Sogni legati da un insolito destino

[Add Ts per Sho e Fenix]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. F e n i x
        Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Admin
    Posts
    18,987
    Reputation
    +684

    Status
    Online

    Nel mezzo del cammino







    Per quanto potesse essere bravo o ingegnoso pareva non ci fosse uscita da quella scatola, sembrava essere destinata ad ingrandirsi di volta in volta per poterlo contenere come un infinito labirinto.

    E va bene, giochiamo al tuo gioco.

    Ma oltre la porta fu soltanto luce, così accecante che fu costretto a schermarsi gli occhi con la mano mentre il vento gli sferzava il corpo con una forza sufficiente da alleggerire il peso sulle caviglie.
    Fu come una visione, in quel vento, tra quella luce una voce riuscì a farsi largo.

    Già ma quando i potenti cadono i deboli restano schiacciati sotto il loro potere.

    Anche se potente non era la definizione corretta, quando tutto finì si sentì innaturalmente rattrappito quasi rimpicciolito, quasi come se qualcuno avesse strizzato il suo spazio vitale oltre il limite. Gli bastò guardarsi le mani, ancor prima che l’ambiente che gli stava attorno per rendersi conto che era molto lontano da casa, ben più di quanto una semplice camminata potesse coprire.
    Erano passati… quanti anni da quell’evento? Forse dieci?
    Non lo ricordava bene, sapeva solo che già a quell’età era sufficientemente grande e grosso da cavarsela abbastanza agilmente anche se ricordava che ai tempi era più selvaggio e reagiva più per istinto che per reale conoscenza, con la mente d’oggi però avrebbe potuto fare qualcosa in più.
    Il piede sinistro si spostò verso dietro, strisciando nel terreno mentre le mani si spalancavano mantenendo le dita contratte come gli artigli di un rapace, pronte a serrarsi in un pugno od in una presa senza scampo, una all’altezza del diaframma, l’altra del viso, due punti che agli animali piacevano particolarmente.
    Il primo perché ricco di organi sensoriali il secondo perché molle e facilmente lacerabile da un’ artigliata con esiti a dir poco disastrosi: non era semplice sopravvivere con un intestino fuori dal ventre.
    Tuttavia non attaccò, attese.
    Fare il primo passo era pericoloso, mentre il primo lupo si difendeva il secondo poteva tranquillamente attaccarlo, attenderli significava dominare la scena e poter osservare i loro spostamenti per prevederne gli attacchi.
    Le fiere scattarono, annebbiate dalla frenesia alimentare, a quei tempi creature così veloci l’avrebbero sorpreso, sopraffatto probabilmente, ma ora sapeva come contrastarle al meglio. Le fauci si spalancarono rivelando una buona dentatura, quella dei lupi giovani, il primo si staccò da terra ben prima di giungere addosso al Colosso la cui posizione fu perfetta per ostacolare il canide.
    La mano destra levata all’altezza del viso scattò verso la gola punto sicuro in quanto impossibile da raggiungere per le fauci, mentre la sinistra verso il torace del canide per impedire alle zampe di arrivare al proprio, intanto la gamba sinistra si tese per assorbire quell’urto dando origine ad un triangolo complesso da spostare.
    La prima nuvola di polvere si levò dalla strada.
    Tuttavia per quanto quel blocco si rivelò efficiente non poteva contrattaccare, il lupo sarebbe stato più utile come scudo, la forza del suo attacco non venne infatti assorbita, il busto parzialmente ruotato di Raizen infatti gli permise di deviarla verso il secondo attaccante che forte dell’innato spirito di squadra dei lupi stava per arrivare alla bamba destra di Raizen per azzannarla.
    I due vennero trasformati in una scomposta palla di pelo che si allontano per poco più di un metro per riordinarsi.
    Raizen forte di un intelletto superiore si preparò nuovamente al successivo attacco, i due lo studiavano e lui al contempo studiava loro avendo la possibilità di preparare nuovamente la sua posizione, non poteva scappare i due gli sarebbero stati sulla schiena dopo poche falcate.
    In quel momento erano tre bestie, soltanto una aveva però sulla testa la corona della specie dominante e lo scettro dei più potenti tra gli stessi.
    Appena Raizen fu ben visibile oltre la polvere i due scattarono nuovamente, nessun attacco frontale però, si portarono entrambi ai fianchi del ragazzo che prontamente li prese in contropiede, avanzando verso di loro in modo da prenderli in contropiede e mantenerli su una diagonale [slot gratuito] mentre si voltava per mantenere il contatto visivo, per quanto abituate ai movimenti delle loro prede più comuni i due non riuscirono a riorganizzare l’attacco in tempo, trovandosi a sorpassare Raizen di qualche passo per poi buttarsi addosso a lui da una posizione quasi frontale, uno per ogni braccio. Tenerli entrambi a bada non sarebbe stato semplice. Il braccio sinistro scattò, seguito dal busto per intercettare la testa del primo e premerla verso il suono, difesa che impedì al secondo di mordergli la spalla. Il lupo infatti sfilò oltre il suo corpo accovacciato su cui lasciò due artigliatePer quanto potesse essere bravo o ingegnoso pareva non ci fosse uscita da quella scatola, sembrava essere destinata ad ingrandirsi di volta in volta per poterlo contenere come un infinito labirinto.

    E va bene, giochiamo al tuo gioco.

    Ma oltre la porta fu soltanto luce, così accecante che fu costretto a schermarsi gli occhi con la mano mentre il vento gli sferzava il corpo con una forza sufficiente da alleggerire il peso sulle caviglie.
    Fu come una visione, in quel vento, tra quella luce una voce riuscì a farsi largo.

    Già ma quando i potenti cadono i deboli restano schiacciati sotto il loro potere.

    Anche se potente non era la definizione corretta, quando tutto finì si sentì innaturalmente rattrappito quasi rimpicciolito, quasi come se qualcuno avesse strizzato il suo spazio vitale oltre il limite. Gli bastò guardarsi le mani, ancor prima che l’ambiente che gli stava attorno per rendersi conto che era molto lontano da casa, ben più di quanto una semplice camminata potesse coprire.
    Erano passati… quanti anni da quell’evento? Forse dieci?
    Non lo ricordava bene, sapeva solo che già a quell’età era sufficientemente grande e grosso da cavarsela abbastanza agilmente anche se ricordava che ai tempi era più selvaggio e reagiva più per istinto che per reale conoscenza, con la mente d’oggi però avrebbe potuto fare qualcosa in più.
    Il piede sinistro si spostò verso dietro, strisciando nel terreno mentre le mani si spalancavano mantenendo le dita contratte come gli artigli di un rapace, pronte a serrarsi in un pugno od in una presa senza scampo, una all’altezza del diaframma, l’altra del viso, due punti che agli animali piacevano particolarmente.
    Il primo perché ricco di organi sensoriali il secondo perché molle e facilmente lacerabile da un’ artigliata con esiti a dir poco disastrosi: non era semplice sopravvivere con un intestino fuori dal ventre.
    Tuttavia non attaccò, attese.
    Fare il primo passo era pericoloso, mentre il primo lupo si difendeva il secondo poteva tranquillamente attaccarlo, attenderli significava dominare la scena e poter osservare i loro spostamenti per prevederne gli attacchi.
    Le fiere scattarono, annebbiate dalla frenesia alimentare, a quei tempi creature così veloci l’avrebbero sorpreso, sopraffatto probabilmente, ma ora sapeva come contrastarle al meglio. Le fauci si spalancarono rivelando una buona dentatura, quella dei lupi giovani, il primo si staccò da terra ben prima di giungere addosso al Colosso la cui posizione fu perfetta per ostacolare il canide.
    La mano destra levata all’altezza del viso scattò verso la gola punto sicuro in quanto impossibile da raggiungere per le fauci, mentre la sinistra verso il torace del canide per impedire alle zampe di arrivare al proprio, intanto la gamba sinistra si tese per assorbire quell’urto dando origine ad un triangolo complesso da spostare.
    La prima nuvola di polvere si levò dalla strada.
    Tuttavia per quanto quel blocco si rivelò efficiente non poteva contrattaccare, il lupo sarebbe stato più utile come scudo, la forza del suo attacco non venne infatti assorbita, il busto parzialmente ruotato di Raizen infatti gli permise di deviarla verso il secondo attaccante che forte dell’innato spirito di squadra dei lupi stava per arrivare alla bamba destra di Raizen per azzannarla.
    I due vennero trasformati in una scomposta palla di pelo che si allontano per poco più di un metro per riordinarsi.
    Raizen forte di un intelletto superiore si preparò nuovamente al successivo attacco, i due lo studiavano e lui al contempo studiava loro avendo la possibilità di preparare nuovamente la sua posizione, non poteva scappare i due gli sarebbero stati sulla schiena dopo poche falcate.
    In quel momento erano tre bestie, soltanto una aveva però sulla testa la corona della specie dominante e lo scettro dei più potenti tra gli stessi.
    Appena Raizen fu ben visibile oltre la polvere i due scattarono nuovamente, nessun attacco frontale però, si portarono entrambi ai fianchi del ragazzo che prontamente li prese in contropiede, avanzando verso di loro in modo da prenderli in contropiede e mantenerli su una diagonale [slot gratuito] mentre si voltava per mantenere il contatto visivo, per quanto abituate ai movimenti delle loro prede più comuni i due non riuscirono a riorganizzare l’attacco in tempo, trovandosi a sorpassare Raizen di qualche passo per poi buttarsi addosso a lui da una posizione quasi frontale, uno per ogni braccio. Tenerli entrambi a bada non sarebbe stato semplice. Il braccio sinistro scattò, seguito dal busto per intercettare la testa del primo e premerla verso il suono, difesa che impedì al secondo di mordergli la spalla. Il lupo infatti sfilò oltre il suo corpo accovacciato su cui lasciò due artigliate mentre cercava di ritrovare l’equilibrio in quanto ostacolato nel salto da un corpo troppo ingombrante. [leggera]
    Lui stesso sfruttò la forza accumulata in quel repentino accovacciarsi per allontanarsi con una capriola da quel gomitolo di zanne e denti.

    Ufh!

    Stabilizzò il respiro mentre i due ormai infuriati dai troppi attacchi andati a vuoto si lanciavano sul Colosso, anche se la furia era troppa e li rendeva incoscienti.
    Saltarono in due questa volta, ma sfortunatamente per loro Raizen aveva scelto quel momento per il suo attacco.
    Fauci spalancate, zampe tese, qualsiasi contatto probabilmente gli sarebbe costato una ferita fu per questo che si limitò a decidere in quale punto era meglio subirla.
    Si spostò infatti sulla destra intercettando il primo dei due con una poderosa spallata, il morso gli lese la spalla [2 leggere] ma fortunatamente non fu in grado di staccarne i muscoli dato il contrattacco proveniente dalla spalla stessa.
    Raizen era si tornato un ragazzetto ma era sempre ben cosciente di quale fosse il metodo corretto di impastare il chakra senza averne troppi danni, incrementando così le sua forza senza averne problemi avrebbe cinto la testa del lupo [Subisci e Mena] sotto la propria ascella e mediante quel fiume di chakra [quasi alto for. verde] L’avambraccio sarebbe invece passato sotto il muso dell’animale e bloccata la testa avrebbe tirato e issato rapidamente il corpo causando un disassamento delle vertebre cervicali del lupo sfruttandone il suo stesso peso e di fatto spezzandogli il collo.
    L’animale si accasciò, ma Raizen non potè curarsene la seconda fiera non attendeva che una sua distrazione e gli si avventò sul polpaccio con la stessa violenza della precedente pur trovando carne più reattiva ad attenderlo [ferita leggera] in grado di divincolarsi dopo il morso senza permettergli di afferrare per bene il tessuto anche se la scomoda posizione non gli permise di contrattaccare con efficacia.
    Tuttavia la fiera, abituata alla collaborazione, ora che era sola si fece più prudente iniziando a prendere le misure del Colosso di cui ebbe la meglio semplicemente grazie alla sua rapidità ed ad una pelle che faceva scivolare via i colpi di questo senza accusarne troppi danni. Da solo non era temibile, ma creare dei cloni con una riserva di chakra così infima poteva quasi essere lesivo.
    Tuttavia da umano aveva un arma che i lupi non conoscevano: le mani e il pollice opponibile di cui erano dotate.
    I primi attacchi schivati con semplicità, servivano esclusivamente ad avvicinarlo alla bestia perché l’ultimo potesse consentirgli di afferrare saldamente la zampa del lupo del tutto inadatta, a causa della conformazione dell’articolazione, ad estendersi verso l’esterno del corpo oltre un raggio ben ridotto. [quasi alto for. verde] L’azione gli permise di disarticolare l’arto con un gesto che lo pose perpendicolarmente al corpo rendendo del tutto incapace il lupo di usare quella zampa che pendeva ormai quasi senza vita lungo il suo corpo.
    Avrebbe provato pena in un altro momento, ma non ora, erano bestie che combattevano per la vita, e la pena non era adatta alla sopravvivenza.
    Soprattutto in una realtà immaginaria.
    Appena reso inabile il lupo si allontanò prestando attenzione ai suoi movimenti, non sarebbe riuscito a seguirlo in quelle condizioni ma era meglio non fidarsi.
    Varcò quella strana porta consapevole del fatto che per uscire da quel mondo doveva seguirne le regole e doveva farlo rapidamente.
    L’unica cosa di cui si era accorto è che qualsiasi cosa gli scavasse nella mente lo stava facendo usando i suoi ricordi come guida, come se fossero un binario da seguire, come se volesse rimostrargli nuovamente la sua stessa vita.
    Azione della quale per ora non riusciva a dare un senso.
    mentre cercava di ritrovare l’equilibrio in quanto ostacolato nel salto da un corpo troppo ingombrante.
    Lui stesso sfruttò la forza accumulata in quel repentino accovacciarsi per allontanarsi con una capriola da quel gomitolo di zanne e denti.

    Ufh!

    Stabilizzò il respiro mentre i due ormai infuriati dai troppi attacchi andati a vuoto si lanciavano sul Colosso, anche se la furia era troppa e li rendeva incoscienti.
    Saltarono in due questa volta, ma sfortunatamente per loro Raizen aveva scelto quel momento per il suo attacco.
    Fauci spalancate, zampe tese, qualsiasi contatto probabilmente gli sarebbe costato una ferita fu per questo che si limitò a decidere in quale punto era meglio subirla.
    Si spostò infatti sulla destra intercettando il primo dei due con una poderosa spallata, il morso gli lese[2 leggere] la spalla ma fortunatamente non fu in grado di staccarne i muscoli dato il contrattacco proveniente dalla spalla stessa.
    Raizen era si tornato un ragazzetto ma era sempre ben cosciente di quale fosse il metodo corretto di impastare il chakra senza averne troppi danni, incrementando così le sua forza senza averne problemi avrebbe cinto la testa del lupo sotto la propria ascella[Subisci e Mena] e mediante quel fiume di chakra[quasi alto for. verde]. L’avambraccio sarebbe invece passato sotto il muso dell’animale e bloccata la testa avrebbe tirato e issato rapidamente il corpo causando un disassamento delle vertebre cervicali del lupo sfruttandone il suo stesso peso e di fatto spezzandogli il collo.
    L’animale si accasciò, ma Raizen non potè curarsene la seconda fiera non attendeva che una sua distrazione e gli si avventò sul polpaccio con la stessa violenza della precedente pur trovando carne più reattiva ad attenderlo[ferita leggera] in grado di divincolarsi dopo il morso senza permettergli di afferrare per bene il tessuto anche se la scomoda posizione non gli permise di contrattaccare con efficacia.
    Tuttavia la fiera, abituata alla collaborazione, ora che era sola si fece più prudente iniziando a prendere le misure del Colosso di cui ebbe la meglio semplicemente grazie alla sua rapidità ed ad una pelle che faceva scivolare via i colpi di questo senza accusarne troppi danni. Da solo non era temibile, ma creare dei cloni con una riserva di chakra così infima poteva quasi essere lesivo.
    Tuttavia da umano aveva un arma che i lupi non conoscevano: le mani e il pollice opponibile di cui erano dotate.
    I primi attacchi schivati con semplicità, servivano esclusivamente ad avvicinarlo alla bestia perché l’ultimo potesse consentirgli di afferrare saldamente la zampa del lupo del tutto inadatta, a causa della conformazione dell’articolazione, ad estendersi verso l’esterno del corpo oltre un raggio ben ridotto. L’azione[quasi alto for. verde] gli permise di disarticolare l’arto con un gesto che lo pose perpendicolarmente al corpo rendendo del tutto incapace il lupo di usare quella zampa che pendeva ormai quasi senza vita lungo il suo corpo, lussata.
    Avrebbe provato pena in un altro momento, ma non ora, erano bestie che combattevano per la vita, e la pena non era adatta alla sopravvivenza.
    Soprattutto in una realtà immaginaria.
    Appena reso inabile il lupo si allontanò prestando attenzione ai suoi movimenti, non sarebbe riuscito a seguirlo in quelle condizioni ma era meglio non fidarsi.
    Varcò quella strana porta consapevole del fatto che per uscire da quel mondo doveva seguirne le regole e doveva farlo rapidamente.
    L’unica cosa di cui si era accorto è che qualsiasi cosa gli scavasse nella mente lo stava facendo usando i suoi ricordi come guida, come se fossero un binario da seguire, come se volesse rimostrargli nuovamente la sua stessa vita.
    Azione della quale per ora non riusciva a dare un senso.
     
    .
26 replies since 13/10/2015, 15:33   447 views
  Share  
.