L'orlo del Baratro

[TS I]

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  1. F e n i x
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    Nella notte

    Una visione








    La notte aveva ormai già qualche anno sulle spalle quando Sho, un ninja che tutto sommato si poteva definire un bravo ragazzo, stava dormendo sereno nel suo giaciglio, difficile capire cosa disturbò il suo sonno.
    In sonno si sarebbe svegliato in una stanza buia e non sarebbe stato semplice riconoscere in un primo momento cosa penzolava dalle pareti consumate dal tempo, che senza pietà le rodeva, sbeccandole e crepandole. Era qualcosa di longilineo, ma viscido, forse, in quanto rifletteva la luce di una luna… ma era realmente la luna quella?
    Sembrava più un buco, anche lievemente lacerato, come se qualcuno di particolarmente furioso fosse passato troppe volte con una biro su quel foglio nero che era il cielo. Soltanto avvicinandosi alle pareti avrebbe potuto notare che queste brulicavano, sobbalzando a volte a causa del movimento all’unisono di quella strana superficie, da cui si staccavano nugoli di quelle che ormai era chiaro fossero creature viventi.
    E invece no, focalizzando lo sguardo e toccandole si sarebbe accorto che non erano altro che i rami lisci di un rampicante.
    Sotto i suoi piedi una melma scura e densa cercava di risalire le pareti, invadente e appiccicosa pareva tentasse di conquistare quel luogo.
    Fu in quel momento che l’aria si fece pesante, quasi come se fosse viva gli avrebbe stretto il torace togliendogli il respiro, in quell’attimo di gelo che precedeva la morte, giunto fin troppo in fretta considerando il tempo necessario al soffocamento, l’edera si sarebbe improvvisamente scostata rivelando un gigantesco occhio ferino, impossibile non riflettersi in quelle iridi gigantesche.
    Poco più lontano, forse in corrispondenza di un muso si sentì lo sbuffo di una creatura decisamente fuori misura.
    Il contatto visivo durò qualche secondo in cui il ninja sarebbe potuto riuscire a leggere una quantità di sentimenti inusitata ma per nulla focalizzata, non c’era tristezza, non c’era allegria, furia… solamente un fiume in piena di emozioni raccolte in una vita i cui anni umani non riuscivano nemmeno a sfiorare.
    Emozioni che cercava di trasmettere a bordate potentissime, insistenti che risuonavano in quel piccolo ambiente come poderosi colpi in una gran cassa, per quanto avrebbe resistito?
    Quanto quella fragile anima d’uomo poteva reggere il confronto con quella piena di follia?
    Ben poco, perché dopo i primi colpi disordinati gli attacchi mutarono, concentrati come un punteruolo fecero presto breccia infrangendo quel cielo cupo come se fosse una dura coltre di nubi. Ma avevano infranto solamente quello?
    Sho avrebbe potuto sentire la sua coscienza ardere di un fuoco furente quanto intenso le cui vampate di volta in volta si facevano sempre più alte, prima intorpidendolo poi ammutolendolo ed infine annullandolo, strappandolo via da quel mondo e da qualsiasi sensazione: era sospeso nel nulla.
    Poi il risveglio, mattino.
    Poteva dirlo dall’aria frizzante che gli accarezzava il viso ma aprendo gli occhi si sarebbe reso conto che le braccia erano lorde di sangue fino al gomito e anche la sua bocca aveva il sapore tipicamente ferroso del sangue fresco ed i piedi lordi di una fanghiglia nera e asfissiante.
    L’incubo è un sogno che si presenta in modo angosciante e spesso chi lo subisce, per istinto o per proprie ansie, non riprende sonno per paura che questo si ripresenti portandosi con se quelle sensazioni sgradevoli.
    Ma un incubo, quando finiva?


    A i u t a m i



    Edited by F e n i x - 28/9/2015, 19:22
     
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