L'orlo del Baratro

[TS I]

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    Infine la Luce









    Il panico più totale si impossessò del ragazzo, che trovato il suo unico appiglio nel braccio consegnatoli dai due uomini cercò di sfruttarlo per mondarsi dal Nero come se fosse mera sporcizia, senza provare a purificare quella che era l’origine di tutto.

    Cosa?!?
    Cosa stai facendo sciocco umano?!?



    Gli sembrò che quella voce proveniste dall’interno stesso del suo corpo, sembrava che le ossa stesse vibrassero per portargli quella voce colerica al cervello.
    Durante la piccola procedura il panico lo sballottava da un angolo all’altro della casa come se dopo essersi pulito cercasse di sfuggire nuovamente al nero che riprendeva il suo spazio.

    N E S S U N O!



    Un onda lucida di rabbia gli invase la mente, avrebbe potuto vedere in quel sogno ad occhi aperti che aveva dentro la testa che quella furia veniva però avviluppata dalla melma che si gonfiava in grosse bolle appiccicose che esplodendo lasciavano intravedere cosa si celasse alle loro spalle.
    Quella rabbia, quelle voci che ora iniziava a sentire come proprie non erano in realtà sue, non appartenevano nemmeno alle anime ormai perdute dei due uomini.
    Qualcosa di molto più potente, qualcosa di molto più arrabbiato non voleva arrendersi a quel destino.
    Potè prima intravederne uno zoccolo, grande a sufficienza da ridurre in frantumi una casa come se fosse stata l’opera di legnetti di un bambino particolarmente negato nell’architettura.
    Un’altra bolla avrebbe rivelato un petto contratto mentre la furia levava il quadrupede sulle sole zampe posteriori e due feroci occhi… vuoti.
    Bianchi come solo il vuoto poteva esserlo, bianchi come se la coscienza che gli dava la vita solitamente fosse lontana, in fuga, in cerca di un appiglio che il konohaniano non aveva saputo dare.

    Nessuno ha mai ignorato Houkou…



    Senti chiaramente la furia farsi debole.

    …gli umani… sono tutti uguali…

    Non esiste Nessuno al di fuori della loro Specie.



    Si spense dopo un piccolo barlume d’odio liquido, Sho l’avrebbe sentito penetrargli la testa come una spada.
    La stanza si accese di una miriade di occhi, non erano gli stessi ferini ma sinceri che aveva visto nella prima notte, erano tanti, tutti uguali, ma di dimensioni differenti, e lo bramavano, bramavano il suo corpo per ottenere la liertà, la più viscida malizia li animava.
    Ma in quell’orrore ormai senza forma cosa gli permetteva di vedere?
    La “luna”.
    Quello scarabocchio ossessivo che aveva strappato il tessuto nero di quella dimensione mostrando un bianco appartenente a chissà cosa illuminava con un contrasto fin troppo acceso TUTTI quegli occhi.

    Hokage, i sospetti erano Quasi fondati.

    Una rapida comunicazione, probabilmente mediante una ricetrasmittente.
    Già subito dopo che il primo membro della scorta della reliquia era scomparso i rimanenti erano stati messi sotto sorveglianza, il timore era in realtà che qualche sprovveduto che non era al corrente della cancellazione dei ricordi li stesse cercando per ottenere informazioni riguardo la strada da seguire per giungere al tempio. La scorta era stata selezionata seguendo un semplice concetto: dovevano essere incorruttibili da parte del biju, soddisfatto ciò tutti vennero addestrati nell’imprimere un'unica emozione, una soltanto, la più forte che gli permettesse di contrastare la marea che il Biju gli avrebbe rigettato dentro, non opponendosi, ma fendendola e lasciandosela scorrere addosso.
    Il primo uomo aveva intuito chi lo stesse cercando dal modo in cui Sho l’aveva attaccato ed ucciso, ma non era consapevole di cosa il biju stesse chiedendo in realtà, per questo si limitò a donare quel sentimento al ragazzo. Ma nessuno dei due aveva avuto troppo tempo per spiegare cosa stesse accadendo.
    I tre si ritirarono dalla casa, lasciando che Sho la distruggesse a spallate in quell’oblio.
    Proprio mentre stava per impastare cercando di ridursi ad una larva Raizen fece il suo ingresso nella casa, apparendo quasi dal nulla ed inondando l’ambiente col chakra del primo tra i Nove.
    Sicuro delle sue conoscenze spazzò le gambe del chunin con una rapida pedata, mentre il braccio destro afferrava quello bianco e con una forza inaudita quando incontrastabile per lo shinobi… glielo conficcava all’altezza del tantien, di fatto perforandogli lo stomaco col suo stesso braccio. Una soluzione violenta, ma senza ombra di dubbio efficace, in grado di scacciare il Nero così come il Sole scacciava la notte al mettino.
    Nel monto interno avrebbe potuto vedere la sua stessa mano passare dal foro e mandare letteralmente in frantumi la stanza, come se fosse vetro tenuto assieme da un collante andato a male, nel bianco avrebbe visto un ammasso di viscidume dalle dimensioni incredibili allontanarsi.
    Si sarebbe destato con la ferita ancora aperta sullo stomaco, seppur parzialmente cauterizzata da un potere che non gli apparteneva.

    Curati.

    L’unico ordine che per il momento il Juudaime gli impose, mentre, aspettava osservando severo l’operato del suo Torturatore di fiducia.
    Solamente ad operazione ultimata, stranamente ben più veloce di quanto il medico potesse aspettarsi a causa di una rigenerazione naturale aumentata, Raizen gli avrebbe ceduto la parola con un gesto della mano.

    Parla.

    Era percepibile nell’aria tutta la tensione accumulata da quegli eventi ed un po’ di preoccupazione, anche se il tutto era indistinguibile nei tratti severi e marmorei della Montagna.





    CITAZIONE
    Il 5 code, a meno di eventi futuri che lo riporteranno alla "ragione" è da questo momento un folle.
    Non paragonabile alla classica rappresentazione del biju infuriato contro il mondo: folle nel vero senso della parola.
     
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