Test di valutazione tra Otesi

Dover essere convocata come una subalterna e affrontare un viaggio per ordine di qualcuno era già frustrante, ma essere costretta a combattere senza una ragione precisa fu decisamente molto più irritante. Kiyomi non si potrebbe di certo definire una persona atletica e tendente a fare sport ed il fatto di sapere che avrebbe dovuto affrontare un altro studente, con elevate possibilità di danneggiare il suo corpo perfetto, fu un pensiero che le fece quasi spezzare il ventaglio che stringeva tra le mani, dalla rabbia, quando le venne letta la lettera di convocazione. Ciononostante, si presentò sul luogo dello scontro in perfetto orario e vestita con uno dei suoi pregiati yukata (rosso con un obi nero) e le sue scarpe rosa con il piccolo tacco rialzato, a cui ormai era abituata ad usare in missione, scendendo dalla carrozza in tutto il suo splendore e con aria fiera. Bene. Vogliono lo spettacolo? E sia.

La giornata era radiosa e l’acqua piatta del lago rifletteva perfettamente i raggi del sole, mentre una fievole brezza faceva ondeggiare i fili d’erba. Che posto di merda. Signorina! Un po’ di contegno. Che c’è? Tanto valeva farmi vestire da pecora e mettermi a brucare per terra. Prima di allontanarsi dalla carrozza, la ragazza si fece passare dalla sua domestica tutte le attrezzature necessarie, legandosi all’obi la sua sacca per le armi e armandosi del suo apparentemente innocente ventaglio, in realtà un pregiato tessen. Nel momento in cui vide arrivare il suo avversario, si sarebbe diretta verso di lui e quando sarebbe stata abbastanza vicina (6 metri da lui e 3 dal lago alla sua destra), si sarebbe fermata, riconoscendo in quel ragazzo dalla candida capigliatura, lo strano studente che aveva già incontrato per una missione svolta tempo prima. Oh, sei tu. Meglio, così evitiamo le presentazioni. Non si degnò neanche di salutarlo, già stressata per la situazione e bramosa di terminare alla svelta quell’inutile combattimento a cui era stata costretta a sottoporsi. Avanti, facciamolo, così ce ne andiamo a casa. Comincio io, se non ti dispiace: così, almeno per una volta, potrai fare il cavaliere con una donna.
Era estremamente sicura di sé, con il suo tessen aperto nella mano destra, pronta a ricevere un eventuale attacco, e con il suo fedele kaiken nel suo piccolo fodero, occultato tra i capelli come una comune bacchetta per l’acconciatura.

La strategia si dimostrò quantomeno efficace, riuscendo ad offuscare la vista dell'avversario il tempo necessario per attuare il suo attacco, che però purtroppo andò ad impattare sulle braccia del ragazzo, a quanto pare danneggiandolo solo lievemente. Questo non significava che fosse andato male, dato che comunque era impossibile che non gli avesse procurato nessun danno, quindi ancora piena di adrenalina procedette col saltare e far scontrare il collo del suo piede contro la mascella del ragazzo, che ormai aveva riacquistato la sua vista.
La cosa che prese alla sprovvista la ragazza, fu che appena un istante dopo che Shingen accusò il colpo, questi le afferrò saldamente la gamba sinistra, all'altezza del polpaccio, immettendo molta forza nelle braccia per ferirla come poteva e Kiyomi non poté far altro che avvertire il dolore dovuto alla forte pressione esercitata.
Subito dopo, il suo avversario volle aggiungere ai danni già inferti, anche un ulteriore colpo, scaravantandola di forza al suolo, sfruttando come perno la gamba che teneva ben salda. Purtroppo per lui, la ragazza aveva già raggiunto l'apice della spinta che si diede contro il suolo quando gli diede il calcio al mento, quindi dato che quella mossa era giunta con un breve ritardo, lei aveva già cominciato la sua discesa verso terra, tenendo abbassata la gamba destra per atterrare e vanificando gran parte del suo sforzo fisico.
L'unico risultato che riuscì ad ottenere fu quello di farla atterrare più violentemente e facendole perdere l'equilibrio, cosi che cadde all'indietro una volta che il giovane ninja mollò la sua presa e atterrando si schiena senza troppa violenza. [Ferita]
L'attacco a sorpresa di Shingen l'aveva leggermente disorientata, ma sapendo di non avere tempo per starsene immobile, decise di estrarre immediatamente dalla sua sacca porta-armi 4 shuriken
Shuriken [Distanza]
Le classiche stellette ninja, hanno forma di una stella a 4 punte con lati taglienti; hanno un peso medio e sono abbastanza veloci; al centro si trova un buco per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. La gittata massima è 15 metri.
Tipo: Da Lancio-Taglio
Dimensione: Piccola
Quantità: 6
(Potenza: 5 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
con la mano sinistra, [Slot gratuito Ist.] stringendoli con forza mentre individuava con gli occhi il punto preciso dove lanciarli ed alzando la schiena da terra aiutandosi con la mano destra. Immediatamente decise di lanciarli verso il busto del suo avversario, [Slot Azione I]dato che sulle braccia il clpo precendente non aveva sortito un grande effetto, sfruttando la piccola distanza che li separava (1m e 1/2) come effetto sorpresa e rotolando verso sinistra per poter usare il piede destro come perno per rialzarsi rapidamente.
Il suo spirito combattivo non era certo calato per il colpo precedentemente subito, ma comunque ne risentiva ancora del dolore alla gamba, quindi dopo aver stabilito che era meglio mantenere una minima distanza per poter recuperare un po' di forze, in pochi istanti si sarebbe allontanata da lui, facendo un paio di balzi all'indietro e portandosi a qualche metro di distanza. [Slot gratuito Ist]
Per cercare di alleviare il dolore che ancora sentiva, per non risentirne durante i prossimi attacchi, afferrò immediatamente con la mano sinistra uno dei tonici
Tonico di Ripristino Inferiore [Tonico]
Ingerendo questo farmaco il ninja ripristina la propria vitalità di una ferita Leggera, ma non rimargina ferite.
Dose massima: 2 al giorno.
Tipo: Supporto-Supporto
Dimensione: Minuscola
Quantità: 2
(Potenza: 1 | Durezza: 1 | Crediti: 25)
che aveva nel porta-armi, [Slot gratuito Ist] e portandoselo alla bocca, ingerendolo, [Slot azione II] così da poter avere più stabilità nei futuri movimenti.
In pochi attimi senti il dolore scemare lentamente, non avvertendo più la spiacevole sensazione che avvertì ogni volta che appoggiò il piede a terra da quando il suo avversario le aveva stretto la gamba con tutta la sua forza. La cosa era terribilmente irritante, anche perché dal momento in cui aveva ricevuto quella dannata lettera, già sapeva che sarebbe finita così ed in quel momento si vide costretta a rimettersi in posizione di guardia, aprendo il suo tessen che aveva sempre tenuto stretto nella mano destra e preparandosi alla prossima mossa del ragazzo albino, portando la gamba sinistra leggermente indietro ed il ventaglio davanti al busto.

Cosa deve sopportare una povera ragazza per arrivare al proprio obbiettivo. Sapeva fin dall'inizio che non sarebbe stato un cammino breve e che avrebbe dovuto sottostare ad una miriade di doveri imposti dagli alti ranghi ed avrebbe dovuto farci pian piano l'abitudine, ma l'utilità di uno scontro con un altro studente del suo stesso calibro proprio non la capiva, ritenendolo solo una grandissima perdita di tempo in cui avrebbe anche potuto rimanerne ferita. E per cosa, poi? Per il divertimento di qualcun altro?
L'idea non gli era piaciuto fin dall'inizio ma non vide motivo per cui avrebbe dovuto ritirarsi, quindi si vide costretta a sfidarsi col suo ex compagno di squadra, che almeno sembrava essere abbastanza vulnerabile nonostante opponesse un'ostinata resistenza ai suoi colpi, tant'è che fu obbligata a prendersi un tonico per non rischiare che gli rimanesse un livido sulle gamba. Il problema è che non era finita lì, perché anche se con gli shuriken riuscì ad ottenere un piccolo lasso di tempo di vantaggio, ben presto si vide scagliare contro 3 kunai, che doveva assolutamente evitare ad ogni costo. Fino a quel momento sperò che il suo avversario non utilizzasse armi e si limitasse a sferrare calci e pugni, ma alla vista di quei 3 affilati pugnali volare verso di lei, si sentì salire il cuore in gola per il terrore che anche solo uno di quelli potesse irrimediabilmente compromettere il suo corpo.

Mai graffio o imperfezione doveva azzardarsi a comparire sulla sua pelle, figuriamoci rimanere trafitta da dei pericolosissimi kunai, in uno scontro del tutto privo di senso come quello, tra l'altro. Non poteva permettere che una simile tragedia si abbattesse su di lei: in quei momenti non pensò nemmeno al dolore che avrebbero potuto causargli, perchè la cosa che più la preoccupava erano i segni indelebili che avrebbero potuto provocarle, sfigurandola fatalmente, quindi in men che non si dica si sforzò più che poté per accelerare i suoi movimenti al massimo, concentrando immediatamente una dose di chakra in tutto il corpo e si diede una forte spinta verso sinistra spingendosi con tutta la forza che aveva in entrambe le gambe e ruotando anche il busto in senso orario, così da uscire il più presto possibile dalla traiettoria dei kunai. [Slot Difesa I]
Kiyomi si tenne in equilibrio dopo il tremendo sforzo piegandosi sulla gamba sinistra per non rischiare di rimanere coinvolta in una altro attacco da parte del suo avversario, che come aveva tragicamente previsto si apprestò a raggiungerla brandendo la sua pericolosa arma precedentemente estratta. Se aveva temuto che l'integrità della sua bellezza potesse essere compromessa dai 3 pugnali voltanti, stavolta il pericolo era ben peggiore, in quanto una simile spada avrebbe potuto fare molto peggio, preoccupandosi come non mai e vedendosi costretta nuovamente ad reagire come poteva per non lasciarsi sfiorare da quella lama affilata. Senza pensarci 2 volte concentrò ancora una volta una forte dose di chakra, ma stavolta solo nel braccio destro, in cui teneva stretto il suo ventaglio da guerra, che aprì di scatto, e con un rapido movimento del braccio ascendente bda destra verso sinistra in cui impiegò una grande forza, lo tenne ad altezza del ventre ed aiutandosi anche con una spinta in avanti del busto lo uso per farlo scontrare con il dadao del ragazzo albino, così da far rimbalzare via quel temibile strumento di morte un attimo prima che si abbattesse su di lei. [Slot Difesa II]

Nell'istante in cui sentì il suono metallico e le vibrazioni salirle lungo il braccio provocati dal contrasto delle 2 armi quando impattarono tra di loro, tirò un breve respiro di sollievo, rallegrandosi del pericolo scampato all'ultimo momento, ma ciò che non si aspettava fu un secondo e rapido colpo sferrato con la medesima arma subito dopo, a cui provò a sottrarsi buttandosi a terra all'indietro, spingendosi con i talloni ed inarcando la schiena...ma l'affilata ed argentea lama stavolta non mancò il bersaglio. [Ferita]
Per quanto la ragazza tentò di spostarsi dalla traiettoria di quel micidiale fendente, riuscì soltanto a non fargli incrociare il punto che il suo avversario prese di mira facendosi colpire poco più sopra, e nell'istante in cui era sospesa in aria aspettando di toccare il suolo avvertì un dolore tremendo che mai si sarebbe sognata di provare, facendole emettere un urlo agghiacciante con tutta la voce che aveva in corpo.

AAAAAAAAAAAAAHHH!!!

Anche quando finalmente toccò il suolo cadendo sui suoi glutei le urla non si interruppero, per l'immenso male lancinante che in quei momenti provò, ma che certo non apparteneva a quel profondo taglio che si era appena aperto sopra il suo ginocchio destro o al sangue che inevitabilmente aveva preso a sgorgarne, bensì alla spaventosa vista della sua gamba orribilmente sfigurata. La sua rabbia e la sua disperazione trasparivano fin troppo evidenti dai suoi occhi spalancati e quasi colmi di lacrime e le mani tremolanti vicine alla ferita ma che non avevano il coraggio di toccarla, e tra i vari mugolii e grida continui si poterono udire poche parole non ben scandite.
Come hai OSATO!

La giovane domestica non volle neanche guardare i momenti in cui il ragazzo albino calò la sua spada sulla sua padrona, e quando ne sentì le urla strazianti capì che il peggio era avvenuto, precipitandosi immediatamente da lei senza pensarci, più veloce che poté.
KIYOMI-SAMA!!
Non voleva neanche immaginare le conseguenze che sarebbero scaturite da quell'incidente che prima o poi sarebbe dovuto inevitabilmente accadere vista la strada intrapresa dall'ambiziosa Kiyomi. Non si trattava poi di una ferita tanto grave, ma di certo sarebbe rimasto il segno per un bel po', cosa che avrebbe tenuto la sua padrona di un umore nero per tutto il tempo, come se non fosse già abbastanza difficile sopportarla normalmente. In men che non si dica, prese dalla borsa che portava in mano garze, disinfettante e tutto quello che poteva servirle per fasciare e curare al meglio il taglio che la ragazza ancora stava rimpiangendo, ma non fu una cosa facile, dato la rabbia di Kiyomi si riversò anche su di lei in imprecazioni di vario genere, oltre a maledire il suo avversario e quelle "stupide attività da ninja".
Andiamocene via, mi sono stufata!
Qualunque cosa avessero provato a dire il suo avversario o chiunque stesse assistendo all'incontro non gli avrebbe rivolto neanche lo sguardo, lasciando che fosse la sua serva a dire che l'incontro sarebbe terminato lì, mentre lasciava che la sua padrona si appoggiasse a lei, zoppicante, e riportandola sulla carrozza che le avrebbe riportate a casa. Di abbandonare lo scontro in quel modo non poteva importarsene minimamente, visto il più grave problema che aveva da pensare in quei momenti, avendolo sempre e solo ritenuto un' inutile perdita di tempo e sicuramente non avrebbe avuto morsi di coscienza, ne tanto mano sarebbe stata ferita nell'orgoglio, quindi se il suo avversario voleva pensare di aver vinto, poteva farlo benissimo.
Prima di salire a bordo del mezzo diede un ultimo sguardo minaccioso verso il colpevole che le ha letteralmente lacerato la perfezione di cui da sempre si vantava, lasciandolo con un'ultima frase che sarebbe stato un suo giuramento di cui non si sarebbe mai dimenticata.
Questa me la pagherai, Shingen! E' una promessa!
Poche parole che avrebbero fatto dello studente albino un suo nemico finché non avrebbe avuto l'occasione di vendicarsi di lui, giurandolo sugli Dei e maledicendolo per lo sfregio che aveva osato farle.

Scontro terminato per abbandono