In una stanza d'hotel

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  1. F e n i x
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    La curiosità è donna








    Guardò i movimenti della kunoichi con interesse, ma nei suoi occhi non si poteva notare una vera e propria bramosia carnale, bensì qualcosa di più sottile, qualcosa che guardava all’abilità seduttrice della donna più che ai suoi effetti.
    Aveva un corpo indubbiamente attraente, ma sedurre senza far trasparire le proprie intenzioni non era dono da tutti, dono che ancora Kyomi doveva acquisire o sviluppare.
    Quantomeno per ingannare una preda esperta come l’Hokage.

    Oh, come sei intraprendente.

    Parlò con voce chiara ma pacata, quasi sensuale, dopotutto Raizen non era di certo l’immagine della gentilezza, ed il profondo tono baritono pur mediante qualche meticolosa recita non poteva essere educato alle romanticherie.
    La mano scivolò sulla schiena di lei posandosi prima sui fianchi per poi esitare sulla natica stringendola appena prima di passare sulla coscia che avrebbe tirato a se, sollevandola.
    Quei complimenti dettati dalla necessità lo stuccavano, ma la necessità che la ragazza aveva di farli compiaceva un angolino della sua vanità.

    Ci sono tanti modi per essere immortali, ma dipende quanto tu sia Vogliosa di scoprire questi segreti.

    Istanti, battiti di ciglia e i due si ritrovarono dentro la stanza di un hotel, complesso dire in quale momento Raizen avesse magnetizzato e lanciato l’oggetto per giungere a quella stanza, ma considerando il piccolo foro a finestra e tapparella, i letti perfetti e la porta chiusa a chiave era evidente che non fosse stata pernottata da nessuno, avendo scelto la più alta era riuscito a capitare in una delle stanze da ricconi.
    Puro caso, ma chi poteva saperlo?
    Magari l’hokage era uno di quegli uomini sempre pronti al Meglio che poteva permettersi una stanza sempre messa da parte per qualsiasi evenienza in un costosissimo hotel nei pressi delle mura.

    Se vuoi puoi mostrarmi quanto tu abbia a cuore le sorti del tuo bel corpo perfetto.

    Ci volle poco a fare atmosfera nell’oscurità, fu sufficiente alzare parzialmente la tapparella per far entrare delle lame di luce che illuminassero il corpo della Kunoichi, evidenziandone le curve mentre vi si adagiavano sopra, accarezzandola.
    Anche Raizen, sedendosi in una poltrona di pelle poco distante, ne venne illuminato, ma la testa, ancora immersa nell’oscurità, sarebbe rimasta nell’ombra, era percepibile dei lineamenti spigolosi del Juudaime solo un accenno del suo sorriso malizioso, mentre sollevava il ginocchio destro sul bracciolo poggiandovelo e mettendo i polpastrelli a contatto in una curiosa posa meditativa.
    Kyomi aveva tutta la sua attenzione, quanto poteva essere sensuale?
     
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