[Gioco] S.O.M.A

Grado C

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Ade Geist
        Like  
     
    .
    Avatar

    ~ The Red Capes are coming!

    Group
    Giocatori
    Posts
    1,616
    Reputation
    +243
    Location
    Firenze

    Status
    Anonymous

    S.O.M.A.

    Capitolo Primo


    Atto III
    Discesa
    Mi misi immediatamente a spingere la maniglia, dopo la conferma degli altri due al mio piano; Torke e Ryo stavano subito dietro di me, osservando la situazione. Per quanto mi sforzassi, quella maniglia sembrava inamovibile, eppure si doveva muovere! Che la mia forza non fosse necessaria? Nonostante la sicurezza nelle mie capacità, dovevo ammettere che gli intralci secolari della natura erano più forti di me, in questo senso. Con un gesto chiamai l'enorme foglioso affinché mi aiutasse a spingere: subito si avvicinò, lasciando la posizione accanto a Ryo, e mettendosi a lavoro. Finalmente la porta scattò, prima di pochissimo, poi perse presa sempre più velocemente. Appena la porta fu sufficientemente aperta, Ryo si gettò dentro come avevamo previsto, io subito mi staccai e lasciai l'enorme peso al possente Torke, e senza ulteriori perdite di tempo, appena anche io entrai, quest'ultimo si accodò a noi, richiudendo la porta alle spalle.
    Fummo veramente rapidi, tanto rapidi che sentivo l'acqua che era entrata dentro la stanza arrivarmi non sopra alle ginocchia. Ma non ebbi tempo di realizzare altro che quattro sigilli ai lati della stanza si accesero, emettendo una forte luce, e ripulendo la stanza dalla poca acqua che era entrata. Poi silenzio. Un silenzio così forte ed assordante che veniva interrotto soltanto sporadicamente dai rumori dell'oceano che circondava la struttura. Davanti a noi c'era una piccola porticina con una targhetta, sopra di essa, leggermente usurata, della quale non si leggevano alcune lettere. Era però una targhetta tipica delle zone di fabbrica, zone di manovalanza, ed aveva una funzione di avvertenza. « Ingresso ...qualcosa. Attendere svuotamento ingresso. In caso di blocco rivolgersi al personale. Non usare fiamme libere. » dissi, indicando la targhetta. « Se conoscete qualche jutsu che vi permette di sputare fiamme o cose del genere, tenetevelo per voi qua dentro. E Torke, mi sa che dovrai rinunciare ai tuoi esplosivi ... » aggiunsi, sorridendo. La porticina che avevamo davanti separava la zona in cui eravamo da un'altra area indicata dalla targhetta che avevo appunto mostrato ai miei compagni. Nell'immediato non riuscii a decifrare però quella seconda parola sbiadita. « Lì c'è un pulsante e, a ben dire rispetto a questi sigilli luminosi qui, deve avere una funzione ben più blanda. Credo apra, semplicemente la porta. » dissi ancora, rivolgendomi verso i miei compagni. Questa volta non attesi una loro risposta, mi limitai ad avvicinarmi ed a premere il pulsante.
    La porta si aprì lateralmente entrando dentro la parete. Mi ritrovai davanti uno strano marchingegno con due posti a sedere, molto stretto, che occupava tutta la stanza. Avvicinandomi potei notare tre pulsanti: due erano frecce e puntavano verso l'alto o verso il basso mentre un'altro era una sorta di megafono. Ripensando alla conformazione della struttura che avevamo visto dall'esterno, quello doveva essere l'ascensore che ci avrebbe portato verso il fondale. Attesi che i miei compagni si avvicinassero per poi provare ad entrare dentro quella carrucola a cui, mi sarei accorto, guardando in alto, mancava ogni sorta di cavo per la discesa. Che sfruttasse un'altra tecnologia? Appena però fui dentro potei notare immediatamente che lo spazio era troppo angusto per tutti e tre a sedere, ma soprattutto, lo spazio non era sufficiente se avessimo voluto caricare anche le attrezzature con noi. « Forse, uno accanto all'altro, in piedi, riusciremmo ad attivare questo marchingegno senza separarci, tuttavia quasi sicuramente non riusciremo a portare con noi le attrezzature. I Marinai hanno detto che sono garantite fino a cento metri di profondità però qua dentro il discorso pressione è ben diverso, potrebbero continuare a funzionare, magari non esplodendoci in mano. Che dite, volete portarle giù? In questo caso mi offro di andare per primo, da solo, con le sole attrezzature, di scaricarle dove arriverò, qualsiasi cosa troverò, e di tornare poi su a prendervi. In alternativa lasciamo tutto qui e scendiamo insieme. Lascio decidere voi. » dissi, attendendo poi una loro risposta.
    Qualora avessero assecondato la mia richiesta, avrei caricato tutta l'attrezzatura sulla piattaforma, mi sarei seduto, ed avrei iniziato la discesa.

    [...]


    Ormai era almeno trentacinque minuti che ero in viaggio per la scesa, eppure, quell'attrezzo infernale non pareva fermarsi. Quando diavolo mancava? Sperando di ammazzare il tempo, iniziai a togliermi di dosso la muta che non avevo tolto insieme agli altri. Lentamente mi sfilai il corpetto, poi aprii la lampo che avevo davanti e mi tolsi definitivamente la muta. Slacciai poi il casco e lo lasciai cadere a terra. Respirando, la gelida temperatura trasformò la mia anidride carbonica in un leggero sbuffotumblr_n2rid315UQ1rg3flro5_500. Senza casco potevo sentire meglio gli agghiaccianti rumori provenire dall'oceano che avevamo intorno - agghiaccianti però eravamo come pesci chiusi in gabbia, impossibilitati ad uscire in modo immediato. Poco dopo sentii un piccolo sobbalzo: ero arrivato. Mi trovavo ancora una volta in una sorta di zona di passaggio, con una piccola porta sul fondo di questa. Scaricai l'attrezzatura e senza perdermi d'animo mi rimisi in viaggio per arrivare su. Quella traversata era dannatamente infinita.

    [...]


    « Preparatevi, ragazzi. Il viaggio sarà davvero lungo. » avrei detto, non appena l'ascensore avrebbe raggiunto per una seconda volta la parte alta della struttura. Era passata più di un'ora da quando avevo iniziato la discesa, i due sicuramente avevano intuito che il viaggio sarebbe stato tutt'altro che rapido ... o almeno speravo. Avrei atteso che i due entrassero nell'elevatore prima di riazionare il pulsante di discesa. « Non ho proseguito oltre ma sappiate che sul fondo c'è un'altra stanza identica a questa, una ennesima zona di passaggio. Non costruitevi grandi aspettative. »

    [...]


    Arrivati sul fondo, non mi persi in chiacchiere, ripresi la mia attrezzatura e senza aspettare nessuno mi diressi vero la porta, come se sapessi cosa fare. Al suo lato vi era un pulsante, proprio come la sorella sulla cima della struttura: lo premetti e questa si aprì, scorrendo verso il muro. Entrai a quel punto, una volta che i miei compagni sarebbero sopraggiunti.
    Tutti i rumori stranissimi che avevo sentito più e più volte durante la discesa adesso sembravano cessati, come magicamente scomparsi. La sala in cui mi trovavo era grande, vasta e sembrava stranamente ben attrezzata. A separare in due parti questa sala, c'era uno stranissimo muro, anzi, più correttamente, una sorta di costrutto di chakra bollete, sulla cima del quale vi era una targa che recava la scritta « Benvenuti al Soma » dissi sussurando. Quel separé era inquietante e, inizialmente, avrei pensato a tutto tranne che ad attraversarlo. Poi riflettei un attimo tra me e me, cercando di comprendere la situazione. « Il percorso percorribile finisce qui. Oltre non è possibile andare. Allo stesso modo, non è possibile tornare indietro, non ci sono altre porte che abbiamo saltato, non c'è un qualche cunicolo che ci è sfuggito, qui è tutto metallico e squadrato, una insenatura l'avremmo subito notata. Che dunque quel muro sia una sorta di prova? Il cartello che c'è lassù mi invita ad entrare, in fin dei conti. Perché non provarci? » pensai, mentre mi avviavo verso quel muro. Provai, con molta cautela, a toccarlo con una mano ma non percepii niente se non un lievissimo intorpidimento, come se questa mi si fosse addormentato: notai però che la mano pareva sprofondare in questa sorta di gelatina in ebollizione, quasi come se non fosse totalmente solido. Mi decisi quindi a premere con forza, facendo sprofondare la mano per intero dall'altra parte: subito, prima che tutti gli altri potessero dirmi qualsiasi cosa, attraversai la paratia. Finito dall'altra parte mi sentivo come se avessi dormito malissimo e per tantissime ore, con tutti i muscoli intorpiditi ma funzionanti, con la testa pesante e leggermente scostante ma vigile. Mi sentivo però molto, molto più leggero e non riuscivo a capire come mai. L'avrei realizzato qualche tempo dopo. « Non fa male, ti lascia solo una strana sensazione addosso. Speriamo non sia niente di grave ... qualcuno di voi è un medico? »




    StatisticheStatus
    Forza: 500
    Velocità: 400
    Riflessi: 400
    Resistenza: 375

    Agilità: 400
    Precisione: 400
    Concentrazione: 400
    Intuito: 400

    Vitalità


    Chakra
    Slot Difesa | Slot Azione | Slot Tecnica | Slot Gratuiti


    [Slot Difesa I]


    [Slot Azione Extra]

    [Slot Azione I]
    [Slot Azione II]
    [Slot Azione III]


    [Slot Tecnica]


    [Slot Azione Istantanea Gratuito]



    Legenda


    Narrato.
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
    .
29 replies since 13/10/2015, 17:11   497 views
  Share  
.