Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai: Shinjitsu

    Alla ricerca della comprensione mancata





    [Alcuni giorni dopo la Festa della Fondazione - Tre giorni dopo gli eventi dell'Ospedale]

    Te lo dirò quando saremo a casa. Ayame me l'aveva detto al termine della Festa della Fondazione, terminata da alcuni giorni. Tuttavia una volta tornati a casa lei non mi aveva detto nulla: mi vedeva preoccupato, appena scostante, per colpa dei pensieri affatto felici che affollavano la mia mente di continuo. Alla fine avevo preso la decisione, sofferta e decisi di nominare Meika Akuma e Asomdai Guardiani di Kiri, al fine di rafforzare le difese sulle mura. I due Akuma con i loro occhi potevano vedere lontano se avessero voluto farlo, un validissimo aiuto. Quando tornai a casa però il mio umore era peggio che pessimo, poiché i miei pensieri non si erano di certo fermati a come proteggere il perimetro del villaggio. No, ero io la difesa principale di Kiri, il fulcro su cui si basava l'esistenza stessa della Nebbia dinanzi ai nemici che la minacciavano. E se io ero debole, Kiri era in pericolo.


    Ero un combattente da molti definito straordinario. Di certo a nessuno faceva piacere incontrarmi sul campo di battaglia e la mia spada era tra le veloci se non la più veloce di tutta l'Accademia. Sapevo benissimo quali erano le mie forze, ma vantarsi di esse ignorando totalmente le proprie debolezze si sarebbe rivelato un comportamento degno dei peggiori stolti. E le mie debolezze erano loro. Ayame, Jukyu e Nana. Non potevo fare diversamente, era per me istintivo volerle proteggere e sapevo che esse dunque divenivano la facile chiave d'accesso alla mia resa incondizionata. Ed anche se avessi resistito, anche se con enorme sforzo avessi messo Kiri dinanzi loro la sofferenza che sarebbe seguita non era un argomento che ero pronto a trattare ancora.


    Entrai in camera da letto che ormai il sole era tramontato. Ayame era stesa sul letto, con un libro aperto sulle gambe rannicchiate. Non appena mi vide entrare chiuse il volumetto, posandolo sul comodino. Doveva aver compreso il mio stato d'animo, la mia faccia non era mai stata una maschera per le emozioni, sopratutto dinanzi a lei. Ti vedo spossato. Cosa succede amore? mi chiese. Mi avvicinai, senza dire una parola, sedendomi sul letto dal suo lato per poi allungare una mano alla ricerca delle sue dita. Troppe cose... il tono che usai fu involontariamente troppo gravoso. Vidi Ayame allarmarsi un attimo e seppi che a quel punto di non poter rimandare di un altro minuto l'inevitabile. Ayame, voglio che tu, Jukyu e Nana andiate dai Tengu per un po'. Cosa... Ayame spalancò i suoi grandi occhi grigi, guardandomi con stupore. E perché mai? Cosa succede?
    Siete in pericolo. Non diretto, nessuno vi ha minacciate, ma temo che potrebbe succede. Ricordi durante la Festa, che sono sparito? Ayame annuì (tirandomi un leggero pizzico, ancora arrabbiata per quella storia) Un ninja mi ha raccontato che probabilmente un potente Nukenin potrebbe dirigersi a Kiri alla ricerca di qualcosa. Ora, se questo ha un minimo di sale in zucca non vorrà entrare nel villaggio a suon di cannonate, non con me che ne faccio la guardia. Ma potrebbe neutralizzarmi tramite voi. Allungai la mano alla ricerca della sua ma Ayame non la strinse. Mi guardava, quasi atterrita. No... Non ora... non è giusto... Sussurrò. Ayame, non è solo quello. Ci sono molti altri pericoli e voi tre siete la mia più grande ed assoluta debolezza. Kiri non è ancora sicura come vorrei, per cui, per il bene di Kiri, per il bene vostro dovete andare al Monte Corvo e... Quattro.
    Mi aspettavo molte risposte da Ayame, ma non quella. Quattro? Cosa voleva dire quattro? Ehi... I suoi occhi iniziarono a divenir lucidi, dunque distolse lo sguardo dal mio chiudendoli mentre due lacrime ne uscivano. Quattro..? Ayame...
    Per tutti i Kami, sarai anche forte ma certo che non cogli mai niente! Esclamò, singhiozzando appena. Sono incinta.


    Quella era una cosa che non mi aspettavo per niente. La notizia, accolta forse in altri momenti più tranquilli con maggior gioia mi investì come una frana. E compresi perché Ayame non voleva andar via. Ma è... da quando... Circa due settimane che lo so. Ma non so ancora quando dovrebbe nascere. Rimasi ancora qualche secondo imbambolato, stordito e privo della capacità di reagire come desideravo. Intendi rimanere ancora per molto con la bocca aperta o mi abbracci? Mi riscossi ed i miei occhi tornarono ad osservarla. Le lacrime ora erano copiose, ma leggere ed ogni tanto dei singhiozzi la scuotevano appena. Mi avvicinai a lei, stendendomi sul letto per poi stringerla con forza a me.


    Non avevamo mai pensato che Jukyu e Nana potessero essere le nostre ultime figlie. Erano nate "per errore" ma la serie interminabile di eventi dopo la loro nascita non ci aveva mai lasciato il tempo di pensare ad allargare la famiglia. Anche quella volta era capitato. Non avevamo preventivato nuovamente nulla ed alla fine era successo e basta. Ayame, basta dai. Perché essere tristi ora? Alla fine abbiamo aggiunto un'altra debolezza, no? Feci un mezzo sorriso, dunque scossi il capo appena, asciugandole le lacrime con le dita. Scema, voi siete anche il motivo per cui ho accumulato questa forza. Credete che sarei ciò che sono, che sarei riuscito a trovare la pace con Chomei se fossi rimasto lo stesso shinobi incazzato con la vita che ero quando mi hai conosciuto? Voglio solo che siate al sicuro e per un po' Monte Corvo sarà immensamente più sicuro di Kiri. Nessuno sa la sua posizione eccetto i Tengu e me. E vi verrò a trovare come minimo una volta a settimana. Promesso? Sono tua moglie, devo sostenerti, ma anche io avrò bisogno di te Itai. E Jukyu e Nana ti vedranno ancora meno... Lo so Ayame, ma è meglio che per qualche tempo mi vedano meno che esporsi a pericoli inutili. Quando avrò reso Kiri un posto più sicuro tornerete tutti a casa... La mia mano andò rapida sul suo ventre e lei finalmente la strinse con la sua, con forza. Tutti e quattro.




    Atterrai con Yogan nel Faro. Era stupendo rivederlo risorto, era stupendo rivedere tutti i draghi vivi volare attorno ad esso. Se avessi potuto avrei portato lì Ayame e le bambine, ma se da un lato non volevo mettere in pericolo il Faro (che non era solo una questione mira ormai) dall'altro era anche vero che il Faro era conosciuto da fin troppe persone. A Kurohai c'erano stati diversi altri ninja: Raizen, Vergil, Drake, un tale Uchiha di cui ricordo ben poco che si fece catturare da Enma. Non era difficile venire a scoprire il mio legame con quella terra e dunque violare la sacralità di quel posto qualora qualche malintenzionato avesse scoperto che Ayame non era a Kiri.


    L'avevo portata a Monte Corvo due giorni dopo quella conversazione. Yogan aveva avuto il permesso di entrarci da Sojobo (memore delle numerosissime battaglie affrontate assieme che avevano saldato i rapporti tra le due creature) e così si erano stabilite presso la residenza di Sojobo in cima al Monte. Avevo fatto notare con molta chiarezza a tutti i Tengu la condizione di Ayame e che dunque anche solo una goccia del loro saké avrebbe avuto effetti disastrosi e che Jukyu e Nana erano due bambine. Fermo restando che i Tengu non davano da bere ai bambini mi assicurarono che il Saké non si sarebbe avvicinato mai e poi mai alle labbra di Ayame. Il ritorno a casa era stato penoso e sentivo il palazzo incredibilmente vuoto senza di loro. Tuttavia decisi di salvare le apparenze creando un clone e trasformandolo in Ayame, facendo sì che si facesse vedere a Kiri di tanto in tanto - facendo la spesa, venendomi a trovare in Amministrazione, accompagnando altri due piccolo cloni-Juyku/Nana in giro - così da non far notare la loro assenza.


    Quello forse sarebbe servito a sviare l'attenzione sulla verità. Anche per quel viaggio avevo inscenato una partenza di famiglia, lasciando detto alle guardie alle mura che mi stavo dirigendo verso Kurohai. Yogan assunse la sua forma umana ed io raggiunsi il Faro senza metter piede nei luoghi più sacri per i draghi. Anche se ero legato a loro e me l'avrebbero permesso non volevo che quelle parole fossero pronunciate all'interno di un posto immacolato. Lì all'esterno trovai Yukari, in posizione meditativa. Suonava il suo flauto con dolcezza e smise quando vide avvicinarsi me e Yogan. Oh, Itai, Yogan. Disse il ragazzo. Aveva un aspetto smunto, quasi sofferente, ma i suoi occhi brillavano di un'incredibile tenacia. Non ti hanno ancora fatto entrare? Yukari fece un chiaro segno di diniego. Mi dispiace.
    Un po' se l'è meritato eh. Stai diventando troppo scortese tu. Bla bla bla... Mi canzonò lei ed io mi ritrovai a chiedermi "ma quando cresce un po?". Va tutto bene, Yogan ha ragione. Ma persevererò. Sospirai, forse in parte ammirato dalla determinazione di quell'uomo. Come preferisci. Per caso hai visto Raizen? Yukari scosse il capo. Guardai il cielo, attendendo l'Hokage, sperando con tutto il cuore che lui non fosse l'uomo che temevo potesse essere ma l'uomo che avevo sempre creduto fosse stato.

     
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