[Gioco] S.O.M.AGrado C

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  1. Casìn
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    S.O.M.A
    Approdo dei tipi Strani

    Ci aveva decisamente preso gusto, o almeno non si era ancora schifato. Era riuscito a trovare un buon equilibrio tra la sua vita da reietto, accecato dal desiderio di isolarsi utilizzando il liquore, e il suo nuovo inizio di carriera accademica. Non aveva mai pensato di unire entrambe le cose, probabilmente perché troppo ubriaco. Aveva soltanto bisogno di continui incentivi, altre persone che riaccendessero quella motivazione, quella voglia di agire di mettersi in gioco, anche a rischio della propria pelle. Stava forse ricominciando a prendere fiducia in se stesso e nelle sue capacità, ignaro degli effetti che avrebbe potuto avere sulla sua mente. Al momento, non desiderava certamente mettersi al costante servizio del villaggio, e quindi anche dell'Accademia, ponendo fine a dieci anni di continua ebrezza. Non che avesse realmente tenuto il conto.
    Proprio così, tra una bottiglia e l'altra, un'altra avventura comincerà a ridergli nuovamente in faccia. Un ordine proveniente dal Decimo stesso riguardava lui ed un altro genin della Foglia. Non aveva letto di preciso il suo nome, ubriaco com'era non fece caso a nessun dettaglio. Si limitò a fare spallucce, accettando anche questo nuovo compito. Magari da sobrio avrebbe dedicato più tempo in una riflessione, valutando i potenziali rischi e il suo compagno di viaggi, ma d'altronde ormai non poteva più fare affidamento sui suoi rari momenti di sobrietà.
    Si recò quindi al porto, osservando la nave che lo avrebbe trasportato a destinazione. Ah, la sbornia stava cominciando a svanire, meglio rimediare subito. Portò velocemente la mano alla sua tasca più sicura, un gesto rapido e fulminante per aprirla e una mossa altrettanto veloce per prendere il suo contenuto. «Uhm?!» Si fermò quasi terrorizzato da ciò che aveva scoperto. «Vuota?» Non poteva essere, non si era mai trovato in una tale situazione in tutto quel tempo. Stette immobile per chissà quanto tempo tenendo lo sguardo fisso sull'imbarcazione. Non mancava molto tempo prima della partenza ma poteva ancora fuggire, cercare il suo prezioso liquido e concentrarsi solo su di esso, o magari avrebbe tentato la fortuna, chiedendo un po' di sakè ai membri dell'equipaggio. Sì, l'ultima idea non gli dispiaceva, era comunque un compromesso tra dovere e piacere che si era abituato a tirar fuori negli ultimi tempi. Forse sarebbe stato addirittura il suo nuovo modo di agire.
    Si imbarcò quindi dopo qualche minuto, iniziando le ricerche del suo nuovo collega. Un genin anch'egli, di stazza incredibilmente fuori dal comune. Non aveva mai visto tanta muscolatura in un solo essere, se essere si poteva definire. Nel frattempo, l'astinenza da alcool stava già iniziando a dare i suoi frutti, donandogli un insolito pallore, molto probabilmente una volta partiti avrebbe anche risentito del mal di mare. Una volta partiti cercò di avvicinarsi all'altro genin della Foglia, avrebbe affidato a lui la sua vita e voleva almeno capire con chi aveva a che fare, non che lui fosse stato così rassicurante. «Ryo. Burp.» Ruttò, lo stomaco aveva già iniziato a fare le bizze. «Mi chiamo Ryo E tu sei?» Finì a stento la frase per poi ritrovarsi a vomitare a terra, vicino ai piedi del suo nuovo compagno. Una presentazione degna di nota.
    Nei tre giorni di viaggio a seguire non si fece vedere molto a giro. La voglia di bere gli era repentinamente passata e il mal di mare aveva ormai preso il sopravvento. Strano fatto per uno shinobi, che avrebbe potuto comodamente utilizzare il chakra per sopperire, o almeno alleviare, quell'indesiderata situazione. Ma, dopotutto, lui non poteva certo definirsi uno shinobi come tutti. Si sarebbe affacciato soltanto di tanto, in tanto, per rispondere ad eventuali domande del suo compagno, anche se non è che possedesse così tante risposte.


    Arrivato a destinazione sarebbe sbucato dal nulla, con rinomato vigore ma sempre pallido e con una strana aria. Ogni tanto si guardava intorno, come se fosse alla ricerca di qualcosa, adesso che il mal di mare se n'era andato, la voglia di bere era tornata prepotentemente a fargli visita. Si presentò in maniera minimale con altri possibili nuovi arrivati. Voleva bere, voleva bere tanto e voleva non farlo, voleva riuscire a vincere quella sua voglia di isolarsi, dando spazio alla sua vecchia dote da ninja. Ormai non erano rimaste molte, ma utilizzarle avrebbe impedito di dimenticarle per sempre. Forse era ancora in tempo per rimediare, si schiarì la voce, emettendo un rauco verso, per poi rivolgersi al kiriano che li aveva raggiunti. «Ryo Iwao. E tu?» Avrebbe ascoltato la spiegazione e eventuali domande della nuova conoscenza, per poi indicare le navi poco distanti. «Spero che il viaggio sia breve. Anzi... potrei...» Le ultime parole sembravano un ragionamento ad alta voce, si recò di fretta verso uno dei marinai. «Tu! Tu! Avete del sakè, del liquore, qualsiasi altra cosa a bordo?» Fece quasi per prenderlo per la collottola e strattonarlo, ma fortunatamente fu abbastanza lucido da trattenersi. Di lì a poco quell'uomo lo avrebbe portato a svolgere la missione per la quale era stato scelto, anche se sembrava andare in secondo piano a confronto con la voglia di bere.
     
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