L'orlo del Baratro

[TS I]

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    Nella notte

    Una visione








    La notte aveva ormai già qualche anno sulle spalle quando Sho, un ninja che tutto sommato si poteva definire un bravo ragazzo, stava dormendo sereno nel suo giaciglio, difficile capire cosa disturbò il suo sonno.
    In sonno si sarebbe svegliato in una stanza buia e non sarebbe stato semplice riconoscere in un primo momento cosa penzolava dalle pareti consumate dal tempo, che senza pietà le rodeva, sbeccandole e crepandole. Era qualcosa di longilineo, ma viscido, forse, in quanto rifletteva la luce di una luna… ma era realmente la luna quella?
    Sembrava più un buco, anche lievemente lacerato, come se qualcuno di particolarmente furioso fosse passato troppe volte con una biro su quel foglio nero che era il cielo. Soltanto avvicinandosi alle pareti avrebbe potuto notare che queste brulicavano, sobbalzando a volte a causa del movimento all’unisono di quella strana superficie, da cui si staccavano nugoli di quelle che ormai era chiaro fossero creature viventi.
    E invece no, focalizzando lo sguardo e toccandole si sarebbe accorto che non erano altro che i rami lisci di un rampicante.
    Sotto i suoi piedi una melma scura e densa cercava di risalire le pareti, invadente e appiccicosa pareva tentasse di conquistare quel luogo.
    Fu in quel momento che l’aria si fece pesante, quasi come se fosse viva gli avrebbe stretto il torace togliendogli il respiro, in quell’attimo di gelo che precedeva la morte, giunto fin troppo in fretta considerando il tempo necessario al soffocamento, l’edera si sarebbe improvvisamente scostata rivelando un gigantesco occhio ferino, impossibile non riflettersi in quelle iridi gigantesche.
    Poco più lontano, forse in corrispondenza di un muso si sentì lo sbuffo di una creatura decisamente fuori misura.
    Il contatto visivo durò qualche secondo in cui il ninja sarebbe potuto riuscire a leggere una quantità di sentimenti inusitata ma per nulla focalizzata, non c’era tristezza, non c’era allegria, furia… solamente un fiume in piena di emozioni raccolte in una vita i cui anni umani non riuscivano nemmeno a sfiorare.
    Emozioni che cercava di trasmettere a bordate potentissime, insistenti che risuonavano in quel piccolo ambiente come poderosi colpi in una gran cassa, per quanto avrebbe resistito?
    Quanto quella fragile anima d’uomo poteva reggere il confronto con quella piena di follia?
    Ben poco, perché dopo i primi colpi disordinati gli attacchi mutarono, concentrati come un punteruolo fecero presto breccia infrangendo quel cielo cupo come se fosse una dura coltre di nubi. Ma avevano infranto solamente quello?
    Sho avrebbe potuto sentire la sua coscienza ardere di un fuoco furente quanto intenso le cui vampate di volta in volta si facevano sempre più alte, prima intorpidendolo poi ammutolendolo ed infine annullandolo, strappandolo via da quel mondo e da qualsiasi sensazione: era sospeso nel nulla.
    Poi il risveglio, mattino.
    Poteva dirlo dall’aria frizzante che gli accarezzava il viso ma aprendo gli occhi si sarebbe reso conto che le braccia erano lorde di sangue fino al gomito e anche la sua bocca aveva il sapore tipicamente ferroso del sangue fresco ed i piedi lordi di una fanghiglia nera e asfissiante.
    L’incubo è un sogno che si presenta in modo angosciante e spesso chi lo subisce, per istinto o per proprie ansie, non riprende sonno per paura che questo si ripresenti portandosi con se quelle sensazioni sgradevoli.
    Ma un incubo, quando finiva?


    A i u t a m i



    Edited by F e n i x - 28/9/2015, 19:22
     
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    Incubi




    La mente umana è senza dubbio un luogo particolare, il suo modo di elaborare realtà che , per quanto assurde, sembrino reali nel mondo dei sogni è una capacità incredibile. A volte, ad esempio, puoi sognare di volare e quella situazione, così fuori dal normale, rappresenta per te in quel momento una verità ben lontana dall’assurdo, quasi come se non avessi mai fatto altro. Per questo motivo una volta che mi svegliai dal mio sonno mi parve di trovarmi nella mia camera, almeno ad un primo sguardo. Mi misi a sedere sul letto massaggiandomi il collo, cosa mi aveva svegliato? In casa regnava un silenzio quasi sacro, infranto solo da un lieve rumore continuo di sottofondo, quasi come uno strisciare, ma da dove veniva?

    -Ma… che diavolo?-

    Sussurrai una volta che il mio sguardo si posò sulla parete davanti a me.
    Uno strano e compulsivo muoversi la rivestiva interamente, sono una volta che mi fui avvicinato mi resi conto che era la parete stessa a muoversi sembravano radici rampicanti, ma come era possibile? Dove mi trovavo? Che stava succedendo?
    Mi voltai verso la finestra e rimasi pietrificato dalla visione di quella che era supposta essere la luna.

    “Un sogno”

    Pensai tra me e me. Non ero solito vivere le esperienze oniriche in maniera concreta e soprattutto, se davvero era un sogno, perché adesso che me ne ero reso conto, adesso che avevo ripreso la mia coscienza di me stesso, non mi stavo svegliando?
    Non ebbi troppo tempo per riflettere su questi fatti in quanto improvvisamente mi resi conto che i miei piedi stavano affondando in una specie di fanghiglia, era comparsa adesso o vi era sempre stata e la mia mente era riuscita ad elaborarla solo ora?
    Cercai di mantenere la calma e mi discostai dalla parete muovendomi verso il centro della stanza.

    “Cosa mi sta succedendo? Pensa Sho, pensa, solitamente i sogni sono ripercussioni delle azioni giornaliere o espressione del subconscio, cosa vuol dire tutto questo?”

    Analizzando l’ambiente attorno a me notai che anche la melma a terra sembrava viva e tentava di invadere lo spazio delle pareti, la situazione era sempre più strana ed io , lentamente, non riuscivo più a mantenere la freddezza necessaria per un’analisi corretta dei fatti. Sentivo il battito cardiaco aumentare velocemente di frequenza, ma ancora una volta, era davvero il mio battito cardiaco?
    L’aria divenne difficile da respirare, come se alla mia cassa toracica fosse impedita l’espansione, stavo morendo? No, impossibile, ci si sveglia sempre dai sogni nell’attimo che precede la morte. Il mio corpo però sembrava non capire questo concetto che la mia mente con forza cercava di imporgli. I battiti aumentarono ancora nel tentativo del cuore di irrorare l’organismo delle scarse riserve di ossigeno contenute nel sangue mentre sentivo intorpidirsi le estremità delle dita di mani e piedi, la vasocostrizione dei distretti distali del corpo avrebbe dovuto tenere in vita gli organi principali, ma per quanto ancora? Ma soprattutto, se quello era davvero un sogno, perché era tutto così reale?
    Durante le mie riflessioni, sempre più sconnesse e rapide a causa del crescente stato d’ansia, la parete davanti ai miei occhi si aprì lasciandomi vedere ciò che vie era dietro.

    -Un…iride?-

    Sussurrai con voce quasi strozzata. Non avevo dubbi che quella fosse veramente un’iride, la domanda era piuttosto riferita a cosa appartenesse tale occhio, un essere senza dubbio gigantesco.
    Fui inondato da una grande quantità di aria calda ed umida, un respiro forse? Sentii quindi l’occhio della bestia penetrarmi nell’anima, un flusso immenso di emozioni coinvolgermi. Sentivo tutte le emozioni possibile, eppure anche nessuna, ero in balia di un flusso troppo grande per me da comprendere. Sentivo la testa esplodere mentre la testa continuava a straziarmi l’anima.
    A fatica portai le mani sulla testa e strinsi forte i capelli, quasi come se quell’azione fisica di pressione avesse potuto restringere l’effetto che la bestia stava esercitando su di me.

    -BASTAAAAAA!-

    Urlai.
    Non riuscivo più resistere a tale pressione mentale, la mia mente stava bruciando mentre la mi coscienza svaniva. Caddi in ginocchio nella melma, stremato, distrutto.

    -Basta….-

    Volevo urlare, ma uscì fuori solo un sussurro, caddi in avanti con la faccia nella melma, incapace oramai di controllare il mio corpo.
    Mi risvegliai completamente sudato.

    “Solo un incubo…”

    Pensai sollevato. Il respiro era ancora affannato ed il battito cardiaco elevato. Mi sedetti sul letto e poggiai la testa tra le mani, mi accorpi quindi che erano bagnate.

    -Ma…-

    Sussurrai discostandomi le mani dal volto per permettermi di vedere cosa si trovasse su di esse. Sangue.

    -CAZZO!-

    Trasalii e saltai fuori dal letto, solo allora percepii il sapore ferroso del sangue nella mia bocca e vidi i piedi sporchi di fanghiglia. Ma di chi era quel sangue? E soprattutto, stavo ancora dormendo? Mi guardai attorno, la camera stavolta sembrava effettivamente essere la mia.

    A i u t a m i



    Una voce potente, eppure bisognosa d’ aiuto, risuonò nella mia testa. Non era più un semplice incubo, qualcosa stava accadendo.
    Per sincerarmi di non essere preda di un’illusione utilizzai la tecnica del Rilascio.

    [Nel caso questa non funzionasse]

    Niente, mi trovavo ancora lì, sporco di sangue e melma, incapace di dire se mi trovassi nella realtà o meno.

    -Calma, calma..CALMATI CAZZO!-

    Poi ebbi un’idea. Corsi alla mia scrivania ed aprii il primo cassetto, in esso tenevo i vari appunti che avevo utilizzato per il progetto della prigione. Era risaputo che nei sogni era impossibile leggere, pertanto se fossi riuscito a decifrare le scritte che io stesso avevo fatto avrei avuto la conferma di non essere in un sogno.
    Dentro di me speravo tanto di non riuscirci, avrebbe voluto dire che stavo ancora sognando, una condizione più facile da accettare che non quella dell’essere sveglio, e che quindi mi era veramente successa qualcosa che non riuscivo a decifrare.

    In ogni caso, sogno o meno, c'era qualcosa che non quadrava: ero sporco di sangue e fango eppure la mia stanza pareva, almeno ad un primo sguardo, intonsa. Avrei quindi cercato possibili indizi su cosa mi stessa accadendo.

    Edited by S h o ! - 27/9/2015, 13:35
     
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    In Sella alla realtà

    Al galoppo verso la Follia









    Come supposto dal ninja il rilascio servì a ben poco, giusto per qualche istante riuscì a schiarirgli la mente sollevando una spessa coltre di sussurri che ora gliela invadevano come se fosse un fastidioso rumore di sottofondo che ad ondate si faceva più alto o più basso, era quasi Vivo e non voleva essere ignorato.
    Poi all’improvviso, dalle sue spalle un ombra, rapida come un fulmine oscuro sgattaiolò per la stanza ma appena si fosse girato per inquadrarla nulla, di quella mostruosità informe non riuscì a cogliere nessun dettaglio, nemmeno fu sicuro di averla realmente vista.
    Il foglio invece?
    Potè leggerlo tranquillamente, ma era sicuro di ricordare cosa ci fosse scritto?

    A i u t a m i



    Ma questa volta non lo sentì: lo lesse!
    Solo dopo la rivelazione si rese conto che parte di quel “sogno” l’aveva portato con se: Sho conosceva il sapore del sangue umano?
    Ed il colore? Ed il suono degli ultimi rantoli di un uomo?
    A prescindere dalla risposta si sarebbe accorto che da sotto il suo letto, lo spazio più ampio sotto al quale poter nascondere qualcosa di “prezioso”, giungeva un respiro spezzato, rantolante. L’incertezza del torturatore sarebbe stata probabilmente fugata da un liquido non troppo denso di colore rosso scuro, sangue venoso avrebbe potuto constatare un medico.
    Quanto la sorpresa iniziale fosse stata vinta e il copriletto scostato Sho avrebbe trovato sotto il letto un uomo morente, il respiro accelerato e le budella sparse li sotto lasciavano spazio a ben poche diagnosi. Mentre si dondolava compulsivamente con i pochi muscoli ancora presenti sul torace guardava Sho con lo sguardo di chi desiderava esclusivamente pietà, stringeva un foglietto tra le mani come se vi avesse trasmesso le sue ultime volontà: stava soffrendo ed era evidente, ma perché la morte sopraggiungesse ci sarebbe voluto ancora qualche minuto. Doveva lordarsi nuovamente del sangue dell’uomo?
    Analizzando la ferita Sho avrebbe potuto notare che le lesioni erano le stesse che potevano causare le mani, i denti e le unghie di un uomo.
    E il foglietto?
    Il foglietto riportava un'unica parola:

    A i u t a m i



    Di nuovo.
    Ma era possibile che l’uomo stesse realmente chiedendo quello?
    Sembrava più che consapevole della sua situazione, eppure quella carta ninja stava rilevando il suo chakra, o no?
    A giudicare dal sangue i due erano entrati sicuramente in contatto, cosa che avrebbe permesso allo sbudellato di conoscere il chakra di Sho e tarare la carta con esso.
    Com’era possibile che avesse sbagliato ad imprimere proprio il suo ultimo messaggio?
    E le impronte?
    Di loro nessuna traccia. Ma il nero che gli lordava le gambe pareva aver preso qualche centimetro in più, come se stesse strisciando verso l’alto.


    A i u t a c i


     
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    La bestia dentro di me




    Un attimo di respiro, prima di ritrovarmi nuovamente in quella follia, solo a quello era servita la tecnica del rilascio. Questo però mi aveva fatto capire che potevo trovarmi in una sorta di illusione, la mia teoria fu rinforzata dal fatto che, prendendo i miei appunti, l'unica cosa che riuscii a leggere era nuovamente, : A I U T A M I.
    Non capivo, ero confuso e sinceramente cominciavo anche ad essere spaventato.
    Se davvero ero in un illusione , chi era a controllarla? Ma poi, era davvero un'illusione? Troppa confusione, troppa follia, i pensieri coerenti facevano fatica ad affiorire ed una supposizione completa e razionale era oramai impossibile.
    Un'ombra, fugace, effimera, forse anche inesistente, forse addirittura frutto della follia che oramai pervadeva il mio essere, fatto sta che percepii qualcosa muovesi dietro di me, ma quando mi voltai per guardare cosa fosse, non vi era più niente.
    Mi misi a cercare nella stanza, rapido, movimenti scattanti, non guidati dalla calma che solitamente caratterizzava il mio animo e poi, quando sollevai il copriletto, mi fermai.
    Solo il gelo pervadeva adesso le mie vene, davanti a me una visione terribile: un uomo morente, dilaniato, impegnandomi per ragionare riuscii a richiamare le conoscenze mediche necessarie per capire che le sue ferite erano state inflitte da mani, unghia e denti, ma allora...

    -Io?...Sono....Sono stato io a farti questo?-

    Chiesi all'uomo, distrutto, sapevo che non poteva rispondermi, ma non riuscii a trattenere la domanda.
    Il sangue su di me non era il mio, il sapore ferroso che avevo nella mia bocca non proveniva dal mio organismo, cosa era successo?
    Caddi in ginocchio, devastato da quell'esperienza, mi avvicinai alla figura straziata davanti a me e questa, con le ultime forze, mi porse una carta ninja, una carta che riuscivo a leggere, ma come?
    Come poteva l'uomo davanti a me avere sincronizzato la carta con il mio chakra? Non mi pareva di conoscerlo... Che fossi io stesso? Che tutto quello che era successo altro non fosse che una profonda figura retorica che avveniva nella mia mente? Certo ero che non si trattava della realtà.
    Con le mani tremanti aprii per bene il foglio e lessi, ancora una volta : A I U T A M I.

    -COSA?-

    Mi alzai di scatto.

    -COSA VUOI DA ME? COSA DEVO FARE? CHI DIAVOLO SEI?-

    Ancora una volta sapevo che alla mia domanda non vi sarebbe stata risposta, era più che altro uno sfogo.
    Misi le mani tra i capelli, disperato.

    -COSA. DEVO. FARE? TU SEI MORTO, MORTO! TE NE RENDI CONTO?-

    Non c'era niente da fare per chi mi trovavo davanti, non era l'agitazione a parlare e nemmeno le conoscenze mediche, ma il semplice buonsenso: le interiora erano completamente riverse sul terreno, non potevo far niente se no... se non porre fine alle sue sofferenze.
    Cominciai a girare in tondo, le mani ancora tra i capelli tiravano quasi fino a strapparli.

    A I U T A C I



    Ancora una volta, però plurale, a chi si riferiva?

    -VUOI UNA MANO? VUOI UNA MANO? ECCO COSA POSSO FARE!-

    Mi avvicinai scattando e sollevai il piede destro, ma mi bloccai. Cosa sarebbe successo se quella figura fosse stata una parte della mia coscienza ed io l'avessi distrutta? Cosa ne sarebbe stato di me?

    "Davvero è importante adesso?"

    Pensai. La disperazione si trasformò in rassegnazione, mi sentivo sfinito, notai anche che la fanghiglia nera sulle mie gambe sembrava tentare di risalirmi il corpo. Quella cosa doveva finire, non importava come.


    -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-

    Urlando raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste ed abbattei il piede precedentemente sollevato sul collo del malcapitato con l'intenzione di romperlo di netto e porre fine così alla sua agonia. Ma cosa sarebbe successo?
    Mi sentivo più calmo, quasi sollevato dalla morte di quel tizio, quasi come se riuscissi nuovamente a pensare.
    Chi era quell'uomo davanti a me? Sapevo certo chi ero io: la bestia, il suo assassino, ma perché? Io non ero mai stato una bestia, cosa mi aveva reso tale?
    Che fosse stato proprio l'incontro con quell'uomo? Che fosse lui la colpa di tutto? Magari ero io la vittima e non lui; in balia di un destino molto più grande di me. Che le mie azioni fossero state previste e controllate? O forse questa era solo una patetica scusa che cercavo per scusare me stesso per ciò che avevo fatto? Troppe idee, troppe possibilità, la testa mi scoppiava. Caddi nuovamente in ginocchio e poi mi lasciai cadere in avanti ed una volta che fui riverso sul terreno mi girati a fatica fino a trovarmi rivolto verso il soffitto. Respiri lenti e profondi spezzavano il silenzio che si era venuto a creare, intento il sangue dell'uomo mi macchiava la schiena ed impregnava i miei capelli. Aspettavo in silenzio, quasi con una calma surreale, quello che stava per succedere, sempre che, di fatto, ci fosse.

    Edited by S h o ! - 28/9/2015, 23:12
     
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    La Nera meta







    Il collo dell’uomo si piegò scricchiolando sotto lo stivale dello shinobi, ma davvero un medico non conosceva altro metodo per porre fine alle sofferenze di un uomo che non quel metodo così barbaro e bestiale?
    Nell’esatto momento in cui la vita dell’uomo venne spezzata la carta parve incendiarsi, diventando incandescente e per un attimo fermando il turbinio, solo un momento però prima che l’ondata premesse nuovamente facendogli dimenticare tutto ciò che non era voci, sempre più rapide, sempre più alte sempre più acute, fino ad essere un fischio interminabile.
    Quando sollevò il piede dal collo del malcapitato il nero aveva preso fino alla coscia, non più qualche centimetro che poteva passare quasi inosservato, quell’ombra qualsiasi cosa fosse era intenzionata a divorarlo e qualcosa aveva aumentato la sua velocità.
    La carta ninja però aveva reagito a quella sua azione, che ci fosse ancora qualcosa che poteva dire?
    Disteso nel sangue dello sconosciuto avrebbe presto sentito che il ciò che c’era sotto la pozzanghera di sangue andava marcendo rapidamente trasformando quell’aria in una voragine[diemetro foro 3 m] così profonda che non era possibile vedere la fine, nemmeno cadendoci dentro, esattamente come stava facendo Sho.
    Lo spazio e il tempo divennero effimeri, presto la caduta ed il suo muoversi gli fecero perdere qualsiasi tipo di orientamento, sopra, sotto, destra, sinistra: nulla aveva più importanza perché nulla pareva esistere, attorno a lui soltanto il nero.
    Soltanto un immagine fugace della stanza vista durante il sonno: ora la melma risaliva le pareti fino a ricoprire più della metà, dietro i rampicanti qualcosa si muoveva, ma nulla si scostò per fargli vedere nuovamente l’occhio, ma lui dov’era?
    Al centro della stanza, mentre il Nero gli saliva addosso, famelico, inarrestabile.

    A i u t a c i ... o marcirai anche tu



    Venne catapultato nella realtà da tre potenti colpi alla porta di casa, sembrava volessero buttarla più che bussarci.
    Ma il problema maggiore era il puzzo di cadavere del giorno precedente nella stanza e la nuova pozza di sangue che si spandeva da sotto l’armadio: un altro “prigioniero” disperato, ma stranamente non si leggeva rabbia nel suo volto, bensì compassione mentre cercava di trattenere un grido di dolore afferrò saldamente la mano di Sho e stringendola fino quasi a stritolarla parve riuscire ad attivare quel calore che la carta ninja aveva prodotto in precedenza, con gli stessi effetti.
    L’indiscusso atto eroico lasciò sul braccio dello shinobi anche un altro segno: due lunghe strisciate di sangue una delle quali -la più lunga-, probabilmente mediante un infusione di chakra elementare divenne subito nera.
    L’uomo scosse la testa in segno di negazione prima di corrugare la fronte e provare ad emettere l’ultima parola, stretta tra un rantolo e l’altro.

    Ca…m…hhh…

    Sputò sangue e fluidi corporei provenienti da chissà quale organo fracassato.

    MmhhhhhBiare

    E si arrese alla morte.
    Non c’era sogno, non c’era realtà, c’era solo una sottile linea e quell’episodio ci si trovava esattamente sopra. Quando si fosse deciso ad aprire, richiamato dal vociare insistente, avrebbe ritrovato davanti a se tre uomini in divisa da chunin a sbarrargli il passaggio verso l’uscita.
    Alla richiesta di motivazioni della loro presenza con fare stupido avrebbero indicato due grosse macchie di sangue nella parete dov’era presente la camera da letto, sembrava che qualcuno vi avesse trascinato qualcosa di peso, facendolo sbattere più volte. Qualcosa che perdeva troppo sangue.

    Mi sembra lecita un ispezione dell’appartamento, Saitama-san.
    Soprattutto dopo gli eventi di queste notti scorse.


    Avrebbe detto con tono marziale mentre già allungava il passo verso l’interno del tutto intenzionato a non farsi ostacolare.
    Il nero intanto gli lambiva il ventre.
     
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    Ancora una vittima, ancora misteri




    Un attimo di pausa prima di sprofondare di nuovo nell'abisso, questo fu ciò che mi concesse la carta ninja , ma come? Lentamente mi lasciavo sprofondare in quella voragine che si era venuta a creare sotto di me, ingoiato da quell'oscurità che, oltre all'ambiente circostante, sembrava inghiottire anche il mio spirito.
    Non saprei dire per quanto caddi, nè se di fatto atterrai mai, ero sospeso in uno spazio senza direzioni nè prospettive, sembrava che fossi tornato nella camera di rampicanti sognata la notte prima, ma stavolta non sentii la grande presenza della precedente esperienza. La melma stava divorando le pareti così come stava divorando il mio corpo, che le due cose fossero connesse?

    A i u t a c i ... o marcirai anche tu



    Di nuovo quelle parole.

    -Chi siete?-

    Sussurrai, la rassegnazione aveva divorato la mia psiche, ma fortunatamente questo era servito a calmarmi.

    -Cosa devo fare? Per favore, ditemi cosa volete da me....-

    Mi risvegliai bruscamente non so quanto tempo dopo a causa di un forte bussare alla porta.
    Quasi con calma mi alzai in piedi, nauseato dall'odore di morte che aleggiava nella stanza, di fianco a me un'altra vittima, ma dove era il copro precedente?
    Mi avvicinai a lui e mi inginocchiai.

    -Mi dispiace, non so cosa stia succedendo...-

    Dissi con un filo di voce trattenendo a stento le lacrime.
    Uccidere non era qualcosa di proibito per me, ero un nina, se la situazione lo avesse richiesto lo avrei tranquillamente fatto, ma quello non era il caso.
    Non ero capace di gestire le mie azioni, ero stato privato di un libero arbitrio, era questo che mi distruggeva.
    Il pover'uomo mi guardò, non pareva arrabbiato, sembrava quasi che avesse pietà di me.

    "Pietà?"

    Pensai.
    Un fiume di sentimenti invase la mia anima: ero triste per la condizione che mi affliggeva, disorientato per la mancanza di dati che mi aiutassero a capire ed adesso quasi arrabbiato con la persona che mi trovavo di fronte. Il suo sguardo di pietà nei miei confronti mi diceva molto, una persona estranea ai fatti sarebbe stato spaventato da me, o arrabbiato, ma non avrebbe certo provato pietà per me. Quell'uomo era coinvolto in quella faccenda, e lo era anche quello della volta precedente, avrei infatti cercato di osservare su colui che si parava davanti a me eventuali tratti, tatuaggi o qualsivoglia indizio che mi permettesse di collegarlo all'altro malcapitato. Intanto questo mi venne incontro e mi prese con grande forza la mano imprimendo su di me due linee di sangue, la seconda delle quali divenne nera, sembrava anche più lunga. L'uomo mi disse di cambiare per poi morire, avevo notato inoltre che, quando mi aveva toccato, la carta ninja aveva ripreso a brillare, fermando per un attimo quella confusione che mi affliggeva.

    "Linee..rosso e nero...la carta ninja...cambiare...sangue e melma?"

    Tutto era collegato, dovevo solo trovare il filo che sciogliesse la matassa di mistero che si trovava davanti a me, avrei proceduto per gradi.

    "Il rosso ed il nero delle linee forse rappresentano i due stati che in questo momento mi affliggono, il sangue potrebbe essere il mio essere umano, mentre la fanghiglia la bestia e la lunghezza maggiore della linea nera potrebbe stare a significare che questa sta prendendo il sopravvento sull'altra...in più...il cambiare. Se sono combattuto tra questi due stati, ed io fino adesso sono stato un semplice umano, che mi incitino forse a cambiare in bestia? Come posso averne conferma?"

    Avrei provato ad impastare chakra nella linea rossa ed in quella nera presenti sul mio braccio in quantità crescenti fino ad un Basso in ognuna stando attento a cogliere eventuali reazioni non solo sul mio corpo, ma anche nell'ambiente circostante.

    [Dopo aver visto o meno risultati]

    "Poi la carta, due volte l'ho notata brillare, tutte e due le volte ero in contatto con le mie vittime...sempre che queste siano mie vittime... forse..."

    Mi avvicinai al corpo dell'uomo appena morto e provai a toccarlo per vedere se la carta reagiva.
    Nel caso non ci fosse stata reazione avrei provato a fare entrare in contatto il mio sangue con quello dell'uomo effettuando un piccolo taglio sul palmo della mia mano destra e poggiandola sulla ferita che il poveraccio aveva sull'addome.
    Se ancora non avessi ottenuto risultati avrei provato ad imprimervi il charka.
    Se ancora nulla fosse accaduto avrei inserito la mane nel ventre dell'uomo ed effettuato un taglio sul centro tendineo del diaframma che mi avrebbe permesso l'accesso alla sua area mediastinica, da lì avrei inciso il pericardio per avere accesso al cuore attorno al quale avrei passato le dite e, con pulsazioni ritmiche, avrei simulato un battito cardiaco indotto, magari che l'uomo fosse vivo era una condizione necessaria per l'attivazione della carta ed io avrei potuto simularla.

    Bussarono ancora alla porta, stavolta con forza maggiore, chiunque fosse stato non avrei potuto nascondere ciò che vi era in camera mia, e nemmeno volevo, il mio senso di giustizia mi imponeva di prendermi le responsabilità per le azioni che avevo commesso.
    Aprii la porta e mi trovai davanti tre individui in divisa da chunin che avevano intenzione di ispezionare la mia stanza. Non mi fidavo di loro, ma non gli avrei impedito di entrare, mi scostai dall'entrate e mentre lasciavo che questi entrassero gli avrei attentamente osservati per vedere se avessero qualcosa in comune con le persone morte nella mia camera.
    Mentre l'ultimo stava entrando avrei impresso una minima quantità di chakra nella mia mano sinistra e l'avrei delicatamente poggiata sulla sua zona lombare accompagnando il di lui movimento. Quello aveva intenzione di parere un gesto gentile ed ospitale nei confronti dei tre, ma era mirato a vedere se la carta ninja avrebbe reagito o meno, dandomi così la conferma se gli individui che si erano presentati alla mia dimora fossero o meno collegati ai due precedenti.
    Inoltre avrei detto:

    -Sì direi che è d'obbligo, ma quali sono gli eventi della notte scorsa? E, soprattutto, voi chi siete?-

    La situazione non sembrava andarsi a chiarire, ma speravo che l'avvento di questi elementi potesse, in un modo o nell'altro, concluderela.
     
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    Il Nero








    Poche parole giunsero in risposta a Sho, quasi stupide dell’innocente cupidigia con cui venivano richieste.

    Chi siamo



    Dopotutto, quante presenze si potevano contare all’interno di quella stanza, o mondo parallelo se si preferiva.
    All’esterno intanto la seconda vittima di Sho riuscì a far ritrovare il senno a quest’ultimo, avviando una successione di pensieri che lo portarono ad ipotizzare qualcosa anziché lasciarlo ai margini di quegli eventi da cui finora si era solamente fatto sballottare. La ricerca di similitudini tra i due non portò a nulla di rilevante, l’unica cosa che avevano in comune i due era la sfortuna, e forse qualcos’altro che una mera perquisizione non sarebbe riuscita ad identificare.
    Ma fu nel momento in cui Sho ipotizzò la dualità del suo essere che qualcosa accadde, anche se forse non era ciò che sperava.
    Tentò di impastare il chakra nelle due strisce impresse dal secondo uomo, tuttavia la sua volontà di cambiare lo portò a dare precedenza alla linea nera.
    Il nero non portava Mai cose buone.
    Sho non poteva sapere che gli uomini che aveva attaccato poco prima non erano ninja qualsiasi, erano infatti alcuni chunin di bassa levatura in coda alla spedizione che si era occupata di trasferire la reliquia del cinque code fino al punto di consegna alla sacerdotessa.
    La carta ninja esplose esplose, rivelando che in realtà era stata programmata per un doppio utilizzo, i due poveretti vedendo Sho posseduto da “qualcosa” vollero fare in modo che quel qualcosa restasse all’oscuro dei consigli che volevano dispensare alla principale vittima di quegli eventi, dando alla carta due attivazioni, il primo chakra, che ora disturbava costantemente quello del torturatore, avrebbe semplicemente mostrato ciò che la Creatura voleva comunicare, ossia quella disperata ricerca di aiuto. La seconda, il vero contenuto della carta, si sarebbe attivato solamente col chakra di Sho, oppure in caso quello nero avesse preso il sopravvento:

    Non seguire il nero.

    Ciò che il secondo uomo cercava di dirgli col suo ultimo respiro, che gli permise a stento un ultima parola “cambiare” concedendogli di muovere il collo per comunicare la seconda parola: “non”.
    Non cambiare era il messaggio dei due, non cedere.
    Ma il ragazzo aveva scelto.
    La carta esplose, ma questa volta il calore fu piacevole. Era possibile sentire la purezza, toccarla con le mani?
    In quel momento Sho Saitama si sarebbe reso conto che si, era possibile ritrovare quella sensazione in uno solo dei cinque sensi. La Purezza gli si avvolse nel braccio sbiancandolo totalmente mentre sul resto del corpo il Nero prendeva il sopravvento, poteva sentirlo mordere, artigliare, squarciare la pelle mentre gli risaliva per il busto, non sarebbe riuscito a contaminare ciò che la carta ninja, assicurata con chissà quale sigillo, aveva purificato, ma il braccio sinistro venne presto divorato.
    Fu come osservare una scarnificazione, la pelle venne bruciata lasciando le fibre muscolari turgide di una forza innaturale a vista, mentre alcune si spezzavano come se sottoposte ad una tensione troppo alta restando sospese come piccole fiammelle di denso catrame.
    Non avrebbe potuto vedere la FolliaScreen+Shot+2014-05-27+at+7.55.49+PM lambirgli il collo, il viso e poi la testa.

    Sciocco!!! Ci hai abbandonato!



    La stanza dei rampicanti venne avviluppata dal nero, totalmente, mentre una risata tonante si levava riempiendo l’aria ed agitandola solamente grazie alle onde sonore prodotte, una risata insana, quasi un urlo, interminabile, avrebbe giurato di poterne sentire l’eco per una vita intera!
    Intanto all’esterno Sho era fuori controllo, le guardie allarmate dai suoni provenienti dall’interno della casa fecero irruzione senza aspettare ulteriori risposte, trovando dinnanzi a loro l’orrore.
    Era possibile per l’inesperto ninja controllarsi? O si sarebbe risolto tutto in un’ ennesima strage?
     
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    L'ultima possibilità



    Quando finisce la vita di un uomo? Il termine arriva semplicemente quando il muscolo cardiaco smette di battere? Davvero è una cosa solamente fisica? No, per me non lo era. La vita si conclude quando si perde la coscienza di sé, quando non si è in grado di controllare anche le più basilari tra le proprie funzioni. sembrava per me giunto quel momento. La melma stava dominando il mio corpo, oltre a divorarmi la pelle sembrava penetrare anche nella mia anime e nella mia mente.

    "Davvero è così che finisce?"

    Pensai.
    Il lancinante dolore era ininfluente davanti alla pressione psicologica del momento, ua profonda agonia di spirito sovrastava il mio essere mentre sentivo che , velocemente, venivo inghiottito dall'oscurità. Ma non sempre un trauma come quello porta alla follia o all'arrendersi, a volte tira fuori il meglio di noi, a volte ci permette di utilizzare una forza che non pensavamo di possedere.

    "NO! NON E' COSI' CHE FINISCE LA MIA STORIA!"

    Strinsi con forza la carta che avevo nella mano destra e mi sentii irrorato di un calore benevolo che, almeno nel braccio destro, scacciò la fanghiglia che mi avvolgeva. Era quella la chiave della mia salvezza.
    Improvvisamente mi sentii rinvigorito, quella speranza, quel barlume di liberà mi aveva donato nuovamente la voglia di lottare, di non arrendermi, avevo troppo da perdere: amici, famiglia, il villaggio stesso; non avrei permesso che mi fosse portato via senza tentare il tutto per tutto.

    "Io e solo io deciderò la mia fine..."

    La bestia doveva venire messa a tacere, scacciata, e quello era lo spirito giusto. Dovevo liberarmi dalle insicurezze, dalle mie paure e dalla rabbia che fino ad allora avevano guidato le mie azioni, altrimenti sarebbero state un banchetto dal quale la bestia avrebbe preso forza.

    "Calma, respira..."

    Cercai di dimenticare tutto quello che mi circondava: il dolore, il sangue, l'odore; tutto era sparito, tutto tranne il mio braccio destro, quasi come se l'ultimo barlume del mio spirito risiedesse in esso, era da lì che avrei riconquistato il mio corpo.
    Respirai profondamente per far rallentare il battito cardiaco, ancora un attimo, prima di agire.
    La melma sembrava avermi avvolto completamente, ma il mio ritorno era pronto a cominciare; irrorai il il braccio puro di chakra e con quello avrei cercato di scacciare la melma dal resto del mio corpo, il primo obiettivo sarebbe stato il braccio sinistro, in quel modo avrei avuto la possibilità di togliere il resto della roba nera molto più velocemente. Sarei poi passato alla faccia, il collo, e da lìi avrei cercato di liberare l'intero corpo dall'altro verso il basso, concludendo con i piedi. Sentivo la purezza, la mia anima, la mia volontà di rimanere umano, spingere con forza dal mio braccio destro verso il resto del mio corpo.

    "Ancora è troppo presto per rinunciare alla mia umanità , posso ancora farcela!"

    Se tutto fosse fallito, cosa che non avrei facilmente accettato, non avrei comunque permesso alla bestia di dominarmi, avrei infatti impastato quantità critiche di chakra in spalle, gomiti, anche, ginocchia e caviglie, ledendo i loro tessuti, cercando si spezzare ossa, articolazioni e tendini. Se la bestia voleva il mio corpo, glielo avrei reso inutilizzabile.

    "Potrai volermi usare come marionetta, ma se taglio i fili sarò inutile, ho vinto io AHAHAHAHAHAHA!"
     
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    Infine la Luce









    Il panico più totale si impossessò del ragazzo, che trovato il suo unico appiglio nel braccio consegnatoli dai due uomini cercò di sfruttarlo per mondarsi dal Nero come se fosse mera sporcizia, senza provare a purificare quella che era l’origine di tutto.

    Cosa?!?
    Cosa stai facendo sciocco umano?!?



    Gli sembrò che quella voce proveniste dall’interno stesso del suo corpo, sembrava che le ossa stesse vibrassero per portargli quella voce colerica al cervello.
    Durante la piccola procedura il panico lo sballottava da un angolo all’altro della casa come se dopo essersi pulito cercasse di sfuggire nuovamente al nero che riprendeva il suo spazio.

    N E S S U N O!



    Un onda lucida di rabbia gli invase la mente, avrebbe potuto vedere in quel sogno ad occhi aperti che aveva dentro la testa che quella furia veniva però avviluppata dalla melma che si gonfiava in grosse bolle appiccicose che esplodendo lasciavano intravedere cosa si celasse alle loro spalle.
    Quella rabbia, quelle voci che ora iniziava a sentire come proprie non erano in realtà sue, non appartenevano nemmeno alle anime ormai perdute dei due uomini.
    Qualcosa di molto più potente, qualcosa di molto più arrabbiato non voleva arrendersi a quel destino.
    Potè prima intravederne uno zoccolo, grande a sufficienza da ridurre in frantumi una casa come se fosse stata l’opera di legnetti di un bambino particolarmente negato nell’architettura.
    Un’altra bolla avrebbe rivelato un petto contratto mentre la furia levava il quadrupede sulle sole zampe posteriori e due feroci occhi… vuoti.
    Bianchi come solo il vuoto poteva esserlo, bianchi come se la coscienza che gli dava la vita solitamente fosse lontana, in fuga, in cerca di un appiglio che il konohaniano non aveva saputo dare.

    Nessuno ha mai ignorato Houkou…



    Senti chiaramente la furia farsi debole.

    …gli umani… sono tutti uguali…

    Non esiste Nessuno al di fuori della loro Specie.



    Si spense dopo un piccolo barlume d’odio liquido, Sho l’avrebbe sentito penetrargli la testa come una spada.
    La stanza si accese di una miriade di occhi, non erano gli stessi ferini ma sinceri che aveva visto nella prima notte, erano tanti, tutti uguali, ma di dimensioni differenti, e lo bramavano, bramavano il suo corpo per ottenere la liertà, la più viscida malizia li animava.
    Ma in quell’orrore ormai senza forma cosa gli permetteva di vedere?
    La “luna”.
    Quello scarabocchio ossessivo che aveva strappato il tessuto nero di quella dimensione mostrando un bianco appartenente a chissà cosa illuminava con un contrasto fin troppo acceso TUTTI quegli occhi.

    Hokage, i sospetti erano Quasi fondati.

    Una rapida comunicazione, probabilmente mediante una ricetrasmittente.
    Già subito dopo che il primo membro della scorta della reliquia era scomparso i rimanenti erano stati messi sotto sorveglianza, il timore era in realtà che qualche sprovveduto che non era al corrente della cancellazione dei ricordi li stesse cercando per ottenere informazioni riguardo la strada da seguire per giungere al tempio. La scorta era stata selezionata seguendo un semplice concetto: dovevano essere incorruttibili da parte del biju, soddisfatto ciò tutti vennero addestrati nell’imprimere un'unica emozione, una soltanto, la più forte che gli permettesse di contrastare la marea che il Biju gli avrebbe rigettato dentro, non opponendosi, ma fendendola e lasciandosela scorrere addosso.
    Il primo uomo aveva intuito chi lo stesse cercando dal modo in cui Sho l’aveva attaccato ed ucciso, ma non era consapevole di cosa il biju stesse chiedendo in realtà, per questo si limitò a donare quel sentimento al ragazzo. Ma nessuno dei due aveva avuto troppo tempo per spiegare cosa stesse accadendo.
    I tre si ritirarono dalla casa, lasciando che Sho la distruggesse a spallate in quell’oblio.
    Proprio mentre stava per impastare cercando di ridursi ad una larva Raizen fece il suo ingresso nella casa, apparendo quasi dal nulla ed inondando l’ambiente col chakra del primo tra i Nove.
    Sicuro delle sue conoscenze spazzò le gambe del chunin con una rapida pedata, mentre il braccio destro afferrava quello bianco e con una forza inaudita quando incontrastabile per lo shinobi… glielo conficcava all’altezza del tantien, di fatto perforandogli lo stomaco col suo stesso braccio. Una soluzione violenta, ma senza ombra di dubbio efficace, in grado di scacciare il Nero così come il Sole scacciava la notte al mettino.
    Nel monto interno avrebbe potuto vedere la sua stessa mano passare dal foro e mandare letteralmente in frantumi la stanza, come se fosse vetro tenuto assieme da un collante andato a male, nel bianco avrebbe visto un ammasso di viscidume dalle dimensioni incredibili allontanarsi.
    Si sarebbe destato con la ferita ancora aperta sullo stomaco, seppur parzialmente cauterizzata da un potere che non gli apparteneva.

    Curati.

    L’unico ordine che per il momento il Juudaime gli impose, mentre, aspettava osservando severo l’operato del suo Torturatore di fiducia.
    Solamente ad operazione ultimata, stranamente ben più veloce di quanto il medico potesse aspettarsi a causa di una rigenerazione naturale aumentata, Raizen gli avrebbe ceduto la parola con un gesto della mano.

    Parla.

    Era percepibile nell’aria tutta la tensione accumulata da quegli eventi ed un po’ di preoccupazione, anche se il tutto era indistinguibile nei tratti severi e marmorei della Montagna.





    CITAZIONE
    Il 5 code, a meno di eventi futuri che lo riporteranno alla "ragione" è da questo momento un folle.
    Non paragonabile alla classica rappresentazione del biju infuriato contro il mondo: folle nel vero senso della parola.
     
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    La fine della follia (?)



    Mentre la melma stava prendendo il sopravvento e la mia coscienza si preparava all'estremo atto del sacrificio prima di soccombere, forse per sempre, alla follia che stava pervadendo il mio corpo, la voce tornò più forte che mai. Rabbiosa , quasi violenta, sembrava provenire dall'interno di me stesso e mi trascinò all'interno della stanza nella cui per prima ero stato trovato.
    Una miriade di immagini mi invase la mente, Zoccoli, un quadrupede possente, mastodontico e poi un nome...Houkou.
    Ma era davvero possibile che il demone, il cinque code, fosse colui che mi aveva trascinato in tutto questo?

    "Occhi vuoti di follia, il demone è impazzito, ecco il perché di tutto, ma perché io?"

    Le pareti della stanza si riempirono di occhi di diverse dimensioni, ma qualitativamente uguali a quello della prima notte, illuminati da una luna che oltrepassava il concetto di realtà, proprio come la prima sera.

    "La voce viene da dentro di me, quindi io...adesso..."

    Mi trovavo nel mio subconscio, lì era avvenuto tutto.
    Improvvisamente mi sentii pervadere da un chakra esterno molto potente, simile a quello che percepivo nel demone, ma privo della sua follia.

    "Raizen?"

    Pensai, che l'hokage fosse venuta ad aiutarmi e ,quindi, che quello che sentivo altro non fosse che il chakra della volpe a nove code in suo possesso?
    Sentii il mio corpo volare ed il mio stesso braccio destro conficcarmisi nel ventre. Prima che potessi rendermene conto la melma se ne era andata ed io mi trovavo in ginocchio, con un buco nella pancia, anche se più piccolo di quanto non mi sarei aspettato.
    Eseguii l'ordine imposto dal decimo e, grazie alle mie conoscenze mediche, curai la mia ferita, con una velocità che mai avrei pensato.
    Rimasi quasi stordito da quella cosa, era forse la rigenerazione tipica dei portatori? Ero forse già stato legato al Gobi? Il decimo era lì, speravo che lui potesse rispondere a queste domande.
    Tutto quello che mi era successo, le morti, il sangue, le visioni, sarei mai riuscito , se non a capire, almeno a dimenticare? Mi sarebbe bastato perdonare le mie stesse azioni, ma non sapevo se sarebbe stato possibile o meno. Tutte le emozioni che mi erano state riversate nella mente avevano lasciato un solco profondo, difficile, se non impossibile, da guarire.
    Tutta quella conoscienza di un'esperienza millenaria, eppure tutto quel chaos, due facce di una stessa, terribile medaglia, avevano generato in me qualcosa di oscuro.
    Nonostante adesso mi sentissi cosciente, percepivo una grande confusione e perturbazione nella mia anima, una battaglia furiosa tra ciò che ero stato e ciò che stavo divenendo, una battaglia in cui non ci sarebbe mai stata conclusa da una vittoria a me favorevole.

    "Ma...cosa..cosa sto pensando? Non sono io questo."

    Mi resi conto solo allora di come i pensieri si accumulassero nella mia mente in maniera confusa mentre di solito venivano perfettamente ordinati, che la mano di follia che mi aveva toccato avesse lasciato su di me un'impronta indelebile?
    Senza alzarmi, mi mossi sulle ginocchia fino a trovarmi frontalmente al capo villaggio e mi piegai in avanti poggiando le mani per terra, come in un inchino prostrato. Ero distrutto a causa delle mie azioni e pronto ad accettarne le conseguenze.

    -Non so di preciso cosa dirle, non sono stato cosciente delle mie azioni per un periodo che non saprei dire. Questo non giustifica però ciò che ho fatto, ho tolto la vita a due persone e sono pronto a pagare le conseguenze per questo, ma prima vorrei cercare di spiegare. So che sembra assurdo, ma sono portato a credere che , in qualche modo, il Gobi sia legato a me e che sia in qualche modo impazzito. Presumo quindi che le mie gesta siano state guidate da questo.
    Ho avuto delle visioni in cui ho riconosciuto il demone, inoltre mi sono ritrovato in una stanza nera con rampicanti al posto delle pareti ed una luna ad illuminarle , beh, a dir poco surreale. inoltre mi sono sentito ricoprire da una melma nera che voleva divorarmi l'anima e la coscienza, ma non so se anche quella sia stata una visione o la realtà. Questo è quello che ho passato, se dopo tale spiegazione mi è concesso, vorrei chiedere dei chiarimenti: Lei sa cosasta accadendo? Perché tutto ciò sta accadendo proprio a me? Il Gobi è davvero coinvolto? Cosa mi sta accadendo? Cosa sono diventato?-


    Conclusi le mie domande e risollevai il busto per trovarmi nuovamente in ginocchio davanti al Kage, sapevo che mi aveva salvato da morte certa, anche se quello che non sapevo se quello che mi riservava il destino sarebbe stato peggiore o meno della morte stessa. Incrociai lo sguardo del decimo e dopo un istante di silenzio dissi:

    -Decimo....Raizen, grazie.-


    Edited by S h o ! - 30/9/2015, 22:56
     
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    Il Jinchuriki








    Il Colosso osservò il giovane shinobi riprendersi, inizialmente stranito, spaventato da quell’evento iniziava probabilmente ad auto rassicurarsi che tutto fosse finito ed impacchettato, un brutto capitolo ormai chiuso.
    Sorrise quando Sho lo ringraziò.

    Grazie a te.
    È così raro che qualcuno riconosca i miei sforzi che mi tocca pure ringraziare quando succede.


    Aggiunse una sfumatura ironica alla sua espressione per poi mutarla in fretta prendendo un gran respiro.

    Ti giustifica invece, per tua fortuna lo fa, altrimenti il buco ora l’avresti in mezzo alla fronte.
    Non sei il primo a cui capita tutto questo, anzi, per quanto ne so io sei almeno il secondo.


    Ammise con uno sguardo d’intesa.

    Per il resto non galoppare troppo, il Gobi non si è legato a te, non sarebbe possibile.
    Se un demone fosse in grado di legarsi ad un essere umano vorrebbe dire che il suo chakra è libero, ed in questo caso non avrebbe alcuna ragione di vedersi limitato in un corpo debole come quello di un essere umano.


    Ohh già, mi sembrava che ci fosse un motivo per cui IO volevo la libertà e NON una finestra sul mondo esterno divisa in due antine tonde e colorate da un centimetro di diametro.

    Il nostro caso è differente, avanti, è tutte volte la stessa storia.
    Tu volevi mettermi nel sacco e dartela a gambe mentre io non gradivo che il mio villaggio venisse distrutto nella transizione.
    Dopo di quello è stato… come poterlo definire… competizione?
    E dopo la competizione sono arrivate le prove per ottenere una fiducia che forse non era poi così assurdo concedere fin dall’inizio.


    Si si, ma quello imprigionato resto comunque io.

    Si, certo, ma ora non vorremmo dimenticarci di quante volte hai distrutto il villaggio spero.

    Dettagli.

    Beh certo, civili schiacciati sotto le tue zampette soffici, dettagli.

    Vedi, i Biju hanno un modo particolare di comunicare, cercare di paragonarli ad un essere umano è errato, agli effetti la loro vita, la loro età ed esistenza è su un piano del tutto differente dall’esperienza umana.
    Pensaci, se due esseri umani comunicassero mentalmente cosa succederebbe?
    Nulla.
    Magari l’uno potrebbe sentire le emozioni dell’altro in una maniera leggermente più intensa, rivivendo un esperienza che però rimane comunque umana.
    Ma cosa succede se a comunicare con l’essere umano è qualcosa che ha vissuto almeno cento volte tanto, accumulando emozioni per tutto questo tempo?
    Nel momento stesso in cui vengono a contatto è il panico, per un Demone è come osservare un sassolino ai bordi di una strada sterrata, ma per l’essere umano?
    Beh, l’hai provato.
    Non conoscere il metodo, non avere una mente forte o preparata può renderti una marionetta, e gli effetti sono palaesi.


    Indicò i due cadaveri.

    Ma, perché proprio loro?
    Semplice, il demone li ha visti, o percepiti se preferisci.
    Sono due shinobi specializzati a resistere al controllo del Biju, e da quanto ho visto hanno cercato di farti apprendere, anche se ridotti in quelle condizioni non era possibile. Come ci riuscivano a respingere il demone?
    Immagina, e so che lo farai senza troppo sforzo, una marea, uno tsunami dalle dimensioni inaudite.
    Ad opporsi un castello di sabbia.
    Non penso debba dirti tra i due è il demone e chi l’uomo.


    Nuovamente quello sguardo d’intesa.

    Il castello di sabbia, poveretto, per quanto si possa impegnare, per quanto possa crescere, verrà sempre sfaldato perché contro l’acqua non ha nessun tipo di difesa.
    Quale era quindi l’obiettivo di quel corpo speciale?
    Legare ogni emozione, ogni chicco di sabbia con la malta, concentrare il tutto e renderlo solido e stabile in modo da fendere l’onda e farsi scivolare tutto addosso.
    E la malta?
    Beh, una SINGOLA emozione in grado di tenere coese tutte le altre, qualcosa di puro e incontrastabile, una morale magari.


    O la sete di potere.

    Commentò la Volpe.

    Ancora?
    Ho già detto che i miei intenti erano più che nobili, ma hai voluto strafare tu.


    Questo li rende però dei pessimi jinchuriki in quanto diventano del tutto impermeabili a delle sensazioni che è comunque necessario conoscere ed accettare per poter fraternizzare.

    Mise un particolare accendo sull’ultima parola.

    Oh invece tu si che sei esperto!

    Vogliamo mettere in conto almeno l’impegno?
    O devo ricordarti che ho atterrato un drago grande quanto te senza alcun aiuto mentre quella checca del mizukage era trasformato in un grillo gigante?


    Non è che ti salvi solamente con quello ora eh…

    Io non necessito di salvezza, non ho fatto assolutamente nulla di male.

    Oh no, certo no, queste sbarre qui li ho messe io, son così belle che ho deciso di chiuder mici dentro.

    Ma dicevo, i Biju comunicano in maniera particolare, sono in grado di scavarti dentro arrivando a proiettarsi in un subconscio condiviso tra lui e te.

    Efficace, non particolare.

    Li dentro si raccolgono per metafore visive le cose che il demone vuole trasmettere.
    Una richiesta d’aiuto ma anche…


    Sospiro gravemente.

    …cose incontrollate, cose che neanche un demone può combattere, cosa che filtrano malgrado la loro volontà.
    La Follia è un avversario senza forza, senza corpo, l’unico vantaggio che un ammasso di emozioni e chakra come i demoni hanno è che possono riconoscerla, possono mostrarla.
    La sfortuna è che non sono certi del fatto che qualcuno


    E indicò Sho.

    Possa comprenderli.
    E tutto questo mare di parole era il preambolo.
    Considerando emozioni e chakra il loro potere, il primo a livello psicologico verso gli umani, il secondo fisico, e dando per scontato che la follia non siano altro che emozioni distorte… cosa se ne ottiene?
    Una malattia trasmissibile, così come riescono a trasmettere la loro coscienza riescono a trasmettere ciò che la infetta.
    E di conseguenza infettare.
    Tu non hai conosciuto il Gobi, hai conosciuto la sua croce.
    E non sei stato in grado di spezzarla.


    Si fermò a riflettere qualche secondo strofinandosi il mento.

    Non è semplice dire cosa sia reale e cosa non lo sia, quello che vedevi nella stanza nei tuoi sogni era reale ed accadeva dentro di te.
    Puoi dire che la rappresentazione visiva e sensoriale di una malattia e di un emozione è reale?
    Puoi dire che un pensiero generato dalla tua mente si possa materializzare davanti a te in un sogno?
    Puoi dire che materializzare un sogno all’interno del proprio subconscio è possibile e che ciò lo renda reale?
    Se la risposta è si, ed un Biju può farlo, allora si, era tutto reale. Di fatto stavi vedendo cosa stava accadendo alla tua mente.
    Se la risposta è no, beh, hai appena imparato che la tua condizione di essere umano limita estremamente la tua fantasia.


    Si alzò, facendo qualche passo per la stanza.

    Il problema VERO è cosa hai visto.
    Quella melma che ha avuto la meglio sul Biju e per pura fortuna non su di te, erano… emozioni, pensieri, ricordi un misto di queste cose amalgamate e putrefatte dalla follia.
    Hai avuto la possibilità di vedere cosa succede secondo un Biju alla sua mente quando questa viene ottenebrata dalla follia.


    Guardò Sho.

    Ma tu in tutto questo che ruolo avevi?
    Perché in tutto questo marasma proprio te?


    Chissà cosa nasconde il marmocchio nel profondo.

    Persino la volpe affilò lo sguardo incuriosita, maliziosa.
    Ancora, in effetti, non sapeva per quale ragione il Gobi si fosse messo in contatto con Sho, poteva ipotizzare che l’avesse individuato durante il suo trasporto e si fosse connesso con lui quasi per caso, ma non era mai propriamente vero, i biju sceglievano sempre e non lo facevano mai per caso, venivano sempre attratti da qualcosa.
    Era possibile che nel suo profondo Sho nascondesse qualcosa in grado di attrarre il Gobi?





    CITAZIONE
    NB
    C’è sicuramente qualcosa, lavora un po’ con l’introspezione e dammi la tua versione.
    Diciamo che il primo combattimento col demone si fa con la mente, per cui avvantaggiati cercando di scoprire come difenderti o dove potrebbe attaccarti
     
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    Un centro di gravità



    Ascoltai attentamente le parole del Kage mentre, grazie al suo conforto psicologico, riuscii a trovare al forza per alzarmi.
    Sapevo che quello che voleva dirmi veniva da un'esperienza diretta e non solo da una mera teoria, i suoi modi di fare durante quel discorso erano tanto eloquenti quanto le parole stesse.

    "Se non fosse arrivato lui sarei stato spazzato via, proprio come il castello di sabbia di cui parla Raizen..."

    -Perché io.. sussurrai, strano come parole così semplici possano comporre una domanda così difficile... Come anche tu mi hai detto...-

    Cominciai ad usare la seconda persona per rivolgermi al Kage, non perché non lo rispettassi, ma perché , per la prima volta nella mia vita, avrei analizzato la mia psiche e svelato il mio più profondo , terribile segreto. e non lo avrei detto ad un Kage, bensì ad un portatore, una persona che poteva capire la situazione in cui mi trovavo.

    -... un demone ha un'esistenza millenaria, pertanto tutto quello che posso fare è una supposizione su quali siano le sue motivazioni per avermi scelto, per avermi fatto questo, sono solo un uomo e non posso certo di pretendere di comprendere a pieno una cosa così tanto più grande di me.-

    Una piccola pausa di silenzio, un profondo respiro.

    "Sembra che sia arrivato il momento, non pensavo che mi sarei mai trovato a doverlo effettivamente dire, è una cosa che fino ad ora ho avuto paura anche a pensare..."

    Guardai negli occhi Raizen mentre i miei occhi si facevano leggermente lucidi per un paio di lacrime che non ero riuscito a trattenere.

    -Tutta la vita. Da sempre sono stato caratterizzato da un solo ed unico obiettivo, una cosa per la quale farei tutto: la protezione del mio villaggio e dei miei cari. Questo ideale è così radicato in me da aver plagiato tutte le mie esperienze, per quanto le cose potessero andare male, per quanto volessi arrendermi, anche nel peggiore dei miei giorni, non ho mai perso questo mio centro di gravità. Mi ha permesso di rimanere determinato e di riuscire a risolvere qualsiasi difficoltà. Questa idea, così ossessiva, così profonda, è la malta per il mio castello di sabbia, anche quando il demone ha attaccato la mia mente, la mia coscienza è riuscita a sopportarlo fino al tuo arrivo per questo motivo, ma allora perché mi sono trovato sedotto dalla follia del demone invece che esserne refrattario così come gli altri , malcapitati, chunin qui "presenti"? Una domanda a cui esiste, presumo, una sola, dolorosa, risposta...-

    Una lacrima mi rigò la guancia destra discendendo sul mio mento per poi distaccarsene e cadere sul pavimento, un attimo che sembrò durare un'eternità.

    -Perché sono un mostro.-

    Aspettai qualche secondo prima di riprendere.

    - L'ossessività con cui ho perseguito mi ha permesso di entrare nei torturatori, ma è davvero così che è andata? Una convinzione , per quanto potente, può davvero spingere un uomo a compiere azioni così efferate? Non so rispondere a questa domanda. Sullo scoglio che la mia convinzione rappresentava, incorruttibile, inamovibile, in un mare tempestoso di emozioni è comparsa una crepa di insicurezza. In essa si sono infiltrate tutta la rabbia , l'odio e la follia che ho represso durante la mia vita. Mi sono sempre comportato nel modo che ritenevo più doveroso, non ho mai lasciato che le emozioni dettassero il mio io, e questo alla lunga ha cominciato ad erodere quella crepa. Forse è questo che il demone ha percepito, dietro un muro fatto di sicurezza e di giustizia si nasconde una bestia che si nutre di dolore, odio e rabbia, una bestia che ho creato sopprimendo tutte le mie emozioni in funzione del mio senso della giustizia, una bestia della quale cono venuto a conoscenza solo dopo la mia promozione a torturatore. Davvero continuo a fare solo quello che devo? O sto forse nutrendo la bestia di ciò che ha bisogno? il mio centro di gravità si è frantumato una volta che il dubbio si è insinuato nella mia mente? Provo piacere nel veder soffrire, nel distruggere? Che il mio senso di giustizia sia diventato solo una scusa ? A queste domande il demone ha tentato di dare risposta imponendomi la sua violenta follia. In me ha visto sì la stessa cosa che aveva notato negli altri chunin, eppure completamente diversa, voleva liberare una bestia la cui pazzia sentiva sinergica alla sua.-

    Un'altra lacrima, stavolta dall'altro occhio, abbassai lo sguardo.

    -Quello che ho creato cercando di fare la cosa giusta mi ha reso un bersaglio per il demone, presumo che mi abbia scelto per questo mio dualismo tra l'estremo senso del dovere e della giustizia e la paura di nascondere in me una bestia pronta a divorarmi da dentro... Chissà cosa penserai adesso di me.-

    Strinsi con forza i pugni, le vene superficiali degli avambracci si fecero ben visibili ad occhio nudo, segno di un grande sforzo.
    Cercavo di nascondere la vergogna , ma non era facile.

    -Mi dispiace Raizen...-

    Lo sguardo fisso sul pavimento mentre attendevo che l'hokage si esprimesse su ciò che avevo appena detto.
     
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    Paure








    L’hokage, già in piedi dalla sua precedente arringa, strinse lentamente i cerchi dei suoi passi distratti attorno a Sho, quando lui concluse gli stava alla spalle.

    Gnegnegnegne!
    Fighetta!


    Gli diede uno scappellotto nel viso abbastanza forte da spostargli il viso, ma non ne avrebbe ricevuto più dolore di quanto non gliene avrebbe causato quello di una donna.

    Come questo ceffone.
    Se continui il prossimo è un cazzotto, e i denti che ti cascano te li faccio usare come chiodini per le foto ricordo di quando ancora li avevi.


    Lo appuntò severamente, ma non con disprezzo.

    Lacrimucce a parte.

    Disse mentre fingeva di asciugarsi gli occhi con una smorfia.

    Hai ragione in parte, diciamo che non è il dualismo ad averlo attirato quanto piuttosto la possibilità di ciò che saresti potuto diventare col suo influsso.
    Ciò che tu definisci mostruoso in realtà è qualcosa di molto puro, ma per quanto puto sia è posto nell’orlo del precipizio delle tenebre. Basta una spintarella per convertirlo in qualcosa di orribile.


    Lo guardò dritto negli occhi.

    Io posso metterti al corrente di ciò che accade, ma solo tu puoi decidere se mettere trovare un nuovo equilibrio e rafforzare la tua posizione, ignorare le spinte, oppure abbandonarti al nero.
    Ma nell’ultimo caso non te la caveresti con una mano dentro lo stomaco.


    Sospirò.

    Abbiamo un problema però.
    Se è stato in grado di farlo con te può farlo con tutti.
    E non è possibile batterlo, come vedi è qualcosa di impalpabile, in grado di annichilire una coscienza e portare il posseduto a compiere qualsiasi tipo di azione. Potrebbe fare una strage se solo fosse nei suoi interessi.


    Un altro sospiro, più grave.

    Ed ora che è ridotto in quello stato onestamente non so cosa potrebbe partorire la sua mente, non so proprio immaginarmelo.

    Rifletteva quasi a voce alta, esponendo tutte le sfaccettature che quella situazione avrebbe potuto assumere.
     
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    Sacrifici



    Mi sentivo consolato dal modo di fare di Raizen, mi sentivo accettato e non giudicato, una cosa che non mi sarei aspettato.
    Riprese poi a parlare, pareva preoccupato, nervoso, e quello che aveva da dire spiegava il perché.

    -Forse...-

    Dissi.
    Avevo ripreso il controllo, mi sentivo un gran peso sollevarsi dallo stomaco, sembrava impossibile aver trovato qualcuno che effettivamente mi potesse capire.

    -... un modo ci sarebbe.-

    Non mi piaceva quello che stavo per dire.

    -Non possiamo lasciare che succeda questo ad altri, in più il demone sembrava bisognoso di aiuto, penso che l'unica possibilità che abbiamo sia quello di sigillarlo nuovamente dentro qualcuno. Se non altro non potrà aggredire nessun altro e, magari, l'avere nuovamente un ospite lenirà la sua follia.-

    Sospirai profondamente.

    -Mi offro volontario come contenitore, non potrei tollerare di sacrificare qualcun altro dopo quello che ho passato, in più mi pare il minimo per ripagare il villaggio per le azioni che ho commesso.-

    Attesi quindi la risposta del Kage.
     
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    Le guance dell’Hokage si gonfiarono in un istante mentre la bocca serrata tratteneva una risata.

    Buahahahahahah!
    Ti ha appena ridotto ad una palletta di merda nera in crisi e dovrei pure schiaffartelo in corpo?


    Rise ancora per qualche secondo mentre si sfregava gli occhi.

    No no, non se ne parla cocco.

    Disse estinguendo gli ultimi tremori di ilarità.

    Ora, non che tu fossi chissà quale pezzo da novanta quando ti ho raccattato da quella merdosa catapecchia che chiamavi casa.

    Si, certo, prova a ricordarti meglio, ero uno dei pezzi grossi della foglia già allora, non che fossi forte quanto ora, ma miseria ladra, gli avrei spartito il culo almeno in otto parti prima che si accorgesse di aver perso la verginità.

    Mi fai ribrezzo.

    È che mi piace essere chiaro e a volte sono necessarie queste raffinate metafore.

    Questa volta fu il Kyuubi a sospirare.

    Tuttavia, se il villaggio ti sta a cuore, devi sapere che Houkou non sta bene.
    È instabile, fin troppo, e la reliquia probabilmente non basterà a sedarlo in questo stato.
    C’è la possibilità che lo perdiate.


    Il demone dalle nove code non poteva ammetterlo, ma se il suo fratello si fosse liberato in quello stato avrebbe corso più pericoli di quanti ne avesse nelle mani di Konoha.

    Le reliquie in realtà non sono in realtà degli strumenti così spiacevoli, tra quello che gli esseri umani possono fare a noi demoni, probabilmente, sono le migliori. Ci portano in uno stato di riposo assoluto, finchè la reliquia ed il sigillo che rappresenta sono intatti siamo sereni, addormentati in un sonno così profondo da somigliare ad una seconda vita.
    Sogni così intensi da poter essere scambiati con la vita vera, sonni che ci permettono di riacquisire energie e guarirci se serve.
    Ma con Houkou in quello stato, dopo quello che ha passato è diverso, è come se la sua reliquia fosse costellata di lame.


    Che il demone fosse in pena per ciò che il suo simile provava?
    Probabile, ma non gli sarebbe mai uscito di bocca chiaramente.

    Mh. Comprendo.
    Dobbiamo andare in missione di pace dici?


    Non giunse risposta, quando Raizen si mostrava accondiscendente la Volpe non ringraziava: taceva.

    Anche se forse si potrebbe fare qualcosa.
    Sigillarti il demone all’interno potrebbe essere pericoloso, ma i due guardiani ti hanno passato un potere efficace per risolvere la situazione.
    Vedi, attualmente la reliquia è intatta, tuttavia le reliquie sono strumenti antichi, diciamo standard che non sono preparati a questo genere di eventi, non è semplice che un demone impazzisca.
    Quando cose simili succedono le reliquie non sono in grado di fare il loro compito al meglio.
    Per cui dobbiamo eliminare il problema alla radice, useremo la tua splendida mano pura per sanare il biju.
    Per cui vedi di non tirarci il collo al gallo fino a quel momento.


    In realtà, il Juudaime aveva piani ben più complessi per Sho, ma dopotutto aveva già accettato di essere un jinchuriki, perché accettare e togliersi il brivido della sorpresa e della sfida?
    Si divertiva male, e in maniera forse un po’ pericolosa, ma se tutto fosse andato secondo i piani sarebbero riusciti a curare il Gobi, contando poi che la “supposta” non era nemmeno troppo grande.

    E basta con questi paragoni!

    Si, forse era il momento di smetterla.
     
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