Vecchio Covo della Radice

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    La Radice








    Raizen sollevo qualche istante gli occhi al cielo mentre Oboro si definiva nuovamente Essere.

    Senti, Essere, ma se ci troviamo un nome, non so, tipo un qualcosa che non violi i diritti umani ecco.
    Chessò, non ti piace il nome Akemi?
    Kaede? Saeko?
    Non so, qualcosa che ti suona bene ma possibilmente non Essere!


    Parlava mentre si calava per il cunicolo.

    Comunque è si strano, ma imprevedibile, proprio perché ti sembra strano.

    Ridacchiò.

    Fortunatamente non hai fatto scattare il meccanismo, ma credi a me, senza sapere cosa quelle porte sono in grado di fare, contando la solidità della struttura che evita intrusioni dai muri, è parecchio complesso che qualcuno sia in grado di salvarsi passandoci attraverso, poco spazio scarsa rapidità di reazione per via della sorpresa. E non sottovalutare neanche il fracasso che farebbero, il metallo vibra in maniera abbastanza fastidiosa.
    Ehhhhh…


    Sospirò quando l’ombra nel cunicolo divenne totale , quasi come se annunciasse l’accensione di una serie di luci artificiali che finalmente gli facevano vedere dove si stavano addentrando.
    Il ronzio era fastidioso, segno che le luci al neon erano datate, ed infatti qualcuna sfarfallava, ma dopo qualche minuto l’udito ci si sarebbe abituato.

    La sicurezza della radice è… particolare.

    Improvvisamente l’inclinazione del pavimento mutò, piegando verso il basso a novanta gradi, risultando quindi essere in verticale, l’hokage non ebbe problemi a modificare la camminata.
    Indicò il corridoio davanti a loro, spostandosi di lato poiché l’allineamento con la kunoichi impediva a questa di vedere al meglio.
    Il cunicolo era… infinito.
    O almeno così sembrava, era lungo a sufficienza perché il suo snodarsi impedisse di vederne la fine tra una curva e l’altro, e curva era il termine più adatto poichè il “corridoio” non era di certo qualcosa di comune, sembrava di essere all’interno di una vera radice, un qualcosa di organico e sinuoso che si immergeva fino alle profondità della terra con delle aperture ad intervalli casuali.
    Non era possibile vederlo nella sua interezza grazie a quelle curve, ma le porte erano parecchie, l’esterno a confronto era solamente un guscio vuoto.

    Comprendi perché sei qui?

    Se non avesse ottenuto risposta avrebbe nuovamente indicato il corridoio.

    Non vedi TROPPE porte?
    Hai intenzione di rimanere qui un anno intero.
    Molto probabilmente alcune sono addirittura cuccette, per quanto claustrofobiche, alcune potrebbero essere solo cieche, ma la maggior parte sono di sicuro validi accessi a chissà quali ambienti.
    Usa gli insetti, noi aspetteremo il loro rapporto.


    Piantò le suole sul muro verticale mediante il chakra adesivo già in uso e si sedette sui talloni, aspettando che gli insetti rivelassero cosa era presente in quelle prime stanze
     
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