In una stanza d'hotel

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  1. Yusnaan
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    In una stanza d'hotel

    Questioni scottanti


    Parlato Kiyomi
    Parlato Raizen

    Continuò ad ascoltare le parole che fuoriuscirono dalla bocca dell'hokage, mentre intanto si alzò e si diresse lentamente verso una delle poltrone della stanza, ancora completamente nuda. Per quanto potesse darle fastidio, in fondo comprendeva che il capo villaggio che le stava davanti avesse bisogno di una prova che le sarebbe rimasta fedele. Non poteva certo pretendere che le venissero rivelati grandi segreti di Stato come nulla fosse, ma almeno, da quelle parole capì che quasi sicuramente non la stava prendendo in giro e che la sua immortalità era ormai vicina come non lo era mai stata.
    Insomma devo legarti a me, al mio villaggio, e non so se la gratitudine sia sufficiente. Anche se reputo abbastanza difficile che ci sia qualcuno in grado di offrire più di quanto ti offro io.
    Kiyomi andò a sedersi sulla poltrona davanti al lato del letto dove il suo amante si era appena appoggiato alla testiera, così da poterlo guardare negli occhi direttamente, incrociando le gambe e stendendo le braccia sui braccioli. Purtroppo per lei, il discorso andò di nuovo a cadere sulla questione del suo nome, accorgendosi di aver ammesso che quello non fosse il suo nome reale e maledicendosi per aver detto quella frase mentre guardava l'uomo difronte a lei mettersi seduto sul lato del letto.
    L'argomento l'aveva visibilmente messa nuovamente a disagio, essendo piuttosto ripugnata all'idea di dover ripensare ancora al suo vecchio nome e ancor di più sapendo che ormai l'hokage sembrava averci messo il pensiero.
    Anzi, iniziamo da subito con queste piccole dimostrazioni di fiducia e lealtà.
    Inizia a dirmi perché il tuo nome dovrebbe avere poca importanza.

    Lo lasciò finire di parlare, rimanendo in silenzio ad ascoltare le sue parole e guardandolo con uno sguardo piuttosto crucciato per come la situazione si fosse evoluta, mentre questo terminò il suo discorso facendole una specie di ricatto. In quel momento vide lentamente sfumare davanti ai suoi occhi la possibilità di potergli cavare le informazioni che tanto desiderava, in quanto l'ultima cosa che avrebbe voluto fare era rivelargli il suo nome, e dopo aver atteso qualche istante, riflettendo su come avrebbe potuto rispondergli senza aggravare ulteriormente la situazione, cominciò a parlargli in modo schietto, così da mettere bene in chiaro quali fossero le sue intenzioni.
    Cominciamo col dire che mi sembra di averti dato di più della mia gratitudine, ma suppongo che quello fosse solo un modo per arrivare alla chiacchierata che stiamo facendo, non garantendomi un ulteriore traguardo. Questo posso arrivare a comprenderlo, non sono una stupida: mi rendo conto che stiamo parlando di informazioni strettamente riservate che non puoi rivelare a chiunque, sarebbe un comportamento insensato per un kage... e per questo ti ammiro. O meglio, ammiro la tua professionalità.
    Pian piano arrivò al discorso che non avrebbe voluto assolutamente toccare, ma dato che ormai la frittata era fatta, non le restava altro da fare che dirlgi il motivo di tanta segretezza, cosa che la fece sentire leggermente sconfitta sapendo di non avere altra scelta. Non voglio spingerti a rovistare nel mio passato. Ti ho detto che il mio vero nome non è importante perchè non lo è: l'ho cambiato anni fa solo perché mi ripugnava e tutti da allora mi conoscono come Kiyomi. Non c'è un secondo fine o un segreto da tenere nascosto, è semplicemente un cambio di nome. La sua voce da lì in poi si fece più bassa, quasi come gli stesse implorando di non investigare oltre.
    Farò tutto quello che mi chiederai per dimostrare fedeltà al villaggio: se mi offri quello che ti chiedo non vedo perché dovrei passare nuovamente ad un'altra fazione..ma non chiedermi di rivelarti il mio nome. E' una cosa personale, nient'altro. Erano seduti l'uno difronte all'altra, attendendo che la discussione andasse avanti.
     
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11 replies since 4/10/2015, 18:51   174 views
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