L'arte della Guerra

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  1. Nevi
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    Prese in tutta tranquillità l'acqua, ringraziando con un cenno del capo e mettendola da parte.
    Nel mentre accolse l'invito di guardarsi in giro, tuttavia una certa persona la bloccò in parte costringendola a rimanere seduta seppur poteva vedere con gli occhi alcune delle cose che la circondavano.
    Come sentì Hoshi dire quella frase il suo sguardo si punto fissò su di lui, senza capire.
    Aveva sentito bene? Probabilmente scherzava dai.
    Bevve un altro sorso dalla birra, ormai finendola mentre lo vedeva avvicinarsi.
    Si staccò dalle labbra la bottiglia guardandolo con il capo leggermente piegato, non sapendo se stare allo scherzo o reagire da stronza.
    Tuttavia all'improvviso lo vide cambiare direzione, dandole conferma che era stato solamente un modo per giocare un po', e per tanto gli sorrise divertita di rimando.
    Le parole improvvise di quello che scoprì chiamarsi Diogenes però, la presero totalmente alla sprovvista.
    Si voltò di scatto verso di lui, lo sguardo lasciava ben intendere quanto se la stesse prendendo per quella cosa.
    Pur non avendo abilità che glielo permettevano, per un attimo assottigliò così tanto le palpebre che i suoi occhi parvero quelli di una vipera.
    Quella era veramente la volta buona che sbroccava come non aveva mai fatto in vita sua.
    Era decisamente tentata di mandare a quel paese tutto e tutti, fregandosene di superiori, questioni burocratiche e via discorrendo. Anche morire non le sarebbe importato sinceramente, non era un dettaglio che la impensieriva al momento.
    Non riusciva a capacitarsi perchè tutti a lei, da quando aveva fatto l'ultimo addestramento all'accademia continuava ad imbattersi in persone del genere!
    Prima quel demente dello scorpione, il quale aveva pensato bene di mentirle sul suo nome pur sapendo che avrebbero dovuto svolgere la missione insieme.
    Ora invece addirittura Diogenes che affermava di essere il generale delle difese del loro villaggio, aveva deciso di dirle un falso nome.
    Non capiva il senso, veramente.
    Fossero stati fin dall'inizio in un altro villaggio, non avrebbe detto nulla, fosse stata lei un ninja di un altro villaggio, non avrebbe detto nulla... Però cazzo!
    Era anche lei di Oto e inoltre aveva deciso di portarsela dietro in quella missione, che ormai le stava divenendo chiaro trattarsi di qualcosa di molto più grande di un semplice apprendistato.
    Si voltò nuovamente guardando davanti a lei, le dita che stringevano il collo della bottiglia fino a sbiancare mentre questa si iniziava a crepare.
    Inspirò a pieni polmoni cercando di calmare la rabbia che stava ribollendo dentro di lei, doveva pensare lucidamente e non farsi trasportare dalle emozioni.
    In quel momento il vetro si scheggiò, ferendole un dito e facendolo sanguinare. L'improvvisa distrazione riuscì a calmarla parzialmente, finendo così per seguire solo in parte quello sarebbe stato l'impulso successivo.
    Con un gesto secco e veloce del braccio lanciò la bottiglia in mezzo al magazzino, spaccandola e facendola andare in mille pezzi.
    Non era intenzionata a chiedere scusa a nessuno, e si poteva ben vedere dall'espressione sul suo viso.
    Doveva assolutamente darsi una calmata, non poteva permettersi di fare cavolate in quel momento.
    Anche volendo, che cosa avrebbe potuto fare? Si trovava a Suna, in un villaggio che non era il suo e di sicuro non poteva aspettarsi di riuscire a tornare indietro da sola fino ad Oto.
    Inoltre se quanto Diogenes diceva era vero, ovvero che era il generale delle difese del villaggio a maggior ragione non poteva permettersi di dare spettacolo.
    La cosa più ragionevole da fare era rimanere li, sfruttare l'opportuinità e imparare quanto poteva.
    Per quella volta avrebbe dovuto ingoiare il rospo, non aveva altra scelta.
    La voce improvvisa di una persona la portò ad alzare lo sguardo, accorgendosi che l'uomo arrivato per ultimo si era avvicinato in modo da poterla vedere chiaramente in viso e fare conoscenza.
    Inizialmente lo guardò senza dire nulla, muovendo gli occhi leggermente prima a destra poi a sinistra, indecisa su cosa dire.
    Il suo impeto la spingeva a rispondere in malo modo e cacciarlo via, tuttavia ancora una volta questa non era lei a pensare bensì il suo nervosismo, per tanto si sarebbe trattenuta su una via di mezzo.
    In ogni caso non sorrise, decisamente no.

    Nakora, mettiamoci al lavoro va.

    Sputò fuori appena quelle poche parole prima di alzarsi con fare sbrigativo e dirigersi verso il tavolo, appoggiandosi con ambo le mani e pulendosi il sangue dalla mano strofinandola appena un attimo contro i vestiti con noncuranza.
    Immediatamente cominciò ad analizzarli, rendendosi conto un po' alla volta di cosa c'era realmente in ballo.
    Sorrise con fare ironico, scuotendo leggermente il capo.
    Diogenes se l'era giocata molto bene con le parole... Tecnicamente non le aveva mentito, fatta eccezione sul nome.
    Difatti l'aveva detto che sarebbe stata una cosa riservata e che lei avrebbe dovuto apprendere certe conoscenze, senza però specificare le modalità del tutto, e senza ombra di dubbio questo non si poteva imputare come una colpa.
    In ogni caso arrivati a quel punto non si sarebbe tirata indietro, farlo non le avrebbe procurato alcun vantaggio mentre invece rimanere di sicuro le avrebbe dato accesso a molte più cose di quante poteva immaginare.
    Terminati questi pensieri finì di analizzare i disegni, osservando come fossero particolareggiati ed estremamente diversi l'uno dall'alltro.
    In particolare i punti riguardanti il chakra la incuriosivano, e difatti fu possibile come notare come i suoi andarono a posarsi su di essi come una falena da una luce in mezzo alla notte più oscura.
    Le piaceva come idea, tuttavia pensava mancassero di mobilità quei disegni. Viste le loro dimensioni, sarebbe stato necessario aggiungere qualcosa in grado di facilitarne il trasporto e il movimento, oltre che qualcosa per nasconderle quantomeno all'occhio dei ninja più scarsi.
    Di sicuro dovevano avere una potenza notevole, però senza un'adeguata scorta non ci sarebbe voluto molto per buttarli giù, mentre al contrario costruirli poteva richiedere veramente un bel po' di tempo.
    Iniziava a capire perchè le avevano detto che sarebbero stati via per un bel po' di tempo.
    Poco dopo Hoshi decise di far loro un tour del posto, mostrando così i suoi vari lavori. Di sicuro gli piaceva inventare e costruire cose nuove, l'impegno che ci metteva era ben visibile vista la raffinatezza dei dettagli in certi meccanismi.
    Alcuni in particolare sembrarono piacerle, tra questi vi era una sorta di imbuto di legno che andava via via chiudendosi sempre di più verso la fine, venendo infine ricoperto da un altro materiale che non conosceva.
    Sul retro era presente un contenitore metallico, collegato in modo che avesse un unico punto d'uscita diretto proprio verso la fine dell'imbuto dov'era la parte più stretta. Accanto al contenitore infine, vi era una sorta di manico da cui tenerla affiancata ad una minuscola levetta collegata a sua volta al recipiente, la quale probabilmente avrebbe dovuto attivarlo nel momento in cui fosse stata spinta. Inoltre se si arrivava a pensare che era una levetta e non un bottone, era assai probabile che fosse possibile regolarlo come si preferiva.
    La voce di Hoshi la riportò alla realtà, avvicinandosi di corsa all'altro mentre ormai si lasciava alle spalle il piccolo episodio di poco fa del nome.
    Prese in mano la balestra che le passò il ragazzo, seguendo le sue indicazioni e dimostrando comunque subito un certo intuito in grado di farle capire come e cosa doveva fare per farla funzionare.
    Difatti ci vollero pochi istanti prima che la imbracciasse, mirando al bersaglio e sparando i sei proiettili tutti di fila.
    Fatto questo l'abbassò, rigirandosela tra le mani e guardandola come per vedere dov'erano incastonati tutti i pezzi.
    In un certo senso la divertivano per via del fatto che erano come dei piccoli indovinelli di logica, si trattava solo di esercizio mentale.
    Poco dopo la posò nuovamente su uno dei tavoli, continuando a seguire Hoshi nel tour dell'officina, durò ancora alcuni minuti dopo i quali tuttavia iniziarono a sorgere i primi problemi inerenti alle idee di Diogenes.
    Ascoltò quanto ebbe da dire Shinici, trovandosi d'accordo su diversi punti tuttavia visti gli attriti passati con il paese del vento, le venne in mente un'altra idea che non esitò a proporre, prendendo parola e appoggiandosi ad una delle colonne in legno del magazzino con le braccia conserte.
    Il tono pacato e sereno.

    Sono d'accordo tuttavia direi di non escludere a priori il paese dell'acqua. Di sicuro quelli di Konoha cercheranno di creare problemi ogni volta a loro possibile. Kiri al contrario, se riguardiamo un attimo le mappe possiamo vedere che è circondato da diverse isole minori, le quali dubito siano controllate con chissà quanta attenzione vista la loro distanza dal villaggio principale. Volendo si potrebbe prendere anche li. Basterà prenderne un po' da ciascuna isola vicina alla costa, così da non rendere evidente la scomparsa degli alberi. Tralasciando poi come il trasporto risulterà notevolmente più facile. Degli uomini che portano legname su un imbarcazione verso Yugakure di certo non desterà sospetti di alcun tipo, tralasciando come la sicurezza in quel piccolo villaggio sia prossima allo zero. Per concludere, ricordiamo che Yugakure stesso ha una vasta foresta.
     
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