Allenamento al tempio della fiamma

Free tra Shu e Haruki

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  1. Bartok
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    Quella serie di eventi del tutto inaspettati dimostravano con grande efficacia come fosse impossibile sottrarsi alla volontà divina. Quell'incontro non era nient'altro che l'ennesimo frammento del puzzle che la Fiamma aveva preso a comporre all'alba delle ere. Il Kurogane non era giunto al Tempio per allenarsi o meditare. Era stato mandato per indicargli la strada. Per rivelare ad Haruki le capacità che si era guadagnato compiendo il sacrificio più grande e che ora attendevano solo di essere impiegate. Ma c'era altro che il monaco rosso doveva capire. Avrebbe avuto bisogno di molto tempo per comprendere il significato di quell'enigma e della visione che aveva ricevuto. Non c'era un secondo da perdere. Da quelle rivelazioni dipendeva il futuro del Mondo Ninja. L'immagine che il congegno proiettava sul muro e che Shirai stava attentamente descrivendo al suo superiore doveva essere una mappa. Probabilmente l'avrebbe condotto in una delle migliaia di stanze segrete scavate nelle profondità della terra. Dio solo poteva sapere quanto in profondità si fossero spinti i Fondatori e quanti misteri avessero sigillato in quei cunicoli.


    Il monaco rosso ne era sicuro, ma la cecità gli imponeva un limite che avrebbe potuto valicare solo con l'aiuto di un altro degli anziani. Quei vecchi saggi erano gli unici a possedere una conoscenza sufficiente a svelare l'arcano contenuto in quella semplice scatola di legno. Se non avesse mai sostenuto l'ultimo rituale, ora che era stato ammesso al Consiglio, avrebbe potuto rinchiudersi nella biblioteca per mesi a leggere e studiare ognuno dei volumi a cui, in precedenza, il suo basso rango gli aveva impedito l'accesso. Nelle sue condizioni, tuttavia, gli sarebbe stato impossibile. O meglio, estremamente difficile. I suoi sensi si erano acuiti molto con il passare del tempo, ma non era ancora riuscito a sviluppare un metodo per comprender testi non scritti nell'alfabeto dei ciechi. Essere obbligato a fare affidamento su qualcun altro lo irritava. Ormai gli era evidente che anche tra quei vecchi serpeggiasse il puzzo del tradimento. Sfortunatamente, fino a quando non avesse trovato un'altra via, non avrebbe avuto altra scelta.


    Si arrese a quella convinzione, decidendo di mettersi immediatamente al lavoro. Attendere oltre sarebbe stato inutile, nonché controproducente. Distolse l'attenzione da Shirai e tornò a rivolgersi al suo ospite. Il suo aiuto è stato provvidenziale, Kurogane-sama. Il tempio le sarà sicuramente grato. Nonostante ciò, spero voglia capire che queste rivelazioni vanno investigate con la massima urgenza. Quelle parole era un modo cortese per spiegare a Shinichi che non aveva intenzione di dedicargli un secondo di più. Haruki si chinò verso la scatola e, seguendo il processo che il suo attendente gli aveva descritto, la riportò al suo stato originale, per poi raccoglierla. Ora, vogliate scusarmi, ma non potrò più accompagnarla in questa visita. Shirai mi sostituirà e soddisferà tutte le sue richieste. Si inchinò brevemente, per poi incamminarsi lungo il corridoio di pietra.
     
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