[Quest] Le Nuove Sette Spade

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  1. -Hidan
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    Le Nuove Sette Spade

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    Meika sprofondò nella mia spalla, nel vano tentativo di nascondere un leggero imbarazzo per la mia proposta, gongolando al solo pensiero di una vacanza al mare.
    Non gli feci notare niente di tutto questo con una delle mie battute, non volevo rompere, per una volta, quel bel momento che si era creato in quell'inferno di ghiaccio. Contraccambiai il sorriso con un altro, incominciandomi a stiracchiare sotto la grande coperta che eravamo riusciti a procurarci dalla pelliccia dell'orso bianco. « Ovvio che tu ci debba tenere, ci tengo anche io... » Dissi a bassa voce, mentre lei sbadigliava, seppur avesse appena declinato la mia proposta di riposare. « Auff... » Borbottai, buttando fuori l'aria. « Per uan volta che facevo il cavaliere! » Continuai a stiracchiarmi, muovendomi freneticamente sotto le coperte come un bambino. « Si, si, ho capito. Bla-bla-bla... Non mi addormento, ok! » Giocai a fare il ragazzino, ridendo in faccia anche alle visioni di morte di Meika. « Sono già stanco se proprio vuoi saperlo... » Continuai a ridere e a scherzare, smorzando la tensione del momento.
    Continuammo a parlare e a riposarci per circa un paio d'ore, dopo le quali l'Akuma decise di seguire il mio consiglio di costruire una borsa per portare con noi cibo ed altri materiali utili. L'operazione fu abbastanza laborioso, seppur non molto lunga, ma al termine delle operazioni il risultato fu più che soddisfacente. Utile, seppur scomoda. « Andrà benissimo, o comunque uno dei miei cloni se la farà andare bene per forza. » Non era facile essere uno dei miei poveri, e sfruttatissimi cloni. Una bruttissima vita, sicuramente.

    Dopo aver completato lo zaino, Meika mi raggiunse nuovamente sotto le coperte, visibilmente turbata. Il fuoco adesso stava diventando la sua prima preoccupazione. « A dir la verità, incomincio a non respirare benissimo... » L'aria stava diventando, con il passar del tempo, sempre più pesante. « Mi spiace ma... Penso che tu abbia ragione. Tra poco dovremmo spegnerlo. »

    z6ooNnk

    Ammisi con tristezza. « E, comunque, puoi dirlo che volevi una scusa per restare al buio con me... » Avevo incominciato. « Una bella grotta fredda, nessuno nei paraggi per decine e decine di chilometri, a parte i miei poveri cloni che stanno lavorando per noi... Te sola con me con tutto questo gelo... Sotto una coperta... Saresti la più invidiata di tutte le ragazze di Kiri, non trovi? » Gli pizzicai la spalla. « Potevi usare benissimo un'altra scusa, o dirmelo chiaramente no?! Ahah coff-coff... » Risi di gusto, ma tossii per il freddo. « Ok, basta... » Ci pensò il gelo, e non la paura della morte, a farmi smettere di scherzare. Tornai ad essere inghiottito dalla coperta, fino alla testa. Finché Meika non esclamò qualcosa riferendosi alle spade e a noi uomini. Uscii nuovamente con la testa. « Queste non sono spade... Queste saranno le spade. Daranno di nuovo lustro a Kiri e a tutti i suoi ninja, come le precedenti Sette. » Non avevo ancora abbandonato l'idea di lasciare andare le vecchie Sette per la loro strada, ma potevo occuparmi di una sola cosa alla volta. Passò altro tempo, e noi cercammo semplicemente, e per quanto possibile per via del fumo e del freddo, di riposare. Alla battuta di Meika incominciai a ridere in maniera strozzata. « Non sarebbe da escludere... Se non facesse così freddo andrei a vedere... Ma gli lascio il beneficio del dubbio. » Annuii quando decise di spegnere il fuoco. Il fumo ormai aveva quasi preso il sopravvento in quella grotta. « Spegni pure... Ti scaldo io adesso. » Ammiccai, scoprendo con delusione che i miei cloni avevano appena trovato la superficie.
    Restai a bocca aperta, a metà tra il felice e il dispiaciuto per quella notizia. « Oh, beh... Facciamo dopo casomai... » Aggiunsi, tirandomi su dal pavimento ed aiutando Meika a piegare la coperta. « Aspetta un attimo... Ne prendo una striscetta... » Tagliai dalla coperta una sottile striscia di pelle per la sua lunghezza, larga non più di cinque centimetri. « Questa la usiamo per riporci la carne... Così nello zaino possiamo portare anche un pò di legna asciutta. » Fu così che riempii lo zaino che avevamo creato prima di un pò di legna, quindi con tutta la carne che riuscii a farci entrare, meticolosamente avvolta nella pelle d'orso. « Va bene... Adesso possiamo andare. Ehi, voi due! » Chiamai i miei cloni. « Bel lavoro, adesso prendete, uno a testa, zaino ed otre con l'acqua... Anzi... » Diedi un gran sorso d'acqua dall'otre, per ripassarlo poi definitivamente al secondo clone. « Adesso possiamo andare. » Sorrisi di ricambio a Meika. « Non ti preoccupare per quella cosa carina... Me la dirai una volta a casa. » Dissi dolcemente, mentre la aiutavo ad uscire fuori dalla prigione di neve.


    z6ooNnk

    Quando uscimmo di nuovo alla luce del sole, il paesaggio era ben diverso da come lo avevamo abbandonato solo qualche ora prima. Non più pioggia e nuvole, ma un cielo limpido con un fioco sole splendente, ed un vento freddo ad accompagnarlo. Ma era ben altro a lasciarci a bocca aperta. La foresta in cui eravamo accampati era stata completamente inghiottita dal freddo. « Ma... Che diavolo... » Riuscii a malapena a dire, osservando le poche punte di alberi che fuoruscivano dal folto manto di neve. La collina innevata dietro di noi, invece, adesso appariva come un ammasso di spuntoni rocciosi. « Questo è si uno spettacolo che non si vede tutti i giorni... » Era un vero labirinto di rocce aguzze, molto pericolose da affrontare con una semplice camminata. « La strada direi che la sappiamo... Dobbiamo andare più in alto, no? Che dici che ci conviene fare? » La risposta era scontata, ma il come arrivare a destinazione non lo era per nulla.
    Il dubbio era arrivare velocemente a destinazione, con tanto chakra in meno ed un sacco di pericoli in più, oppure avanzare con calma?
    « Sai che di solito mi espongo sempre, però... Direi di non sfidare la sorte. E' da poco passata l'alba, abbiamo ancora tante ore di sonno davanti. Non corriamo rischi e non sprechiamo energie, d'accordo? » Così incomincio la lenta salita della montagna, tra il feroce ruggire del vento e le incessanti chiacchiere di Meika. Avanzavo con l'incessante dubbio se togliere le mani dalla tasca, e congelarmele, per tapparmi le orecchie, oppure di darle una botta in testa e farla trasportare dai cloni, in silenzio. Ci volle un grazioso scheletro di un esploratore troppo ardito, in una posizione decisamente plastica, ad interrompere e sobbalzare indietro l'Akuma. « Oh grazie al cielo... » Era la prima volta in vita mia che ero felice di vedere un uomo, o quel che ne rimaneva, morto. « Suvvia, è solo uno scheletro! »
    Esclamai, senza sapere che ne avrei incontrati un'altra infinità di scheletri lungo il nostro percorso. Tutti in posizioni rocambolesche, chi infilato in un crepaccio e con le ossa spezzate da una roccia aguzza. Quel posto era un cimitero a cielo aperto. « Beh, non so se siamo fortunati noi... O se sono stati sfortunati loro... » Deglutii, sperando di non dover aggiungere le mie ossa alle loro. « Forza, andiamo avan... » Osservai dietro di me dove Meika, per via del terreno che si era ristretto particolarmente in quel punto, stava incominciando a titubare. « Forza, Meika, sei più forte di qualche vertigine. Lo sai... » Gli dissi, senza aggiungere tante altre parole. Ognuno di noi aveva le sue paure, ma bisognava affrontarle prima o poi. Magari quella poteva essere la volta buona per lei. « Ragazzi, se ha ancora paura spingetela! Deve capire che non c'è niente di cui avere paura! » Ero talmente impegnato a parlare ad alta voce che non riuscii a sentire il sordo rumore di un pezzo di montagna che si staccava. Di netto, appena dopo le punta dei miei piedi. Restai congelato sul posto, incapace di muovermi e senza ascoltare gli avvertimenti di Meika, mentre il crepaccio si veniva a formare davanti a me. Mossi leggermente le punta dei piedi, sentendo al di sotto di essi il vuoto. « Ehm... » Per qualche centimetro non avevo fatto la fine di una gelatina che cascava da un palazzo. « Come stavo dicendo, non c'è niente di cui avere paura... » Le ginocchia tremarono, e cascai all'indietro atterrando sulla roccia innevata con il mio sedere. Il cuore batteva all'impazzata e il respiro era affannoso. Mi lasciai cadere all'indietro, finendo con la testa sulla neve. « Per tutti i kami... Devo chiedere un aumento ad Itai... » Decisamente.

    Mentre recuperavo la calma e le energie dopo quella paura imprevista, Meika utilizzò i suoi formidabili occhi per osservare dinanzi al crepaccio che avevamo davanti cosa ci aspettasse. Per una volta sembrava avere buone notizie. « Un rifugio, veramente?! » Mi rimisi in piedi in un batter d'occhio, pensando alla prospettiva di riposarmi dentro una casetta di legno con un bel focolare accesso. « E che stai aspettando! Incomincia ad andare! » Diedi due pacche ai miei cloni. « Facciamo così, se caschi ti prendo io, o uno dei miei cloni! Capito ragazzi?! Le priorità sono, in ordine, otre dell'acqua, Meika e zaino! » Mi fermai un istante, capendo di aver fatto parlare troppo il mio subconscio. « Eheheh! Scherzavo ovviamente! Prima di tutto la nostra dolce Meika! » Cercai di salvarmi in extremis, appoggiando il mio braccio sulla sua spalla e tentando di darle un bacetto sulla guancia.

    Assecondai le richieste dell'Akuma, e attesi che lei avesse una decina di metri di distanza prima di iniziare a mia volte la salita. « Ragazzi, fate attenzione a lei se casca. Voi potete anche fracassarvi sulla roccia, acqua siete e acqua tornerete, ma a lei dovete dare quanto meno il tempo di recuperare il contatto tra la roccia e il suo corpo per fargli utilizzare il chakra adesivo. Parto prima io insieme ad uno di voi, uno rimane giù finché non abbiamo superato i venti metri di altezza. Intesi? » Detto questo, avrei richiamato il chakra Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali.
    (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da genin in su]
    lungo tutte le piante dei piedi, incominciando a camminare lentamente, ma in verticale, sulla frastagliata superficie rocciosa. Meika, probabilmente con la complicità della sua solita paura per l'altezza, avanzava molto lentamente e quasi a carponi. Decisi di non fare battute a riguardo per non rischiare di scoraggiarla o distrarla, e quindi, di conseguenza, rischiare di andarla a raccogliere con il cucchiaino in fondo alla valle, ma mi limitai a regolare il mio passo in base alla sua velocità. Tutto questo fu estremamente utile anche a me, perché mi permetteva di rimanere ben concentrato su tutti i miei singoli passi, evitando cali improvvisi di concentrazione, e relative rischi di cadute connesse. La roccia verticale, per via delle condizioni climatiche, risultata essere un terreno particolarmente ostico su cui camminare, ciò mi costrinse ad utilizzare più chakra di quanto avevo preventivato, sebbene il riposo notturno e la lenta camminata non aveva per nulla sfiancato il mio fisico. Ci volle ben poco, in questo modo, prima che Meika raggiungesse l'estremità del dirupo e sparì dietro ad esso. Con il cuore sollevato, aumentai leggermente il passo, chiudendo i pochi metri che mi separavano dalla salvezza, o almeno da quella che ritenevo tale. Arrivato sull'orlo del baratro, allungai una mano per aiutarmi a tirarmi su, quindi, a mia volta, aiutai prima il clone con l'otre e, qualche decina di secondi dopo, l'ultimo clone con lo zaino. « E anche questa è fatta... Pfiuuu... » Buttai fuori l'aria, piegandomi leggermente sulle ginocchia.
    Guardai dritto davanti a noi la costruzione in lontananza.
    « Ceto che andiamo... » Sempre davanti, sempre più in su.

     
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