Le indagini di Shinichi Kurogane: Il macellaio

Topic di gioco quest grado D

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    HrEKxIv
    Era una giornata relativamente tranquilla, e per una volta si trovavano tutte e tre a casa insieme.
    La madre quel giorno non era di guardia, per tanto non aveva preso alcun impegno con amici o simili così da poter stare con le due figlie, mentre Yushino si era riuscita a prendere un giorno di ferie dal negozio.
    Lei dal suo canto aveva cancellato tutti gli allenamenti e gli appuntamenti in accademia, visto che sia la sorella che la madre le avevano chiesto tanto insistentemente di rimanere almeno per quel giorno a casa, così da fare l'allegra rimpatriata in famiglia come non accadeva tempo, aveva deciso di lasciar perdere tutto il resto e concentrarsi solo su quelle due per quella volta.
    Era pomeriggio inoltrato e come accadeva normalmente in quella situazione, c'era Yushino che si preoccupava di preparare la cena cucinando assieme a lei, Nakora. Mentre la madre risistemava un po' la sua stanza e il suo equipaggiamento, venendo di tanto in tanto a fregarsi qualcosa da smangiucchiarsi con conseguenti grida da parte delle due gemelle, le quali finivano comunque per ridere visto che quando si arrabbiavano erano identiche, usavano le stesse parole e si muovevano allo stesso modo.
    Inoltre la loro madre non aiutava di certo, sicchè sapendo questa cosa si fermava a guardarle mentre masticava, visibilmente divertita e finendo così per rendere vane le loro urla di disapprovazione.
    Dovette ammettere che le mancava tutto quello, da quando aveva terminato l'Accademia ma soprattutto da quando era diventata Genin gli impegni erano andati aumentando costantemente, finendo così per tenerla lontana da casa molte più volte di quanto si sarebbe aspettata.
    Improvvisamente sentì bussare alla porta con forza, e istintivamente Yushino la guardò preoccupata. Ormai ogni volta che bussavano alla porta era per lei, solitamente una missione o un impegno in Accademia.
    Le sorrise per tranquillizzarla, accarezzandole appena lievemente un braccio e andando alla porta con ancora addosso il grembiule bianco cosparso di motivi floreali verdi.
    All'esterno trovò una delle tante guardie la quale riferì che doveva andare in Amministrazione, subito.
    Si rabbuiò pensando al fatto che quel giorno avrebbe voluto dedicarlo interamente alla sua famiglia, tuttavia non ci poteva nulla.
    Preferì non dire nulla in casa, avrebbe solo reso più difficili le cose e per tanto uscì direttamente fuori posando il grembiule all'entrata.
    In fretta e furia corse fino alla stanza dov'era stata richiesta in Amministrazione, salvo poi scoprire con un sospiro di sollievo che dovevano dare una lettera, probabilmente per i giorni avvenire.
    La prese e tornò immediatamente a casa, rassenerata e tranquilla dal fatto che infine nessuno avrebbe rovinato quella giornata.
    Anche la madre e la sorella gemella come la videro rientrare tranquilla e in tutta calma, tirarono un sospiro di sollievo riprendendo ognuna la loro attività.
    Lei dal suo canto si fermò un attimo all'ingresso, aprendo la lettera e leggendo quanto vi era scritto.
    I suoi occhi si fecero improvvisamente più piccoli come notò la parola "omicidio a Oto". Dunque era per quello eh? Non diceva chi sarebbero stati i suoi compagni, tuttavia il giorno successivo si sarebbe dovuta dirigere in uno degli uffici in Accademia.
    Fece spallucce rassegnata posandola li all'ingresso, per poi rimettersi il grembiule, battere il pugno su una mano e tornare a cucinare con Yushino.

    [...]

    Infine arrivò la mattina e così la missione.
    Doveva ammettere che non mangiava così tanto e così bene da molto tempo, ormai si era quasi abituata ai pasti fugaci a cui ti abituavano mentre eri in accademia.
    D'altronde quando ti trovavi in missione bisognava arrangiarsi, e di sicuro non c'era tempo per fare un pasto completo come si doveva.
    Soddisfatta e contenta uscì fuori di casa di buon ora, vestita di tutto punto e col suo equipaggiamento addosso pronta a dirigerso verso il luogo designato.
    Ci mise un quarto d'ora buono, essendo uscita in anticipo se la prese comoda e difatti quando arrivò l'ufficio era ancora vuoto.
    Con tutta la tranquillità di questo mondo, si buttò dietro la scrivania poggiando le gambe sul tavolo e dondolandosi sulla sedia. Lo sguardo rivolto verso il soffitto.
    In quel villaggio vi era già stata di passaggio in passato, vi aveva fatto una sosta durante il tragitto verso Kiri però non le era sembrato un brutto posto, forse il fatto che vi fosse stata così poco non le aveva permesso di avere una visione chiara del luogo.
    Comunque sia il tempo passò abbastanza velocemente, facendo così infine giungere tutti quanti quelli richiamati per quella missione.
    Il chunin arrivlò per primo, tuttavia non lo riconobbe.
    In ogni caso si tolse dalla sua posizione, andando a mettersi in piedi davanti a lui mentre uno dopo l'altro arrivavano i membri rimanenti.
    Quando vide, nuovamente, il bambino che aveva conosciuto quella sera a cena rimase abbastanza confusa.
    Tuttavia magari era possibile che proprio i suoi genitori fossero coinvolti nella cosa o simili, però il coprifronte parlò chiaramente e come colui che sarebbe stato il loro Leader in quella missione, si rivolse al ragazzino dopo di lei dando l'ennesima conferma che era un ninja, non ci vide più.
    Strinse i pugni dannatamente forte, tant'è che le nocche sbiancarono mentre il suo sguardo era rivolto verso il bambino con tutte le intenzioni di incenerirlo.
    Cercò di trattenersi ma non ci riuscì, finendo per sputare del veleno addosso al rosso.

    Non sapevo che esistesse un nuovo genere di mercante, minchia, il mercante ninja! Le nuove forze speciali di Suna!

    Disse con fare ampiamente ironico, le mani su ambo i fianchi mentre lo guardava in cagnesco.
    Non le fregava nulla del fatto che c'era anche il tizio della foglia, quello era il suo villaggio e nessuno l'avrebbe fermata dal tirare quantomeno qualche frecciatina al bambino.
    Fece per muoversi fino all'uscita e li passò accanto senza nemmeno guardarlo, voltandosi giusto all'ultimo così da poter osservare tutti i presenti.

    Ah giusto, io mi chiamo Nakora. Nessun problema, svolgerò il mio compito. Soltanto quanto disse quelle parole si fece improvvisamente seria, dimostrando che non scherzasse, salvo poi tornare all'argomento di prima. Attento al bambino, non vorrei mentisse anche a te. Ora se non c'è altro, muoviamoci. Ad Hinogara è meglio arrivare prima che faccia notte.

    Lei nella sua tratta fino a Kiri c'era passata di giorno, per tanto andando per esclusione era assai probabile che i problemi nascessero in quella fascia oraria. Quantomeno sperava fosse così, altrimenti sarebbe stato molto più difficile del previsto in quanto prendere qualcuno che compie azioni del genere di giorno, senza essere beccato, sarebbe stato assai arduo.
     
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