Master and Commander

Free

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    5,483
    Reputation
    +724
    Location
    Isernia (molise)

    Status
    Offline

    Quello era un viaggio che si doveva fare, Diogenes lo sapeva da tempo. Stava solo trovando il momento giusto per occuparsene; era una cosa che voleva fare lui e tra i tanti imegni e preoccupazioni, trovare un buco per una scampagnate nel Paese del The non era un' impresa facile. Erano passati infatti diversi anni dalle avventire nell'Arcipelago di Giada ma il ricordo era ancora vivo nella mente del Mikawa...l'arrivo della missiva, giunta qualche giorno prima sulla sua scrivania, fu solo il pretesto per iniziare i preparativi con entusiasmo. Si, era pronta!

    Vai al molo di Durai e affidala al vecchio pescatore Gerui, è un uomo famoso nella zona quindi non ti sarà difficile trovarlo

    Erano quelle le parole che a suo tempo ril Garth aveva pronunciato a Purotekudo, la sua vecchia alleata donnola, e sarebbero state le stesse scritte nella lettera spedita a Ryoshi. Voleva che anche lui vedesse a cosa si stava lavorando in quelle terre e di come mai nulla fosse lasciato al caso nell'associazione. Era tutto attivo, paurosamente dinamuco su pià fronti e lui poteva accedere solo ad una minuscola porzione di tutti i piani in corso. Ad accompagnare il gigante sarebbero stati Soifon e un giovane marmocchio la cui presenza quel giorno era stata dettata completamente dal caso. Le cose erano andate più o meno così:

    " Ci serve un mozzo da piazzare come palo a Durai. "

    " Voglio che ci sia tu a supevisionare l'operazione, Soifon. E' di vitale importanza che tutto rimanga segreto..."

    " Una volta trovato l'accordo con Gerui sarà tutto fatto. Non posso rimanere lì per tutto quel tempo! "

    " Facciamo così. Prenditi il primo studentello che hai a tiro. Tho qui ho un po di fogli degli ultimi iscritti all'accademia di Oto. Dopo un po di tempo che starete lì e avrà imparato come muoversi, tu potrai andartene e lasceremo lui di guardia. "

    " Devo anche scegliermelo io! "

    :::

    Il viaggio non sarebbe stato molto entusiasmante. Avrebbero viaggiato un carretto di discreta grandezza ma non diverso da molti altri che era possibile individuare sui sentieri tracciati che percorrevano il continente, ed in particolar modo le terre del Fuoco. Se il ragazzo avesse fatto domande Diogene avrebbe cercato di camuffare al meglio la sua posizione e il suo rango. Era completamente disarmato, i capelli erano sciolti e portava degli indumenti da civile....ogni tanto era bene uscire dalle impegnative vesti del boss. Certo un occhio attento avrebbe potuto notare le cicatrici e i muscoli nascosti dietro il turbante e il mantello ma Oto ma, sentendosi rispondere di aver lavorato come artigiano, Kuwa avrebbe potuto accontentarsi di quelle parole...almeno per il momento. Soifon invece sarebbe stata un po più socievole del burbero gigante (per quanto il suo carattere glie lo permettesse) e, in accordo sul come lo avesse prelavato, gli avrebbe dato ulteriori informazioni sul da farsi.

    " La spedizione deve rimanere all'oscuro di tutti; non dovrai farna parola con nessuno. Osserva, fai domande, ma solo quelle che riterrai davvero opportune, e, non meno importante, non commettere sciocchezze. Chiaro? "

    Non era molto chiara tutta quella faccenda. Nessuno gli aveva detto cosa doveva fare con precisione e questo poteva essere motivo di ansia e preoccupazione, soprattutto per un novizio alle prime armi col mondo nei ninja. Sarà forse spietato dirlo ma in effetti Diogenes stava sfruttando l'ingenuità di quel ragazzo per servire una causa enormemente più grande di lui...proprio come in "alcuni ambiti" sono meri mambini a fare il lavoro sporco e mandare avanti intere attività clandestine.

    Oltrepassato il confine del paese del The la strada iniziava a diventare più irregolare; era un lungo viaggio, stancante e scomodo...ma dove diavolo stavano andando?! A questa domanda lo studente non avrebbe ricevuto risposta; doveva attendere, non aveva scelta.
    Il villaggio di Durai non era molto grande e si trovava proprio sulla costa orientale, bagnata dallo stesso mare del paese dell'Acqua. L'attività principale era la pesca, come d'altronde per tutti gli altri piccoli villaggi dissiminati su quella costa. Il mare era ricco come in pochi altri punti del continente e si potevano trovare anche razze pregiate di pesci che venivano esportate in tutto il mondo; Kiri stessa importava del pescato proprio da un'antica famiglia che abitava quel villaggio. Ed era lì che il gruppo era diretto.
    Sebbene non vi fossero molte case, il porto del villaggio era davvero grande e stracolmo di barche di ogni dimensione. Il carretto si sarebbe fermato difronte un enorme magazzino. Una persona del settore avrebbe detto sin da subito che si trattasse di un arsenale, e probabilmente era il cantienre navale più grosso nei paragi, sul cui ingresso era presente un'enorme insegna con scritto "Famiglia Kyari".

    " La stavamo aspettando, signorina Meriha. La prego entri. "

    Disse un uomo evidentemente appena rientrato dalla mattinata di pesca. Il gigante anche seguì la ragazza e superate la prime stanzette dove quintali di pesce venivano smistati e controllati, arrivarono sul retro, nel luogo che speigava la grandezza di quel posto, spropositata per un semplice megazzino di pescatori. Sul bacino di carenaggio vi era una grossa nave...ma non da pesca bensì da guerra! Era un vecchio modello utilizzato spesso da grosse bande di pirati ma ritirato a lucido in modo magistrale. Era stupenda.

    " A breve arriverà mio zio Rufy, intanto ci salga su e guardi che bel lavoro abbiamo fatto! eheheh "

    Possibile mai? Lì, in quel posto dimenticato da dio, tra quintali di pesce e un olezzo a dir poco maleodorante vi era il nascondiglio di una nave da guerra?!?!



    CITAZIONE
    OT / Ryoshi magari fallo arrivare un po prima e studiare la situazione. E' una free quindi nei limiti del realismo aggiungi elementi caratterizzanti ;)

    Per Kuwa invece è la prima uscita quindi ti chiedo di trovare tu un aneddoto carino per farti convincere da Soifon a partecipare; chessò: di pura violenza, una missione di scorta, un'idea di tuo padre per farti fare un'avventura, una visione nel tempo Jashin XD...quello che ti sembra più adatto alla costruzione del tuo personaggio ;)

    E si, Diogene ha anche una nave pirata XDDDDDD /OT


    Edited by DioGeNe - 20/10/2015, 12:02
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,620
    Reputation
    +73

    Status
    Offline

    L'inserimento all'interno dell'organizzazione procedeva a dovere. Il numero delle missioni cresceva senza che potessi tenerle sott'occhio, il che mi dava una tremenda soddisfazione. Significava che tutto sommato stavo in qualche modo ripagando la fiducia ch'era stata posta in me e che mi si stava continuamente dando la possibilità di ripagare il grande debito contratto. Letto il contenuto della lettera mi piombai immediatamente sui libri che mi erano stati lasciati da Ukitake prima della partenza, non avevo idea di dove fosse il molo di Durai e scoprì poco dopo che avrei dovuto viaggiare fin nel paese del Thè. La missiva sembrava urgente, presi le mie cose e partì immediatamente. C'erano due alternative, un viaggio a piedi attraverso il paese del fuoco, indubbiamente lunghissimo e stancante, ma che mi avrebbe garantito la consueta invisibilità, oppure avrei potuto cercare una nave che mi portasse direttamente nei dintorni di quel modo, dovendo però rinunciare alla riservatezza ( difficile passare inosservati su una nave, che tra l'altro richiede titoli di viaggio e simili ), la strada scelta è ovvia.


    Dopo giorni di camminate arrivai nei dintorni della zona. Non sapevo se sul luogo della missione mi sarei ritrovato da solo o se ci sarebbero stati altri membri dell'organizzazione con me. Fino ad oggi avevo rivisto alcuni dei membri solamente alla festa dell'accademia, quando mi ero fatto richiamare stupidamente da Soifon per aver approcciato Matsumono senza troppe precauzioni, frase che nei confronti di Matsumono può lasciare discreti dubbi dalle strane sfaccettature. Non avevo avuto informazioni particolari, di conseguenza pensavo d'agire da solo come sempre, andando a cercare questo benedetto Gerui per consegnargli ciò che dovevo. Il villaggio di Durai era veramente una cittadina di piccole dimensioni, soprattutto per me che provenivo da una grande città come Suna. Intuì sin dall'inizio che le mie sembianze questa volta non mi avrebbero aiutato nell'infiltrazione. L'attività principale era la pesca, e tutti al porto sembravano avere occhi solo per il loro lavoro. Un piccolo bambino dai capelli rossi avrebbe attirato l'attenzione di tutti quanti, e indubbiamente non era ciò di cui avevo bisogno. D'altra parte travestirmi da pescatore non mi avrebbe garantito molte utilità. Non avevo alcuna intenzione di passare la notte al freddo su qualche imbarcazione minuscola rischiando l'ipotermia, nè tanto meno mi avrebbe dato informazioni utili. Ragionando trovai una buona soluzione di compromesso, e mi trasformai in una sorta di artigiano mal vestito, mantenendo i miei caratteristici occhi verdi e la stessa chioma di capelli rossi. Il porto era pieno di navi, e nella zona ci dovevano essere sicuramente artigiani e costruttori vari per eventuali riparazioni. Impiegai poche ore a trovare Gerui, o più che altro indicazioni riguardo il suo posto di lavoro. Tra i tanti magazzini di pesce della zona ce n'era uno di dimensioni esagerate, e secondo quanto detto questo pescatore sembrava essere uno dei vari dipendenti. Rimasi stranito dalla grandezza del magazzino, soprattutto per due elementi, in primis era troppo più grande di quelli attorno, e poi le quantità di pesce che sembrava entrare ed uscire ad una prima osservazione non sembrava giustificare una tal grandezza. Era evidente che ci fosse sotto qualcosa, d'altra parte, se c'era lo zampino del boss non c'era da stupirsi.
    La sera controllai tutti i vari lavoratori che uscivano, cercando di individuare qualcosa di strano senza farmi ovviamente vedere. Oltre a qualche effettivo pescatore erano usciti dal retro due operai dall'aria del tutto diversa, entrambi con una piccola valigetta, le mani curate ed un'andamento quasi elegante. Seguendoli vidi che posavano la loro attrezzatura in un carretto lontano, con una strana sigla :


    I Tappezzieri dell'onda verde.

    Non conoscevo il marchio, ma certo dei tappezzieri non erano molto utili alla causa di un pescatore. Seguì uno dei due in casa, ne ascoltai bene la voce mentre dialogava con una vecchietta salendo le scale e l'indomani il poveretto si sarebbe svegliato legato al letto, con la casa ribaltata in un falso tentativo di furto, impossibilitato certo ad andare a lavoro finchè qualcuno non ne avesse notato l'assenza. Al mattino avrei poi aspettato l'altro tappezziere trasformato, avrei potuto parlare con la stessa voce del poveretto che avevo legato se necessario, rendendo impossibile destare ogni sospetto. Seguendo l'altro tappezziere sarei entrato dal retro di quel gigantesco magazzino, dovendo mordermi poi la lingua una volta superata la porta per non rimanere sbalordito.

    Una nave da guerra ?

    Mai avrei pensato che il capo potesse avere così tanto potere ed influenza. Il mio compito era di sistemare alcune delle camere da letto per gli ufficiali della nave con la miglior tappezzeria che il mio collega potesse vantare. Cercai di lavorare copiando il mestiere dell'altro finchè non notai strani rumori nell'enorme stanza, solitamente tenuta quasi in segreto ( per quanto assurdo fosse ). Con la scusa di dover prendere una boccata d'aria uscì sul ponte, dal quale riuscì a vedere Soifon, il boss ed un'altro ragazzo, lo stesso che avevo addestrato tempo addietro, incredibile come fosse piccolo il mondo. Ero trasformato e difficilmente il capo avrebbe potuto individuarmi, io stesso non sapevo bene cosa fare in quel preciso momento. Entro poco probabilmente i tre sarebbero stati accompagnati sulla nave, avrei aspettato quella migliore occasione per decidere il da farsi.

    Il capo in persona...

     
    .
  3. Creel
        Like  
     
    .

    User deleted


    Le preghiere a Jashin erano la parte fondamentale del suo culto. Ogni mattina dieci minuti erano dedicati all'adorazione del mio Dio. Questa mattina qualcuno aveva avuto la pessima idea di interrompermi bussando alla porta di casa. Dadao in mano, sguardo inferocito, mi diressi a passi pesanti verso la porta e la spalancai.

    Chi cazzo è che mi...

    Le parole mi si spensero in gola quando davanti a me vidi una donna chiaramente non impressionata dalla mia reazione, o dalla mia arma. Lanciò una rapida occhiata dietro di me, verso il tavolo ricoperto da piatti e stoviglie varie, verso il letto sfatto abbandonato in un angolo, soffermò lo sguardo per qualche secondo sul piccolo altare vicino al letto, un semplice ripiano di pietra con il simbolo di Jashin intagliato sopra. Guardò quindi me, il dadao abbandonato sul fianco, la faccia leggermente stupita e il petto nudo sul quale svettava la collana con il simbolo del mio culto. Avendo probabilmente compreso la situazione si fece strada verso il tavolo ignorandomi completamente.

    Ehi... Questa è...

    Nuovamente non riuscii a finire la frase. Qualcosa di quella donna aveva completamente spento il mio spirito combattivo. Si sedette al tavolo e mi fece cenno di raggiungerla. Obbediente chiusi la porta, posai il dadao in un angolo e la raggiunsi.

    Scusa se ho interrotto la tua preghiera ma non ho molto tempo da perdere.

    Rimasi nuovamente stupito, non pensavo che il culto di Jashin fosse particolarmente famoso. Questa donna invece era pimobata in casa mia e, nonostante la maleducazione, si era scusata per quello che aveva fatto. In modo completamente naturale, come se fosse venuta solamente per un the, mi spiegò che ero stato scelto per una missione in quanto studente particolarmente promettente e, soprattutto, per aver mostrato già un certo grado di indipendenza rispetto ai bambinetti che ancora frequentavano l'accademia. Si presentò poi come Soifon, ma non mi diede ulteriori informazioni sulle sue affiliazioni o sulle intenzioni. Nel suo discorso accennò più volte alla riservatezza della missione e come non fosse nulla di ufficiale. Era come se sapesse quali erano i miei bisogni e le mie intenzioni. Non ufficiale era sinonimo di affari loschi e tutti sanno che gli affari loschi finiscono sempre nel sangue.
    Non le ci volle molto a convincermi, la rapida occhiata che lanciai all'altare lasciò intendere la mia decisione.


    ~~~



    Per la seconda volta in pochi giorni mi ritrovavo a compiere una missione, fare un viaggio, o cosa diavolo stessimo facendo, in compagnia di qualche sconosciuto e senza avere idea di quale fosse il mio obiettivo. I miei compagni di viaggio erano Soifon, la donna che mi aveva proposto la missione il giorno prima, e un uomo del quale non ero neanche riuscito a sapere il nome. Uomo però era un termine che non rendeva decisamente onore a questo essere gigantesco, alto almeno un metro in più rispetto a me, con delle braccia larghe quasi quanto il mio torace, probabilmente in grado di strappare a metà una persona senza troppo sforzo. Restai in silenzio per le prime ore di viaggio, cosa che sembrava andare benissimo anche agli altri due. Il paesaggio intorno a noi non mi forniva nessuna informazione, questo era il mio primo viaggio fuori dal villaggio e non conoscevo minimamente la geografia del paese delle Risaie.
    Il mio primo tentativo di comunicazione fu decisamente infruttuoso, l'unica cosa che riuscii ad apprendere dal gigante era la sua professione: l'artigiano; che tipo di artigiano, dove vivesse o cosa ci facesse insieme a noi rimanevano un mistero. Soifon si rivelò leggermente più loquace, ma non per questo più utile. Dopo aver raccolto il coraggio di chiederle perchè avesse scelto proprio me e perchè ci stessimo dirigendo fuori dal villaggio ottenni una risposta che si potrebbe riassumere con: "Siamo uomini loschi, facciamo cose losche, non sai cosa devi fare ma devi comunque farlo bene". Che di per sè non era particolarmente rassicurante. D'altro canto, come ormai mi ripetevo da giorni, ogni occasione poteva essere buona per compiacere Jashin e le opportunità di questo tipo dovevano essere colte al volo.


    Dopo che quella che mi sembrò un'eternità arrivammo finalmente alla nostra meta, o comunque quella che io ritenevo tale. Il villaggio era piccolo e anonimo, composto forse da una ventina di case. Nonostante non avessi mai visto un porto in tutta la mia vita, suppongo questo fosse davvero grande, pieno di barche di ogni dimensione e fervente di vita. Uomini che andavano e veniva, che gridavano da una barca all'altra, si lanciavano funi o barili, l'attività principale sembrava essere la pesca.
    Ci fermammo davanti ad un enorme magazzino dove un uomo si rivolse a Soifon, il cui cognome a quanto per era Meriha, un'informazione che si sarebbe potuta rivelare utile.
    Scesi dal carro seguimmo l'uomo, che ci guidò dentro il magazzino. Dopo aver superato varie stanzette stipate di pesce giungemmo nel luogo dove vidi il probabile motivo del nostro viaggio, un'enorme nave, nuova, imponente e armata di tutto punto. Rimasi a bocca aperta a fissare la nave, ancora incapace di capire cosa stesse succedendo e in che guaio fossi andato a ficcarmi.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    5,483
    Reputation
    +724
    Location
    Isernia (molise)

    Status
    Offline



    " Ehi tu, sposta quel secchio di pesce, qui si fa ben altro! "

    Disse un vecchietto in avvicinamento, accompagnato da un uomo dall'imponente stazza fisica, ad uno degli operai che era lì nei paragi. Gerui era sulla ottantina, era praticamente un nano e indossava degli strambi abiti; il figlio invece era il frutto di anni di dura vita merinara e operaia e si chiamava Rufy. Era stato grazie a lui che riuscii ad entrare quasi dieci anni prima a Kiri per trafugare le famose spade e da allora era cresciuto molto. Sul suo volto vi erano nuove cicatrici e rughe, segmo di una maggiore esperienza acquisita, ed infatti il suo sguardo era più sicuro e fiero. Fu infatti proprio lui a parlare:

    " Allora. Che ve ne pare? Bella è! "

    " Vorrei constatarlo per bene. "

    " Venga, le faccio fare un giro. "

    Rufy parlava con Soifon; tutta l'operazione era stata fatta facendo figurare lei come il principale sotto l'identità di Meriha Yakushi, nobile e influente esponente del noto clan di Oto. Io ero la sua guardia del corpo, diciamo.
    Salimmo quindi sulla nave, dove Ryoshi si era già infiltrato perfettamente; ovviamente non mostrai il minimo interesse nei suoi confronti. Doveva continuare a stare lì in incognito per un po, almeno per aiutare lo studente ad ambientarsi, monitorare il suo comportamento ed aiutarlo in caso di necessità. Intanto l'otese avrebbe dovuto memorizzare perfettamente ogni cosa avrebbe visto di lì in poi; lo standard di qualità doveva essere elevatissimo...se doveva rimanere lì per la produzione in serie serviva qualcuno che controllasse il processo con occhio attento.

    " La sua alleata donnola quando ci portò la nave era in pessime condizioni. Tuttavia la base di partenza era molto buona così l'abbiamo smontata pezzo pezzo e riassemblata al meglio: lo scafo è stato completamente rinforzato in maniera da resistere alle più tremende tempeste e ad attacchi esterni così come gli alberi anche sono stati ricoperti di placche metalliche. Sulla punta della nave è stato installato un arieta da sfondamento per attacchi frontalei a strutture ed altre imbarcazioni. In alto invece, il tessuto per le vele lo abbiamo fatto arrivare dal paese della Sabbia: è talmente resistente da essere difficile da bucare con una lama enonostante questo prende benissimo il vento. Venite, andiamo giù in coperta. "

    L'anziano padre intanto seguiva il gruppetto senza dire una parola, orgoglioso dell'operato della attività e già proiettato alla fase succesisva di trattative. Il lavoro era stato eccelso...chissà cosa avrebbero detto quando gli avrei proposto il resto!

    " Questi cannoni sono stati riciclati da una vecchia fortezza in disuso sulla costa occidentale del paese del The. A meno di non spendere cifre astronomiche, non ne fanno più di questa grandezza e potenza. Una scarica di una batteria di queste è in grado di demolire mura e torri di guardia senza problemi. Ne sono stati istallati 8 per lato. "

    Inutile dire le scene di terrore e sangue che imbarcazioni di questo tipo avrebbero potuto regalarmi in un futuro non così lontano. Scendemmo dunque ancora più giù, nell'ultimo reparto dove era stata collocata la stiva.

    " Lo scomparto frigorifero della stiva può contenere tanto pesce da sfamare per un mese l'equipaggio. Come rischiesto, inoltre, la nave è stata caricata di talmente tanti esplisivi da poter far saltare in aria qualunque cosa si trovi in un raggio davvero considerevole...Vi è un meccanismo di sicurezza per permettere di azionare la detonazione solo volontariamente ma secondo molti nei nostri artigiani rimane un azzardo."

    " Lei non si preoccupi di questo. Direi che la richiesta è stata soddisfatta a pieno. "

    " Allora, la smettiamo con questo teatrino e parliamo di affari...colosso? Se non eri certo che avremmo fatto un buon lavoro non mi avresti nemmeno portato l'imbarcazione."

    A Gerui non sfuggiva proprio nulla; di sicuro non si era dimenticato del mio volto e aveva ben capito con chi doveva parlare per portare a compimento quella faccenda. Avevano sprecato molto leavoro e tempo nella realizzazione della nave e ora volevano essere ripagati di tutti gli sforzi. Era giunto il momento di concordare il prezzo.

    " Saliamo di su? "

     
    .
  5. Creel
        Like  
     
    .

    User deleted


    Non mi ero ancora ripreso completamente dallo stupore quando fummo avvicinati da due uomini. Il primo era un vecchietto, molto basso e vestito in modo colorato e stravagante, decisamente strano dato il luogo. L'altro era un uomo di statura normale, muscoloso, col volto segnato da alcune cicatrici, dato l'ambiente poteva essere un marinaio, o anche qualcosa di più visto il suo portamento fiero e la sicurezza che mostrava. Fu proprio lui a rivolgersi a Soifon, offrendosi di farle visitare la nave. Per un attimo rimasi indeciso sul da farsi, potevo salire anche io? Ancora adesso non riuscivo a capire quale fosse il mio posto in tutto questo, dove fosse il sangue e la battaglia che pensavo Soifon avesse sottinteso quando mi aveva proposto il viaggio. Lanciai un rapido sguardo intorno a me, forse era solo la mia immaginazione nutrita dalla mia insicurezza, ma sarei stato pronto a scommettere che gli operai mi stessero lanciando qualche occhiata, come se fossi fuori posto.
    Mai lasciar fiutare a un uomo la tua insicurezza.
    Scrollai leggermente le spalle, sfiorai l'impugnatura del dadao e corrucciai leggermente le sopracciglia, come se mi stessi effettivamente concentrando per ispezionare il posto. Mi guardai nuovamente intorno cercando di mascherare l'insicurezza nel mio sguardo, non ero un bambino in mezzo agli adulti; volevo che tutti capissero che io ero un pari di questa donna e del gigante, o almeno, che lo credessero. Seguii quindi il gruppo sopra la nave senza essere fermato da nessuno.


    Arrivai sul ponte mentre l'uomo stava già parlando, anche se essere lì dall'inizio del discorso non avrebbe sicuramente aiutato la mia comprensione. Mi intendevo di navi e di battaglie navali quanto mi intendevo di medicina o di volare come un uccello. Una volta un ragazzo mi aveva sfidato a volare dal tetto di casa, mi ero lanciato avevo mosso un po' le braccia e mi ero rotto un paio di ossa.
    Cinque anni dopo lo avevo sgozzato sopra l'altare di mio padre.
    Finsi comunque di capire anche le cose che mi erano poco chiare, non ero sicuro di cosa fosse un albero o lo scafo, ma non era importante. Ormai indossavo la mia maschera, mi guardavo intorno con sicurezza, cercando di ricordare tutti i dettagli possibili mentre quest'uomo elencava le numerose proprietà di questa nave. Se ce ne fosse stato bisogno erano tutte nozioni che avrei potuto apprendere in un secondo momento.
    Finita la visita del ponte ci dirigemmo dentro la nave, luogo che l'uomo aveva chiamato "giù in coperta". Qui ci furono mostrati i cannoni, enormi, adeguati alle dimensioni della nave che li portava.
    L'ultima tappa fu nella stiva, il luogo dove si tiene il cibo. Un enorme portellone ermetico chiudeva quella che suppongo fosse la cella frigorifera che, a detta dell'uomo, poteva contenere cibo per sfamare l'intero equipaggio per un mese intero.
    Appresi che la nave era anche piena di esplosivi, a quanto pareva neanche troppo sicuri. Non era comunque un mio problema dato che non avrei dovuto viaggiarci sopra. Forse.


    Finito il tour della nave, il vecchietto, che ci aveva seguito per tutto il viaggio, si rivolse al gigante per parlare del prezzo della nave.
    Non a Soifon, ma al gigante.
    La copertura del semplice artigiano adesso mi sembrava molto debole, poteva essere forse il contabile? Con quei muscoli e quelle cicatrici non credevo proprio. E, soprattutto, a detta del vecchio era stato lui a portare qui l'imbarcazione. Iniziava a sorgermi il dubbio che non fosse Soifon a gestire tutta l'operazione; dopotutto, perchè il capo si sarebbe dovuto prendere la briga di mandarmi a chiamare al posto di mandare un sottoposto?
    I miei dubbi non facevano che aumentare. Chi erano veramente quella donna e quel gigantesco uomo e perchè stavano comprando un nave? E perchè questa nave era anche piena di esplosivo? E, soprattutto, per quale stramaledetto motivo mi trovavo anche io lì con loro?


    OT / Scusate se ci ho messo tanto a rispondere ma ho passato la settimana agonizzante con un febbrone allucinante :what:
     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,620
    Reputation
    +73

    Status
    Offline
    Dopo un veloce scambio di parole tra il colosso, Soifon ed un nuovo duo arrivato da poco nella struttura il gruppo si avvicinò alla nave. Probabilmente intendevano fare un giro di perlustrazione per far controllare l'operato ai committenti. Quando il gruppo fu leggermente più vicino riconobbi nel ragazzino che accompagnava il boss lo studente che avevo addestrato tempo addietro. Incredibile come fosse piccolo in mondo, e come sembrava volersi chiudere un cerchio dannatamente grosso. Già ai tempi in cui avevo scoperto di dover addestrare uno shinobi di Oto avevo trovato la cosa strana, adesso che me lo ritrovo nuovamente tra i piedi non posso che chiedermi quanto tutto ciò sia frutto di un destino ironico, o di un piano sconsiderato.
    Ad ogni modo, quando c'è il capo di mezzo non mi posso stupire di nulla, ogni volta che vengo a conoscenza di qualcosa che lo riguarda non posso che rimanere incredibilmente stupido. Ad ogni modo, il mio compito è di controllare l'operato dei costruttori in primis, per verificare che mantengano l'elevato standard di qualità richiesta, ed il caro Kuwa. Che probabilmente rimarrà in questo villaggio abbandonato da dio per parecchio tempo a guardare manovali caricare navi e montare vele.


    Ti tengo d'occhio.

    Il ragazzo era sopravvissuto a quella giornata infernale durante il suo addestramento, ma ad oggi non sapevo se fosse ancora effettivamente pronto per poter gestire un'ordine direttamente dai piani alti dell'associazione. D'altra parte, io stesso ero stato salvato quando non valevo assolutamente nulla, avrei dovuto avere pazienza e dare anche a lui la giusta possibilità. Mentre il duo di padre e figlio faceva fare un giro di controllo ad Aloysius & Co. li seguì, tenendomi a qualche metro di distanza e sfruttando muri e porte per rimanere poco dietro di loro. Indubbiamente chi di dovere aveva già sicuramente capito, ma avrei preferito evitare che i lavoratori capissero d'essere spiati per poter osservare meglio l'operato, e verificare se anche senza l'ansia dell'arrivo del padrone lavoravano con questa costanza e perfezione. Inoltre era importante che sentissi ogni parola, magari riguardo vani segreti o funzioni particolari per potermi accertare che anche successivamente sarebbero stati eseguiti allo stesso modo. Il giro venne svolto in pochi minuti, poi finalmente il più vecchio di turno si rivolse direttamente al Colosso per poter trattare.


    Tipo sveglio... Dovrò tenerne conto.

    Per il momento era meglio defilarsi. Tornai nella stanza delle tappezzerie, dove l'altro mio collega stava continuando imperterrito la sua produzione. Molto bene. Ripresi in mano gli strumenti del mestiere e continuai a fare un pezzo. Lavorare non faceva certo per me, ma per fingere bene, questo e altro.
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    5,483
    Reputation
    +724
    Location
    Isernia (molise)

    Status
    Offline

    "Suvvia vecchio, dimmi quello che vuoi. "

    Iniziò così quella che si sarebbe rivelata una trattativa rapida ed indolore. I due marinai avevano condotto il gruppo in una piccola stanzetta abibita a studio. Avevano chiuso la porta ma era talmente logora e vecchia che per Ryoshi non sarebbe stato difficile ascoltare tutto senza farsi sgamare dai pescatori che di tanto in tanto passavano nelel vicinanze caricando e scaricando merce. In quel posto si era come all'interno di una grande casa, dove il concetto di "famiglia" era talmente forte che ogni suo dipendente era paragonabile al più fidato degli alleati. Nessuno sentiva ciò che non doveva sentire, nessuno diceva cià che non doveva dire.

    " Non c'è molto di cui discutere, Aloysius. Ti rispondo quello che ti dissi a suo tempo: voglio il monopolio sul mercato ittico di tutto il mare orientale. "

    " Converrai con me che fin quando Kiri è in piedi ciò sarà impossibile vero? "

    " Certo! Ma non siamo qui per questo? Non vuoi quelle navi per distruggere quel villaggio maledetto?! Per anni sono dovuto sottostare alle regole imposte da quell'ingrato regime militare! Io sono cresciuto ai tempi della Nebbia di Sangue...io so cosa vuol dire la guerra e la morte. Quando scappai da quelle terre mi ripromisi che in un modo o nell'altro avrei avuto la mia rivincita e guardami, dopo più di 50 anni di fatica, sono riuscito solo ad ottenere un misero canale di esportazione. "

    " Suvvia padre, il nostro mercato non è poi così misero! "

    " Stai zitto tu! Le mie ambizioni vanno ben oltre quelle dei pescatori di queste terre! Ed è proprio per questo che non affiderò a te o a nessun altro questa attività!!! Grande e grosso fuori e così piccolo dentro! "

    " Padre ma come possiamo fidarci di quest'uomo? "

    " Non abbiamo nessuna garanzia ma è l'unico che mi sembra avere i giusti mezzi per un'impresa del genere. Aloysius Mikawa, che dici? Sei in grado di levarmi la concorrenza dai piedi e rendere i Kyari ancora più potenti? "

    " Tu prepara una flotta, al resto penserò io. "

    " Vogliamo delle date, del tempo concreto. I materiali che hai chiesto per fabbricare queste navi costano un occhio della testa e anche reperirli senza far comparire nulla alla luce del giorno ha i suoi costi! Stiamo impiegando molti dei nostri uomini in questo progetto, lasciando alcuni pescherecci fermi al molo! "

    " Comprendo benissimo ma non sono uno stregone e gli equilibri possono cambiare da un momento all'altro visto come sta evolvendo lo scenario ninja. Datemi un anno. "

    png

    " Un anno!?!? Ma tu sei pazzo! "

    " Un anno di tempo e Kiri sarà ridotta in macerie? "

    " Avete la mia parola. "

    Si doveva ancora parlare di molte cose: dove attraccare le navi una volta pronte, come impegnarle per tutto quel tempo, trovare le ciurme e addestrare i miei uomini a diventare ottimi capitani ed istruirli sulle principali rotte...ma lo sguardo sul volto del vecchio Gerui mi piaceva. Si poteva fare.

    Cosa avrebbe pensato l'otese di tutta quella faccenda? Attaccare il villaggio della Nebbia e raderlo al suolo...ma non erano paesi alleati? Si parlava di guerra, tradimenti, eserciti, tutte cose completamente fuori dallo scenario di un comune studente. Come avrebbe reagito a quella scoperta? Soifon era al suo fianco e non fiatava, forse doveva fare lo stessoanche lui. ma a cosa serviva? Perchè era stato chiamato?
    Intanto il sunese avrebbe sicuramente ascoltato tutto: una nuova fase nei piani dell'associazione era iniziata e una data molto importante era stata fissata. Entro un anno probabilmente parlare di Kiri o di Oto non avrebbe avuto più molta importanza...o chissà, differenza! Perchè tenerlo al corrente di quell'operazione?



    Edited by DioGeNe - 12/10/2015, 18:41
     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,620
    Reputation
    +73

    Status
    Offline

    Cosa ? ? ? ?

    Difficile dire se fosse più lo stupore, l'eccitazione o un profondo senso recondito di paura a travolgermi maggiormente. Sicuramente l'effetto di queste tre emozioni combinate era particolare. Da un lato fremevo dall'eccitazione, ed anche se la mia tenera età mi tradiva sotto questo punto di vista, stavo provando un piacere lussurioso nell'immaginare le scene di sangue che lo scenario appena prospettatomi avrebbe potuto ricreare. Già pensavo all'idea di poter gustare tutte quelle fantastiche sensazioni. Ritornai con la mente agli omicidi che avevo portato a termine, a partire dai miei genitori per finire a Gou, quell'umile servo che stava contribuendo all'attentato di Suna. Poca roba, avevo bisogno di molto più sangue, quella sensazione era fantastico e prendeva per un attimo l'intero possesso del mio corpo, bramavo la possibilità di riviverla. Opposto a tutto ciò c'era la profonda paura per quello che si stava per porre in essere. Sin dall'inizio sapevo di essere una misera pedina di piani ben più grandi di me, ma chi avrebbe mai potuto immaginare una così grande portata distruttiva ?
    Pensavo di lavorare per una persona importante ad Oto, con una sua influenza anche negli altri villaggi, ma come si poteva pensare di poter distruggere Kiri in un anno ?
    Sui libri di Ukitake avevo letto storie che narrano di come un solo uomo, originario di Suna e di nome Sasori fosse in grado di conquistare interi villaggi da solo. In questo caso il Mikawa non era propriamente solo, ma come si poteva pensare di distruggere uno dei villaggi portanti dell'accademia ? E come farlo senza attirarsi l'ira degli altri ?
    Nemmeno per un'attimo cedetti alla tentazione di credere che gli sarebbe bastata la testa del Mizukage per morire sotto le spade degli altri kage. Per il poco che avevo visto quell'uomo era ovvio che aveva già in mente qualcosa, e volevo assolutamente esserne parte. Dovevo migliorare, giorno per giorno e portare a termine le mie missioni. Dovevo diventare un membro portante per poter vivere in prima persona le grandi azioni ed i grandi progetti ch'egli aveva in serbo per tutto il continente conosciuto.
    Oggi avevo scoperto la sua volontà di avere un'esercito navale, chissà che domani non sarebbero venuti fuori chissà quali pazzeschi strumenti di distruzione. Un uomo, un mistero. Dovevo avere pazienza e rincorrere il potere.
    Tutto ciò aveva un suo grande rischio, mi era stato ben spiegato da Soifon come nemmeno la morte mi avrebbe salvato in caso di fallimento, e anche se facevo fatica ad immaginare la reale portata di quelle parole, non ne mettevo in dubbio la verità.


    è incredibile quanto a quanto potere di possa ambire. Ed è incredibile come un'eredità ti possa cambiare.

    La mia vita senza il fallimento di mio padre e la mia conseguente rinascita sarebbe stata terribile, ed invece...
    Da dietro la porta riuscivo ad ascoltare tutto abbastanza chiaramente senza destare sospetti. Sulla nave nessuno faceva domande scomode e tutto l'equipaggio sembrava molto amichevole ed affiatato. Componenti fondamentali affinché si riuscisse a creare un clima di lavoro stabile e prolifico.


    Anche nella scelta degli appaltatori non ha sbagliato...

    Tutto sembrava ampiamente studiato, veramente in ogni dettaglio. Sfortunatamente dall'esterno non potevo vedere l'espressione di Kuwa. Il ragazzo sembrava portato, ma ritrovarsi in qualcosa di così immenso non era facile per nessuno. Inoltre non sapevo le dinamiche con le quali lo studente era entrato in contatto con l'organizzazione, ma indubbiamente anche la sua scelta non era stata causale, e questo mi faceva ritenere che probabilmente aveva del potenziale.
    I miei occhi vigili l'avrebbero osservato nei giorni a seguire.

     
    .
  9. Creel
        Like  
     
    .

    User deleted


    Mi ero mostrato impassibile durante tutto quello che era successo oggi.
    Avevo mantenuto uno sguardo duro e freddo durante l'esplorazione della nave.
    Avevo taciuto e annuito durante le trattative.
    Ero sempre sembrato un perfetto componente di questo gruppo, se non per quel mezzo secondo in cui la mia bocca era rimasta aperta e ciondolante per lo stupore.
    Un anno di tempo e Kiri sarebbe stata ridotta in macerie. Chi era a prometterlo? Il gigante, Aloysius Mikawa.
    Il mio cervello sembrava completamente spento, non sapevo cosa pensare, ero semplicemente sopraffatto dalle informazioni che avevo ricevuto. Sin da quando ero stato scelto mi ero preparato a tutto, sarei stato immediatamente pronto ad uccidere, anzi, ne sarei stato ben felice. Furti, stermini, rapimenti, qualsiasi cosa, ma non questo. Non si trattava di semplici scaramucce tra ninja, qualche piccolo conflitto di interessi, era una vera e propria guerra su larga scala.
    La cosa più spaventosa era come era stata svolta la trattativa. Gli uomini avevano parlato tranquillamente dei loro piani e dei loro interessi; per il vecchietto la distruzione di Kiri era semplicemente un passo verso il suo dominio commerciale, per il Mikawa un'impresa già compiuta. L'uomo aveva parlato con sicurezza, con un tono che non ammetteva dubbi.
    Ripreso leggermente il controllo rivolsi lo sguardo verso il gigante, vedendolo sotto una luce completamente nuova. Nella sua figura non rimaneva neanche l'ombra dell'uomo che aveva impersonato fino a poco prima; la sua voce profonda, il suo sguardo minaccioso e la sua imponente figura incutevano timore, sembrava essere pronto a uccidere chiunque nella stanza avesse osato contraddirlo. La sua semplice presenza sarebbe probabilmente bastata a porre fine ad un intero conflitto; mai e poi mai avrei anche lontanamente pensato di mettermi sulla sua strada.
    Dopo molto tempo, forse da quando avevo ucciso per la prima volta, mi ritrovavo ad avere paura di qualcosa.


    Superato lo stupore iniziale cercai di chiudere velocemente la bocca e ripresi la mia compostezza originaria. Lanciai un'occhiata a Soifon, che come al solito era assolutamente impassibile.
    Non sapevo davvero cosa pensare.
    Aloysius Mikawa mi aveva scelto per fare qualcosa per lui. Ok, ovviamente non avevo idea di chi fosse questo Mikawa, ma la sua persona era un ottimo biglietto da visita. Non sapevo neanche cosa volesse da me, ma poco importava, quello che era importante era che, se avesse effettivamente mantenuto la parola data al vecchietto, avrei seguito quest'uomo fino alla fine, o fino a quando avesse avuto bisogno mi me.
    Ero giunto ad Oto con un unico scopo, diventare un ninja e poter finalmente uccidere tutto quello che mi pareva, ora sembrava che ne avrei avuto la possibilità.
    Una guerra contro Kiri? All'accademia mi pareva di aver sentito parlare di un'alleanza, ma era Oto ad essere alleato di Kiri, io, Kuwa Shiwan, non ero alleato di nessuno.
    Al momento ero solo uno studente, ma il gigante aveva parlato di un anno di tempo, avevo tutto il tempo necessario per diventare un ninja temibile.


    Chi mi avesse osservato in quei pochi secondi avrebbe potuto vedere come i miei pensieri fossero cambiati in pochi secondi. La mia espressione era rapidamente cambiata da impassibile a stupita, per poi tornare impassibile, infine avrei addirittura accennato un sorrisino, un minuscolo arricciamento dei lati delle labbra, forse più simile a un ghigno che ad un sorriso vero e proprio. Provavo sensazioni miste, temevo e ammiravo l'uomo che mi aveva ingannato fino a pochi secondi fa, non sapevo ancora cosa avesse in serbo per me, ma avevo grandi aspettative.
    Se lui fosse stato la mente, sarei stato ben contento di essere il suo braccio.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    5,483
    Reputation
    +724
    Location
    Isernia (molise)

    Status
    Offline

    " Quante navi ti servono? "

    " Quante può ne riesci a costruire. "

    " Padre questa cosa può mandarci in rovina! "

    " Zitto, ormai ho deciso. Va bene Colosso, accetto. "

    " Sapevo saremmo arrivati ad un accordo senza grandi intoppi. Ovviamente ci sarà bisogno di organizzare opportunamente il trasporto dei materiali, il reclutamento di marinai e la formazione dei miei uomini nel governare navi da guerra. Un conto è creare un'imbarcazione del genere con prodotti di recupero e vecchie giacenze di magazzino...qui si sta parlando di una produzione in serie! "

    " Se proprio dobbiamo fare questa follia, andrà compiuta per bene. Ho diversi contatti nei villaggi più grandi del The, possiamo chiedere ai nostri stessi fornitori per i pescherecci di aumentare le spedizioni...al più potranno pensare che intendiamo espandere la nostra attività. Per quanto riguarda le stoffe per le vele, il metallo per i cannoni e gli esplosivi, invece, procurarceli senza alzare un polverone potrebbe essere un problema. Bisognerà corrompere qualche politico e farceli arrivare da qualche altro paese. "

    " Di questo non devi preoccuparti. Parlerò io con il mio contatto a Suna, potrò fornirvi lui tutto. "

    jpg

    " E' sicura? Se Kiri in qualche modo dovesse scoprire la faccenda saremo costretti a chiudere tutto e trasferirci all'altro capo del mondo."

    " Mi fido più di lui che di chiunque altro. "

    " Per la faccenda del reclutamento non è un problema. Queste terre sono piene di gente disperata, senza un lavoro, ma per anni vissuta in mare. Ai loro salari dovrai provvedere tu ma la selezione può partire già da oggi: manderò alcuni dei nostri nipoti nelle peggiori bettole a spargere la voce. Ovviamente nulla di compromettente, diciamo un primo avvicinamento. Una volta dentro non faranno troppe domande se avranno una bottiglia di alcol e qualche ryo per donne e cibo. "

    " Fidati di lui Aloysius, gli manca un po' di ambizione ma in queste cose ci sa fare. "

    " Delle formazione degli uomini di comando, invece me ne occuperò personalmente. Immagino che vorrai in ogni caso piazzare dei tuoi sottoposti a controllare tutta l'operazione...se sono ninja e sono svegli allora impareranno in poco tempo come si governano navi di questo tipo, come si naviga rapidamente e come si ingaggia uno scontro con la potenza di fuoco in dotazione. "

    Era giunto il momento di presentare gli altri due ninja alla famiglia Kyari. Avrei dunque preso una mappa e mostrato a tutti i presenti come operare mentre la produzione sarebbe andava avanti.

    " Mi sta bene. Inizierai fin da subito con Meriha e Dagaro, la prima nave dovrebbe essere già operativa giusto? Sarà necessario camuffarla a mo di imbarcazione mercantile e raggiungere il villaggio di Okasada. Lì potrete caricare il materiale non facilmente reperibile che vi servirà per la costruzione. Bisognerà stilare una lista del necessario in maniera tale che possa comunicare l'ordine a Suna. Una volta avviata la produzione, alcune navi dovranno occuparsi del trasporto di materiale da Suna ad Oto...sono altri macchinari utili alla causa. Per le altre invece andrà trovato un luogo sicuro."

    " Conosco delle insenature naturali ignote a più, possiamo attraccare lì le navi una volta pronte. Ma a preoccuparmi non è tanto questo: la rotta da te tracciata non mi piace...non per la distanza ma ad esempio in questo punto si passa troppo vicini a Kiri. Lì vi sono guardie di confine che monitorano il transito di imbarcazioni, una rogna tremenda. Vedrò cosa posso fare per corrompere qualcuno ma se non sarà possibile ci toccherà circumnavigare l'isola maggiore e questo farà tardare di almeno un giorno le consegne. Le nostre navi sono veloci ma non possono fare miracoli!"

    " Si, le rotte vanno riviste. Ci penserò io."

    " Bene. Penso non ci sia altro da aggiungere. "

    " Dagaro, vieni con me. Ti occuperai della ricerca degli equipaggi e dopo seguirai mio padre nell'opera di corruzione dei posti di blocco. Non mi sembri poi così addestrato ma per questo lavoro non serve la forza dei muscoli quando una grande elasticità mentale e buona capacità di analisi. Meriha invece tu inizia a prendere maggiore confidenza con la nave, appena cala il sole inizieremo le lezioni sul comando e la navigazione. Aloysius, io mi impegnerò al massimo in questa operazione...vedi di ricompensare la mia fiducia. "

    Afferrò quindi il ragazzo per la manica e uscì dalla stanza. L'otese non solo avrebbe dovuto adattarsi al nuovo nome e alla nuova vita, ma avrebbe anche dovuto fruttare molto contribuendo attivamente alla faccenda. La ricerca della forza lavoro non era una faccenda da sottovalutare e trovare i giusti uomini poteva valorizzare al meglio la potenza delle navi da guerra! Imparare poi a muoversi nel mondo corrotto sarebbe stata una lezione di vita importantissima, un vero e proprio addestramento per migliorare la propria preparazione ninja.

    Ora non rimaneva che comunicare a Ryoshi cosa fare.

     
    .
  11.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,620
    Reputation
    +73

    Status
    Offline
    L'ultima parte della discussione era stata più tecnica e sotto certi punti di vista meno esplosiva delle precedenti, la parte per me particolarmente interessante riguardava l'esistenza di un'altro contatto a Suna. Indubbiamente non potevo essere io colui che avrebbe fornito i materiali mancanti, e di conseguenza doveva esserci perlomeno un altro alleato nella mia terra. Sapere di chi si trattasse sarebbe stato interessante ed oltremodo utile, ma se non mi era stato ancora rivelato nulla dal boss allora dovevo aspettare. Se c'era una cosa della quale ero sicuro era che avessi già tutte le informazioni di cui avevo bisogno, e che tutto quello che non sapevo probabilmente non lo dovevo sapere.


    Devo cercare di conoscere ancora più persone a Suna, sia mai che scappi la parola sbagliata, le mie orecchie devono poterla sentire.

    Ci fosse mai stato qualche segnale d'allerta o piccolo avvertimento avrei fatto bene ad accorgermene, in modo da poterlo riferire immediatamente. Insomma, era questa la mia ragione di vita dopotutto. AD ogni modo ora come ora mi ritrovavo dentro questo cantiere navale, e qui sarei rimasto per qualche tempo. Sarebbe stato meglio parlare almeno un'attimo con il capo, in maniera da ricevere direttive direttamente da lui, per scoprrire se c'era qualche compito particolare da svolgere o se mi sarei dovuto limitare al controllo delle costruzioni, degli insegnamenti riguardo i piloti e di controllare l'operato di Kuwa. Indubbiamente erano cose che potevo svolgere, ma quanto più tempo perdevo in questo villaggio sperduto meno ne avevo per stare a Suna. Doveva indubbiamente essere il Mikawa a stabilire il criterio di priorità ed indicarmi quale strada seguire. Adesso dovevo solamente trovare un modo di parlare direttamente con lui, farmi notare e riconoscere nonostante la trasformazione, in modo tale ch'egli capisse e mi lasciasse intendere se seguirlo o attraverso quale altro metodo seguire le sue indicazioni.
    C'erano indubbiamente diversi metodi per farmi riconoscere, avrei potuto aspettare dietro la porta e fingere di riconoscerlo, parlando magari di qualcuno degli abitanti della villa in maniera tale che lui capisse chi fossi, ma avrei lasciato un brutto precedente, e quando l'effettivo tappezziere fosse tornato al lavoro qualcuno gli avrebbe potuto chiedere curiosità o pettegolezzi riguardo la sua relazione con quello strano uomo che aveva richiesto una flotta da guerra. Questi non avrebbe saputo che rispondere e dei dubbi sarebbero potuti sorgere, era molto meglio che fosse il caso a guidare il nostro incontro, o che perlomeno così sembrasse. Mi sarei spostato in un piccolo corridoio che loro erano obbligati a percorrere, e che si incrociava con altri due corridoi che portavano verso altre zone della nave, poi avrei scritto appena una lettera ed un numero su un piccolo foglio di carta:


    CITAZIONE
    B4

    Era il codice di riferimento di mio padre quando lavorava presso il colosso. L'avevo sentito chiamare in quel modo il giorno della mia rinascita a Villa Mikawa, là dove tutto aveva avuto inizio. Indubbiamente quella sigla non avrebbe significato nulla per tutti gli altri, e anche se un giorno qualcuno fosse mai venuto a conoscenza di quel foglietto ( cosa abbastanza remota, già immaginavo che fine avrebbe fatto ) non sarebbe stato possibile capirne assolutamente nulla. C'era una sola persona per cui potevano avere un significato, ed era Aloysius. Forse in un'altro contesto non c'avrebbe fatto caso neppure lui, ma siccome mi aveva ordinato di recarmi in questo posto avrebbe fatto facilmente mente locale riguardo il mio passato, ed un così chiaro riferimento non poteva certo sfuggirgli. Avrei atteso che il gruppo passasse e di vedere il Mikawa.



    Scusi...


    Avrei detto con il tono di voce del tappezziere che avevo legato in casa sua, in maniera che nessuno potesse notare niente di strano mentre mi chinavo verso terra, fingendo di prendere il foglietto da terra e raccoglierlo.


    Le dev'essere caduto questo.

    Dissi porgendo il foglietto verso il colosso. Niente di particolare, nessuno sospettava spie a borde, e quindi nessuno avrebbe potuto notare niente di strano in quella faccenda, solo il colosso ed ovviamente Soifon avrebbero capito, ed in base alle loro reazioni mi sarei comportato. Se avevano qualcosa da dirmi avrebbero potuto seguirmi verso la stanza da letto, con la scusa di voler vedere quella camera, se altresì si fossero comportati diversamente avrei capito che non c'era altro di cui dovevo venire a conoscenza. A me bastava essere certo che il capo sapesse della mia presenza a bordo.
     
    .
  12. Creel
        +1   Like  
     
    .

    User deleted


    Superati i dubbi e le differenze iniziali di opinione la discussione si spostò rapidamente sui termini più tecnici dell'accordo, discorso che per buona parte ignorai, ancora eccitato dall'idea di quello che sarebbe successo da oggi a pochi mesi. Gli uomini discussero di tutte le parti principali di quella che iniziava a prospettarsi come una vera invasione di Kiri, la nave infatti non doveva essere un pezzo unico, ma il primo componente di un'interna flotta. Il Mikawa si rivelava più potente di quanto mi aspettassi e la sua rete sottoposti molto più radicata del previsto, arrivando a raggiungere addirittura Suna. Rimasi in disparte, sempre vicino a Soifon, ancora in attesa di scoprire quale tassello fossi di questo immenso puzzle. Fu proprio quando Rufy menzionò l'intenzione del gigante di lasciare degli uomini al villaggio che una stretta mi serrò il cuore. Dei sottoposti del Mikawa avrebbero controllato l'operazione; gli unici due sottoposti presenti al momento eravamo io e Soifon.
    Ma io ero uno studente, un nessuno, non mi avrebbero mai lasciato il controllo di altre persone. Non a me.
    Nonostante esteriormente stessi ancora mantenendo il controllo, dentro di me l'eccitazione iniziale si stava rapidamente spegnendo, sostituita dal freddo gelido dell'ansia, come un peso che andava crescendo nel mio stomaco. Ero a malapena in grado di parlare con le persone, non sarei mai stato in grado di dare ordini a dei sottoposti.


    Il colpo di grazia alla mia sicurezza fu dato dal Mikawa in persona.
    << Inizierai fin da subito con Meriha e Dagaro >>.
    Poche parole, una condanna a morte, se Soifon era Meriha io ero indubbiamente Dagaro. Avevo effettivamente una parte nel piano. Cercai di continuare a mantenere una facciata calma e professionale, aggrappandomi ad un minuscolo filo di speranza. Non chiedevo molto, un compito che non richiedesse contatto umano, o almeno non verbale.
    Rimasi in attesa, composto, attento allo scambio di parole dei due uomini, speranzoso, dubbioso e spaventato da quello che avevano in serbo per me, non ancora in grado di metabolizzare completamente l'idea di quello che mi sarebbe potuto accadere.
    Spianate le ultime grinze del piano Rufy si rivolse direttamente a me, prendendomi per un braccio e strattonandomi leggermente mentre mi raccontava quale sarebbe stato il mio compito. Mi sarei dovuto occupare della ricerca dell'equipaggio e delle corruzione dei posti di blocco. Magnifico. Perfetto. Eccellente. Quel piccolo filo era stato appena bruciato da un incendio, una tempesta aveva appena spazzato via tutte le mie emozioni. La mia più grande, vera, unica paura era finalmente giunta a perseguitarmi. Non temevo la morte o il dolore, erano tutte cose alle quali mio padre mi aveva abituato a dovere; la solitudine era qualcosa con cui avevo imparato a convivere, ma quello che mi veniva chiesto adesso, questo era tutta un'altra cosa.
    Cosa avrei dovuto dire al Mikawa? Che l'unico contatto umano che avevo avuto all'infuori della mia famiglia era stato molto, come dire, fisico? Che avevo paura di parlare anche col fruttivendolo dall'altra parte della strada?
    Milioni di pensieri e preoccupazioni turbinavano nella mia testa, ero sembrato un bravo sottoposto solo perchè non mi era ancora stato chiesto di fare nulla. Iniziai a pensare che effettivamente il Mikawa non mi avesse scelto per le mie capacità, ma che la sua fosse stata una scelta del tutto casuale. Ironico che tra tutti i ragazzini estroversi che frequentavano l'accademia avesse scelto proprio me, avrei forse riso se al momento non fossi stato praticamente paralizzato.
    Nonostante tutto mi lasciai trascinare dall'uomo, come un involucro che ormai non conteneva nulla, solo un intreccio di paure e preoccupazioni. Non sarei mai riuscito ad essere utile alla nostra causa. Io non ero nessuno e non volevo essere nessuno.
     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    5,483
    Reputation
    +724
    Location
    Isernia (molise)

    Status
    Offline

    Ryoshi trovò un buono stratagemma per allontanare il Mikawa dal gruppo. Pian piano il ragazzo cresceva nei modi e nelle abilità. Sotto le vesti da marinaio si intravedeva un fisico cresciuto, un ninja che aveva iniziato ad uscire dal suo bozzolo e schiudere le ali. Appartati, il Colosso poteva dare le nuove direttive da impartire alla sua spia e venire a conoscenza dei suoi progressi in prima persona (cosa che di rado accadeva).

    " Shinichi Kurogane e Okasada. Il primo è colui che gestirà la produzione di armi d'assedio e il porto del secondo è dove le navi dovranno scaricare e caricare risorse e prodotti finiti. Non voglio che la tua copertura sia compromessa in alcun modo ma aggiornami periodicamente sui movimenti del Kurogane, di tutta l'operazione è quello di cui mi fido di meno. "

    Un nome di persona e di un villaggio; era questo ciò che serviva alla spia per la sua prossima missione da svolgere in contemporanea a tutte le altre. Ormai aveva accumulato diversi incarichi ed era ora di portarne a compimento qualcuno. Doveva apprendere una delle tecniche segrete più potenti della Sabbia, doveva salire di grado ed occupare un ruolo di rilievo, doveva raccogliere informazioni sul numero e le abilità dei ninja rilevanti e i meccanismi di difesa alle mura, doveva infine indagare sui Kiseki e conquistarne almeno uno. Riguardo la faccenda dello Yonbi, qualora ne fosse venuto a conoscenza, avrei avuto un doppio feedback: sia sulle sue capacità di ricerca informazioni che riguardo le azioni di Hoshikuzu, per accertarmi dell'efficacia del controllo parziale. Secondo i piani, nessuno doveva sapere di quel furto. Infatti Ryoshi non sapeva del Kikuma e così sarebbe stato fin quando non sarebbe giunto il tempo, ma era venuto a conoscenza di un altro contatto a Suna e con un po' di ingegno personale avrebbe anche potuto intuire qualcosa. Ma questo spettava solo a lui.

    " Questa operazione andrà per le lunghe; segui il primo carico con la nave pronta, poi focalizzati sul resto. I corvi non saranno necessari questa volta, dimmi, qual è lo stato di avanzamento delle tue missioni? "

    ::: Il Reclutamento :::

    Il comportamento apatico del ragazzo turbò pe run attimo il Colosso ma l'idea gli scomparve subito dalla mente per fare posto a problematiche maggiori; lui era il boss, non poteva pensare a tutto. Aveva delegato quel compito a Soifon ed era lei a dover risolvere eventuali problemi causate dalla sua scelta. In ogni caso ora la kunoichi era impegnata con il prendere confidenza con la nave, avrebbe dovuto tramandare quelle conoscenze agli altri quindi gravava un pesante fardello sulle sue spalle. Non a caso avevo scelto lei che, probabilmente dopo Ukitake, era la sua persona più rapida a comprendere nuove nozioni.

    Lo studente fu quindi accompagnato dal massiccio Kyari nel luogo designato per la ricerca di persone. Ovviamente quello era solo l'inizio, nei giorni a venire si sarebbe sparsa la voce e gli uomini della numerosa famiglia avrebbero battuto i villaggi della costa alla ricerca di persone folli e senza un vero scopo nella vita, abili solo ad ammainare una vela, pulire il ponte o al più caricare un cannone.

    830d3d16ccf54fe42f035c2c82de7dd0

    La locanda si chiamava " Lo squalo tigre". Era una classica bettola, poco curata ma mediamente affollata; un camino, qualche piccola finestra e le candele sui tavoli erano gli unici punti di luce quindi all'interno l'atmosfera era abbastanza tenebrosa. L'uomo dietro al bancone fece segno al Kyari di andare nel retro; lì si era già accumulata della gente, disposti in una specie di fila che partiva da un banchetto in legno disposto lì per l'occasione.

    " Ragazzi, una cosa di giorno. State zitti! Mi servono dei marinai con esperienza alla ricerca di emozioni forti. Garantiamo vitto e alloggio ma non che torniate a casa dalle vostre famiglie, se mai ne avete! Iniziamo! "

    I candidati erano molti, di cui alcuni ubriachi, e in sostanza alla causa serviva gente non troppo sveglia da dotata di buona manualità ed esperienza nel campo. Il compito dell'otese sarebbe stato proprio quello di capire quali persone scartare, aiutando a mantenere la segretezza dell'operazione.

    " Kamura. Cuoco. "

    " Io leggo il vento. Mi occupo di tutto ciò che riguarda le vele, dalle corde usate per ammainarle alla previsione di temporali. "

    " Buuonass...svego da...piccolo...Nebbia. So ..lav..are pavime...nti "

    " Io invece ho finito la scuola e so anche leggere le mappe e governare un timone. Mi stavo chiedendo come mai tutta questa fretta di trovare una ciurma..."

    " Lui è Koko, la mia scimmietta. Facciamo qualunque cosa...so anche suonare. "

    E questi erano solo alcuni degli uomini in attesa di mettere la loro firma su quel foglio.
    Sarebbe riuscito il ragazzo a superare i suoi limiti? Oppure avrebbe trovato un espediente per svolgere comunque il suo compito senza la necessità di parlare? Solo non tentare non lo avrebbe fatto crescere e lui era lì anche per quello.



    CITAZIONE
    OT / Aggiungine quanti ne vuoi Creel per mettere in difficoltà il tuo pg e decidere se superare il problema o meno! ;) / OT


    Edited by DioGeNe - 26/10/2015, 21:39
     
    .
  14.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,620
    Reputation
    +73

    Status
    Offline
    Il Mikawa capì al volo quello l'escamotage e riuscimmo ad avere la possibilità di parlare. Mi aggiornò riguardo i punti fondamentali della gestione navale, dandomi due importanti informazioni. Il primo era il nome della persona che avrebbe gestito la produzione delle armi d'assedio, mentre il secondo nome indicava il luogo in cui si sarebbero effettuati i carichi e gli scarichi. Conoscevo bene Shinici Kurogane, era colui che mi aveva insegnato l'arte del controllo della sabbia. Strano come il mondo potesse rivelarsi ben piccolo, proprio l'investigatore privato sembrava aver un ruolo di prima importanza nei piani dell'organizzazione. Le parole del boss erano chiare, andava controllato e bisognava stare attenti. Se Aloysius stesso nutriva dei dubbi a riguardo allora vi era motivo di dubitare, e le mie orecchie sarebbero state le sue, così come i miei occhi. Appena tornato a Sunagakure mi sarei mosso per cercare di ottenere informazioni riguardo lo stato di avanzamento lavori e per controllare che nessuno facesse il doppiogioco. Mi sarei dovuto concentrare solo sulla prima tratta della nave verso il porto di Okasada, dopodichè era chiaro che sarei potuto tornare alle mie missioni. Ora, toccava a me un piccolo briefing riguardo lo stato di avanzamento delle missioni, riguardo la sabbia ero a buon punto, l'infiltrazione all'interno di suna procedeva a rilento ma l'operazione con Hoshizuku contro la Canzone del deserto poteva darmi un bel calcio in avanti. Mentre ancora risultava difficile la ricerca dei kiseki.


    Il controllo della sabbia è mio, insegnatami niente di meno chè da Shinichi Kurogane. L'infiltrazione a Sunagakure è difficile, ma ho conosciuto un certo Hoshikuzu, con il quale ho collaborato per sventare un attentato terroristico voluto dalla Canzone del Deserto, un'associazione criminale che sembra operare da tempo contro il villaggio del vento.

    Feci una breve pausa, la voce era quella dell'uomo di cui avevo preso le sembianze, poi continuai.


    Riguardo i Kiseki sono ancora in fase embrionale, ma spero di poter fare passi avanti grazia ad Hoshizuku. Questo jonin di Suna sembra sapere il fatto suo, e penso che possa essere un buon gancio.

    Non vi era per il momento molto altro da dire, ed ogni parola in più in queste occasioni può sempre tradire. Meno si vedeva l'uomo di cui avevo preso le sembianze parlare con il colosso migliore era la situazione, ed anche se al momento non c'era nessuno poteva sempre sbucare fuori qualche figura inaspettata. Vero che i nostri sensi erano ben allenati, ma rischiare non è mai da persone furbe. L'unica cosa che rimaneva da vedere era la reazione del Mikawa alle mie parole, sia riguardo il jonin di Suna di cui avevo parlato, sia riguardo il fatto che già conoscessi il caro Shinichi.
     
    .
  15. Creel
        Like  
     
    .

    User deleted


    L'uomo mi condusse lontano dai miei compagni, fuori dal capannone nel quale avevano discusso fin'ora. Torreggiante sopra di me, taciturno, non aveva proprio l'atteggiamento che mi aspettavo da un marinaio; mi aspettavo qualche consiglio, qualche dritta, nulla arrivò in mio aiuto. Mi porse semplicemente dei fogli sui quali avrei dovuto far firmare gli uomini.
    Ero solo, il Mikawa mi riteneva in grado di svolgere il compito affidatomi, ma non aveva idea di quanto si sbagliasse; io, piccola pedina in questo enorme piano, potevo essere quel minuscolo mattoncino alla base che avrebbe fatto crollare tutto, potevo solo immaginare quale sarebbe stato il mio destino.
    Camminammo per qualche minuto nel piccolo villaggio. Forse l'aria salmastra, o forse il vociare delle persone mi aiutarono a calmarmi leggermente, no ero più un uomo coinvolto in un complotto, ero un minuscolo essere in un mondo immenso, a niente e nessuno importava di me, ero una persona in mezzo alle persone. Trassi un lungo sospiro e chiusi gli occhi per qualche secondo, per assaporare la situazione, farmi pervadere il più possibile dalla tranquillità di quel posto, come cercando di trattenerla per quando ne avessi avuto bisogno.
    Il mio accompagnatore mi lanciò un'occhiata, forse preoccupato dal mio comportamento, ma evitò commenti.
    Giunti davanti alla locanda tutta la tranquillità che ritenevo aver stipato dentro di me scomparve, come evaporata dai pori della mia pelle. Il semplice vociare proveniente dall'interno mi fece rabbrividire, l'idea che da qui a poco sarei stato al centro dell'attenzione rischiava seriamente di uccidermi.
    Senza perdere tempo l'uomo spinse la porta e mi accompagnò dentro, facendomi sedere dietro un banchetto, probabilmente preparato per l'occasione.
    Davanti a me era già raggruppato un ingente numero di persone, più o meno ubriache, ma tutte dall'aspetto di uomini vissuti. Il Kyari richiamò rapidamente la loro attenzione, quindi il primo della fila si avvicinò di qualche passo.

    Kamura. Cuoco.

    Questo era facile. L'uomo sembrava sapere il fatto suo, indossava addirittura un grembiule macchiato di cibo.
    Nonostante fossi un fascio di nervi, il cuore che batteva all'impazzata, fui in grado di fare un semplice cenno di assenso con la testa e indicai il foglio e la penna. L'uomo firmò senza porre alcuna domanda su paga o che tipo di lavoro fosse.
    E uno era andato.

    Io leggo il vento. Mi occupo di tutto ciò che riguarda le vele, dalle corde usate per ammainarle alla previsione di temporali.

    Stessa prassi, un lieve cenno del campo e due firme erano già sul foglio.

    Io ho fatto il mozzo su alcune navi, non sono molto pratico con vele e timoni, ma se c'è un ponte da lavare, sono l'uomo che fa per voi.

    Sembrava effettivamente aver trascorso molto tempo a lavorare sotto il sole e le sue braccia muscolose erano una garanzia. Nessuna domanda, nessun dubbio, e tre firme erano sul foglio.

    Buuonass...svego da...piccolo...Nebbia. So ..lav..are pavime...nti

    Quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco il primo problema. Davanti a me apparve un uomo piuttosto malandato, coperto più da stracci che da veri vestiti. I suoi denti si potevano contare sulle dita di una mano e il fetore del suo alito mi raggiunse a un metro di distanza. Mi feci forza e provai a rispondergli.

    Ehm... Mi dispiace ma... Mmm... Non, non abbiamo bisogno di... Eh... Dei suoi... Di lei...

    La mia frase sembrò rompere quella sorta di velo che aveva avvolto tutto. Le voci di tutti i presenti mi sembrarono più forti di prima, mi accorsi che molti dei loro sguardi erano rivolti verso d me. Poter accettare tutti passivamente mi aveva permesso di estraniarmi dal mio compito, di comportarmi quasi come un automa, come se fossi solo uno spettatore. Adesso ero entrato anche io in gioco. L'uomo mi fissò qualche secondo, come se non avesse capito bene la mia frase, quindi coprì lentamente la breve distanza che ci separava. Nel frattempo la mia faccia era molto impegnata ad assumere tutte le tonalità di rosso possibili.

    Ashcoltami bene bambino... Io... Tu... Chi sei tu per dirmi che non posso salire sulla nave EH!

    Sbattè entrambi i pugni sul tavolo e portò la sua faccia a pochi centimetri dalla mia. Potevo vedere i suoi occhi lucidi a causa dell'alcol e sentire il suo respiro sulla mia faccia. Mi allontanai di qualche centimetro e mi guardai intorno, in cerca di aiuto. L'uomo che mi aveva accompagnato sembrava avermi abbandonato.

    Ehm... Io... Non so cosa dirle... Mi dispiace...

    TI DISPIACE? Adesso ti do qualcosa di cui dispiacerti

    L'uomo alzò entrambe le braccia dal banchetto e provò a sferrarmi un pugno in piena faccia con il braccio destro. Parlare non era il mio forte, ma questo era tutt'altra cosa. Spostai leggermente la faccia a sinistra e lasciai che il pugno mi sfiorasse lo zigomo, mi alzai quindi di scatto dalla sedia e, approfittando dello sbilanciamento causato dal pugno, afferrai i suoi capelli con la mano destra e schiantai la sua testa sul banchetto che cedette sfasciandosi sotto di lui.
    Per qualche secondo tutto sembrò fermarsi, gli occhi di decine di uomini erano puntati su di me, stupiti. Solo adesso mi rendevo conto di quanto potesse essere strano per degli uomini vissuti essere giudicati da qualcuno che sembrava un bambino. Era pazzesco che i primi tre uomini non si fossero fatti alcun problema.
    Spostai lo sguardo dalla folla all'uomo svenuto, la piccola dose di adrenalina che rapidamente lasciava il mio corpo, lasciando solamente spazio alla vergogna. Nessuno sembrava venire in mio aiuto. Non mi ero fatto prendere dal panico fin'ora, non avrei certo ceduto adesso. Decisamente non in grado di gestire una situazione del genere, mi limitai semplicemente ad ignorare l'accaduto. Notai una cassapanca rovesciata a lato della stanza.

    Ehm... Possiamo... Possiamo spostarci li...

    Non ero sicuro di aver parlato molto forte e con convinzione, ma almeno ci avevo provato.
    Raccolsi i fogli e la penna in mezzo a quello che rimaneva del povero banchetto, quindi mi feci strada tra gli uomini e mi posizionai dietro la cassapanca. Dopo pochi secondi si avvicinò un uomo con una scimmietta sulla spalla.

    Lui è Koko, la mia scimmietta. Facciamo qualunque cosa... so anche suonare.

    Una semplice occhiata era sufficiente a intuire che non avesse mai lavorato un giorno della sua vita, la sua pelle, seppur sporca, sembrava non aver mai vissuto delle intemperie e la mano con cui accarezzava la scimmietta sembrava non aver mai afferrato uno strumento da lavoro.

    Ehm... Scusi ma... Non stiamo cercando questo tipo di abilità...

    Lo sguardo dell'uomo si inasprì leggermente e aprì la bocca, come per controbattere, i suoi occhi però lo tradirono, scattando per una frazione di secondo verso l'ubriacone che in questo momento stava venendo portato via a braccia da due uomini. Chiuse nuovamente le labbra, quindi senza nessun cenno si allontanò.

    Ehm... Possiamo continuare...
     
    .
16 replies since 24/9/2015, 22:51   250 views
  Share  
.