L'orlo del Baratro

[TS I]

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    La Nera meta







    Il collo dell’uomo si piegò scricchiolando sotto lo stivale dello shinobi, ma davvero un medico non conosceva altro metodo per porre fine alle sofferenze di un uomo che non quel metodo così barbaro e bestiale?
    Nell’esatto momento in cui la vita dell’uomo venne spezzata la carta parve incendiarsi, diventando incandescente e per un attimo fermando il turbinio, solo un momento però prima che l’ondata premesse nuovamente facendogli dimenticare tutto ciò che non era voci, sempre più rapide, sempre più alte sempre più acute, fino ad essere un fischio interminabile.
    Quando sollevò il piede dal collo del malcapitato il nero aveva preso fino alla coscia, non più qualche centimetro che poteva passare quasi inosservato, quell’ombra qualsiasi cosa fosse era intenzionata a divorarlo e qualcosa aveva aumentato la sua velocità.
    La carta ninja però aveva reagito a quella sua azione, che ci fosse ancora qualcosa che poteva dire?
    Disteso nel sangue dello sconosciuto avrebbe presto sentito che il ciò che c’era sotto la pozzanghera di sangue andava marcendo rapidamente trasformando quell’aria in una voragine[diemetro foro 3 m] così profonda che non era possibile vedere la fine, nemmeno cadendoci dentro, esattamente come stava facendo Sho.
    Lo spazio e il tempo divennero effimeri, presto la caduta ed il suo muoversi gli fecero perdere qualsiasi tipo di orientamento, sopra, sotto, destra, sinistra: nulla aveva più importanza perché nulla pareva esistere, attorno a lui soltanto il nero.
    Soltanto un immagine fugace della stanza vista durante il sonno: ora la melma risaliva le pareti fino a ricoprire più della metà, dietro i rampicanti qualcosa si muoveva, ma nulla si scostò per fargli vedere nuovamente l’occhio, ma lui dov’era?
    Al centro della stanza, mentre il Nero gli saliva addosso, famelico, inarrestabile.

    A i u t a c i ... o marcirai anche tu



    Venne catapultato nella realtà da tre potenti colpi alla porta di casa, sembrava volessero buttarla più che bussarci.
    Ma il problema maggiore era il puzzo di cadavere del giorno precedente nella stanza e la nuova pozza di sangue che si spandeva da sotto l’armadio: un altro “prigioniero” disperato, ma stranamente non si leggeva rabbia nel suo volto, bensì compassione mentre cercava di trattenere un grido di dolore afferrò saldamente la mano di Sho e stringendola fino quasi a stritolarla parve riuscire ad attivare quel calore che la carta ninja aveva prodotto in precedenza, con gli stessi effetti.
    L’indiscusso atto eroico lasciò sul braccio dello shinobi anche un altro segno: due lunghe strisciate di sangue una delle quali -la più lunga-, probabilmente mediante un infusione di chakra elementare divenne subito nera.
    L’uomo scosse la testa in segno di negazione prima di corrugare la fronte e provare ad emettere l’ultima parola, stretta tra un rantolo e l’altro.

    Ca…m…hhh…

    Sputò sangue e fluidi corporei provenienti da chissà quale organo fracassato.

    MmhhhhhBiare

    E si arrese alla morte.
    Non c’era sogno, non c’era realtà, c’era solo una sottile linea e quell’episodio ci si trovava esattamente sopra. Quando si fosse deciso ad aprire, richiamato dal vociare insistente, avrebbe ritrovato davanti a se tre uomini in divisa da chunin a sbarrargli il passaggio verso l’uscita.
    Alla richiesta di motivazioni della loro presenza con fare stupido avrebbero indicato due grosse macchie di sangue nella parete dov’era presente la camera da letto, sembrava che qualcuno vi avesse trascinato qualcosa di peso, facendolo sbattere più volte. Qualcosa che perdeva troppo sangue.

    Mi sembra lecita un ispezione dell’appartamento, Saitama-san.
    Soprattutto dopo gli eventi di queste notti scorse.


    Avrebbe detto con tono marziale mentre già allungava il passo verso l’interno del tutto intenzionato a non farsi ostacolare.
    Il nero intanto gli lambiva il ventre.
     
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18 replies since 26/9/2015, 00:13   277 views
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