Ware ga kaminari

Qualcuno stava colpendo il suo capo, così sembrava a giudicare dall'intenso dolore che dalla fronte si propagava su ogni osso o muscolo del suo volto.
Era bagnato fradicio, disteso su una superficie liscia e gelata.
Cercò di aprire gli occhi, senza successo. Per chi era rimasto privo di sensi per ore e ore, persino il timido bagliore soffuso della luna risultava accecante.
Cercò di alzarsi.
Ci vollero cinque secondi prima che le sue mani congelate iniziassero a rispondere ai suoi comandi.


Quando finalmente fu in piedi, resistendo a fatica alla notevole spinta del vento che strattonava con forza i suoi vestiti in ogni direzione, Deveraux mise a fuoco l'oscura figura davanti a sè.


Per un attimo si domandò se quell'uomo, di cui ricordava il nome e le gesta, non fosse un fantasma o un fantoccio di chakra.
Violando ogni legge fisica, il suo cappuccio e i suoi vestiti erano asciutti, in barba all'acquazzone che aveva reso Deveraux uno straccio intriso d'acqua.
Affondò le sue mani sui capelli bianchi, tentando di fermare quel mal di testa così intenso e fastidioso.

L'unica nota positiva era il temporale. I lampi, le nuvole perforate dalle saette, il fragore dei tuoni...musica e spettacolo per il giovane Yotsuki.
Si guardò intorno. Nell'oscurità della notte Deveraux riuscì a intravedere solo qualche dettaglio: erano su una montagna, ad alta quota a giudicare dalla temperatura, con un cratere inattivo o un lago prosciugato nelle vicinanze.

Davanti a lui, con la sua solita espressione trionfale e sadica, Jeral continuò, alzando con estrema lentezza il suo braccio sinistro.
Una luce accecante costrinse Deveraux a chiudere gli occhi per un istante.
Un boato assordante echeggiò per tutto lo spazio circostante. La roccia sotto ai suoi piedi vibrò.


Una scarica di adrenalina pervase il suo corpo.


Ci provò, socchiudendo le palpebre per concentrare la sua attenzione sul Flagello.
Cosa aveva combinato all'East Gate? Lo aveva solo rapito? Febh sarebbe stato in grado di trovarlo? Alla vista dell'enorme aura nera di cui il Flagello si circondava Deveraux sgranò le palpebre, stupito dallo spettacolo che i suoi occhi erano in grado di osservare. [Percezione del Chakra]
Simile a quello posseduto dall'Hokage e dal Mizukage, il chakra "nero" del Nukenin era caratterizzato da un angosciante caoticità senza uguali.


In tal caso, vorrà dire che morirò. Tuonò, fiero e possente come un degno ninja Yotsuki.
Spavaldo, o forse solo arrabbiato, egli liberò tutto il suo potere elettrico. Quello che per un normale ninja era impossibile, ovvero creare elettricità con una ridicola quantità di chakra, per Deveraux era la normalità e in quel momento, accecato dall'affronto, egli spinse le sue cellule a vibrare al massimo delle loro possibilità. [Rivestire][Consumo Chakra 7.5][Protezione 15]

Il suo corpo sofferente s'illuminò di luce dorata.
Il rumore delle violente scariche elettriche generate dal suo enorme manto coprirono per alcuni secondi i boati dei tuoni.
Giurò sul ricordo di suo padre che avrebbe dato tutto, qualsiasi cosa, per resistere alla brama distruttrice del Nukenin.
E se avesse fallito nel tentativo...la morte sarebbe stata inevitabile e giusta.

[QUOTE]
Se ti è cara la tua identità, se davvero provi orgoglio nel tuo nome, se vuoi vivere... »
« ...prova a fermarmi. »
/QUOTE]

La paura era scomparsa dai suoi occhi...e dai suoi muscoli.

La paura rende deboli...gli Yotsuki non hanno paura. Lo aveva letto in uno dei tomi concessi dal Mikawa. Le pagine si riferivano agli Yotsuki di Kumo. A maggior ragione, per via dell'astio tra le due fazioni, Deveraux era determinato a dimostrare la potenza del rispettivo clan di Oto.


Quando vuoi. Immerso nell'elettricità del suo manto elettrico, tra le mille saette del temporale, il Chunin sembrava un altro ninja. Più potente, più cattivo...e senza paura.