Sulle orme del Mithril

Shiltar - Near

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Come volano le settimane... quando ci si diverte

    [Le molte forme di artigianato - "Shirai"]

    Lodo fu quanto mai soddisfatto del lavoro del suo inatteso allievo: Shirai si dimostrava, ad ogni sua azione, particolarmente attento in ciò che faceva e nel metterci il massimo impegno e dedizione, come la creazione di una piccola prima giara e successivamente la lavorazione a partire dalla stessa dimostrava.
    "Molto bene, Shirai-san, direi che il suo primo giorno di lavoro è stato quanto mai produttivo. Da domani inizieremo a lavorare in modo più settoriale sulle diverse tipologie di materiali che potrebbe capitarle di dover produrre e sviluppare: saranno giornate lunghe, ma, vedrà, alla fine avrà, mi auguro, appreso molto su cosa vuol dire essere un Artigiano.", lo rassicurò l'uomo.

    Ed in effetti, così fu.
    Il primo giorno fu uno studio degli oggetti di uso più comune che un Artigiano potrebbe essere spinto a produrre: accendini, specchietti, bottigliette d'alcool.
    Lodo spiegò al "nano" come produrre i primi, come levigare al meglio i secondi e quali tipologie di alcool potessero essere più adatte sia per delle bevute, sia per essere usati come inneschi d'incendi, poiché, come disse lo stesso lavorante della GC: "Quasi tutti gli alcolici ad alta gradazione possono produrre dei belli incendi, se si sa dove usarli, immagino, ma uno che si possa anche bere? Bé, in quel caso, credo concorderà con me, serve anche sapere cosa si vuol fare del resto della propria serata."
    Il resto di quella settimana, poi, sarebbero stati un costante studio di come produrre corde, fili di metallo, differenziando il nylon, dal nylon rinforzato e dall'acciaio. A lungo Lodo avrebbe passato ore a spiegare non solo come ben allestire una corda di canapa, dopo il lavoro del primo giorno, ma anche come distinguere del buon nylon, da altro di qualità inferiore, come produrre una filatura d'acciaio, come ottenere del nylon più resistente.
    Argomenti che l'uomo avrebbe inciso il più in profondità possibile nella mente del suo allievo (che non sapeva essere poi così giovane): ad un ninja, così come a molti altri, un filo sufficientemente resistente e malleabile malgrado la lunghezza, poteva essere di grande utilità e, chissà, magari salvargli anche la vita.
    I due giorni successivi, furono passati spiegando il modo migliore per creare dei rotoli da richiamo: come mettere insieme il giusto materiale, dove il sigillo inciso dallo shinobi di turno potesse resistere (almeno questa era una delle priorità date le poche conoscenze che Lodo aveva dell'uso dei fuuinjutsu), oppure assicurarsi che il materiale fosse adatto sì per incedervi sopra, ma anche abbastanza resistente e comodo da usare e portare in viaggio.
    Il terzo e quarto giorno della seconda settimana furono poi passati lavorando all'uso ed alla produzione di sonagli, su come utilizzarli al meglio, come produrre le giuste casse risonanti con quei piccoli oggetti e quanto altro.
    Una giornata fu poi passata per lo studio delle migliori possibili combinazioni per kit medici e kit per trappole, mentre un'altra a studiare ancora come creare delle giare adatte a qualsiasi tipo di uso.
    Fino ad arrivare all'ultimo giorno ed all'ultimo argomento di quelle settimane di lavoro.

    Il presunto nano avrebbe, quel giorno, trovato su un grosso tavolo da lavoro quelli che sembravano i pezzi che potevano permettere di comporre un respiratore, Lodo lo stava già aspettando vicino a quei segmenti metallici:"Ricorda la nostra prima giornata di lavoro? Avevo portato proprio questo oggetto come esempio più eclatante della versatilità ed importanza del lavoro di un artigiano. Un respiratore non serve solo a chi vuole andare sott'acqua, anzi ci sono casi ben più eclatanti di come utilizzarlo, ritengo.
    Le tormente di sabbia che avete da voi, a Suna, credo siano paragonabili, se non peggiori, di quelle di neve che capitano qui, nel nostro paese. Immagino che il vostro villaggio, così come le altre grandi città del Paese del Vento, siano preparate in tal senso, ma dei viaggiatori, o comunque degli shinobi come lei ed il suo compagno di viaggio, come vi difendereste da una tormenta di sabbia? Ho sentito parlare di gente che usa un panno sul viso, o una maschera, ma quelli non filtrano i granelli che potreste respirare. Mi creda, ho visto gente fare una brutta fine in una tormenta di neve, non solo per il freddo terribile che può scatenare.
    Proprio per questo le maschere sono così importanti. Possono allungare non poco la vita di uno shinobi, ritengo, in ambienti non molto amichevoli."
    , ipotizzò l'uomo, prima di fermarsi davanti ai diversi pezzi scomposti.
    "E questo ci porta alla sua ultima lezione: apprendere come rimontare assieme un oggetto del genere, in modo che sia pienamente funzionante.", avrebbe concluso, lasciando a Shirai il tempo e lo spazio per lavorare.

    [I diversi passaggi di un'armatura - "Zong Wu"]

    Le settimane di lavoro dello Shogenin di Suna non furono da meno di quelle del "nano".
    Dopo, infatti, aver concluso in modo soddisfacente, almeno per i canoni di Gechi Comizu, il lavoro del primo giorno, Zong Wu fu spostato, nelle settimane successive, ad osservare e studiare i diversi aspetti della preparazione di un'armatura.
    Dapprima studiò la scelta dei metalli migliori, quelli con minori impurità: un lavoro relativamente più semplice, poiché gli permise di partire da quelle che erano state le conoscenze apprese già a Suna quando aveva scoperto l'arte della fabbricazione delle armi da taglio ed unirla con queste conoscenze sulle protezioni e su che tipi di metalli utilizzare per forgiarli.
    Lo studio, poi, dei punti di fusione e su quando estrarre il metallo non fu altrettanto emozionante ed interessante: stare due giorni ad osservare ed appuntarsi mentalmente il momento migliore per estrarre un metallo da una fornace non era, propriamente, il massimo del divertimento, ma non c'erano molte opzioni in tal senso, anche quello era uno studio che andava fatto, come quello, del giorno successivo, sul tipo di liquidi da usare per raffreddare i metalli e le logiche, del quinto giorno, sulla tempra del metallo stesso.
    I giorni successivi furono, in compenso, più divertenti: dapprima passati a battere il ferro, subendo le critiche di chi, come l'uomo a cui era stato affidato, trovava il lavoro dei fabbri inaccettabile, rispetto a quello dei veri e propri corazzieri; critiche che permisero anche di studiare nuovi modi di battere il metallo, per non bombarlo troppo centralmente, né concentrarsi eccessivamente sui bordi, come aveva fatto lo Shogenin il primo giorno.
    E dopo tre giorni a battere il ferro, altrettanti ne furono occupati a capire e studiare l'uso di cerniere, ganci e molle nella fabbricazione di una corazza.
    Infine, il penultimo giorno, non fu altrettanto divertente, ma forse persino più doloroso, poiché Zong Wu dovette apprendere i segreti del cucito e come far entrare il filo nella cruna di un ago senza bucarsi tutte le dita nel tentativo di fare ciò.

    Alla fine di quella corposa quantità di lavoro e studio, durata due settimane, lo Shogenin era forse molto stanco, per il poco tempo dedicato al sonno, ma non poteva dire di non aver appreso grandi cose sull'uso dell'arte della forgiatura di corazze: nozioni che, ora, avrebbe dovuto usare per forgiare il lavoro richiesto da un cliente di Gechi, il suo ultimo "esame" per così dire.
    Doveva forgiare un'armatura per un qualche gigantone che aveva problemi con corvi dal becco acuminato? Situazione non poco assurda, ma, in fondo, nel mondo dei ninja tutto era possibile.

    Dunque: un'armatura per dover avere a che fare con dei grossi corvi dal becco appuntito, implica che deve essere resistente, ma che, verosimilmente, non la userà qualcuno che vuole fare lo spaventapasseri e starsene fermo in attesa di essere assalito dai suddetti pennuti.
    Proprio per questo, lavorerò sul mettere insieme più pezzi, non sull'uso di un unico blocca per le diverse zone d'interesse, quindi, date anche le dimensioni del cliente, ci servirà tanto, tanto metallo... spero ne abbiate a sufficienza, Gechi-sama.
    , esordì, con tono anche un pò scherzoso, lo Shogenin, prendendo poi qualche appunto sulle dimensioni del soggetto d'interesse, prima di dirigersi verso l'area dove si recuperavano i diversi pezzi di metallo da fondere.
    Il Risorto salutò con un cenno cordiale l'uomo che si occupava della selezione dei metalli: L'armatura che devo creare servirà al soggetto per muoversi e, egualmente, difendersi da grossi corvi che lo attaccano., iniziò a spiegare all'esperto, Quindi dobbiamo avere qualcosa che sia privo di impurità nella maggior parte della sua superficie, poiché, volendo creare una corazza a strati, non dei singoli blocchi, pensavo di utilizzare i punti meno puri come aree intorno cui inserire ganci e cerniere, in fondo, se il metallo è troppo resistente in quelle aree, sarà più difficile cucirvi sopra la pelle per evitare il contatto diretto fra corazza e persona, quindi devo semplicemente studiare i pezzi più puri, con piccole aree di impurità., spiegò per tutti quelli che lo ascoltavano, iniziando poi uno studio dei diversi blocchi metallici, scegliendone almeno quattro dozzine, ognuno grande quasi quanto il suo addome e, proporzionalmente, di conseguenza grande 1/3 dell'addome del cliente.
    Finita questa prima parte, con un ricco quantitativo di blocchi di metallo in una carrucola, lo Shogenin si spostò verso la fornace e lì iniziò il successivo lavoro, non prima di aver avvisato Gechi: Come lei stesso immagina, per poter fare una corazza a segmenti congiunti, di questo tipo, dovrò lavorare singolarmente i diversi pezzi e poi unirli, uno dopo l'altro, il che implica molto tempo preso... semmai avesse altro da fare, non me la prenderò a male..

    E dopo quel piccolo preambolo, le ore di lavoro passarono in modo molto ripetitivo: Zong Wu inseriva i blocchi a due a due nella fucina, dopo averne controllato la pulizia ed il calore ed attendeva, spesso anche fischiettando, o commentando sulla segreteria dell'azienda stessa.
    Appena ogni blocco era fuso nel modo giusto, lo Shogenin lo portava alla tempra e lì si occupava di renderlo il più malleabile possibile, quindi iniziava a colpirlo con il martello: le prime sezioni sarebbero state più bombate verso l'esterno, leggermente curve, mentre le colpiva dall'interno.
    Finiti i primi sei segmenti, poi, il ninja si sarebbe occupato di unirli, mediante l'uso di cerniere e ganci, che andavano a sovrapporre piccoli segmenti, creando comunque una corazza dalle dimensioni quanto mai impressionanti, ma solo la parte frontale.
    Un lavoro simile, una volta cambiato il liquido per temprare il metallo e data una pulita alla fucina, fu fatto dal Risorto per ciò che riguardava la parte dorsale della corazza: sei blocchi sarebbero stati lavorati, stavolta senza bombature d'alcun genere, per poi essere cuciti assieme e ricoperti, all'interno, da altrettanta pelle perché non andassero a diretto contatto con il corpo del cliente.
    Finiti anche quei pezzi, fu il momento delle spalliere, fatte a strati e sovrapposte nel medesimo modo, tanto grandi da arrivare a coprire parte del pettorale e del collo, con un'ulteriore protezione, e raggiungere addirittura il polso del massiccio uomo, quando l'avesse indossata.
    Dopo le braccia, che richiesero assieme una terza dozzina di blocchi, fu il momento di usare l'ultima per una lunga gonna metallica a strati che sarebbe servita per la protezione delle gambe del cliente che, verosimilmente, dopo tutto quel lavoro, sarebbe andato in giro come una vera e propria corazzata di metallo nero e verdognolo ambulante.
    Per ogni pezzo, lungo le tante ore di lavoro, si sarebbe tratto di fonderlo, temprarlo, batterlo nel modo voluto, preparare i ganci che lo avrebbero condotto al pezzo superiore, per posizione, e le cerniere perché vi si potesse attaccare quello inferiore, quindi cucirvi sopra i pezzi di pelle, perché potesse essere indossato senza problemi.

    Alla fine del suo lavoro, dopo diverse ore, Zong Wu si sarebbe girato verso il proprietario dell'azienda: Una corazza a strati di questo tipo dovrebbe essere più che perfetta con il becco di un volatile, per quanto acuminato. Può penetrare un primo livello, ma il successivo? Sarà supportato proprio dalla resistenza del primo che ridurrà le possibilità d'affondo, in più permette una buona mobilità.
    Non ho inserito dei guanti in questo lavoro perché, sia trovo i guanti metallici una cosa a dir poco oscena, sia con delle protezioni per le braccia così lunghe, dovrebbe essere comunque sufficiente a difendersi, in più è sempre meglio avere le dita libere da ingombri per meglio impugnare le proprie armi.
    Stesso ragionamento per degli stivali in metallo, tanto più che dubito i corvi lo attacchino ai piedi.
    Un elmo, quello sì che si dovrebbe produrre, ma mi servirà altro metallo e, personalmente, direi che dovrebbe essere qualcosa di molto teatrale a questo punto.
    , avrebbe concluso, in attesa di una replica da parte dell'altro.

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    Post a dir poco corposo da fare mi ci è voluto qualche giorno in più del previsto e la giusta ispirazione ^^'
     
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17 replies since 22/10/2015, 09:59   193 views
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