare di notte. Quella era la prima priorità. Seconda priorità, l'acqua. La cerco io, tu riposa e raccogli la legna senza stancarti troppo. Incrociai le braccia al petto. E non discutere. Mi aveva salvato la vita poche ore prima. Se non fosse stato per lui in una tempesta del genere sarei sicuramente morta. Il minimo che potevo fare era lasciare che si riposasse il più possibile per riprendere le forze. Comunque, con i miei Occhi dovrei riuscire a trovare una fonte d'acqua in fretta. C'è vegetazione, sembra florida, ci sarà anche un fiume o un laghetto nelle vicinanze. La cercherò quando raccolgo la legna, così da mettere il campo lì vicino. Era molto comodo stare vicino un corso d'acqua, lo insegnava la storia del resto. Così potrai bere quanto vorrai... Poi caccerò. Usando i miei occhi cercherò di trovare animali ad una certa distanza, dunque mi avvicinerò furtivamente e vedrò come fare per abbatterne uno che ci dia un po' di cibo. Il piano si era delineato chiaramente nella mia mente: dovevamo agire in quella maniera ordinata se volevamo sopravvivere. C'erano altre cose da considerare. La missione ora passa in secondo piano, per oggi limitiamoci a sopravvivere ed a fare scorte di cibo. Dobbiamo cercare un modo anche per non morire assiderati. Quando avremo cibo, acqua ed altro, andremo a trovare l'Eremita maledetto ed a concludere la missione. Solo allora respirai, quasi affannosamente, dopo quel fiume di parole. Tu resta qui. Riposati. E non discutere. Meika Akuma così arrabbiata non era uno spettacolo bello a vedersi. Akira conosceva bene la mia personalità tranquilla, anche dolce, sarcastica, scherzosa, triste, disperata, furiosa... ma mai in preda ad un delirio misto di furia-panico-comando.






    [Ore 12:00] - [La Taglialegna]


    Lasciai Akira davanti al fuoco e mi diressi verso il bosco, accelerando il passo. Restare ferma mi avrebbe fatta congelare. Nel bosco c'erano rami circa ovunque. Dato che era una foresta praticamente disabitata c'era una moltitudine di legna secca in terra che iniziai a raccogliere fino a riempirmi le braccia. Raccolsi sopratutto rametti di pino, ma non badai molto a quale legna raccoglievo, giacché per evitare inutili sforzi non staccavo di certo la legna verde dagli alberi. Avrebbe fatto solo molto fumo! L'ideale era trovare un albero seccato e caduto, come se ne potevano vedere molti in una foresta. Inoltre dovevo anche cercare l'acqua. Così richiamai il chakra nei miei occhi [-2 Bassi] ed attesi un po' per riuscire ad acutizzare al massimo la vista. Entro novecento metri riuscii a notare parecchie cose: animali di vario tipo, che vagavano tranquilli ignari della mia distante presenza (lepri, anche un paio di renne!). Mi girai fino a che non riuscii a trovare ciò che cercavo, a mezzo chilometro verso est. Un fiumiciattolo moto piccolo, senza pretese, ma più che sufficiente a rifornire di acqua me ed Akira almeno fino al giorno successivo quando - con ogni probabilità, se Akira si fosse rimesso - saremmo dovuti andar via. Così mi avvicinai, senza perder tempo con rapidi balzi da ninja, verso il fiume. A circa una dozzina di metri da lì lasciai la legna in un preciso mucchietto dietro un grosso albero ed un cespuglio basso e rasposo. Presi con me solo i rami più grossi, lasciandone un paio per sostenere il fuoco successivamente la riaccensione. Dunque ricominciai a raccogliere la legna sulla via del ritorno, cercando rami più grossi. Avevo intravisto un albero abbattuto dalle intemperie a circa mezzo chilometro ad ovest rispetto al mio punto di ingresso nella foresta.
    Tornato al campo, lasciai la legna vicino al fuoco, scaldandomi le mani su quello che rimaneva. Ho trovato un posto buono dove accamparci. Rimpinguiamo le fiamme con questi rami per il momento. Facciamo una specie di torcia, dobbiamo portare il fuoco nel bosco. Dissi, mettendo uno dei rami di betulla nel fuoco solo con la punta (circa una ventina di centimetri) mentre gli altri andavano a far ardere le altre fiamme. Mi sedetti vicino al fuoco, riscaldandomi le mani, finché la fiamma non fu pronta ad essere trasportata. La punta del bastone era annerita e quando la tirai fuori dal fuoco ardeva. Ma non sarebbe durata in eterno... tuttavia, era anche vero che bastava anche un po' di carbone per tenere la fiamma decisamente viva. Ok Akira, adesso andiamo. Non facciamola spegnere. Dissi e condussi Akira verso il posto che avevo trovato, tagliando la strada direttamente verso est. Trovato il corso d'acqua lo risalii finché non vidi il cespuglio dietro il quale avevo nascosto la legna. Il fuoco lasciato lì ardeva e non ci sarebbe voluto molto a tornare per riaccendere la nostra "torcia", ma facendo attenzione una piccola fiammellina vi giunse: più che sufficiente a dar fuoco alle sterpaglie ed al rametti secchi che avevo trovato. Non appena il fuoco iniziò ad ardere soffiai per sostenerlo ed il fumo denso che ne uscì mi parve profumare di vittoria. Ok Akira. Io vado a caccia, mi sposto verso nord. Mh.. raccogli legna, fai ardere il fuoco bene ed assicurati che non possa spegnersi. Dobbiamo cercare tronchi più grossi per stanotte, ho intravisto un albero abbattuto a circa un chilometro o poco meno verso ovest. Ma potrebbero essercene altri. Gettai il primo pezzo di legno nel fuoco con attenzione. Non fare sforzi inutili però, voglio che tu ti riposi, ok? Feci un mezzo sorriso, cercando di risultare incoraggiante. Adesso ci penso io.





    [Ore 13:50] - [La Cacciatrice]


    Attesi giusto dieci minuti per riscaldarmi un po' al fuoco, dunque partii a caccia. Per precauzione strinsi già le dita attorno ad un kunai. Mi spostai di un centinaio di metri verso nord dalla posizione in cui ci trovavamo, dunque riattivai nuovamente i miei occhi [-2 Bassi] per vedere quali animali giacevano nella foresta. Non c'era tana, oscurità, albero o altro che potesse fermare il mio sguardo. Vidi chiaramente una coppia di lepri dal manto bianco che mangiavano tranquillamente. Le puntai: erano loro la mia prima preda di quel giorno. Tuttavia ero controvento, mi avrebbero scoperto subito. Così risalii il corso del fiume fino a trovarmi alle loro spalle, col vento che andava da sud a nord e dunque copriva il mio odore. Mi avvicinai alle lepri con molta calma, come una kunoichi dovrebbe essere [Furtività (Base)]

    Furtività (Base) [1]
    Maestria: L'utilizzatore ottiene +3 alla Furtività.
    , fino a trovarmi a crica dieci metri dalle lepri. Caricai il kunai che ancora stringevo tra le dita: sapevo che avrei potuto prenderne solo una per il momento, ma era meglio di niente. I miei occhi mi avevano consentito di trovare una preda facilmente, ma era di fatti l'unica che potevo trasportare con le mie forze. Avessi abbattuto una renna avrei dovuto trasportare fino all'accampamento una bestia che pesava più di duecento chili! Maledissi quel mio limite, ma scagliai comunque il dardo con tutte le mie forze, mirando al cranio dell'animale. Il kunai penetrò nella testa della povera bestiola. L'altra, spaventata, fuggì come previsto. Presi la mia prima vittima e le cavai il kunai dal cranio, cercando di lavare via il sangue contro il terreno. Preso il primo animale, tornai al campo da Akira. Se non fosse stato lì l'avrei atteso.
    L'animale pesava almeno quattro chili e potevamo certamente farci la carne per mangiare quella sera e quella mattina. Ma non è abbastanza. Dissi, preoccupata. Con questo freddo il metabolismo si alza, dobbiamo mangiare più del normale. Fa una cosa... inizia a spellarlo ed a togliere le viscere, ed a preparare gli spiedi per cuocere... mh magari cerca un sasso! Ecco, ne serve uno piatto ma non troppo grande, lavalo al fiume, usarlo per posarci sopra la carne magari. Attento a non lasciarla mai incustodita, se ci sono lupi se la fregheranno loro. Mi riscaldai ancora vicino al fuoco un po', ma quell'esercizio fisico mi stava aiutando a non raffreddarmi. Vedo se riesco a procurarci un'altro animaletto per domani. Dissi. Conservare la carne con quel freddo non era di certo un problema! Riattivai per la terza volta i miei occhi, sperando di non dovermi pentire per la spesa di chakra [-2 Bassi]. Tuttavia, non avevo diritto di lamentarmi: Akira aveva fatto ben di più per aiutarmi a sopravvivere, potevo sprecare qualcosina per procacciare il cibo per entrambi. Notata una seconda lepre mi avvicinai, facendo sempre attenzione al vento, e con un'azione simile alla precedente la uccisi con un kunai. Presa la mia vittima tornai al campo.
    Mi sedetti vicino ad Akira, riprendendo in mano il Kunai. Non ho mai pensato ai miei occhi come uno strumento per cacciare, ma sapere dove stanno le prede con un largo anticipo... facilita tutto. Ho visto animali più grossi, ma da sola non riuscirei a trasportarli. Per oggi e domani andrà bene questo. Ah! Mi tornò in mente l'idea avuta precedentemente. Senti, tu hai il problema dell'acqua. Certo, se rimaniamo vicino al corso bere per te non sarà problematico, ma comunque dobbiamo far qualcosa perché è probabile che prima o poi dobbiamo allontanarci. Per cui... uhm... ecco, spero non ti faccia schifo l'idea. Io la trovavo disgustosa, ma purtroppo necessaria. Voglio fare un otre dalla pelle di queste due lepri.



    [Ore 16:15] - [L'Artigiana]


    Dopo aver spellato le due bestie, operazione che non si rivelò facile, presi i due pezzi sanguinolenti di pelliccia e mi avvicinai al fuoco che ardeva scoppiettante, sapientemente alimentato di continuo. Bruciacchiai appena i peli dei due animali e l'interno della pelle al fine di renderla più resistente alla decomposizione, dunque mi sedetti per terra. Tagliai due rettangoli circa uguali di pelle aiutandomi con un kunai e molta pazienza, dunque eliminai i vertici di un lato corto dei de rettangoli così da formare una specie di imbuto che posava su un rettangolo. Dunque presi il mio kit di primo soccorso. Lì c'era qualcosa che avrei potuto usare per l'occasione. Ok, sarà una cosa lunga forse. Approfitta per cercare altra legna, pigne, qualsiasi cosa utilizzabile come combustibile nel frattempo... ah, magari, se asciughiamo qualcosa possiamo usarla domani per accendere un fuoco col vecchio metodo dei bastoncini che sfregano. Se il fuoco si fosse spento, eravamo morti. Dovevamo far qualcosa. Ok... mettiamoci a lavoro... Presi il kit di sutura, svolsi il filo ed iniziai con estrema pazienza un vero proprio intervento di pronto soccorso sulle pelli di quelle lepri, incollandone con attenzione tutti i lati fatta eccezione dell'estremità superiore dello stretto imbuto che avevo creato. Applicai la sutura con estrema attenzione, stringendo il più possibile al fine di far aderire i lembi di pelle alla perfezione. Dovetti usare abbastanza filo da rinunciare a quattro medicazioni future, ma alla fine fui soddisfatta del risultato. Avevo lasciato la parte pelosa all'interno, perché il peli potevano trattenere lo sporco ed inoltre non mi entusiasmava l'idea di tenere tessuti molli a contatto con l'acqua... e poi bere quell'acqua. Ma non avevo ancora finito! Presi sempre dal kit di primo soccorso delle garze sterili. Ne tagliai con un secco colpo di kunai un primo tocchetto lungo una trentina di centimetri che strinsi attorno al collo dell'otre, così da chiuderlo. Poi presi un bel po' di garza, che era abbastanza resistente (non quanto una corda di certo, ma sufficiente a resistere al peso dell'otre pieno d'acqua) e lo legai con entrambe le estremità al collo dell'otre sotto il primo nodo. Avevo creato così un lungo laccio che permetteva all'otre di essere trasportato, ed inoltre il nodo superiore e quello inferiore avrebbero permesso un doppio sistema di chiusura per evitare perdite dall'otre. Usarlo forse non era scomodo, ma bere non era di certo un'emergenza. Era un'azione che poteva essere fatta con una certa calma, in buona sostanza. Feci un sospiro: durante quelle azioni mi ero estraneata totalmente dal mondo. E difatti avevo lasciato ad Akira alcune cose da fare: tagliare la carne e raccogliere altra legna.




    [Ore 17:25] - [La Cuoca]


    Non che potessi far molto per cucinare però. Ma misi il sasso sul fuoco (mentre le fitte della fame iniziavano a farsi sentire decise) lasciando che il fuoco la riscaldasse, dunque presi la carne tagliata da Akira e la misi sulla pietra che avrebbe fatto a mo di padella. Non era il massimo, ma era sempre meglio di qualcosa. Quando la carne fu cotta (non a puntino) la infilzai con un kunai - pulito - senza troppi complimenti e la porsi ad Akira. Un pranzo misero, ma pur sempre un pranzo. Dissi, per poi prendere la mia fetta di carne. Mangiarla senza posate ed un piatto non era facile, ma la fame rendeva estremamente abili persino in certe evoluzioni. Alla fine avevo cucinato almeno tre quarti del primo coniglio, sforzandomi di mangiare anche il fregato ed altri organi che generalmente apprezzavo molto poco. Non erano mai stati così buoni.
    Una volta terminato il pranzo raccolsi tutte le interiora svuotate e le andai a portare lontano. Rischiamo di avere visite. Le porto via. La carne che abbiamo ancora in parte la cucineremo stasera, il resto... mh, niente, dobbiamo tenerla da qualche parte su delle pietre, magari vicino al fuoco. Raccogliamo altra legna, abbiamo bisogno di rami grossi per la notte. Così mi allontanai, magari seguita da Akira, lasciando le viscere ad almeno seicento metri dal campo, molto a sud, per poi andare verso l'albero che avevo intravisto prima. Se Akira non l'avesse già depredato, col suo aiuto, avrei cercato si spezzare e portare al campo rami più grossi di quelli che si trovavano per terra. Spezzati quattro rami belli sostanziosi li trascinai con il ragazzo fino al nostro falò, che rimpinguammo. Ed ora non ci rimaneva che aspettare alla sera. Ma non con le mani in mano: ripulii tutto attorno al campo. Raccolsi qualsiasi pigna, rametto e possibile combustibile mettendoli nel mucchio insieme ad altri. Dobbiamo preparare qualcosa su cui stenderci stanotte... ho visto dei salici nani, vado a staccare un po' di rami da lì. Scossi il capo, mentre mi allontanavo. Non sarà il letto di rose ma oh...! Dissi da lontano con un urlo. Era la prima battuta che facevo da che il capitano era stato portato via. Adocchiato uno di quegli strano alberi che stavano a terra con un kunai iniziai pazientemente a tagliare i rami. Un'operazione lunga e tediosa, ma necessaria. Alla fine, con più viaggi, riportai molti di quei rametti pieni di foglie al campo. Alla sera li avremmo usati come "materasso".



    [Ore 21:45] - [La cuoca - 2]


    Il sole era tramontato. Da un bel po' quando suggerii di mangiare ancora prima di dormire. Rifeci le stesse operazioni di prima, risaldando un sasso sotto il fuoco per poi metterci sopra la carne a cucinare. Cucinammo il quarto di coniglio che rimaneva ed un quarto dell'altro. Il giorno dopo avremmo dovuto cacciare ancora. Iniziavo a sentirmi spossata. L'adrenalina dovuta alla necessità di occuparmi di tutto era svanita, lasciando solo una profonda stanchezza.
    Ok Hozuki Feci un grosso sbadiglio. Ammetto di essere un tantino esausta. Ma non possiamo dormire contemporaneamente, se il fuoco si spegne siamo morti. Mi strofinai gli occhi. Avrei voluto lasciar dormire lui, ma era innegabile che fossi troppo stanca. Sono troppo stanca persino per essere imbarazzata Caddi mezza morta sul giaciglio di rami di salice nano. Scomodo, ma pur sempre qualcosa. Mettiti vicino a me, evitiamo di lasciar disperdere il calore inutilmente. Normalmente, Akira lo sapeva, una situazione del genere mi avrebbe provocato forti accessi di imbarazzo e di rossore. Ma la necessità era evidente. Misi un braccio sotto la testa per stare più comoda. Svegliami tra un paio d'ore, ok? Dissi con voce sempre più impastata dal sonno. O quando sei stanco... Sbadigliai. ... Stavo per dire qualcosa, ma ciò che stavo per dire rimase un mistero.
    Mi ero addormentata prima di riuscire a formulare una qualsiasi frase.

    Erano le 22.00 quando mi addormentai.
     
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