Una notte da leopardi

Free tra Yusnaan, Shu e Mberu?

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  1. Mberu?
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    Una notte da leopardi

    Gli effetti dell'alcol




    [La notte precedente]

    Finalmente quel momento tanto agognato era arrivato.
    Dopo le lunghe ore passate in accademia, i sacrifici ed i dolori, era diventato Genin.
    La gioia di Hiro in quei giorni fu tantissima così come quella dei familiari con cui festeggiò per due giorni interi.
    La prima sera libera però la madre gli diede una manciata di Ryo e gli disse.

    Ora che hai dimostrato a tutti di essere in grado di badare a te stesso puoi anche permetterti di bere qualcosa da uomo, mi raccomando però! Non esagerare, ti ricordo che hai uno stomaco molto sensibile!

    Contento di quell’inaspettata svolta, giunta proprio dalla madre Hiro sorrise mostrando una lunga serie di denti bianchi.

    Tranquilla mamma, ora sono un Genin, so badare a me stesso!

    Le diede quindi un bacio, sistemo il coprifronte lungo la coscia ed uscì di casa.
    Appena fuori respirò a pieni polmoni, subito dopo aver raggiunto quel traguardo non aveva avuto altri pensieri, si sentiva libero e vivo.
    Vagabondò un poco per il villaggio, assaporandone suoni, odori e sapore, non curante del vento che dopo poco si era alzato sferzando i passanti e costringendoli a cercare riparo.
    Dopo quasi un’oretta di cammino entrò nella locanda più vicina, deciso a soddisfare la crescente necessità di bere.
    Il calore del locale lo investì, ma ad attirare la sua attenzione fu un variegato gruppetto.
    Era evidente che avevano già passato molto tempo seduti a bere e le stupidaggini che dicevano e facevano suscitarono l’ilarità di Hiro, che decise di avvicinarsi e di contribuire alla serata.

    Diamine siete propri divertenti, sta notte io festeggio il mio passaggio a Genin, quindi il prossimo giro lo offro io!

    Se durante il primo bicchiere si limitò a ridere alle azioni dagli altri, già dopo il secondo si buttò in varie conversazioni, contribuendo con frasi dalla dubbia valenza logica, fino ad arrivare ad imitare il cane del vicino, gattonando in girò per il locale.
    L’alcol era proprio divertente, rideva per tutto, lo faceva sentire più vivo ed invincibile che mai, in poche ore gli aveva già fatto conoscere nuovi amici a cui avrebbe raccontato anche il segreto più recondito.

    [Presente]

    A fargli capire perché l’alcol non era poi così tanto divertente fu la sensazione che lo fece svegliare: la nausea.
    Qualcosa gli scese dallo stomaco fino alla gola.
    Hiro si limitò a girare la testa ed aprire la bocca, facendo uscire tutto il vomito, rimanendo per qualche secondo senza fiato.
    Quando buttò tutto fuori, la testa del neogenin ristagnava nel suo stesso prodotto.
    Per qualche secondo sé ne infischiò completamente, incapace di mandare qualsiasi tipologia di comando al proprio corpo. Per essere lì almeno il cuore e i polmoni dovevano funzionare e questa era una gran cosa.
    Ad essere completamente intorpidito era il cervello, che pulsava con dolore e girava a velocità inverosimili.
    Tenendo ancora chiusi gli occhi, Hiro cercò di assecondare il movimento che la testa gli imponeva, il vomito però gli riempì nuovamente la bocca, sta volta andando a sporcare anche il collo e il petto.
    Passarono altri momenti che sembrarono ore, durante i quali Hiro sentì svariati suoni.
    Finalmente riuscì ad aprire gli occhi.
    La prima cosa che gli si palesò davanti fu il proprio corpo, completamente diverso da come era abituato a vederlo. In anzi tutto l’angolazione con cui lo vedeva era diversa dal solito, i piedi erano in alto e non toccavano terra. Ma la cosa più assurda era il suo vestiario, completamente assente, eccezion fatta per delle mutandine, che tra l’altro manco gli appartenevano. Anche le gambe non erano per come le ricordava, erano piene di segni longitudinali rossi. Graffi? Perché qualcuno avrebbe dovuto graffiargli le gambe in quel modo?
    Rapidamente tante domande si affollarono nella mente del giovane ninja e tanto rapidamente un nuovo conato lo colse.
    Vomitando nuovamente si rese conto che aveva la testa e parte del collo appoggiati per terra, immersi nei suoi liquidi intestinali. Il resto del corpo, invece, era appoggiato su una poltroncina e da qui si capiva perché vedeva il suo corpo in maniera così strana, almeno il mondo non aveva cambiato senso.
    Acquistando sempre più consapevolezza di sé e di cosa lo circondava si riprese con più facilità e rigirandosi fra il suo stesso rigurgito, si mise seduto sulla poltrona, con le gambe raccolte, smettendola finalmente di toccare il disgustoso liquido.
    Per alcuni secondi fisso il vuoto, non curandosi cosa effettivamente i suoi occhi vedessero.
    Dopo essere tornato in sé una forte puzza lo investì, il suo naso aveva ripreso a funzionare.
    L’odore più forte era ovviamente di alcol e di tutto ciò che aveva buttato, ma nell’aria erano presenti altri aromi che non riuscì ad identificare.
    Ad attirare l’attenzione di Hiro però furono dei rapidi movimenti fra due oggetti sfocati.
    Pochi secondi dopo il giovane ninja si rese conto di non essere solo per come aveva pensato fino a quel momento. Ma anzi vi era un energumeno nudo che lottava su un letto con qualcosa dalle fattezze non umane, che con più attente occhiate Hiro riuscì ad identificare come un leopardo.
    Quasi impotente di percepire emozioni a causa del forte stordimento smise di osservare la lotta fra i due, spostando lo sguardo su un altro membro della stanza, una ragazza per buona parte nuda, visibilmente spaventata.

    Forse è stata lei ad urlare dopo che ho vomitato…oh ma chi se ne frega

    Anche fare dei semplici pensieri gli risultava difficile a causa del forte mal di testa.
    La lotta fra l’uomo e l’animale continuò, vedendo spesso il primo parlare con il secondo.
    Hiro continuò a prestare poca attenzione ai tre, cercando di riacquisire il controllo di sé.
    Aveva la bocca impastata, con un orribile sapore acidulo incollato alla lingua. Nel tentativo di farlo andare via sputò fra gli altri liquidi già presenti sul pavimento, il degrado della situazione permetteva anche questo.
    L’uomo, però, ad un tratto si rivolse ad Hiro.

    Oi! Coso! Vedi se c'è un po' di carne per Yuki in frigo o temo che si vorrà mangiare te per colazione.

    Il giovane genin sgranò gli occhi per la frase che gli era stata appena rivolta, finalmente era di nuovo capace di provare delle emozioni.
    Mise quindi la mano sinistra in una ben nota posizione e scuotendo l’intero braccio e la testa esclamò.

    E TU CHI CAZZO SEI?!

    Italian-Hand-Gesture



    L’educazione e l’essere introverso avevano sempre contraddistinto Hiro, ma la situazione in cui si trovava aveva dell’assurdo e assurdo era anche il comportamento che stava assumendo.
    Il genin decise quindi di rimanere nella sua posizione non sottostando alle richieste dell’uomo, analizzando meglio la situazione nel tentativo di ricordare qualcosa.
    Dopo che il grosso micio prese atto del fatto che nessuno aveva voglia di dargli da mangiare si andò a sistemare altrove, prendendo sonno.
    Il ragazzo dai capelli neri prese quindi la parola, nominando gente a Hiro sconosciuta e facendo domande su gli eventi della notte scorsa, che a quanto pare nessuno ricordava.

    Beh io non so chi siano quelli che hai nominato, tanto meno so chi siate voi due. Ma a quanto pare tu sai chi sono io.. Come te non ricordo nulla, anche se mi piacerebbe avere in dietro le mie cose e lavarmi. Ah a proposito, va bene i vestiti, da quando vi siete svegliati avete visto il mio coprifronte? Sono diventato genin da poco, non vorrei averlo perso.

    Quella del coprifronte era una vera priorità, avrebbe potuto giustificare tutto con la mamma e la nonna. Ma giustificare la perdita del coprifronte ai suoi superiori sarebbe stato tremando.

     
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31 replies since 17/10/2015, 20:27   500 views
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