L'orlo del Baratro

[TS I]

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    La bestia dentro di me




    Un attimo di respiro, prima di ritrovarmi nuovamente in quella follia, solo a quello era servita la tecnica del rilascio. Questo però mi aveva fatto capire che potevo trovarmi in una sorta di illusione, la mia teoria fu rinforzata dal fatto che, prendendo i miei appunti, l'unica cosa che riuscii a leggere era nuovamente, : A I U T A M I.
    Non capivo, ero confuso e sinceramente cominciavo anche ad essere spaventato.
    Se davvero ero in un illusione , chi era a controllarla? Ma poi, era davvero un'illusione? Troppa confusione, troppa follia, i pensieri coerenti facevano fatica ad affiorire ed una supposizione completa e razionale era oramai impossibile.
    Un'ombra, fugace, effimera, forse anche inesistente, forse addirittura frutto della follia che oramai pervadeva il mio essere, fatto sta che percepii qualcosa muovesi dietro di me, ma quando mi voltai per guardare cosa fosse, non vi era più niente.
    Mi misi a cercare nella stanza, rapido, movimenti scattanti, non guidati dalla calma che solitamente caratterizzava il mio animo e poi, quando sollevai il copriletto, mi fermai.
    Solo il gelo pervadeva adesso le mie vene, davanti a me una visione terribile: un uomo morente, dilaniato, impegnandomi per ragionare riuscii a richiamare le conoscenze mediche necessarie per capire che le sue ferite erano state inflitte da mani, unghia e denti, ma allora...

    -Io?...Sono....Sono stato io a farti questo?-

    Chiesi all'uomo, distrutto, sapevo che non poteva rispondermi, ma non riuscii a trattenere la domanda.
    Il sangue su di me non era il mio, il sapore ferroso che avevo nella mia bocca non proveniva dal mio organismo, cosa era successo?
    Caddi in ginocchio, devastato da quell'esperienza, mi avvicinai alla figura straziata davanti a me e questa, con le ultime forze, mi porse una carta ninja, una carta che riuscivo a leggere, ma come?
    Come poteva l'uomo davanti a me avere sincronizzato la carta con il mio chakra? Non mi pareva di conoscerlo... Che fossi io stesso? Che tutto quello che era successo altro non fosse che una profonda figura retorica che avveniva nella mia mente? Certo ero che non si trattava della realtà.
    Con le mani tremanti aprii per bene il foglio e lessi, ancora una volta : A I U T A M I.

    -COSA?-

    Mi alzai di scatto.

    -COSA VUOI DA ME? COSA DEVO FARE? CHI DIAVOLO SEI?-

    Ancora una volta sapevo che alla mia domanda non vi sarebbe stata risposta, era più che altro uno sfogo.
    Misi le mani tra i capelli, disperato.

    -COSA. DEVO. FARE? TU SEI MORTO, MORTO! TE NE RENDI CONTO?-

    Non c'era niente da fare per chi mi trovavo davanti, non era l'agitazione a parlare e nemmeno le conoscenze mediche, ma il semplice buonsenso: le interiora erano completamente riverse sul terreno, non potevo far niente se no... se non porre fine alle sue sofferenze.
    Cominciai a girare in tondo, le mani ancora tra i capelli tiravano quasi fino a strapparli.

    A I U T A C I



    Ancora una volta, però plurale, a chi si riferiva?

    -VUOI UNA MANO? VUOI UNA MANO? ECCO COSA POSSO FARE!-

    Mi avvicinai scattando e sollevai il piede destro, ma mi bloccai. Cosa sarebbe successo se quella figura fosse stata una parte della mia coscienza ed io l'avessi distrutta? Cosa ne sarebbe stato di me?

    "Davvero è importante adesso?"

    Pensai. La disperazione si trasformò in rassegnazione, mi sentivo sfinito, notai anche che la fanghiglia nera sulle mie gambe sembrava tentare di risalirmi il corpo. Quella cosa doveva finire, non importava come.


    -AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!-

    Urlando raccolsi tutte le forze che mi erano rimaste ed abbattei il piede precedentemente sollevato sul collo del malcapitato con l'intenzione di romperlo di netto e porre fine così alla sua agonia. Ma cosa sarebbe successo?
    Mi sentivo più calmo, quasi sollevato dalla morte di quel tizio, quasi come se riuscissi nuovamente a pensare.
    Chi era quell'uomo davanti a me? Sapevo certo chi ero io: la bestia, il suo assassino, ma perché? Io non ero mai stato una bestia, cosa mi aveva reso tale?
    Che fosse stato proprio l'incontro con quell'uomo? Che fosse lui la colpa di tutto? Magari ero io la vittima e non lui; in balia di un destino molto più grande di me. Che le mie azioni fossero state previste e controllate? O forse questa era solo una patetica scusa che cercavo per scusare me stesso per ciò che avevo fatto? Troppe idee, troppe possibilità, la testa mi scoppiava. Caddi nuovamente in ginocchio e poi mi lasciai cadere in avanti ed una volta che fui riverso sul terreno mi girati a fatica fino a trovarmi rivolto verso il soffitto. Respiri lenti e profondi spezzavano il silenzio che si era venuto a creare, intento il sangue dell'uomo mi macchiava la schiena ed impregnava i miei capelli. Aspettavo in silenzio, quasi con una calma surreale, quello che stava per succedere, sempre che, di fatto, ci fosse.

    Edited by S h o ! - 28/9/2015, 23:12
     
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