La sala giochi del Dottor Takurama

Quest-Free per Seinji e Hoshi

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  1. leopolis
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    «Dialoghi»


    Preso dal gioco, buttai all-in tutto e tutto vinsi, duplicando così le mie vincite in una sola serata. Con quei tempi la sarei presto diventato un milionaro, - macché! un miliardario! - e non volevo smettere. Non volevo smettere nonostante una vocina in mia testa mi dicesse che dovevo farlo, perché... semplicemente perché sì. Perché prima o poi qualcosa o qualcuno mi avrebbe scoperto, ma come mi avrebbe scoperto? Le carte che gettavo sotto al tavolo, erano nascosti, ma anche se qualcuno le avesse visto, come avrebbe potuto provarlo?
    Sbuffai.
    In nessuna maniera, ovviamente. Avrei potuto inventarmi un botto di cose per giustificare la presenza di quelle carte sotto al tavolo, partendo dal fatto che qualcuno può avercele buttate per compromettermi, e finendo con un lavoro sporco degli adetti alla pulizia della sala. E dunque, perché non arricchirmi ancora sulle spalle dei clienti della sala giochi del dottor Takurama?
    Conclusa una mano, volevo iniziarne subito un'altra: fremevo per la vincita, e volevo vincere ancora, ancora, ancora e ancora, fino a ricoprire tutto il sotterraneo di quel luogo con delle monetine dorate. E invece... e invece no. Qualcosa andò storto, o almeno sembrò andare storto. Perché dapprima gli arrivò una bevanda che non aveva ordinato e che gli fece fare una smorfia strana sul viso, e poi gli arrivò un bigliettino che gli fece sorridere.
    "Segreto? Con tutti quei segreti che mi porto dietro, avrebbe dovuto specificare quale segreto..."
    E dunque, trascurando il bigliettino, se lo intascò senza preoccuparsene e continuò a giocare.
    «Andiamo gente!» - esclamò furioso, - «Non voglio mica fermarmi ai 400.000 ryo questa sera! Andiamooo!» - e preso il bicchiere, si sarebbe girato e lanciato il coktail verso la barista in un impeto furioso e incontrollabile della voglia di gioco [Forza=650]. Poco importava chi avrebbe incontrato durante il volo quel cocktail; persino se avesse preso nel viso il Dottor Takurama, Seinji non se ne sarebbe mica pentito ubriaco e voglioso di giocare come era.

    Hoshi, dal canto suo, non trovò nessun veleno, e non sentì niente che poteva destare sospetto a parte l'Akuma furioso dietro al tavolo da poker. Era tutto normale per una sala da giochi, o quasi normale.
     
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