Un Bagno di Sangue

Nami no Kuni

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  1. Boreanz
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    In piedi davanti alla scena di cui aveva orchestrato la nascita, Jeral osservò in silenzio il quieto scempio perpetrato dallo spadaccino. Il volto di quest'ultimo non era più sfigurato, forse per via del cambio di stato mentale, e la rigenerazione dei suoi tessuti facciali parve all'Avatar tutto l'opposto della macabra opera delle sue mani: il comandante era stato seviziato, umiliato, atterrito e persino costretto a respirare e nutrirsi delle interiora di uno dei suoi uomini. Questi non emise urla, nemmeno quando l'acqua salata cadde sul suo corpo martoriato, ma l'insano gorgoglio che proveniva senza pausa dalla sua gola era segno che il danno, forse, non era stato fatto solo a livello fisico.

    I piccoli occhietti scuri dell'uomo erano incorniciati da una fronte madida di sudore e il suo petto si alzava in maniera scostante, mosso da un respiro irregolare. Lo scherzo della natura soffriva. I due l'avevano rotto, dentro e fuori, in ogni aspetto che egli aveva sempre considerato la sua forza. Lo spadaccino rispettò diligentemente il limite di tempo imposto dal nero pellegrino che impugnava la sua lama, mostrando tra l'altro una certa noncuranza nel suo ispezionare l'ambiente in cerca di strumenti di tortura. Egli aveva l'aria di chi eseguiva un semplice ordine e, come tale, si sentiva protetto dalla propria manifestazione di obbedienza. Una linea di pensiero semplice che però, accompagnata dall'atteggiamento da veterano di cui faceva mostra, era la prova di una rigida disciplina mentale forgiata in anni di esperienza.

    Tortura a parte, una ragazzina spaventata si sarebbe potuta comportare nello stesso modo, ma per ragioni diverse. Dopotutto, considerò l'Immortale mentre l'altro riempiva un flacone di vetro con un po' di sangue dell'uomo, l'evoluzione della strategia militare aveva sempre seguito una struttura circolare: mutavano solo i motivi. Ed il guerriero cremisi aveva agito con perfetta cognizione della situazione e dei rapporti di potere in atto, mantenendo allo stesso tempo un occhio sul proprio personale obiettivo: come Jeral, anch'egli ben sapeva che il comandante era la chiave per le informazioni che cerca. E così, allo scadere della mezz'ora, egli iniziò con le domande sventolando alcuni spiedi davanti agli occhi della vittima.

    « T-tu... pronunci il suo nome così, ma non comprendi ciò di cui parli. », boccheggiò l'uomo, il cui volto era contorto in una maschera di dolore. Gli effetti collaterali della droga iniziavano a fare effetto [Emicrania (DnT Medio)Danno: ½ Leggera alla Vitalità
    Vitalità rimanente dopo le torture: 2,5 Leggere
    ]
    . La reazione dell'altro, per il divertimento di Jeral, fu immediata: lo spadaccino appoggiò uno stivale in mezzo alle gambe della sua vittima e premette con forza. Si udì un rumore simile a quello di acini d'uva scoppiati e per la prima volta il comandante del forte urlò. Urlò come se gli avessero schiacciato le palle fino a farle esplodere [MedioleggeraVitalità: 0,5 Leggere].

    « GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! »

    Iniziò a singhiozzare, più per riflesso incondizionato che altro, e la sua voce divenne diversa, mutata dal dolore in qualcosa di ancora più rauco ed irriconoscibile. L'agonia parve risvegliarlo un po' dal torpore in cui era caduto con la tortura mentale, ma era chiaro che l'uomo ormai non aveva molto tempo.

    « NO! No! Parlerò. N-non.. non fatemi più nulla. Vi prego. »

    Sputò sangue e catarro e le sue gambe iniziarono a tremare debolmente.

    « Q-questo luogo è un simbolo per l'Onda: rappresenta il terrore che hanno dovuto subire e che sono riusciti a sconfiggere costruendo il grande ponte che porta il nome di un Hokage del passato. Per questo lo difendono c-così bene. I soldati, il forte, serve tutto a questo. Per rendere meno evidente a Foglia e Nebbia che l'Onda è solo una briciola pronta ad essere divorata. Ma per noi è diverso. » Una luce fioca parve riaccendersi nei suoi occhi da topo. « E-egli è stato il primo. Zabuza Momochi. L'assassino silenzioso, il sovversivo di Kiri, il portatore della leggendaria Tagliateste. Ma, soprattutto, il Demone. » Nel pronunciare quelle parole il suo tono di voce si colorò d'orgoglio e, con sorpresa dell'Immortale, di speranza.

    Una folata di vento gelido si sostituì alla gentile brezza marina del luogo per un breve momento. Il comandante del forte tremò. « I-il potere del Demone? Tu desideri un simil- » Un sibilo attraversò l'aria. Un tonfo secco e due spiedi si infilarono con precisione mortale nel retro del collo dell'uomo a terra, morì senza rendersi conto di essere stato colpito. Il Flagello rimase immobile, a braccia conserte, ma i suoi occhi scintillanti saettarono verso la direzione da cui erano provenuti i dardi. Lo sguardo subito cadde sulla malridotta casetta in legno, dove un'ombra entrò senza degnarli di attenzione.

    « Seguimi. », disse, freddo, e senza aggiungere altro si incamminò con passo sicuro verso la costruzione. In effetti nell'ultima mezz'ora si era concentrato esclusivamente sulla corruzione della carne e dello spirito del comandante e di conseguenza non si era curato dell'ambiente circostante; chiunque avesse scagliato quei dardi era un cecchino spietato e preciso, ma soprattutto rapido. La situazione si faceva interessante. Jeral varcò la soglia semidistrutta, dando senza paura le spalle allo spadaccino, e una volta dentro si girò a destra, dove dietro gli inutili rimasugli di una tenda stracciata una figura di schiena, alta e longilinea, era in piedi sulla base di alcuni gradini in pietra. Un massiccio trono di pietra era a terra, come se un meccanismo lo avesse catapultato di lato. L'uomo, o la donna, era fiocamente illuminato dalla luce delle lanterne ancora accese, che rivela una lunga chioma bionda, stivali da guerra ed un mantello mimetico sporco di sangue rappreso.

    HuUFBRQ

    « Chi sei? »

    La voce dell'Immortale era neutra, ma la cadenza delle sue parole era quella di un ordine.

    « Flagello Immortale. », disse la figura, la cui voce non aveva nulla di umano. « Abbiamo sentito molto dei tuoi massacri. Potresti essere tu, ma sentiamo che è ancora presto per dirlo. Noi sappiamo aspettare. Con quella sete di sangue, anche la goccia cremisi in cui ti sei imbattuto potrebbe esserlo. Una notte singolare, questa. »

    « Ridicolo. » L'Avatar fece un un passo avanti. La voce della figura non lasciava nemmeno capire il sesso del suo interlocutore, ma una cosa era certa: sapeva quello che faceva. La sicurezza di cui era intrisa ogni sillaba confermò a Jeral che quell'incontro non sarebbe stato che il primo, forse di una serie, e che l'altro era essere sicuro di potergli venire così vicino e poi riuscire a sfuggirgli.

    « Non annoiatemi. », aggiunse, digrignando i denti.

    « Non accadrà. Presto la Campana suonerà di nuovo. Egli finalmente ritornerà. E per te, Flagello, qualsiasi lato della scacchiera andrà bene. » Il lato sinistro del mantello militare si mosse e il braccio della figura si alzò, rivelando un'inquietante oggetto nella mano.

    aHiaf6O

    « Noi siamo Namida.

    Non abbiamo credo.
    Non abbiamo identità.
    Non abbiamo pietà.

    Noi serviamo il Demone.
    »


    Qualcosa di rotondo cadde a terra, tra gli stivali macchiati di scuro della figura, e in un istante l'intero ambiente venne immerso in una fitta cortina fumogena. Jeral non si mosse, lasciando che il fumo lo toccasse. La maschera bianca luccicò, emettendo un bagliore malevolo un istante prima di venire sommersa dal fumo.

    « Ci rivedremo, in un modo o nell'altro. Noi non cessiamo mai di osservare. » Le parole risuonarono ovattate nel fumo, come se provenissero da ogni direzione. Quando la visuale si diradò, la figura era sparita. Jeral avanzò sino al basamento del trono. Sbirciando dall'alto, i suoi occhi scorsero una piccola alcova nella penombra. Al suo interno, uno scrigno in legno giaceva aperto, con una piccola chiave a forma di lacrima abbandonata nella serratura. Dentro allo scrigno c'era solo un tessuto purpureo di qualche tipo, piegato in modo da ospitare un oggetto ovale. Con tutta probabilità, la maschera che la figura aveva recuperato. Questo significava che il comandante del forte era stato un infiltrato nelle forze dell'Onda.

    Namida. Non aveva mai sentito quel nome, ma a quanto pareva aveva appena scoperto una nuova fonte di distrazione. Adorava avere a che fare con mortali folli: adottavano le misure più estreme con poco riguardo per le conseguenze. Una compagnia oltremodo piacevole per il Flagello. Decise di non impegnarsi ad inseguire il cecchino della setta. Nonostante la curiosità di scoprire di più su quella strana maschera, sarebbe stato più divertente lasciarlo andare e vedere cosa Namida avrebbe combinato nei Cinque Paesi.

    « Ho visto fin troppi mortali aspirare ad usurpare poteri al di fuori dell'orizzonte loro concesso. », sibilò l'Immortale, voltandosi verso il guerriero cremisi. La lama sottratta scintillò malevola alla luce delle lanterne. « La sete di sangue che ti domina, spadaccino, sarà al contempo causa della tua rovina e la pietra su cui fonderai la tua forza. Mi chiedo in che ordine. », aggiunse, criptico, incamminandosi verso l'uscita. I suoi occhi violacei caddero su quelli del guerriero cremisi. « Hai eseguito i miei ordini per riavere ciò che ti è caro. »

    « Ma non sei che all'inizio. »

    La sua voce era tinta di sadico piacere. Dopotutto, come l'altro forse ricordava, nel formulare il primo ordine aveva detto di proposito "per cominciare."

    « Recati all'East Gate di Oto. Quando saprai, sarai pronto a comprendere la scelta che aneli di compiere. Hai due settimane. Poi spezzerò la lama e la getterò nell'oceano. »

    Continuò a camminare con deliberata lentezza verso l'uscita, non degnando più lo spadaccino della propria attenzione. Una volta varcata la soglia, sparì con un salto nella notte, lasciando dietro di sé un chiaro monito.

    « Presentati al mio cospetto prima di allora. »

    OFF GAME
    Jeral, Flagello Immortale
    Nukenin A Nera

    Energia Vitale: 29.5/30
    Vitalità: 17.5/18
    Danni: Botta Lieve al collo. Botta Lieve al mento.


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    Chakra Rimanente: 1217.5/1250
    Spese di Chakra: /
    _________________________________________

    OFF GDR

    Pensavi forse che fosse così semplice?:guru:

    Namida (分かつ)Kanji for tear, divide, separate, part, distinguish, disconnect
    ha scoperto la tua esistenza, e viceversa.

    La vera caccia deve ancora cominciare.

     
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11 replies since 18/10/2015, 21:46   385 views
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