L'arte della Guerra

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  1. Nevi
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    HrEKxIv
    La situazione si stava continuando ad evolvere a una velocità assurda, tant'è che mentre proseguivano nel discorso si chiedeva ogni tanto se non si stessero dimenticando qualcosa, tuttavia era assai improbabile con Shinichi e Hoshi che pensavano a tutta la parte tecnica.
    Inoltre Diogenes stesso presentò il progetto per quella che era un'arma in grado di portare una distruzione senga eguali, almeno a sua detta. Dal suo canto non poteva sapere quanto fossero veritiere le fonti che citava, avendo conoscenze limitate su quello che era Kumo e le battaglie che l'avevano coinvolto.
    Tuttavia più andavano avanti, più iniziava a convincersi che Febh era all'oscuro di tutto quello.
    Tanto per cominciare già il fatto che nel villaggio avessero voluto muoversi così presto se collegato al fatto che le avevano dati nomi falsi, che non le avevano detto tutto quello che c'era da sapere sulla missione, che le era stato vietato nel modo più assoluto di parlarne... Tutte queste cose insieme che da sole, almeno all'apparenza, potevano non avere significato ora invece facevano intendere come fossero stati tutti una serie di tentativi per nascondere i loro spostamenti.
    Inoltre riguardando anche i disegni di quei progetti che spaziavano da cannoni, catapulte, arieti e tutte cose che più che per la difesa, erano molto più dedite all'offesa la lasciava pensare che non fossero veramente per Kumo.
    Certo a meno che Diogenes non avesse intenzione lui di attaccarla per primo, però viste le differenze tra i due paesi e anche lo spazio geografico che occupavano era assai improbabile.
    I suoi occhi si spostarono sulle armi, poi su Hoshi per poi passare su Shinichi e infine di nuovo sul Generale.
    Anche il fatto che dentro Suna stessa si dovessero muovere tra le ombre era un altro tassello di quel puzzle, fossero state per mera difesa non avrebbero dovuto temere gli altri villaggi accademici, in quanto se avessero reagito avrebbero portato inevitabilmente a una guerra mentre se non avessero fatto nulla, beh, le nuove difese sarebbero state portate a termine e sarebbe stato scacco matto ugualmente.
    Solamente il fatto che avessero dato per scontato che gli avrebbero guardati peggio rispetto a prima, le lasciava pensare che Diogenes doveva avere avuto dei precedenti con la burocrazia nei confronti degli altri villaggi accademici, e che non era andata nel migliore dei modi.
    Altrimenti non se ne sarebbe preoccupati di simili dettagli, potendo fare affidamento sulla sua figura che si era creato nel corso di quegli anni e dimostrando così una certa affidabilità all'interno dell'Alleanza.
    Assottigliò lo sguardo mentre rifletteva su tutte queste cose, quando poi uscì fuori la questione del contratto e quella fu la conferma definitiva che stava aspettando assieme al fatto che lei era la caparra.
    Sorrise divertita, senza nasconderlo.
    Ora non aveva più dubbi in merito, Diogenes stava agendo all'ombra di Febh e del villaggio stesso.
    L'Amministratore aveva imparato a conoscerlo in quel tempo avendolo visto più serio che scherzoso e poteva dire con assoluta certezza, che non avrebbe mai e poi mai messo così tanto a rischio la portatrice del Nibi, non dopo quanto avevano dovuto fare loro due assieme per sigillarlo dentro di lei, tralasciando che aveva dimostrato più e più volte a Febh che lei non era un elemento comune, sacrificabile come molti altri.
    Il Bosco dei Sussurri era stata la prima parte, il confronto mentale a cui aveva resistito con il Nibi la seconda.
    In quel momento chiuse gli occhi mentre Shinichi rispondeva, indignato.
    Fu allora che il buio l'avvolse completamente, mentre una landa desolata riempita di lapidi e fuochi fauti iniziavano a circondarla al chiaro di luna.
    Una nebbiolina aleggiava nell'aere, mentre quest'ultima improvvisamente si concentrò in un punto girando su sè stessa fino a formare la sua figura.
    Allora aprì gli occhi, ritrovandosi in quella realtà e respirando rilassata l'aria pura che si respirava.
    Lei l'aveva detto al Nibi che le cose sarebbero cambiate anche per lui, per tanto aveva intenzione di mantenere la parola data.
    Avanzò di alcuni passi finchè non giunse all'entrata di un tempio diroccato, era fatto interamente di marmo grigio e lunghe colonne si ergevano fino in cima, tenendo così il tetto a spiovente anc'esso in marmo.
    Una maestosa scalinata si stagliava innanzi a lei, e una volta salita per intero si ritrovò all'interno di quello che sembrava un tempio, sebbene totalmente differente rispetto quelli cui erano abituati le persone.
    Una lunga serie di fiaccole si accesero al suo ingresso, fiamme bluastre con sfumature nere vi danzavano sopra illuminando l'ambiente di una luce spettrale.
    Camminò diversi metri fino a che non arrivò in fondo al tempio, dov'erano state erte delle sbarre, pure queste apparentemente in marmo, dalle dimensioni mastodontiche che si stagliavano fino al soffitto.
    Dall'altra parte si poteva chiaramente sentire un respiro pesante, e come lei si avvicinò un botto improvviso fece tremare il tutto.
    Sorrise divertita, ancora ci provava quel gattaccio, lei però non lo avrebbe lasciato libero così presto.
    Prima avrebbero dovuto diventare un'unica cosa, come compagni d'arme solo poi l'avrebbe lasciato libero di agire.
    A braccia incrociate prese parola, mentre una figura ammantata di fiamme si iniziava a stagliare dall'altra parte delle sbarre, le zanne in evidenza e negli occhi uno sguardo di odio.

    Ti trovo bene, Nibi. In forma come sempre vedo.

    Non osare prendermi in giro, stupida ragazza!! Ricordati chi è la nullità qui tra noi due!!

    Un alito fetido che sapeva di morte e disperazione la investì in pieno, scompigliandole i capelli mentre scuoteva leggermente il capo ancora più divertita dalla situazione che si stava andando a creare.
    Se non altro aveva ritrovato un minimo di lucidità il Nibi da quando era stato sigillato, smettendo così di prometterle atroci sofferenze e via discorrendo, conscio che al momento sarebbe stato inutile.

    Sì certo, come vuoi. Invece di perdere tempo, sono venuta qui per dimostrati che quando dico e penso una cosa, poi la faccio. Manterrò la promessa.

    In quel momento i due occhi luminescenti del Nibi parvero come dilatarsi tutto d'un tratto, visibilmente colto alla sprovvista.
    Fu appena un istante però dopo il quale tornò a guardarla come prima, mentre un ruggito si stava preparando nella sua gola.
    Tuttavia lo soffocò, guardandola disgustato e rispondendo.

    Che vuoi dire?! Non penserai di ingannarmi ancora, povera idiota!! NON OSARE PRENDERMI IN GIRO!!

    Improvvisamente sbattè una zampa a terra, dando vita a un esplosione di fuoco e fiamme che però fu soffocata all'interno della gabbia.
    Sospirò visibilmente stanca, la questione si stava rivelando più ardua del previsto da portare avanti, e si doveva dare una mossa. Le cose nel mondo reale nel mentre stavano procedendo tranquillamente, ancora sentiva la voce di Shinichi sebbene parecchio distante rispetto a prima.
    Si avvicinò a passo deciso, puntando i suoi occhi dritti in quelli del Nibi e guardandolo decisa, convinta, proprio come aveva fatto quando gli aveva riso in faccia nel piccolo scontro che avevano avuto.
    Si fermò a pochi metri dalle sbarre.

    Non è una presa in giro, per tanto te lo chiederò ora e subito. Te vuoi firmare il contratto? Pensa e rispondimi, abbiamo poco tempo.

    A quel punto il Demone la guardò incredulo, e la sua reazione rese ben visibile la cosa.

    Cosa..?

    Emise un verso di stizza, infastidita da tutto il tempo che ci stava mettendo per darle una risposta.
    Era comprensibile però che per lui fosse qualcosa di inaspettato, di nuovo, poco ma sicuro che tutti i portatori precedenti non avevano mai provato a fare nulla del genere.

    Hai capito bene, ora rispondimi!

    A quel punto il Nibi parve riprendersi, tant'è che le fiamme che lo avvolgevano parvero rinnovarsi con maggiore vigore questa volta.

    No. Non voglio che sia firmato, già un vincolo ci lega non è forse abbastanza?! ORA VATTENE E LASCIAMI IN PACE!!

    Sospirò liberamente, finalmente aveva avuto una risposta.
    Sapeva che se avesse provato a chiedere altro, ora il Demone non le avrebbe più risposto se non con ruggiti o simili, per tanto lo salutò con un cenno della mano prima di aprire gli occhi nella realtà e scomparire dal suo mondo onirico, dissolvendosi così com'era apparsa.
    Shinichi aveva terminato da poco di parlare, ed indubbiamente poteva essere che i presenti avessero notato il fatto che avesse chiuso gli occhi.
    Comunque sia puntò lo sguardo dritto su Diogenes, e senza esitare disse quanto era stato deciso tra lei e il Demone.

    Non firmo.

    Due parole dette senza alcuna paura o remora, tant'è che i suoi occhi erano come divenuti di pietra tant'era l'ostentazione che stava dimostrando in quel momento.
    Qualche istante dopo, spiegò brevemente quella sua decisione.

    Io e il Nibi ci siamo consultati, e lui non è d'accordo. Per tanto non farò qualcosa che uno dei due non voglia. Assolverò al mio compito, però dovrai fidarti di me in quanto ninja di Oto e del tuo stesso villaggio.

    Aveva appena messo in chiaro come funzionavano le cose tra lei e il Demone: O erano entrambi d'accordo, oppure nessuno dei due avrebbe fatto nulla che l'altro non avesse voluto.
    Certo al momento questa cosa valeva più per lei che per il Demone, però gli altri li presenti non avevano modo di saperlo.
    Inoltre personalmente era anche abbastanza sdegnata, un contratto ad un ninja del proprio villaggio? Tra l'altro dopo che tu per primo ti sei dimostrato non degno di fiducia?
    Se voleva che lei l'aiutasse fidandosi ciecamente, aveva proprio sbagliato il tipo d'approccio e forse in quel momento avrebbe capito com'era fatta realmente come persona.
    Ovviamente era conscia del divario che vi poteva essere tra lei, che era una semplice Genin e colui che era il Generale delle difese di Oto, tuttavia a giudicare dal suo modo di fare non le importava affatto.
    Aveva già sperimentato la morte e ogni tortura possibile e immaginabile per mano del Demone, difficilmente cose del genere l'avrebbero impensierita in futuro.
    Tranquilla e sicura di sè stessa, rimase in attesa della sua reazione a tutto quello.
     
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