Test di valutazione tra Otesi

Kiyomi Saito VS Shingen Yakushi

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  1. Bartok
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    Test di Valutazione tra Otesi

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    La convocazione era arrivata pochi giorni prima. Una semplice lettera spedita dall'accademia lo invitava a recarsi in quel luogo per sottoporsi ad un test pratico. Non gli erano state fornite molte altre informazioni; sapeva soltanto che avrebbe dovuto battersi con un parigrado. Shingen accolse quella notizia con grande entusiasmo. Probabilmente i suoi maestri volevano valutare la sua forza in vista di una futura promozione a Genin. Ottenuto quel grado avrebbe avuto a disposizione molte più informazioni e tecniche per sviluppare i propri poteri. Aveva già cominciato a studiare l'arte medica, ma non aveva accesso ai laboratori e agli strumenti necessari ad una adeguata formazione. Visto il suo basso rango, l'uso dei rotoli più importanti gli era negato anche nella sede del clan. L'unico modo per uscire da quella seccante situazione sarebbe stato fare una buona impressione sui suoi insegnati, dimostrando di avere i requisiti per essere considerato un ninja a tutti gli effetti. Per questi motivi, prese ad allenarsi ancora più duramente di quanto avesse fatto in passato. Presto avrebbe raccolto l'eredità di suo padre e dei suoi antenati. Sarebbe diventato un vero Yakushi ed il più grande esperto dell'arte medica. Ayame e Toshiro avrebbero presto dovuto smettere di chiamarlo Aspirante Lucertola. Gli avrebbe dimostrato che il retaggio contenuto nel suo Dna non aveva nulla da invidiare alle loro doti da Yotsuki.



    Oh, sembra che il tuo avversario sia proprio una bella ragazza! Mentre Kiyomi si avvicinava a Shingen, Toshiro gli diede una sonora pacca sulla spalla. Suo fratello, un colosso di quasi due metri con corti capelli neri e intesi occhi blu, non era uno a cui piaceva andare per il sottile. Quello che per lui era un gesto amichevole rischiò di far perdere l'equilibrio a Shingen. Il giovane Yakushi dovette far un passo avanti per evitare di cadere. Ehi, fa piano! Lo Yotsuki ignorò le proteste del fratello, limitandosi a sorridere e a fargli l'occhiolino. Poi, con un grande balzo si allontano da lui, posizionandosi vicino al giudice. Vedi di non farci fare una brutta figura, aspirante lucertola! Gli urlò, prima di sedersi a terra per ammirare lo spettacolo. Shingen lo guardò con disappunto, scosse il capo e si concentrò sul suo avversario. Ti farò vedere io, maledetto gorilla. Il giovane Yakushi era già agitato per la prova che doveva sostenere e certe raccomandazioni non facevano altro che metterlo ulteriormente in difficoltà. L'importanza di quello scontro era sufficiente ad alimentare il suo nervosismo. Si morsicò il dorso dell'indice destro come era solito fare quando era preoccupato per qualcosa. Cercando di scacciare i pensieri negati dalla mente, si concentrò totalmente sul suo avversario. Shingen squadrò Kiyomi da capo a piedi. Fece attenzione ad ogni dettaglio del suo trucco e del suo vestiario, per poi analizzare i movimenti del suo corpo. Dopo quella breve ispezione, concluse che dovesse avere qualche rotella fuori posto. Per quale ragione qualcuno avrebbe dovuto combattere con un vestito tanto elegante e costoso? Probabilmente si trattava solo di un eccesso da ricconi. Kiyomi doveva essere una di quelle persone a cui piace ostentare la propria ricchezza e che non lesinava nello sprecare il proprio denaro. L'aveva già conosciuta in occasione di una missione organizzata dall'amministratore Febh Yakushi, quindi sapeva cosa aspettarsi. Infatti, non si sorprese minimamente difronte ai suoi modi spicci e altezzosi, scegliendo di ribattere con sarcasmo. Anche per me è un piacere rivederti, Kiyomi. Come sempre, la tua gentilezza senza eguali. Mentre pronunciava quelle parole, un sorriso sardonico comparve sul suo volto. Si esibì in un inchino volutamente eccessivo e fissò Kiyomi negli occhi, aspettando di vedervici una stilla di rabbia. Lasciarle prendere l'iniziativa, sperando che la sua furia la spingesse ad agire in modo sconsiderato poteva rivelarsi particolarmente utile per prendere il sopravvento in quella sfida. Va bene. A te la prima mossa. Allargò le gambe, abbassò il baricentro ed alzò la guardia. Pochi secondi e l'arbitro avrebbe fischiato, dando il via allo scontro.
     
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