L'arte della Guerra

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  1. DioGeNe
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    La ragazza rimaneva sulla difensiva, giustamente secondo la mia opinione. Mai smascherare chi si è veramente, soprattutto al primo incontro; anni di esperienza mi avevano insegnato che anche degli amici non ci si poteva fidare...per questo avevo provveduto a munirmi delle giuste abilità e tecniche. Nakora non poteva sperlo ma si stava per immischiare in una faccenda molto più grande di lei, a contatto con ninja di altissimo livello e piani al di fuori della sua attuale comprensione. Ed era proprio per questo che io la voleva nell'operazione: la visione completa dei miei piani era nella mente di sole duepersone; gli altri, membri dell'associazione e alleati compresi, sapevano solo del loro orticello e del compito che avevo loro impartito. Così sarebbe statao per quella giovane kunoichi, avrebbe fatto il suo lavoro per il "villaggio", avrebbe arricchito il suo bagaglio di conoscenze e la sua esperienza ma senza sapere realmente a cosa stesse contribuendo.

    Hoshikuzu era lì, come da accordi. L'impegno che Eiatsu e i cadaveri avevano messo nella sua riabilitazione al mondo dei vivi aveva dato i frutti disiderati. La sua mente, sebbene non stranvolta, era stata alterata in quanto indottrinata da ricordi alterati in piccoli ma in realtà significativi particolari. Ero diventato il suo più grande alleato, l'uomo del quale fidarsi ciecamente...e questo avrebbe potuto portare ad uno squilibrio enorme nella bilancia ancora in stallo tra i piani dell'associazione e il mondo costruito dall'Alleanza. In ogni caso la mente del ragazzo non era stata completamente plagiata: non potevo certo dirgli con tanta leggerezza quale era il vero scopo del lavoro che ero venuto a commissionargli...a quel punto la sua reazione sarebbe stata completamente fuori dal mio controllo. Tuttavia, con le giuste parole e le giuste azioni, quel sentimento che animava il mio animo poteva insinuarsi anche dentro il suo; ma ci vuoleva tempo e bisognava procedere un passo alla volta.

    " Rosso sempre lo stesso! HaHa rosso come sempre! "

    " E' un piacere vederti Hoshi. Oto è sempre la stessa, come il clima qui a Suna vedo. Procediamo? "

    La via secondaria creata dal jonin era sorprendente e, per alcuni versi, ricordava l'espediente che avevo utilizzato con le mie vecchie alleate donnole per depredare l'obitorio del villaggio. Per un attimo il pensiero torno all'attraente Reverie rinchiusa da anni negli inferi di Oto. In ogni caso doveva averlo costruito di recente perchè non vi era nella dettagliata trascrizione di Sayaka dei ricordi del jonin. Il cunicolo, sebbene scomodo per gente della taglia mia e di Ashiro, ci consusse all'interno del villaggio in una zona della quale non avevo molta memoria. Dopo lavista alla casa dei miei genitori e aver scoperto la storia del clan Mikawa non avevo più messo piede a Suna e anche frugando tra i ricordi di un giovane Siomaru non ne trovai riscontro. Era un quartiere poco abitato, diciamo una zona industriale, e alquanto malavitoso: perfetto per un incontro come quello.
    Raggiungemmo un magazzino che ben presto potei ricordare dalle informazioni estratte al ragazzo; era la sua officina. Sebbene al suo interno regnasse il caos si potevano intravedere diversi meccanismi, progetti sorprendenti e creazioni dall'alto potenziale...sapevo di esser enel posto giusto. Solo una volta accomodati mi sentii sicuro di poter levare il mantello e la maschera che avevo in volto, invitando la ragazza a fare lo stesso.

    " Ashiro tu invece resta di guardia. Analizza il perimetro e mettiti di ronda. Qui ne avremo per un po. "

    " Io andare! "

    A quel punto passai alla kunoichi l'acqua offerta dal sunese mentre io afferrai una birra, invitando Hoshikuzu a fare lo stesso, e scolandola senza pensarci due volte. Non vi era bisogno di controllare la presenza di veleni o quant'altro; avevo la massima fiducia in quello che avevamo combinato al Chikuma. Di certo tutta quella situazione poteva sembrare strana alla pretendente del Nibi: era chiaro come il sole che c'era ben altro dietro la sua missione di formazione.

    " Perchè mentre aspettiamo gli altri non dai uno sguardo alle cose che ci sono qui dentro? "

    Non era un modo per distrarla dal resto bensì una prima richiesta di approccio all'argomento. Sapevo che sarebbe stata portata per quel genere di cose, le analisi di Eiatsu non avevano mai fallito, ma sarebbe stato interessante valutare il suo comportamento arrivati a quel punto, valutare il suo approccio all'anomala situazione e cercare di comprendere i raggionamenti che il suo cervello stava attivando.
    Poco dopo qualcuno bussò alla porta; in altre circostanze mi sarei subito allertato ma l'espressione sul volto di Hoshi e il fatto che Ashiro lo avesse fatto passare erano due certezze che mi spinsero a rimanere seduto sulla poltrona ove mi ero collocato. Lasciai dunque il Rosso accogliesse il suo ospite certo del fatto che sarebbe stato di aiuto per l'incontro che di li a poco si sarebbe consumato.
    Constatare di avere di fronte un giovane di elevata classe sociale mi fece subito pensare che il jonin aveva chiamato la persona giusta, una di quelle che poteva velocizzare le pratiche e far filare tutto liscio. I Kurogane erano probabilmente l'ultimo dei clan di Suna ancora in auge; mercanti di grande fama e potere nelle scelte del villaggio, erano i migliori per questo genere di trattative. Solo l'età mi sembrò un punto a suo sfavore ma non era saggio giudicare una persona dal solo aspetto esteriore, giusto? Infatti rimasi sufficentemente sorpreso nel capire che nella stessa persona si nascondesse anche un abile ninja, dotato di quelle che parevano ottime capacità percettive:

    " Direi che può ritenersi onorato, Shinichi Kurogane. Io sono Aloysius Diogenes Mikawa, generale delle difese del villaggio del Suono. Se la fa sentire più a suo agio potremmo accatastare tutta la ferraglia che abbiamo con noi in un angoletto ma farebbe davvero la differenza? "

    Ma forse il ninja già lo spaeva, dopotutto ero uno shinobi sufficientemente noto tra gli Accademici. Sicuro che Nakora stesse ascoltando, non potei che pensare a lei in quel momento. Come avrebbe reagito alla notizia? Ma fu solo la digressione di un secondo, sufficiente a rasserenare il nuovo arrivato sul suo tempismo:

    " Non si preoccupi, siamo appena arrivati anche noi. Vogliamo accomordarci al tavolo? "

    Dissi alzandomi dalla poltrona e sfilando tre grosse pergamene dalla tasca interna del mantello. Distesi i rotoli, fissandoli al legno con dei kunai e mostrando gli schizzi di tre grosse e complesse macchine da guerra. Una era una fusione tra un trabucco e una catapulta, la seconda una balista su mezzo di locomozione e la terza un ariete da sfondamento modificato. Ognuno di essi aveva particolari mai visti fino ad allora; si poteva dire fossero prototipi del tuttu unici che nessuno dei villaggi ninja noti possedeva come arma di attacco o di difesa e che rappresentavano il top della tecnologia nota. Certo, non erano disegni tecnici e mancavano di molti particolari ma la scala indicata faceva ben intendere che si parlava di costruzioni enormi, che avrebbero richiesto tempo per la costruzione. Inoltre su alcuni di essi era anche scritto qualcosa riguadrante il chakra quindi complessi anche dal punto di vista dell'interazione con jutsu difensivi ed offensivi.

    jpg

    " Prima di parlare di affari voglio accertarmi che qui avete le competenze per realizzare meccanismi di questo livello. Ad Oto non abbiamo conoscenze in questo settore che si spingono a tanto, ecco perchè sono qui oggi a mostrarvi alcune delle mie idee. "

    Intanto alla ragazza sarebbe spettata un'ardua decisione: rimanere ad ascoltare quella che sembrava una discussione militare top secret oppure defilarsi per farsi avanti qualora chiamata all'appello. In questo le avrei dato libera scelta, una decisione rischiosa che avrei sperato le facesse valutare autonomamente cosa avrebbe comportato essere a conoscienza di informazioni di quel tipo.



    Edited by DioGeNe - 26/9/2015, 16:08
     
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