[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. -Meika
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    Le Nuove Sette

    The Bear and the Maiden Fair







    Stavo facendo un sogno. Un incubo, per essere precisi. Ero in una landa deserta, dove non c'era altro che bianco a segnare l'orizzonte. Non c'erano alberi, rocce, acqua, animali. C'era solo bianco, sia in terra, che in cielo. Le nubi lasciavano presagire la caduta di altra neve oltre quella che già ricopriva il suolo a perdita d'occhio. Non ero sola, o per essere precisi, lo ero: Akira era davanti a me, disteso per terra. La sua pelle pallida, il suo petto immobile. Quando eravamo sbarcati su quell'isola maledetta mi ero chiesta cosa potesse succedere se gli Hozuki venivano in contatto con un gelo estremo. Quel sogno mi stava dando la chiara percezione delle mie ipotesi. Razionalmente sapevo che erano certamente errate, ma nel mio subconscio messo a nudo dal sogno non era così: era la mia più grossa paura, un terrore che non volevo vedere. Mi inginocchiai di fianco al ragazzo, presi una sua mano che si spezzò tra le mie dita. Ma non c'era carne. Solo ghiaccio. Il corpo di Akira era ghiaccio. Arretrai, lanciando un urlo, proprio mentre sentivo provenire dal cielo un tuono tremendo. Alzai lo sguardo... e vidi fuoco.


    Era il fuoco che ardeva. Akira l'aveva tenuto ben acceso. Era ancora vicino a me, così mi voltai verso di lui, sbadigliando, senza ancora realizzare la minaccia. ... Ho fatto un sogno orribile. Dissi, evidentemente più intontita dal sonno che consapevole del pericolo. Stavamo in questo deserto ghiacciato e tu eri diventato un ghiacc... non riuscii a finire la parola. Un secondo tuono mi riscosse, facendomi spalancare gli occhi per il terrore. Non me l'ero sognato... Le fortune non finivano mai di perseguitarci. Schizzai in piedi, apparentemente impazzita. Corri a riempire l'otre se non l'hai fatto, ho visto una formazione rocciosa che potrebbe offrirci riparo. Non intendo ricevere la pioggia in testa con tutta la fatica fatta per riscaldarci... avanti, facciamo una torcia e portiamo tutta la legna che possiamo lì. E così preparai una torcia con alcuni rametti secchi e misi nella mia sacca un po' di quella esca asciutta che avevamo preparato con così tanta cura, per proteggerla dall'acqua. Una volta tornato avrei caricato le mie braccia di legna, sperando di riuscire a portare anche il resto del coniglio rimanente.


    Guidai Akira verso il costone roccioso e mentre camminavamo iniziai a concentrarmi per poter vedere con i miei occhi contro cosa stavamo andando incontro. Ci muovevamo rapidi, coprire un chilometro grazie alla nostre capacità fisiche non avrebbe richiesto molto tempo e quando eravamo a circa cinquecento metri dalla roccia i miei occhi furono pronti. [Vista Vitale]
    Il mio sguardo trafisse l'oscurità e la roccia e osservai attentamente il percorso da fare, così da poterlo raggiungere quanto più rapidamente possibile senza perder tempo a cercare una grotta. Che trovai! Ma era occupata... da un orso. Imprecai a denti stretti, proseguendo a camminare. Una buona ed una brutta notizia. Mai che ci fossero solo buone, vero? C'è una grotta, troveremo riparo. La brutta è che dentro c'è un orso addormentato. Con ogni probabilità una volta lì ci avrebbe attaccati. Ma forse saperlo ci avrebbe dato un minimo vantaggio riguardo al da farsi. In genere farei andare un'illusione davanti, ma temo che se l'attacca me la secca davvero in poco. Dobbiamo affrontarlo, sinceramente, lo preferisco morto che pronto a riprendersi il suo posto se lo cacciamo. E le mie illusioni da sole forse non potevano battere una bestia di tale possanza. Mi sa che devi andare tu davanti. Odiavo la mia debolezza in quel momento, così come l'avevo odiata sulla nave. Avrei voluto poter aiutare Akira in maniera più efficace che non rimanere nelle retrovie. Scusa, sono troppo debole. Dissi solamente, mentre la grotta, il temporale e lo scontro si avvicinavano inevitabilmente. Lasciamo la legna all'ingresso della grotta, magari alimentiamo la torcia per non far spegnere del tutto il fuoco. Io resterò alle tue spalle, cercherò di supportarti con delle illusioni, ok? Ce l'avremmo fatta. Ce la facevamo sempre, in un modo o nell'altro.


    Giunti all'ingresso della grotta, silenziosamente, avremmo posato la legna a terra, approntando un rapido fuocherello per tenere vive le fiamme. Eravamo distanti circa tre metri dall'ingresso e l'orso giaceva a sei metri da noi. Akira era quello designato ad attirare su di se il colpi dell'orso: l'Hozuki era resistente, più forte certamente di me e sopratutto in grado di ridurre i danni che subiva. Il fatto di dover bere in continuazione poteva anche essere una seccatura, ma un corpo come il suo aveva vantaggi notevolissimi.
    Vedi di non farti staccare un braccio dall'orso. Dissi quasi in un sussurro, prima di allontanarci. Come a Suna, come ogni volta che si prospettava una battaglia, finivo per incoraggiarlo così. Chiedendogli di rimanere tutto intero, o di non morire. La prima volta era successo proprio a Suna, ma quella volta Akira aveva una furia tale ad animarlo che mi aveva fatto paura. Ora era diverso: era tutto calcolato, una battaglia per la sopravvivenza vera e propria. Così lui sarebbe andato diretto contro la bestia. Io Invece, dovevo supportarlo dalla distanza. Tutta la grotta era il mio territorio e rientrava nel raggio d'azione dei miei occhi, ma sapevo al contempo di non poter strafare: le illusione mi drenavano via il chakra con una facilità a dir poco mostruosa e sebbene il riposo mi avesse fatto recuperare gran parte delle forze non potevo sperperarle a cuor leggero.





    Sapevo che con ogni probabilità Akira avrebbe tentato di subire uno dei colpi della bestia per cercare di sferrarle un colpo mortale. Era il suo stile che conoscevo abbastanza bene, date le innumerevoli battaglie affrontate assieme: gli artigli dell'orso sembravano pericolosi, ma nulla che Akira non potesse gestire. E nella peggiore delle ipotesi l'avrei curato io. Come sempre.
    Se l'orso fosse sopravvissuto al probabile colpo di Akira allora mi sarei sospstata dietro di lui, tagliando la visuale di me all'orso mentre creavo a circa un metro di altezza dal suolo due shuriken, che avrei fatto partire sull'onda di un successivo attacco di Akira: immediatamente successivo a questo, atto a sorprendere l'orso mentre imbastiva una difesa contro l'Hozuki - qualsiasi cosa lui avesse deicso di fare - . I due shuriken, più grossi del normale (dal diametro di ben mezzo metro) sarebbero partiti perpendicolari al terreno, passando vicino ad Akira, quasi sfiorandolo, per poi raddrizzarsi strada facendo cercando di colpire l'orso alla gola con un unico attacco preciso e speculare, atto a far credere all'orso che la sua gola fosse stata irrimediabilmente danneggiata [Azione]. Ma il suono che l'orso aveva lanciato mi aveva allarmato. Cosa poteva essere? Era un orso, e quei cunicoli erano senza via d'uscita. Che fosse una specie di richiamo?


    Così aguzzai le orecchie, pronta a rilevare qualsiasi rumore in avvicinamento all'interno della grotta [Percezione 9].

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    Se per caso un orso si fosse avvicinato alle nostre spalle quando ancora era al di fuori della grotta avrei creato immediatamente, alla prima distanza utile (dunque a tre metri dall'orso) un vero e proprio muro di fuoco largo ed alto tre metri, che avrei spinto contro l'orso a piena velocità per allontanarlo dall'ingresso [Azione].
    Comunque che l'orso si stesse avvicinando a meno avrei tratto tre kunai dalla sacca porta oggetti ed ancora sincronizzando il mio attacco con quello di Akira, agendo con un istante di ritardo sul suo per cercare di sorprendere l'orso, avrei tentato di colpirlo con tre kunai mirando all'addome dell'animale. I kunai furono lanciati in linea verticale (se l'orso fosse stato in piedi) oppure orizzontale (se invece fosse stato su quattro zampe) e miravano all'immenso busto dell'animale. [Azione]. Preferii non eseguire tecniche di vario tipo o sprecare più chakra del necessario: forse Akira poteva tenere a bada da solo l'orso dinanzi a noi. Io dovevo coprirgli le spalle e temevo più ciò che avevamo dietro.




     
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