[QdV] - Il Fabbro Immortale

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Fabbro Immortale

    Kaito




    L'oste ascoltò le domande di Ryuu ed annuì, pronto a rispondergli. L'ho detto ragazzo, stanno in prigione. Grosso edificio su una struttura in mezzo all'acqua una bella palafitta enorme... una bella prigione non c'è che dire, davvero ben costruita. E così si congedò dai due, andando dietro al bancone per servire i suoi numerosi clienti con birra frizzante, fredda e di ottima qualità.
    Le previsione di Ryuu si rivelarono però esatte. Dopo una decina di minuti dalla porta della locanda entrò un esagitato Kaito che sembrava aver visto un fantasma. Era pallido, il capello era tra le dita ed ansimava vistosamente, segno che aveva fatto di corsa tutta la strada percorsa fino alla locanda. Si avvicinò rapidamente all'oste, sbattendo le mani sul bancone.
    Hai trovato una spilla sul tavolo? Un triangolo con dentro un cerchio, di argento? L'oste rise ed annuì, battendo una mano enorme sulla spalla dell'uomo. Oh sei fortunato ragazzo che sono un tipo onesto! Sta attento la prossima volta! E tirò fuori la spilla dal grembiule, dandola all'uomo dinanzi a se il quale la afferò avidamente. Fece un lungo sospiro di sollievo e afferrò con una mano la spilla, mettendosela in tasca per poi lasciare un'altra generosa banconota all'uomo. Sei un brav'uomo. Dunque si voltò ed uscì da lì.


    Kaito non svoltò per andare verso la strada principale del villaggio, ma si diresse verso la parte occidentale di Mizushima, passado con sicurezza tra i ponticelli che sorvolavano le vie d'acqua della città con l'esperienza di chi aveva calcato quelle vie molte volte e molto a lungo. Non sembrava essere preoccupato che qualcuno lo seguisse, per cui non si guardò mai indietro e si fermò solo quando si trovò dinanzi la prigione. Erano al limitare esterno di Mizushima: attorno a loro c'era solo l'acqua del lago. Un ponte collegava la città all'edificio della prigione che era stato costruito su una specie di massiccio roccioso che sorgeva nel lago. Aveva un aspetto strano, come se quella torre di solo quattro piani nascesse dalla roccia stessa piuttosto che essere costruita su di essa.
    Il ponte di fatti terminava su una piccola spiaggetta dalla quale si poteva vedere una grotta il cui ingresso era illuminato da lanterne. Anche da lì si poteva osservare come ci fossero due guardie. Nel silenzio assoluto però lamenti inquietanti si innalzavano dalla prigione. Urla, imprecazioni, sbarre sbattute. Era troppo distante per comprendere con chiarezza cosa si dicesse lì dentro ma era chiaro che stesse accadendo qualcosa di assolutamente inquietante. Come faccio... come... Disse Kaito, rigirandosi tra le dita la spilla. Forse dovrei attendere che escano... sì... non uccidono da giorni, saranno deboli. Dunque iniziò a camminare avanti e dietro davanti l'ingresso del ponte. Oppure posso tentare di infiltrarmi... sì... anche. Così semplicemente piegò le gambe e saltò, sparendo sui tetti.


    Dopo un po' due uomini dall'aria assonnata si affacciarono dal vicolo. Indossavano una divisa blu e portavano delle katane al fianco. Odio i turni questi giorni... sopratutto di notte. Sicuro che sono chiusi bene? Non è a me che devi chiederlo amico mio, non è a me... speriamo che nessuno abbia fatto cazzate nel turno precedente. Forza, sono solo sei ore! Si udì il rumore di pacche sulle spalle e dunque i due percorsero il ponticello diretti verso la prigione. Non furono passati che venti minuti quando altri due fecero il percorso inverso. Sono esasuto Kuzu... vado a letto, spero che mia moglie abbia preparato qualcosa di buono per cena. Beato te che c'hai qualcuno che ti prepara qualcosa ahahaha! E le voci si persero alle loro spalle.



     
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