Una notte da leopardi

Free tra Yusnaan, Shu e Mberu?

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  1. Yusnaan
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    Parlato Kiyomi
    Parlato Ragazza night-club


    Una notte da leopardi

    Come entrare in un night club


    Minuti di pace ed estrema tranquillità trascorsero nel silenzio del bagno, mentre Kiyomi cercava di riprendersi dai postumi della sbornia che ancora la assillavano. Ebbe più di una volta dei conati di vomito, ma a poco a poco cominciò a sparire anche il mal di testa.
    Il solo pensiero di essersi lasciata andare a chissà quali volgari ed indecenti attività, corrompendo il suo corpo con alcoolici e a quanto pare anche droghe, era decisamente insopportabile, una sgradevole sensazione di sudicio allietata solo dalla fortuna di non ricordare assolutamente niente, trovandosi a discutere con se stessa mentre era sotto la doccia.
    Giusto. Io non me ne ricordo, potrebbe essermi successo di tutto. Chi dice che ho fatto per forza tutto quello che hanno fatto loro.
    Io ho bevuto un po’ troppo con quella sgualdrina, ci siamo ubriacate, poi lei è andata a farsi non so chi, fumando a più non posso ed io, povera ragazza smarrita e un po’ brilla, l’ho seguita senza prendere parte alle sue scelleratezze perché mi sta a cuore la sua salute.

    ...


    Nha, non ci credo nemmeno io.
    Facciamo che l’ho seguita perché le ho prestato i miei soldi, visto che sono molto generosa e una grande amica, e non volevo che qualcuno glieli rubasse.

    ...


    No, questa è peggio.
    Vabbé, io l’ho seguita perché lei è una grande stronza e non voleva ridarmi i miei soldi. Si, è andata così. Sono proprio una persona di buon cuore, l’ho lasciata continuare il suo giro, nonostante me ne volessi tornare a casa.
    Per fortuna, lei e i suoi “amici” hanno preso questa stanza e io, non volendo partecipare alla loro orgia, mi sono dovuta accontentare del pavimento. Si, però ero nuda.
    Bé, è normale, stavano tutti divertendosi e sudando in ogni angolo della stanza, doveva fare parecchio caldo, infatti avevo il lenzuolo addosso, che mi hanno tolto un po’ per sbirciarmi. Sono proprio incorruttibile, è ovvio. Mi sono lasciata solo un po’ andare alla locanda perché volevo festeggiare il mio successo.
    Ah, quanto mi amo.

    Un estremo sollievo fu il non trovare né tracce né segni di quella nottata brava che aveva passato, altra prova di una serata che non c’era mai stata, e dopo essersi data gli ultimi ritocchi, si guardò un’ultima volta allo specchio per controllare che nulla potesse ricondurre a quanto successo il giorno precedente, prima di uscire definitivamente dal bagno.
    Ok, sono figa.
    L’unica cosa che le diede fastidio fu il dover rimettersi lo stesso yukata per 2 giorni di fila, per non parlare delle evidenti macchie di fango. Dopo essere ritornata in quella camera degli orrori, avvolta nella nube di vapore che uscì dal bagno, si diresse verso il tavolino per recuperare i suoi soldi, cercando di ignorare l’evidente segno di eccitazione di Shinici che faceva quasi capolino dai pantaloni.
    Era pronta ad uscire dalla camera per non ritornarci mai più, ma venne bloccata da qualcuno che bussò alla porta, che a detta dall’ammaestratore di leopardi doveva essere il servizio in camera.
    Oh, meno male, ho proprio bisogno di un buon thé.
    Era proprio una cameriera, infatti, ma tutt’altro che con l’intenzione di sfamare i 3 clienti dell’albergo, anzi… l’affamata era lei. “L’uomo che dormiva coi leopardi” non perse tempo a portarsela in bagno, mettendo in gioco la scusa che voleva estorcerle delle informazioni utili alla loro indagine, ma tutto quello che balzò nella mente di Kiyomi era che fosse quella sgualdrina di cameriera a voler estorcere qualcosa a lui, suscitando l’estremo disgusto della ragazza che chiuse gli occhi come non voler nemmeno immaginare la scena.
    E’ vero che forse lei era fin troppo a suo agio col suo corpo, non facendosi scrupoli a mostrarlo agli altri (anche se solo in certe situazioni) per farsi venerare, ma di certo non le dava affatto piacere, sapere che oltre la porta alle sue spalle si stava consumando un rapporto sessuale, essendo molto “pudica” in queste cose, come aveva sottolineato il “caro ragazzo” neanche un’ora prima. Tuttavia, non le andava a genio avventurarsi da sola ancora una volta per quel villaggio che ancora non conosceva bene, quindi si sedette su uno spigolo del letto (ipotizzando cosa ci potesse essere accaduto sopra) con la sua borsa e la sua roba tra le mani, cercando di aspettare in silenzio che il suo compagno “finisse il lavoro”.
    Almeno finché non cominciò a sentire i primi gemiti, rimanendo inorridita e scappando dalla stanza camminando il più velocemente possibile.
    Io non posso rimanere qui!
    Scese rapidamente le scale dell’albergo, arrivando infine nell’atrio e avventurandosi fuori, non volendone più sapere di tutta quella storia. La prima cosa che fece, fu camminare a vuoto per un paio di minuti, quando finalmente scorse un negozio d’abbigliamento che sembrava molto ben attrezzato e con abiti decenti, quindi, senza pensarci su, vi entrò con lo scopo di spendere i soldi che le rimanevano nel più bel kimono che avrebbe trovato, così da togliersi di dosso anche il minimo residuo di ricordo della notte appena passata.
    Separarsi dagli altri 2 ragazzi forse non era stata l’idea migliore, sapendo di avere ben poche possibilità di ritrovare la sua domestica senza il loro aiuto, ma facendo un lungo e profondo respiro, si abbandonò alla tranquillità dell’ambiente in cui si trovava, volendo solo concentrarsi sul presente e fregandosene di tutto il resto.
    Ma si, chi se ne frega. Che vada a farsi benedire, quella sgualdrina. In fondo che colpa ne ho io, è sicuramente morta, è inutile cercarla. Adesso mi conservo giusto i soldi che mi servono per tornare ad Oto, così potrò prendere tutte le mie cose, rifornirmi di soldi e tornare qui in tutta tranquillità.
    E poi sarebbe stata un peso portarla a vivere qui, mi sono risparmiata una bella seccatura.

    E così si mise a cercare un vestito abbastanza elegante e che le facesse dimenticare gli orrori vissuti in quelle ultime 24 ore e passare oltre, come se non fosse mai successo niente.
    Purtroppo, dovette arrendersi alla realtà, quando vide entrare in quello stesso negozio i suoi compagni di sventure, pensando ad una persecuzione mentre gli si avvicinò a malincuore.
    Oh cielo, ti sei portato dietro quella bestia? Comunque complimenti, sei stato rapidissimo.
    Avrebbe detto, rivolgendosi a Shinichi dopo aver visto il leopardo ed alludendo poi alla sua prestazione con la cameriera.
    Una volta che i 2 l’avrebbero aggiornata sulle informazioni ottenute, avrebbero potuto notare sul suo viso la tremenda espressione di disgusto al solo pensare di dover andare in un nightclub per trovare una prostituta, ma tuttavia non poteva rifiutarsi, se questo voleva dire recuperare tutti i suoi soldi da Hanako, una volta che l’avessero trovata. Tornò ad ispezionare i vari modelli di abiti in cerca di qualcosa di decente ma non troppo appariscente, così che la gente che frequentava il locale non avrebbe capito che si trattava di una ragazza benestante. Se Shinichi o il ragazzo senza coprifronte avessero avuto bisogno di soldi, avrebbe accettato con malavoglia di prestargli qualcosa, ma ovviamente gli avrebbe dato giusto i soldi necessari a fargli comprare degli indumenti tra i più scadenti, e avendo capito che tipo di donna fosse, si sarebbero dovuti accontentare.
    Una volta terminate le loro compere e usciti dal negozio, Kiyomi poté sfoderare finalmente uno yukata in perfette condizioni e di un rosa pallido con un obi color magenta, felice di non sentirsi più in quei panni sporchi. Essendo un capo non molto pregiato, le avanzarono ancora molti soldi da poter spendere in vari modi, anche se solo una minima parte rispetto a quelli iniziali con cui era partita dal villaggio del suono.
    Dopo vari minuti passati per le strade di Konoha, in cerca della strada in cui avrebbero potuto trovare il suddetto locale, grazie alle informazioni che il detective aveva ottenuto, giunsero infine alla loro meta. A prima vista sembrava un locale di tutto rispetto, molto ben tenuto e di lusso, ma non era certo quello il problema che affligeva Kiyomi, quanto l’idea stessa del locale in cui stava per entrare.
    In un primo momento, il buttafuori non voleva lasciarli passare, ma il ragazzino dalla sessualità confusa seppe cacciare gli artigli, minacciando il grosso ninja a guardia dell’entrata con il leopardo che il suo nuovo amico aveva al guinzaglio, convincendolo a lasciarli passare.
    Evidentemente quel colosso era molto più mansueto di quello che sembrava, lasciando passare il trio nell’atrio del locale (un piccolo salottino), dove Hiro andò a chiedere informazioni. Kiyomi pensò che fosse un posto alquanto carino, oltre che lussuoso, ed essendo mattina non si respirava neanche l’aria perversa che si aspettava, anzi lo trovò particolarmente piacevole, se non fosse stato per qualche donna (o presunte tali) vestite di pelle nera che passavano ogni tanto per passare da una porta all’altra della sala.
    Tutte le porte, eccetto l’entrata da cui erano passati erano chiuse, essendo fuori orario e Hiro si vide rispondere malamente quando la ragazza a cui si rivolse, respinse all’istante la sua richiesta.
    Spiacente, la signorina non può essere disturbata, si sta preparando per l’evento di questa sera. Senza indugi, indicò con l’indice della mano destra il poster alle sue spalle, che parlava di una serata che avrebbe raccolto le migliori spogliarelliste e dominatrici del Paese del fuoco, per poi invitarli (non proprio garbatamente) ad uscire. Non so come siete entrati, ma il locale è chiuso. Da quella porta passano solo le spogliarelliste, quindi adesso uscite.
    Se qualcuno dei 3 ragazzi, avesse voluto contestare la richiesta della signorina, questa avrebbe alzato il tono della voce, minacciando di denunciarli.
    Sentite, questo è un locale privato, per giunta momentaneamente chiuso al pubblico, quindi se non volete che chiami le autorità, vi consiglio di voltarvi e andarvene adesso. Nel caso in cui non avessero voluto andarsene, la ragazza sarebbe uscita a parlare col buttafuori ed a dirgli di far mandare una pattuglia di ninja per sbattere fuori gli intrusi.
    A Kiyomi, dopo l’ultimo avvertimento della ragazza, non servì altro per decidere di abbandonare l’idea di entrare, dirigendosi verso l’uscita del locale senza voltarsi indietro, che i 2 compagni l’avessero seguita o meno. Una volta per strada ed abbastanza distante dal locale, si sarebbe voltata verso loro 2 (se fossero stati con lei), mettendo le cose in chiaro, altrimenti avrebbe girato l’angolo e avrebbe proseguito le ricerche per conto suo.
    Contenti? E’ inutile cercare di entrare là dentro. Io non voglio scatenare un putiferio e non voglio passare altri guai, anche perché ne ho passati fin troppi da quando vi ho conosciuti. Lasciamo perdere quest’idea, tanto l’avete sentita: da quella porta possono passare solo le spogliarelliste e a meno che non abbiate intenzione di mettervi in ghingheri per l’occasione, non potremmo mai entrare.A quel punto rimase in attesa che uno dei 2 esprimesse un’idea a riguardo, ma se avesse cominciato ad intuire che Shinichi ed Hiro stessero insinuando o anche solo pensando che avrebbe potuto fare lei la parte della spogliarellista.
    Scusate, state veramente cercando di farmi credere che vorreste farmi passare per una rozza e volgare spogliarellista? Ma che facce toste, siete proprio i depravati che pensavo che foste. Non esiste né in cielo né in terra che io mi abbassi ad esibirmi e dimenarmi come una sciacquetta da 2 soldi. E’ stato un piacere conoscervi, anzi nemmeno quello, quindi adesso vi saluto e me ne vado, perché io non farò mai la spogliarellista!
    E detto questo, si voltò e andò per la sua strada, offesa più che mai solo per quella ridicola allusione che si sarebbe potuta abbassare a tanto, ma non ebbe neanche il tempo di fare 3 passi, non dandogli la possibilità di replicare, che si sarebbe voltata nuovamente verso di loro, ancora più furiosa di prima.
    Ah, no…io ho capito dove volete arrivare, brutti pezzenti. L’avete fatto apposta, perché ovviamente non pensate che io abbia le doti per passare per una spogliarellista. E’ così, giusto? Non credete che io abbia un fisico adatto per fare quello che fanno tutte le altre sgualdrine di quel locale. Secondo voi io non ho le forme giuste per fare eccitare gli uomini, non è vero?
    Bene, volete vedere delle forme da spogliarellista, ve la faccio vedere io le forme da spogliarellista.

    Senza pensarci 2 volte, li afferrò entrambi per i colletti delle magliette (o qualunque cosa avessero indossato) e li avrebbe trascinati fino al negozio d’abbigliamento in cui si erano riuniti una ventina di minuti prima. L’obbiettivo era far scambiare Kiyomi per una delle star che avrebbero partecipato alla serata-evento di quella sera, cosicché avrebbe potuto entrare nei camerini del night club ed incontrare la donna che stavano cercando.
    In men che non si dica, si mise a cercare degli abiti adatti che avrebbero potuto mettere in risalto le sue forme, con l’intenzione di usare anche tutti i soldi che gli erano rimasti, pur di soddisfare il suo ego, dimostrando agli altri 2 che avesse tutte le carte in regola per essere scambiata per una ballerina di quel genere. Se anche Shinichi e Hiro, avrebbero voluto travestirsi per infiltrarsi nel locale, gli avrebbe dato i soldi di cui avevano bisogno, così da farli risultare impeccabili e poter avere le spalle coperte anche all’interno del club.
    Per non destare sospetti, avrebbero preso le cose con calma, cosicché il buttafuori e la ragazza che li avevano già visti, non li riconoscessero.


    La studentessa di Oto passò molto tempo a provare e riprovare vestiti nei camerini, scegliendo gli stili più disparati in modo da vedere quale si potesse adattare meglio all’occasione.
    Uscì dal camerino parecchie volte per guardarsi allo specchio coi vari modelli e chiedendo anche talvolta un consiglio ai suoi 2 accompagnatori, indossando capi come dei tradizionali kimono, passando per degli improbabili abiti da sposa, a degli abiti decisamente fuori luogo o troppo succinti o addirittura ad un completo nero in pelle con tanto di frustino. Uno dopo l’altro, gli abiti sfilavano davanti ai probabilmente esauriti ragazzi, ma ogni volta non era quello giusto e il più delle volte neanche ci si avvicinava e andò avanti così per oltre 1 ora.

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    Alla fine, finalmente uscì per l'ultima volta dal camerino con l'abito che sapeva avrebbe indossato quello stesso pomeriggio: un vestito aderente che metteva ben in risalto le forme e lasciava scoperte quasi del tutto le gambe dai 2 enormi spacchi laterali, e Kiyomi andò a completare il tutto legandosi i capelli in una coda di cavallo, truccandosi molto pesantemente e mettendosi dei grossi occhiali scuri e dei tacchi piuttosto alti.

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    Se i 2 ragazzi fossero rimasti ad aspettarla, dopo aver pagato il tutto, si sarebbero diretti tutti e 3 verso il fatidico locale che li aveva cacciati fuori una volta, ma che non avrebbe potuto rifiutarli ancora, soprattutto se Shinichi e Hiro avessero voluto contribuire travestendosi in qualche modo. Al negozio parlarono un po' di come la presenza di una seconda ragazza, avrebbe destato ancora meno sospetti, dandogli maggiori possibilità di entrare, quindi i 2 maschi, avrebbero fatto meglio a pensare a chi dei 2 spettasse tale "onore".
    Dopo qualche minuto di cammino, intravidero il buttafuori del locale e fu a quel punto che Kiyomi decise di tirare fuori tutte le sue presunte doti da attrice ed entrare definitivamente nella parte, cominciando a camminare sculettando con passo sicuro, posizionandosi alla destra di Shinichi, mettendo la sua mano sotto il suo braccio e mimando un'espressione vuota e strafottente (più del solito).
    Il primo ostacolo fu molto semplice da evitare, in quanto il ninja all'entrata si scostò immediatamente nonappena scorse il grosso leopardo tenuto al guinzaglio, ma quando arrivarono in quello stesso salottino che li aveva respinti quela stessa mattina, Kiyomi si presentò molto sicura di sé alla donna di mezza età che trovarono al bancone (per loro fortuna la ragazza di prima non c'era). Se anche Hiro avesse voluto (o fosse stato costretto) travestirsi da donna, avrebbe presentato anche lui senza farlo parlare, così da darsi un'aria ancora più importante.
    Siete qui per l'evento?
    Ci puoi giurare, gioia. Non si fa un evento senza di noi.
    In quel momento, la donna prese un blocchetto, cominciando a scriverci qualcosa, mentre intanto chiedeva le generalità delle 2 ragazze. Da dove venite?
    Dal villaggio di Otafuku
    I vostri nomi?
    Io sono Michelle Hō. E lei è mia sorella Yosukki.
    "Michelle Hō" e "Yosukki Hō", molto bene. Entrate pure.
    Ormai avevano la strada spianata, grazie soprattutto alla fantasia e l'abilità di Kiyomi, come aveva saputo ben dimostrare, entrando fiera nel salone che per merito suo erano riusciti a conquistare. Ora non dovevano fare altro che cercare la donna che poteva saperne qualcosa della notte precedente.
     
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