Sogni legati da un insolito destino

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    Inizio del rituale




    Il mio spirito? Che natura avrebbe mai avuto?
    Dopo il primo assalto del demone sapevo quale era la cosa che più di ogni altra guidava le mie azioni, la mia ragione d'essere, e quella era la Volontà del fuoco, ma la totalità del mio spirito era una questione differente.
    Osservai Raizen prendere posto al centro del cerchio che gli era stato indicato mentre riflettevo sulle possibilità che mi si prospettavano.
    Il demone doveva essere placato ed in qualche modo avevo il compito di domare la sua follia, l'unica mia arma, a parte l'assoluta volontà di riuscire, era il misterioso potere che scaturiva dal mio braccio destro, ma sarebbe stato sufficiente ad affrontare addirittura un demone? Stavamo in fin dei conti parlando di un'entità molto superiore a quella umana, le cui semplici emozioni erano quasi riuscite a portarmi alla follia.
    La presenza del Juudaime serviva però a calmare di molto il mio stato d'animo, mi sentivo più sicuro sapendo non solo che Raizen avrebbe controllato la situazione dall'interno, ma anche essendo cosciente che egli credeva in me, e se un Kage aveva tanta fiducia da riporre in me io non potevo certo non credere in me stesso.
    Lentamente presi posto all'interno cel cerchio del rituale, con le spalle verso l'urna, mi sedetti al centro del disegno a gambe incrociate e congiunsi le mani nel simbolo del cavallo per aiutarmi a concentrarmi.
    Ero rivolto verso Raize, lo guardai negli occhi e dissi:

    -Ci vediamo dall'altra parte.-

    Chiusi quindi le palpebre e sprofondai in uno stato di trans mentre percepivo il miasma proveniente dall'urna avvolgere il mio corpo, una parte del rituale, o almeno così credevo.

    [...]



    Si trattò di una frazione di secondo , non di più, poi mi ritrovai all'interno di un corridoio.
    Il luogo era umido, più large che alto ed aveva un aspetto molto antico; il muschio si espandeva sulle radici di pietra scura, tesi la mano a toccarne un po' e percepii chiaramente la percezione di bagnato che mi sarei aspettato nella realtà
    Sapevo che la dimensione nella quale mi trovavo non era quella dalla cui provenivo, ma questo non la rendeva certo meno reale, avevo avuto la stessa esperienza la prima volta che mi ero trovato a fronteggiare la volontà del Gobi, il vero ed il finto avevano confuso il proprio confine in una maniera tale che era impossibile distinguere l'uno dall'altro, lo stesso valeva per quel momento, dovevo stare molto attento.
    Mi guardai attorno e notai che alle mie spalle si ergeva un muro, come se quello fosse l'inizio di un percorsco, chiaramente aveva un significato simbolico, o almeno così lo interpretai.

    "Magari questo corridoio così angusto ed unidirezionale rappresenta le mie possibilità: una sola, e non facilmente intraprendibile..."

    Il posto era illuminato da delle torce vicine al soffitto, distanti tra loro circa cinque metri, sembrava che mi trovassi sotto terra visto l'aspetto del luogo, ma ancora una volta non dovevo farmi ingannare da quello che vedevo o percepivo, tutto poteva tentare di tendermi un tranello, dovevo fidarmi solo del mio spirito.
    A tal proposito provai ad indurre il chakra nel mio braccio destro, così da vedere se questo avesse reagito a ciò che mi circondava.

    -Ma...cosa diavolo???-

    Niente.
    Non funzionava, sembrava che non avessi il chakra, mi concentrai per provare a sentirne il flusso dentro di me, ma non percepii niente, come se fossi stato prosciugato della mia essenza vitale.

    "Che diavolo sta succedendo qui?"

    La situazione si era improvvisamente complicata.
    Non avevo comunque troppo scelte, vi era una sola direzione percorribile dalla quale notai provenire una leggera brezza, magari era sintomatico di un'uscita, anche se ad occhio quel tunnel non sembrava aver fine.
    Presi un kunai nella mano destra mentre strinsi il pugno della sinistra, pronto in ogni momento a far scattare l'artiglio del drago che avevo su di essa, e cominciai così a camminare lungo quel maledetto corridoio.
    Passarono vari minuti e l'ambiente rimaneva sempre uguale, i sensi era allerta ma sembrava che io fossi completamente solo in quel posto, come isolato dall'universo intero, adesso nessuna delle due direzioni in cui mi era possibile guardare sembrava non avere fine, chissà quanto effettivamente avevo camminato.
    All'improvviso percepii un rumore, stridulo e continuo sembrò provenire dal niente e , dato il silenzio che vi era stato fino ad allora, rimbalzare sulle pareti per amplificarsi.

    "Non mi piace per niente questo suono, ma sembra che sia l'unica pista che posso intraprendere..."

    Prestando sempre la massima attenzione a ciò che mi circondava cominciai a dirigermi verso quella che sembrava la sorgente del suono, chissà cosa mi avrebbe aspettato lì.

    "Stai a vedere come si fa a farsi stuprare da un demone..."

    Maledetto Raizen, avevo passato troppo tempo assieme a lui e cominciavo a ragionare nello stesso modo malato.
     
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