Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai: Shinjutsu

    L'Importanza del miglioramento





    C'era da ammettere che la reazione dell'Hokage mi sorprese positivamente. Il suo commento sul "mini lui" intrappolato nel corpo di una donna (con tanto di fuga in ambienti meno pericolosi) scatenò in me una ilarità che non era adatta al mio stato d'animo. Durò poco, ma mi fece ricordare che sì, ero felice di aggiungere un'altra bestiola al mio zoo di bambini. Due, non tre volte. Le prime due sono state un doppio pacco. Ricordai, tenendo a sottolineare che non ero proprio incosciente! Comunque Raizen, si, rimane comunque una bella notizia e speriamo che sia un maschio, che di donne attorno ne ho troppe! Grazie. Mi alleggerì appena il cuore ricevere i primi auguri per il prossimo figlio mi aveva appena scaldato il cuore.. ma non troppo: la minaccia di certo era ancora incombente e lo sapevo benissimo.


    Così quando il discorso tornò su Diogenes l'Hokage dimostrò di essere decisamente informato. La sua mancanza di sorpresa era emblematica, ma come avevo annunciato lasciai cadere la cosa per concentrarmi sul futuro. Ascoltai tutte le sue parole senza fiatare, riconoscendo in esse una verità che io stesso avevo riconosciuto ed alla quale stavo già cercando di porre rimedio. La verità era che Kiri si era indebolita molto negli ultimi tempi. Era in ripresa, poco ma sicuro, ma questo non era ancora abbastanza. Lo so. Dissi semplicemente. Ci si sarebbe potuto aspettare un tono rassegnato a quel punto, ma in realtà ero più che mai deciso. Stavo vincendo la lealtà di tutti i kiriani, persino dei più improbabili come Seinji Akuma: non avrei permesso che Diogenes osasse anche solo pensare di poter corrompere la sovranità Kiriana.
    Intendo rafforzare le mura come prima cosa, il porto come seconda. E molte altre cose. Il problema è che i kiriani devono crescere nuovamente, Raizen. Certo, ci sono giovani interessanti, con del potenziale che sto coltivando con pazienza... ma se si dovessero trovare dinanzi Diogenes non sarebbero che cadaveri ambulanti. Io posso affrontarlo, e solo io, e temo che questa cosa non cambierà per un bel po'. Ovviamente mi stavo riferendo solo ai kiriani ed in particolar modo sul campo di battaglia. Anche Raizen era in grado di tener testa all'otese, poco ma sicuro. Non intendevo di certo attaccarlo. Persino un idiota come me riconosce il valore strategico dello scoprire i piani del nemico senza che lui lo sappia. Tu parli di aiuto sul campo di battaglia, ma è vero, Kiri e Konoha sono lontane ma io non mi riferivo a questo Raizen. Mi riferivo alla collaborazione tra i villaggi, aiutandoci a vicenda allo scopo di accrescerci. Feci un lungo sospiro. Comunque, riconosco la difficoltà. E per questo che sto lavorando duramente, ben oltre ciò che faccio come Kage. Mi guardai un attimo il palmo di una mano, pensando a tutto il tempo che stavo usando per riuscire ad utilizzare la tecnica che stavo creando, senza ancora riuscirci. Sono forte, Raizen. Lo sai, lo sanno tutti. Non ci sono molti al mondo che gradiscono un combattimento contro di me ed il fatto che Diogenes non abbia fatto la sua mossa contro Kiri nel suo momento di massima debolezza la dice lunga. Ma a cosa serve tutta questa forza se è solo la mia? A cosa serve avere una quantità sterminata di chakra, potenzialmente infinita grazie a Chomei se non posso aiutare in maniera più diretta i miei uomini? Non potevo essere ovunque. In una ipotetica battaglia non potrei aiutarli come vorrei. Anche Yogan, anche Sojobo, sono formidabili ma non possono reggere il passo. Così ho cercato un modo di distribuire la mia forza agli altri, così da non far esaurire le loro forze e proteggerli meglio. Sono vicino alla risposta, devo trovare il giusto modo di combinare il mio chakra con quello degli altri. Raizen forse avrebbe potuto avvertire qualcosa: una specie di luminescenza avvolgermi per un breve istante, come un tenue bagliore subito soffocato nel nulla. Comunque a parte ciò credo che dovrò rimettere in moto i cant...


    Non riuscii a terminare quella frase. Yukari si era avvicinato, con uno sguardo più che allarmato. Si fermò ansimante tra di noi, mentre il flauto che teneva tra le dita iniziava a tremare assieme alla sua mano. Scusate, ma ho sentito qualcosa. Ho avvertito... una presenza che non dovrebbe esistere più... mi voltai verso Yukari, appena allarmato, scendendo dalla pietrasulla quale ero seduto. Che intendi? Furia. Una furia profonda e terribile... Yogan si avvicinò di corsa, atterrando sinuosa lì vicino. Anche lei sembrava oltremodo allarmata. Qualcosa non va Itai. Sono tutti bloccati al Faro. Persino mio padre, tutti non possono muoversi! Sono... terrorizzati! Cosa? L'unico che faceva spaventare Hibachi era Jigoku! Non lo so... YUKARI! Yogan ruggì verso il reietto quasi-cavaliere, certo che lui centrasse qualcosa. Yukari però stava guardando il cielo. Iniziò a piovere.


    Una fine pioggia di miliardi di gocce rosse e calde. Sangue. E subito dopo qualcosa di più massiccio iniziò a cadere giù dal coperto dalla coltre infinita di cenere. Due metà di un drago dalle scaglie rosse, non grosso come Yogan o Hibachi, che minacciò di schiacciare Raizen durante la caduta se non si fosse rapidamente spostato di lì. Yogan guardò il drago ed inorridì, ruggendo la sua rabbia. HAIZAKI! Haizaki era uno dei molti draghi che avevano ripreso a vivere liberi dalla Furia Sanguinaria quando Yogan l'aveva cancellata. Yukari, sporco di sangue, continuava a guardare il cielo con l'espressione atterrita di chi vede la morte in faccia, una morte orribile. Riuscì solo a pronunciare una singola parola. Kutsū...


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    E dal cielo discese il Tormento. Un drago lungo almeno sessanta metri, possente e con un'aria rabbiosa che ricordava quella di Jigoku. E rimase lì, stagliandosi immobile a quaranta metri dal suolo come un enorme serpente nero. Nero? I Draghi dell'Ovest a causa della furia non era forse divenuti rossi? A ben vedere però Kutsū non era per niente nero: era semplicemente di un rosso così scuro da apparire nero alla luce tenue del tramonto. Ma la sua imponenza era tale da lasciare quasi senza fiato. Fece un respiro ed emise dalle narici uno sbuffo di fiamme nere, dunque squadrò prima me, poi Raizen.


    Ho atteso fin troppo la vendetta.



    Quelle parole risuonarono portentose, facendo tremare la terra sotto i nostri piedi. Vendetta? Perché parlava di vendetta! Perché c'era ancora un drago con la furia vivo! Yogan... non puoi far nulla? La dragonessa non ne era certa, lo si vedeva. Non riusciva a comprendere cosa la terrorizzasse così tanto di quel tale. Chi sei tu? Perché sei qui, cosa hai fatto! Itai lui è...


    Io sono il figlio del vero Guardiano di questo luogo.

    Sono Kutsū!

    E ripristinerò la Furia che la tua serpe ha osato cancellare, rendendoci forti ancora!



    E così lanciò una fiammata ardente verso il suolo, colpendo solo la nuda roccia per dieci lunghissimi secondi. Quando terminò la roccia era incandescente e luminosa. E da quella roccia così calda nacquero due proiettili che tentarono di colpire Raizen contemporaneamente ad una velocità mostruosa mirando al centro del petto ed alla testa. Se Raizen fosse stato toccato da un proiettile di quale intensità e calore avrebbe visto senza dubbio qualsiasi parte del suo corpo a contatto disintegrata nel nulla. Non avrebbe sanguinato, sarebbe semplicemente sparito. Nel mentre però, dentro di Raizen qualcosa accadeva: la Volpe si destò, annunciando un certo interesse verso la bestia che gli stava davanti.

    Lo sento... strano. Sta attento, percepisco una carica negativa peggiore di quella di Jigoku. La Volpe si stava preoccupando? Perché allora qualcosa nel fondo sei suoi occhi brillava?

     
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