Master and Commander

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  1. lNearl
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    L'ultima parte della discussione era stata più tecnica e sotto certi punti di vista meno esplosiva delle precedenti, la parte per me particolarmente interessante riguardava l'esistenza di un'altro contatto a Suna. Indubbiamente non potevo essere io colui che avrebbe fornito i materiali mancanti, e di conseguenza doveva esserci perlomeno un altro alleato nella mia terra. Sapere di chi si trattasse sarebbe stato interessante ed oltremodo utile, ma se non mi era stato ancora rivelato nulla dal boss allora dovevo aspettare. Se c'era una cosa della quale ero sicuro era che avessi già tutte le informazioni di cui avevo bisogno, e che tutto quello che non sapevo probabilmente non lo dovevo sapere.


    Devo cercare di conoscere ancora più persone a Suna, sia mai che scappi la parola sbagliata, le mie orecchie devono poterla sentire.

    Ci fosse mai stato qualche segnale d'allerta o piccolo avvertimento avrei fatto bene ad accorgermene, in modo da poterlo riferire immediatamente. Insomma, era questa la mia ragione di vita dopotutto. AD ogni modo ora come ora mi ritrovavo dentro questo cantiere navale, e qui sarei rimasto per qualche tempo. Sarebbe stato meglio parlare almeno un'attimo con il capo, in maniera da ricevere direttive direttamente da lui, per scoprrire se c'era qualche compito particolare da svolgere o se mi sarei dovuto limitare al controllo delle costruzioni, degli insegnamenti riguardo i piloti e di controllare l'operato di Kuwa. Indubbiamente erano cose che potevo svolgere, ma quanto più tempo perdevo in questo villaggio sperduto meno ne avevo per stare a Suna. Doveva indubbiamente essere il Mikawa a stabilire il criterio di priorità ed indicarmi quale strada seguire. Adesso dovevo solamente trovare un modo di parlare direttamente con lui, farmi notare e riconoscere nonostante la trasformazione, in modo tale ch'egli capisse e mi lasciasse intendere se seguirlo o attraverso quale altro metodo seguire le sue indicazioni.
    C'erano indubbiamente diversi metodi per farmi riconoscere, avrei potuto aspettare dietro la porta e fingere di riconoscerlo, parlando magari di qualcuno degli abitanti della villa in maniera tale che lui capisse chi fossi, ma avrei lasciato un brutto precedente, e quando l'effettivo tappezziere fosse tornato al lavoro qualcuno gli avrebbe potuto chiedere curiosità o pettegolezzi riguardo la sua relazione con quello strano uomo che aveva richiesto una flotta da guerra. Questi non avrebbe saputo che rispondere e dei dubbi sarebbero potuti sorgere, era molto meglio che fosse il caso a guidare il nostro incontro, o che perlomeno così sembrasse. Mi sarei spostato in un piccolo corridoio che loro erano obbligati a percorrere, e che si incrociava con altri due corridoi che portavano verso altre zone della nave, poi avrei scritto appena una lettera ed un numero su un piccolo foglio di carta:


    CITAZIONE
    B4

    Era il codice di riferimento di mio padre quando lavorava presso il colosso. L'avevo sentito chiamare in quel modo il giorno della mia rinascita a Villa Mikawa, là dove tutto aveva avuto inizio. Indubbiamente quella sigla non avrebbe significato nulla per tutti gli altri, e anche se un giorno qualcuno fosse mai venuto a conoscenza di quel foglietto ( cosa abbastanza remota, già immaginavo che fine avrebbe fatto ) non sarebbe stato possibile capirne assolutamente nulla. C'era una sola persona per cui potevano avere un significato, ed era Aloysius. Forse in un'altro contesto non c'avrebbe fatto caso neppure lui, ma siccome mi aveva ordinato di recarmi in questo posto avrebbe fatto facilmente mente locale riguardo il mio passato, ed un così chiaro riferimento non poteva certo sfuggirgli. Avrei atteso che il gruppo passasse e di vedere il Mikawa.



    Scusi...


    Avrei detto con il tono di voce del tappezziere che avevo legato in casa sua, in maniera che nessuno potesse notare niente di strano mentre mi chinavo verso terra, fingendo di prendere il foglietto da terra e raccoglierlo.


    Le dev'essere caduto questo.

    Dissi porgendo il foglietto verso il colosso. Niente di particolare, nessuno sospettava spie a borde, e quindi nessuno avrebbe potuto notare niente di strano in quella faccenda, solo il colosso ed ovviamente Soifon avrebbero capito, ed in base alle loro reazioni mi sarei comportato. Se avevano qualcosa da dirmi avrebbero potuto seguirmi verso la stanza da letto, con la scusa di voler vedere quella camera, se altresì si fossero comportati diversamente avrei capito che non c'era altro di cui dovevo venire a conoscenza. A me bastava essere certo che il capo sapesse della mia presenza a bordo.
     
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