Master and Commander

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  1. lNearl
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    L'inserimento all'interno dell'organizzazione procedeva a dovere. Il numero delle missioni cresceva senza che potessi tenerle sott'occhio, il che mi dava una tremenda soddisfazione. Significava che tutto sommato stavo in qualche modo ripagando la fiducia ch'era stata posta in me e che mi si stava continuamente dando la possibilità di ripagare il grande debito contratto. Letto il contenuto della lettera mi piombai immediatamente sui libri che mi erano stati lasciati da Ukitake prima della partenza, non avevo idea di dove fosse il molo di Durai e scoprì poco dopo che avrei dovuto viaggiare fin nel paese del Thè. La missiva sembrava urgente, presi le mie cose e partì immediatamente. C'erano due alternative, un viaggio a piedi attraverso il paese del fuoco, indubbiamente lunghissimo e stancante, ma che mi avrebbe garantito la consueta invisibilità, oppure avrei potuto cercare una nave che mi portasse direttamente nei dintorni di quel modo, dovendo però rinunciare alla riservatezza ( difficile passare inosservati su una nave, che tra l'altro richiede titoli di viaggio e simili ), la strada scelta è ovvia.


    Dopo giorni di camminate arrivai nei dintorni della zona. Non sapevo se sul luogo della missione mi sarei ritrovato da solo o se ci sarebbero stati altri membri dell'organizzazione con me. Fino ad oggi avevo rivisto alcuni dei membri solamente alla festa dell'accademia, quando mi ero fatto richiamare stupidamente da Soifon per aver approcciato Matsumono senza troppe precauzioni, frase che nei confronti di Matsumono può lasciare discreti dubbi dalle strane sfaccettature. Non avevo avuto informazioni particolari, di conseguenza pensavo d'agire da solo come sempre, andando a cercare questo benedetto Gerui per consegnargli ciò che dovevo. Il villaggio di Durai era veramente una cittadina di piccole dimensioni, soprattutto per me che provenivo da una grande città come Suna. Intuì sin dall'inizio che le mie sembianze questa volta non mi avrebbero aiutato nell'infiltrazione. L'attività principale era la pesca, e tutti al porto sembravano avere occhi solo per il loro lavoro. Un piccolo bambino dai capelli rossi avrebbe attirato l'attenzione di tutti quanti, e indubbiamente non era ciò di cui avevo bisogno. D'altra parte travestirmi da pescatore non mi avrebbe garantito molte utilità. Non avevo alcuna intenzione di passare la notte al freddo su qualche imbarcazione minuscola rischiando l'ipotermia, nè tanto meno mi avrebbe dato informazioni utili. Ragionando trovai una buona soluzione di compromesso, e mi trasformai in una sorta di artigiano mal vestito, mantenendo i miei caratteristici occhi verdi e la stessa chioma di capelli rossi. Il porto era pieno di navi, e nella zona ci dovevano essere sicuramente artigiani e costruttori vari per eventuali riparazioni. Impiegai poche ore a trovare Gerui, o più che altro indicazioni riguardo il suo posto di lavoro. Tra i tanti magazzini di pesce della zona ce n'era uno di dimensioni esagerate, e secondo quanto detto questo pescatore sembrava essere uno dei vari dipendenti. Rimasi stranito dalla grandezza del magazzino, soprattutto per due elementi, in primis era troppo più grande di quelli attorno, e poi le quantità di pesce che sembrava entrare ed uscire ad una prima osservazione non sembrava giustificare una tal grandezza. Era evidente che ci fosse sotto qualcosa, d'altra parte, se c'era lo zampino del boss non c'era da stupirsi.
    La sera controllai tutti i vari lavoratori che uscivano, cercando di individuare qualcosa di strano senza farmi ovviamente vedere. Oltre a qualche effettivo pescatore erano usciti dal retro due operai dall'aria del tutto diversa, entrambi con una piccola valigetta, le mani curate ed un'andamento quasi elegante. Seguendoli vidi che posavano la loro attrezzatura in un carretto lontano, con una strana sigla :


    I Tappezzieri dell'onda verde.

    Non conoscevo il marchio, ma certo dei tappezzieri non erano molto utili alla causa di un pescatore. Seguì uno dei due in casa, ne ascoltai bene la voce mentre dialogava con una vecchietta salendo le scale e l'indomani il poveretto si sarebbe svegliato legato al letto, con la casa ribaltata in un falso tentativo di furto, impossibilitato certo ad andare a lavoro finchè qualcuno non ne avesse notato l'assenza. Al mattino avrei poi aspettato l'altro tappezziere trasformato, avrei potuto parlare con la stessa voce del poveretto che avevo legato se necessario, rendendo impossibile destare ogni sospetto. Seguendo l'altro tappezziere sarei entrato dal retro di quel gigantesco magazzino, dovendo mordermi poi la lingua una volta superata la porta per non rimanere sbalordito.

    Una nave da guerra ?

    Mai avrei pensato che il capo potesse avere così tanto potere ed influenza. Il mio compito era di sistemare alcune delle camere da letto per gli ufficiali della nave con la miglior tappezzeria che il mio collega potesse vantare. Cercai di lavorare copiando il mestiere dell'altro finchè non notai strani rumori nell'enorme stanza, solitamente tenuta quasi in segreto ( per quanto assurdo fosse ). Con la scusa di dover prendere una boccata d'aria uscì sul ponte, dal quale riuscì a vedere Soifon, il boss ed un'altro ragazzo, lo stesso che avevo addestrato tempo addietro, incredibile come fosse piccolo il mondo. Ero trasformato e difficilmente il capo avrebbe potuto individuarmi, io stesso non sapevo bene cosa fare in quel preciso momento. Entro poco probabilmente i tre sarebbero stati accompagnati sulla nave, avrei aspettato quella migliore occasione per decidere il da farsi.

    Il capo in persona...

     
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