Le due mosche bianche

La storia di Toshiro mi aveva fatto capire che non ero l’unico la fuori ad averne passate delle brutte. Forse era anche per quello che avevo deciso di seguire quel pazzo nella sua lunga caccia. Perdere tutto era una esperienza che avevo provato anche io o forse era meglio dire che non aveva mai avuto nulla nella vita. Ero stato sbattuto da una parte all’altra come un sacco di patate spesso venduto come schiavo o peggio e di certo non avevo imparato ad amare le persone attorno a me -Davvero una brutta storia.. scusa non volevo farti ricordare quei brutti momenti..- a saperlo prima non sarei entrato nell’argomento, ma ormai il danno era fatto quindi tanto valevo farne degli altri -..io?!.. io sto cercando una cosa.. e viaggiare e conoscere sempre cose nuove credo che sia l’unico modo per trovarla!.. anche io non ho avuto una vita difficile.. non ho mai avuto una famiglia.. sono sempre vissuto da solo sopravvivendo con ogni espediente possibile.. fino a quando alcuni anni fa non sono stato catturato e spedito in una squallida prigione a Kumo..- sentivo un gelido brivido correre giù per la schiena ogni volta che ricordavo quel posto -..ci sono finito solo perché mi trovavo nel posto sbagliato nel momento sbagliato..- stavo per continuare la mia storia quando giungemmo alla diga.


La struttura di legno non sembrava essere stata costruita dalla mano dell’uomo, chiunque l’avesse eretta di sicuro ne sapeva di costruzioni, ma non di certo di gusto architettonico -..ma che cazzo?!.. quelli non sono castori.. sembrano più delle pantegane giganti.. guarda che bestioni!- dei fottuti ratti giganteschi armati di denti affilati stavano costruendo a ritmo sessato una gigantesca diga di legno. L’alluvione doveva essere stata opera loro, almeno quella era stata la mia prima impressione sulla faccenda. Purtroppo per capirne di più dovevamo recarci sulla riva opposta sulla quale eravamo arrivati.


Il pazzoide di Toshiro subito mi chiese se avevo intenzione di oltrepassare l’ostacolo a nuoto, di sicuro la mia espressione era bastata a fargli capire quali fossero le mie intenzioni -Tu sei completamente fuori di testa se credi che io metterò mai piede li dentro.. non ho intenzione di farmi una nuotata in mezzo a quei mostri armati di denti affilati!..- alcuni di quei cosi erano grandi quanti una vacca da latte, un morso ed un braccio o una gamba se ne sarebbero andate -Costeggiamo lo specchio d’acqua.. sarà più lunga.. ma di sicuro più sicura!..- col cavolo che mi sarei avvicinato a quei cosi.


Concorde o meno ero già partito per la mia strada sperando che il cacciatore mi seguisse lungo la strada. Quella faccenda si stava facendo sempre più pericolosa e a me non andava giù la cosa. Il mio era un viaggio alla ricerca della vita eterna, non avevo alcuna intenzione di finire divorato da delle pantegane giganti.